2.1 Sinodi

Livello: serie

Estremi cronologici: 1662 - 1936

Consistenza: 15 unità

Istituto di antica prassi ecclesiale, il sinodo diocesano è l'assemblea, convocata dal vescovo, dei sacerdoti, prelati e chierici (ed oggi anche degli altri fedeli) della chiesa particolare, allo scopo di trattare e deliberare in ordine al bene della comunità diocesana. L'assemblea ha solo potere consultivo in quanto unico legislatore è il vescovo, cui spetta il diritto di sottoscrivere e pubblicare le dichiarazioni e i decreti sinodali. L'orazione, che precedeva il sinodo, recitata da un canonico della Cattedrale, doveva illustrarne le ragioni e l'opportunità, ma per lo più si risolveva in una esortazione accademica ai partecipanti al sinodo. Il Concilio di Trento accrebbe notevolmente l'importanza del sinodo, imponendo ai vescovi l'obbligo della celebrazione annuale (sess. 24, de ref., cap. 2). Sul finire del XVIII secolo, le riunioni sinodali ebbero una battuta di arresto, a causa dell'accusa di giansenismo che il sinodo di Pistoia del 1786, convocato dal vescovo Scipione de' Ricci, ebbe da parte del papa Pio VI con la costituzione Auctorem fidei del 1794. Nella serie sono stati inseriti anche gli atti del sinodo plenario toscano del 1933, indetto dall'arcivescovo di Firenze ed allargato alla partecipazione del clero delle diocesi toscane ¹ .