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Inventario dell'archivio storico del Comune della città di Chiusi

Tipologia: inventario analitico

a cura di Ilaria Pagliai (Cooperativa Scripta Manent) , Chiara Tumminello (Cooperativa Scripta Manent)

patrocinio: Comune della Città di Chiusi; Regione Toscana; ReDoS - Rete Documentaria Senese

Pubblicazione: Siena, Edizioni Cantagalli, 2017

Descrizione fisica: pp. 488, ill. [5] a colori, cm. 22

Contenuti:

Il lavoro di ordinamento e inventariazione dei fondi archivistici nonché la redazione del presente inventario sono stati effettuati dalla Cooperativa Scripta Manent, nelle persone di Ilaria Pagliai e Chiara Tumminello,
sotto il controllo e la guida di Renato Delfiol, Funzionario della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana, al quale vogliamo rivolgere un sentito ringraziamento.
La schedatura del fondo Bonci Casuccini è stata effettuata, oltre che dalle autrici, da Sara Biscaro Parrini.
Le introduzioni storiche, la nota archivistica e le introduzioni alle serie sono state curate da Ilaria Pagliai, in collaborazione, per la nota storica all'archivio preunitario, con Sara Biscaro Parrini.
L'introduzione storico archivistica al Fondo Bonci Casuccini è stata redatta da Maria Laura Pogni, Segretario Generale della Società di esecutori di Pie Disposizioni Onlus, a cui va un particolare ringraziamento.
Ringraziamo inoltre Maria Raffaella de Gramatica, Direttore dell'Archivio di Stato di Siena.
Per la collaborazione prestata, un sentito ringraziamento va infine al Responsabile dei Servizi al Cittadino Marco Socciarelli, all'Istruttore Direttivo Chiara Cardaioli, all'Addetto Stampa Andrea Biagi autore delle fotografie, all'Ufficio Tecnico del Comune della Città di Chiusi e al Gruppo Archeologico Città di Chiusi.



Il recupero archivistico è a tutti gli effetti un evento culturale di valore e di indubbia importanza, ma soprattutto, è un lavoro doveroso ed indispensabile nel rispetto della nostra comunità.
Presentare l'inventario dell'Archivio storico della Città di Chiusi, le cui carte si trovano attualmente nei locali della Casa della Cultura, dove sono state trasferite dopo il lavoro di valorizzazione e recupero che ha permesso di concentrare in un unico edificio più servizi (Ufficio Cultura, Archivio, Biblioteca, Informagiovani, Università Popolare), rappresenta per noi un motivo di grande soddisfazione.
La Città di Chiusi fino al 2010 non era rientrata nel programma di inventariazione che l'Amministrazione Provinciale di Siena aveva avviato dal 1985; dunque, dal 2011, con la specifica volontà di recuperare il nostro patrimonio archivistico, come Amministrazione comunale abbiamo deciso di investire in questo lavoro e, grazie anche ai contributi della Regione Toscana, ottenuti tramite l'adesione alla Rete Documentaria Senese Redos, siamo riusciti a dotare il nostro Comune dell'Inventario dell'Archivio storico.
Con questa pubblicazione si conclude, così, una prima fase che ha visto il coinvolgimento di più soggetti, grazie ai quali siamo riusciti ad individuare, sistemare i locali, ordinare e inventariare i documenti in maniera idonea alle vigenti norme: dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana, all'Archivio di Stato di Siena, alla Società di esecutori di Pie Disposizioni Onlus, al personale dei nostri uffici, alle ditte specializzate, ai professionisti e ai volontari del Gruppo Archeologico "Città di Chiusi".
Oggi restituiamo, dunque, ai cittadini e agli studiosi un lavoro fondamentale per ricostruire, trasmettere e divulgare la nostra memoria storica. Ecco perché dobbiamo essere grati a tutti coloro che hanno contribuito a questo eccellente recupero del nostro archivio, fondamentale per approfondire la conoscenza e permettere a quante più persone possibili di apprendere dal passato, per vivere il nostro presente e costruire l'identità futura attraverso la trasmissione dei saperi.

Il Sindaco
Juri Bettollini

Il Vicesindaco
Chiara Lanari



Con la pubblicazione di questo inventario la Città di Chiusi porta a compimento il progetto di salvaguardia della propria memoria storica, iniziato già molto tempo fa e condotto, con alterne vicende fin quando, con gli anni 2000, non è iniziata una nuova fase che ha portato al positivo risultato attuale.
In una nuova sede opportunamente attrezzata l'archivio ha finalmente trovato una positiva collocazione che ha contribuito anche a rendere più agevole il lavoro di ordinamento. L'archivio è stato sottoposto a tentativi di riordino anche prima che vi si manifestasse l'interesse e l'intervento della Soprintendenza.
Sembra che ai primi dell'Ottocento un certo Nardi abbia suddiviso i documenti per materia, frantumando, con metodo peroniano, le originarie serie archivistiche. Aveva creato quattro "serie" cronologiche, ciascuna divisa in 4 "divisioni" e in un certo numero di "sezioni".
Negli atti della Soprintendenza si riporta la citazione di un secondo intervento, che sarebbe avvenuto intorno al 1935 e che avrebbe operato la riunione in buste di documenti di diversa natura ed originaria collocazione, comprendendovi anche registri, ma forse si tratta di una postdatazione di ciò che era avvenuto assai prima.
Anche un successivo "ordinamento" del 1964 non fece che consolidare una struttura archivistica non rispondente alla primitiva struttura degli atti. È notorio che la conservazione dei documenti comunali e di giusdicenza ha seguito per lo più, nel corso dei secoli, criteri sovrapponibili a quelli originari.
Dove non ci sono stati interventi negativi la struttura degli archivi ha conservato la prassi dei periodi in cui sono stati prodotti. Successivamente, purtroppo, anche l'archivio postunitario fu manomesso da un sedicente archivista (non adeguatamente controllato dalla Soprintendenza) il quale accantonò, all'inizio degli anni '70, del materiale da scartare selezionato sulla base del massimario di scarto del '17.
Questo strumento, redatto per accreditare alla Croce Rossa i proventi dello scarto degli archivi e del quale è stato detto tutto il male peggiore, non teneva in nessun conto la valenza storica dei documenti ma solo il contingente interesse amministrativo. Per fortuna il segretario comunale si oppose alla eliminazione degli atti che furono salvati e ricollocati in archivio in attesa di un futuro esame.
Ancora nel 1976 fu avviato un nuovo riordinamento dell'archivio storico, che, per mancanza di collegamento tra l'ordinatore (una persona "culta" sprovvista di conoscenze archivistiche specifiche) e la Soprintendenza, non fece che riproporre l'ordinamento per materia del Nardi, includendovi ciò che provvidenzialmente ne era rimasto escluso e prendendo verosimilmente come modello il sistema dell'Astengo (titolario per gli affari comunali introdotto dalla normativa solo nel 1897) e contribuendo a disarticolare ulteriormente i documenti.
Su un archivio così ridotto hanno dovuto operare le archiviste della Cooperativa Scripta Manent, che ora propongono l'inventario. Il loro lavoro di schedatura, che in altri archivi è un'opera (possedendo le specifiche competenze) relativamente lineare, si è tramutato in uno sforzo di vera archeologia archivistica, dovendo ricercare i documenti che sarebbero divenuti costitutivi delle varie serie sotto le varie stratificazioni artificiose che erano state create. Addirittura non si è potuto arrivare ad una ricollocazione materiale degli atti secondo lo schema previsto dall'ordinamento, così profonda è stata la disorganizzazione operata colposamente, se non intenzionalmente, nel corso del tempo.
Secondo la teoria la disposizione materiale delle carte dovrebbe riflettere la ricostruzione istituzionale dell'archivio, dovrebbe esserne -per così dire- la garanzia. Nella realtà attuale questo principio passa, a mio avviso, in sottordine, da quando la scrittura e la resa digitale di un inventario permettono di superare il concetto di materialità dell'ordinamento.
Gli strumenti digitali ci consentono di promuovere ricerche sotto particolari angolazioni e di presentare i risultati secondo diverse strutture, anche con i criteri impostati da una singola ricerca. Senza di essi la realizzazione di questo inventario sarebbe stata un compito improponibile, mentre mi sembra che il risultato raggiunto sia eccellente.
Spenderei qualche parola sull'archivio postunitario, che appare dotato di notevole completezza. È stato deciso di mantenere settori di documentazione che troppe volte, in fondo con leggerezza, si è deciso di scartare. Vedo con particolare interesse le serie del Dazio di consumo, delle Spedalità, degli Affari militari, dell'Ente Comunale di Consumo, nonché alcune serie di registri (di esazioni, di certificati) certamente utili alla ricostruzione storica di queste competenze nonché a rispondere agli interessi, anche alle curiosità, dei cittadini.
Perché un archivio si rivolge non solo alla ricerca ma anche agli abitanti del luogo che lo ha formato.

Renato Delfiol
Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana



L'Archivio storico comunale di Chiusi conserva documenti anteriori all'ultimo quarantennio, dislocati in due sale attigue in piazza Vittorio Veneto 6, all'ultimo piano di quella che oggi si chiama Casa della Cultura, che una volta era la scuola elementare (già ex ala maschile).
L'edificio è stato oggetto di un importante lavoro di ristrutturazione negli anni 2005 e 2006, con fondi strutturali dell'Unione Europea e risorse del bilancio comunale. I documenti dell'Archivio storico sono approdati qui dopo vari passaggi, poiché erano dislocati in due stabili diversi.
Il nucleo più antico, il più nutrito e cospicuo, era all'ultimo piano del palazzo comunale in piazza XX Settembre, una seconda parte di documenti era in tre stanze del prospiciente Palazzo delle Logge. Nei primi mesi del 2005, in seguito al termine dei lavori di risistemazione del complesso di S. Francesco, la parte dei documenti dell'archivio preunitario che si trovava nel Palazzo comunale fu trasferita nella parte chiamata ex ala femminile.
Invece, il trasloco nei locali al primo piano della Casa della Cultura è avvenuto nel 2007, e infine, nell'aprile 2013, all'ultimo piano, come sistemazione definitiva. In quest'occasione fu trasferita anche la nuova Biblioteca e l'ufficio Cultura. Contemporaneamente a questi spostamenti, si è lavorato per l'ordinamento e inventariazione dei documenti.
Con il supporto costante della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana, il lavoro è stato affidato dal 2011 alla ditta Scripta Manent di San Felice (PT). Con risorse proprie del Comune della Città di Chiusi e con contributi regionali del Piano della Cultura, ottenuti grazie alla rete documentaria senese Redos, si è giunti oggi alla redazione dell'inventario.
I documenti conservati sono di natura pubblica, prodotti o ricevuti dal Comune nell'ambito della propria attività istituzionale, ma anche di natura privata, cioè archivi aggregati di associazioni, enti o famiglie. L'apertura al pubblico dell'attuale sede rende fruibile a ricercatori, studiosi, cultori di storia locale ma anche ad un pubblico non specialista, il patrimonio documentario, fondamentale per la storia di Chiusi.
Grazie alla collaborazione con il Gruppo Archeologico Città di Chiusi (Convenzione approvata con deliberazione del Consiglio comunale n. 353 del 7 dicembre 2012), alcuni volontari affiancano il personale comunale, fornendo supporto e assistenza a chiunque volesse consultare l'Archivio storico (previa autorizzazione della Soprintendenza competente).
L'accesso al pubblico è disciplinato da un Regolamento per il funzionamento dell'Archivio storico comunale, approvato dal Consiglio comunale con deliberazione n. 75 del 3 settembre 2013.

La situazione attuale dell'archivio preunitario è legata imprescindibilmente ai due interventi di riordino cui l'archivio è stato oggetto, il primo, effettuato nella prima metà dell'Ottocento dal sacerdote Francesco Dei e -soprattutto- il secondo, risalente al secolo scorso e dovuto al sacerdote ed erudito chiusino don Giacomo Bersotti.
Il Bersotti procedette infatti ad organizzare il materiale sulla base di una sorta di "ordinamento per materie" assimilabile a quello stabilito dal titolario Astengo per il carteggio degli affari comunali emanato con circolare del 1 marzo 1897 n. 17100/2.
Tale operazione ha portato, soprattutto per alcune serie, alla perdita della struttura originale ed alla creazione di buste di atti sciolti attributi ad una stessa materia o argomento e che non tengono assolutamente conto delle diverse fasi storiche e dei "soggetti produttori" che hanno materialmente prodotto tale documentazione.
L'erronea sovrapposizione di un titolario corrente a documenti prodotti precedentemente alla sua adozione non è una evenienza così remota negli archivi comunali e, in genere, come in questo caso, si ritiene conveniente mantenere tale ordinamento, in considerazione del fatto che da diverso tempo l'archivio ha ricevuto quell'assetto, è stato nel frattempo consultato e i documenti sono stati citati con quelle posizioni e segnature nelle pubblicazioni storiche.
Tuttavia poiché l'archivistica prevede di attribuire proprio ai diversi soggetti produttori, singolarmente individuati, gli atti appartenenti ad un archivio, si è tentato di ricostruire "virtualmente" l'ordinamento originario schedando, laddove possibile, non la busta creata da don Bersotti ma i singoli inserti contenuti e andando ad attribuire ciascuno di essi al fondo, serie e sottoserie di appartenenza.
A tale riordino virtuale è dovuta, nella descrizione delle singole unità archivistiche, la composizione della stringa della numerazione e collocazione dove il primo numero indica la posizione "ideale" dell'unità archivistica nell'inventario seguito dalla collocazione fisica fra parentesi tonde (colonna e palchetto) e dal numero d'ordine del faldone.
Le unità archivistiche appartenenti all'archivio storico postunitario e agli archivi aggregati sono state schedate secondo quanto indicato dalle vigenti norme di descrizione archivistica che prevedono la rilevazione di tutti i dati estrinseci ed intrinseci ritenuti indispensabili per permettere agli utenti di valutare le caratteristiche e la rilevanza dell'unità di descrizione.
Le unità descritte sono state raggruppate in serie secondo la gerarchia funzionale dell'ente (atti deliberativi, amministrativo-contabili e operativi) e ordinate cronologicamente. L'ordinamento che ne è derivato non si discosta da quello tipico degli archivi comunali basato sull'organizzazione, le funzioni e le competenze del soggetto produttore (ente o ufficio).
Come ultima cosa ci preme sottolineare che altra documentazione relativa a Chiusi si trova presso l'Archivio di Stato di Siena dove si conservano 52 registri e buste relativi alla Delegazione di Governo dal 1850-1865 (con documenti dal 1572).



Parte I - Archivio preunitario. Comune e comunità fino al 1808

Statuti

Partiti e deliberazioni

Minute

Adunanze e ordini del giorno

Privilegi, notificazioni, ordini e bandi

Carteggio e atti degli organi amministrativi

Estimo e catasto

Strade e lavori pubblici

Affari militari

Cittadinanza chiusina e stato della popolazione

Bonifica della Valdichiana

Imposte e tasse

Gabella grossa

Registri annuali

Atti diversi

Gabella del sale

Gabella del biado

Registri annuali

Atti diversi

Provento del paglieto

Provento della pesca delle Chiane

Imposta di sanità

Imposizioni straordinarie

Imposta generale o universale

Registri annuali

Ricevute

Tassa di redenzione

Dazio comunitativo

Gabelle e imposte diverse

Debitori e creditori

Spogli

Estratti

Registri diversi

Entrate e uscite

Ricevute e mandati di pagamento

Carteggio di natura contabile e atti diversi

Assistenza all'infanzia e sanità pubblica

Miscellanea

Mairie (1818 - 1814)

Partiti e deliberazioni

Copialettere

Stato civile

Atti di nascita

Atti di morte

Atti di matrimonio

Indici

Movimento della popolazione

Pubblicazioni di matrimonio

Liste degli aventi diritto al voto

Miscellanea

Imposte e tasse

Affari militari

Atti contabili

Raccolta degli atti della Prefettura del Dipartimento dell'Ombrone

Miscellanea

Comunità restaurata (1814 - 1865)

Partiti e deliberazioni

Protocolli

Atti di corredo

Elezioni

Ordini, bandi e leggi

Copialettere

Carteggio del gonfaloniere

Lettere magistrali e ministeriali

Carteggio per categorie

Contratti e obblighi

Strade e lavori pubblici

Spese per il mantenimento delle strade provinciali

Atti diversi

Inventari

Arruolamento e leva militare

Deliberazioni

Liste di leva

Carteggio e atti

Miscellanea

Guardia civica e guardia nazionale

Registri di stato civile e censimenti della popolazione

Atti di nascita

Atti di morte

Atti di matrimonio

Stati d'anime

Censimenti della popolazione

Proventi e rendite comunitative

Campioni di livelli, censi e altre rendite

Dazzaioli delle rendite

Censi, livelli, prestiti e iscrizioni ipotecarie

Tassa prediale e dazio comunitativo

Reparti

Dazzaioli

Atti Diversi

Tassa di famiglia

Reparti

Dazzaioli

Atti Diversi

Tassa sui cani

Denunce

Dazzaioli

Giornali delle riscossioni

Imposte e Tasse Diverse

Bilanci di previsione

Bilanci annuali

Atti di corredo

Registri di rendiconto

Registri annuali

Osservazioni e repliche

Repertori delle assegnazioni e registri dei mandati

Debitori e creditori

Ricevute e ordini di pagamento

Stato dei titoli attivi e passivi

Stati dei rimborsi per vari titoli di spese

Atti contabili diversi

Vigilanza sanitaria e sanità pubblica

Prezzi delle grasce

Miscellanea

Atti dei giusdicenti

Danno dato

Registri di danno dato bestiale e manuale

Atti diversi

Cause e appelli

Condanne e sentenze

Carteggio e atti

Entrate e uscite del camarlingo dei malefizi

Registri diversi

Archivi diversi

Comune di Siena

Antica comunità e comunità restaurata di Cetona

Imposte e tasse

Atti diversi

Antica comunità e comunità restaurata di Sarteano

Antica comunità di Castiglioncello del Trinoro

Antica comunità di Chianciano

Carcere di Chiusi

Archivi aggregati

Ospedale di Santa Maria Novella

Entrate e uscite

Spogli

Debitori e creditori

Registri delle semente date ai lavoratori dei poderi

Miscellanea

Compagnia del Corpus Domini

Entrate e uscite

Miscellanea

Compagnia del Santissimo nome di Gesù o buon Gesù

Libri dei consigli e dei confratelli

Entrate e uscite

Miscellanea

Compagnia della morte o della misericordia

Entrate e uscite

Miscellanea

Compagnie e opere diverse

Pia eredità Paolozzi

Entrate e uscite

Debitori e creditori

Registri di rendiconto e atti di corredo

Dazzaioli delle rendite

Registri contabili diversi

Assegnazioni delle doti

Miscellanea

Parte II - Archivio postunitario. Comune di Chiusi

Deliberazioni

Indici delle Deliberazioni

Registri protocollo delle deliberazioni del consiglio comunale

Registri Protocollo delle Deliberazioni della Giunta Municipale e del Podestà

Registri protocollo delle deliberazioni del commissario

Elenchi delle deliberazioni

Copie ed estratti con allegati

Atti diversi

Atti del sindaco

Ordinanze

Carteggio

Registri dei certificati spediti

Regolamenti

Contratti

Repertori

Originali dei contratti

Rubriche degli affari

Copialettere

Protocollo della corrispondenza

Carteggio e atti

Personale

Fascicoli dei dipendenti

Stipendi

Concorsi

Atti diversi

Cause e vertenze

Economato

Registri di cassa

Registri dei diritti riscossi

Atti contabili diversi

Statistica e censimenti

Censimenti della popolazione

Censimenti dell'agricoltura

Censimenti dell'industria e del commercio

Rilevazioni statistiche diverse

Ufficio messi e albo

Atti pubblicati all'albo pretorio

Registri degli atti notificati dai messi

Assistenza e beneficenza

Annona

Denunce annonarie

Magazzino annonario

Registri di carico e scarico delle carte annonarie

Macellazione bovini

U.C.S.E.A. Atti Diversi

U.N.S.E.A. Schede di accertamento e schede poderali

Carteggio e atti diversi

Polizia municipale

Registri delle contravvenzioni alle norme sulla circolazione stradale

Registri delle contravvenzioni ai regolamenti comunali

Atti diversi

Spedalità

Registri delle spedalità

Fascicoli delle spedalità

Ufficio sanitario

Registri delle vaccinazioni

Registri delle esazioni dei diritti sanitari

Libretti sanitari

Atti diversi

Inventari

Atti contabili

Bilanci di previsione

Atti relativi al bilancio

Conti consuntivi

Libri mastro e registri dei mandati o giornali

Verbali di chiusura dell'esercizio finanziario

Allegati al conto consuntivo

Atti contabili diversi

Imposte e tasse

Ruoli generali

Ruoli ordinari

Schede dei contribuenti

Ruoli delle rendite e entrate ordinarie e straordinarie

Imposta di famiglia

Imposta sul bestiame

Imposta su vetture e domestici

Imposta sui cani

Imposte diverse

Atti delle commissioni

Ufficio eettorale

Commissione elettorale comunale (CEC)

Liste elettorali

Atti diversi

Giudici popolari

Affari militari

Liste di leva

Registri nominativi dei congiunti dei militari alle armi

Atti relativi a pensioni di guerra e sussidi

Disposizioni per esigenze belliche o militari

Atti diversi

Ufficio tecnico comunale

Commissione edilizia comunale

Piano regolatore generale

Danni di guerra

Progetti e carteggio

Quindicinali e note giornaliere degli operai

Allacciamenti fognatura

Lampade Votive

Atti diversi

Acquedotto

Ruoli

Registri matricola

Carteggio e atti

Attività produttive

Verbali della commissione commerciale

Licenze

Atti diversi

Anagrafe e Stato Civile

Fogli di famiglia e cartelle di casa

Fogli individuali

Movimento della popolazione. Registri

Movimento della popolazione. Repertori

Movimento della popolazione. Pratiche di emigrazione e immigrazione

Movimento della popolazione. Statistiche

Registri delle carte di identità rilasciate

Registri dei certificati rilasciati

Registri dei diritti riscossi

Registri dei parti

Registri delle domande di nulla osta per l'estero

Soggiorno stranieri

Registri dei libretti di lavoro rilasciati

Archivi aggregati

Congregazione di Carità

Domande di sussidio

Atti contabili

Ente comunale di assistenza (ECA)

Verbali del comitato

Registri dei sussidiati

Carteggio e atti

Atti cntabili

Giudice conciliatore

Registri cronologici degli atti originali

Registri cronologici degli atti eseguiti

Registri degli avvisi per la conciliazione

Registri cronologici per gli atti di notificazione in materia civile

Registri delle notifiche di comparizione

Ruoli delle udienze

Registri degli originali delle sentenze e dei provvedimenti

Fascicoli delle cause e delle sentenze

Carteggio e atti

Carteggio e atti

Ente nazionale di assistenza agli orfani dei lavoratori italiani (ENAOLI)

Fascicoli degli assistiti

Atti diversi

Consorzi idraulici

Asilo infantile regina Margherita

Istituto nazionale gestione imposta di consumo (INGIC). Ufficio di Chiusi

Personale

Registri di rendiconto

Partitari dei rroduttori vinicoli

Partitari degli esercenti

Denunce materiali da costruzione

Denunce delle produzioni vinicole

Registri cronologici

Ruoli

Tariffari

Statistiche

Carteggio e atti

Consorzi Stradali

Delibere e estratti

Atti contabili

Ruoli e prospetti dei pagamenti dei frontisti

Carteggio e atti

Commissione per la gestione del lago di Chiusi

Altri archivi

Opera nazionale maternità e infanzia (ONMI)

United nations relief and rehabilitation administration (UNRRA)

Assistenza post bellica. Comitato di Chiusi

Società delegata pesca sportiva

Teatro comunale

Opera della cattedrale

Banda cittadina

Comitato comuale per l'assegnazione di alloggi ai senzatetto

Comitato Nazionale di liberazione (CNL)

Ufficio comunale del lavoro

Archivio Bonci Casuccini

Copialettere

Carteggio e atti

Atti contabili

Bilanci Creditori e debitori

Registri di prima nota

Conti consuntivi

Giornali di cassa

Ricevute e conti

Registri delle spese di famiglia

Amministrazione della tenuta di Città della Pieve

Debitori e creditori

Stime

Amministrazione della tenuta di Radicofani

Amministrazione delle tenute nel territorio di Chiusi

Spogli poi saldi

Stime e conti correnti

Opere e lavori eseguiti

Registri di magazzino

Gestione della trattrice e della mietitrice

Debiti e crediti dei lavoratori

Atti diversi

Amministrazioni diverse

Affitti e pigioni

Latteria

Atti diversi



Nell'Archivio storico comunale di Chiusi è conservata una collezione di piante di grande interesse storico e meritevole di un approfondito studio. Molte carte documentano le varie tappe del lungo processo di bonifica del territorio chiusino, dai primi interventi nel territorio di Dolciano dei primi decenni del XVIII sec., fino alla metà del secolo successivo con la bonifica delle Bozze.
Tra queste sono di grande pregio tre tavole relative alla confinazione del 1777 tra Granducato di Toscana e Stato Pontificio, atto che mise fine ai secolari contrasti tra i due stati e permise di avviare un programma certo e definito di bonifica della pianura sotto Chiusi2.
Una parte cospicua di questa collezione è rappresentata dalle matrici del primo catasto particellare del Comune di Chiusi, conosciuto anche come catasto sperimentale, i cui rilievi nel territorio iniziarono nell'autunno del 1782. Concentriamo la nostra attenzione su questo antico catasto che senza alcun dubbio rappresenta uno dei più prestigiosi documenti del nostro archivio.

Primo Catasto particellare della Comunità di Chiusi (1782-1788)

Il 9 Marzo 1781 Sua Altezza Reale Pietro Leopoldo ordina che si provveda sollecitamente alla formazione dell'estimo della comunità predetta già ordinato col regolamento del 2 Giugno 1777 da eseguirsi con le regole e metodi prescritti per la formazione dell'estimario della comunità di S. Quirico con motuproprio del 24 Gennaio 1780
e accorda alla suddetta comunità di Chiusi un imprestito gratuito di scudi trecento...da restituirsi dopo che sarà terminato l'estimario medesimo nel corso di cinque anni
3.
Dunque già dal Giugno del 1777 si pensava di realizzare un nuovo estimo che fosse più corrispondente alle misure e quindi alle stime dei terreni e fabbricati quando, in diverse parti della Toscana, come a Chiusi, si levava la protesta per una nuova tassazione (tassa di redenzione) che a detta di molti favoriva i grandi capitali e penalizzava i piccoli proprietari andando dunque in direzione contraria ai desideri di Pietro Leopoldo.utunno del 1782.
Il 12 agosto dello stesso anno 17814 il gonfaloniere e priori della città di Chiusi, a seguito delle molte sollecitazioni da Siena, si riunirono per decidere in merito al nuovo estimario ed elessero come deputati per assistere i periti che dovevano fare i rilievi, i priori Francesco Aggravi arciprete e il canonico Pietro Zanelli.
Su proposta del Gonfaloniere e con l'approvazione dell'arciprete Aggravi venne nominato come perito agrimensore l'ingegnere senese Bernardino Tozzetti che aveva già operato con buoni risultati nel comune di S. Quirico d'Orcia. La scelta dei chiusini era solo una formalità, Bernardino Tozzetti era un tecnico molto qualificato ed era stato scelto dai ministri fiorentini.
Esistevano già delle disposizioni generali con cui era stato rilevato il territorio del Comune di S. Quirico d'Orcia e queste dovevano essere osservate anche per il Comune di Chiusi. Si doveva dividere il territorio secondo le varie cure o popoli a cui si potevano dedicare più fogli o matrici a seconda della loro estensione.
I limiti di ciascun foglio dovevano combaciare con strade o corsi d'acqua in modo da non spezzare le proprietà. Nelle carte dovevano comparire tutte le costruzioni rurali con i loro nomi così come per i fiumi e strade. Le misure dovevano essere espresse in stiora essendo proprio di questi anni l'obbligo per tutte le comunità toscane di adottare i pesi e misure di Firenze.
Si dettero anche direttive per far sì che in tutti i luoghi si utilizzassero gli stessi strumenti di misura che a questo fine furono inviati da Firenze a Siena e da qui a S. Quirico e Chiusi5.
La strumentazione era composta da una tavola pretoriana con il suo trepiedi, una bussola, una linda di ottone per traguardare i vari punti del terreno, due pertiche da sei braccia fiorentine l'una per misurare le distanze. La pertica o canna consisteva in un palo a sezione circolare di legno di faggio con alle due estremità delle ghiere di ferro.
Completava il corredo una misura campione del braccio fiorentino (58 cm) e una scala ticonica che serviva per riportare sulla carta nella proporzione voluta le misure prese sul terreno. Il 19 Dicembre dello stesso anno, su disposizioni inviate da Bernardino Tozzetti, il consiglio generale di Chiusi deliberò di dividere il territorio nelle tre cure di S. Maria alla Montallese, S. Pietro a Macciano e S. Secondiano più i terreni intorno al Lago6.
Anche a Chiusi come a S. Quirico i grossi proprietari avversarono fieramente l'esecuzione di questo catasto che finalmente svelava la reale consistenza dei loro patrimoni e fecero di tutto per complicare ed ostacolare le operazioni riuscendo ad esempio ad escludere dal rilevamento, così come era accaduto a S. Quirico, tutto il patrimonio immobiliare urbano. I rilievi nel territorio di Chiusi iniziarono nell'autunno del 1782 e un anno dopo erano pronte le prime tavole o matrici.
Bernardino Tozzetti in una lettera alle magistrature chiusine del 1 Marzo 17857 dice di aver inviato a Chiusi il 30 Novembre 1783 il primo plico delle tavole riguardanti il territorio della cura di S. Pietro a Macciano e il 16 Dicembre del 1784 il secondo plico contenente le tavole del popolo di S. Maria alla Montallese. Dice anche di stare lavorando al terzo plico che conta di consegnare nell'Agosto.
Dunque nessuno aveva fretta, le ultime tavole, rigurdanti i terreni intorno al Lago, furono addirittura consegnate nel 1788 e tanto ritardo si spiega con le controversie che quei terreni che si andavano prosciugando suscitavano tra i possessori limitrofi e la Comunità. Queste controversie si inasprirono nei primi decenni dell'Ottocento con la bonifica delle Bozze e con le colmate dei fiumi Gragnano e Parce e proprio in questa occasione furono riprese le tavole del Tozzetti, da tutti giudicate le più affidabili.
I catasti di Chiusi e S. Quirico furono solo un bellissimo esperimento e non divennero mai uno strumento fiscale per la grande avversione che avevano suscitato anche a Firenze e Siena. Oggi rappresentano però per gli storici uno strumento importantissimo di studio che ci restituisce una fotografia dei possedimenti terrieri prima delle grandi trasformazioni ottocentesche, con una attenzione per la toponomastica che poi non troveremo più nei successivi catasti (la toponomastica di questo catasto corrisponde esattamente a quanto possiamo trovare nei documenti d'archivio più antichi che descrivono il territorio di Chiusi).
Nell'Archivio storico comunale di Chiusi si conservano 38 tavole del catasto di Bernardino Tozzetti, 26 si riferiscono al popolo di S. Secondiano, 8 al popolo di S.Pietro a Macciano, 4 al popolo di S. Maria alla Montallese. Non sono presenti le tavole dei terreni confinanti con il Lago e la ragione va ricercata in quell'utilizzo che ne fu fatto alcuni decenni dopo come già accennato.
Dalla numerazione delle matrici sembrerebbero mancare le matrici da XIV a XX e da XXIV a XXVI per la cura di S. Secondiano, la matrice IV per la cura di S. Pietro a Macciano, le matrici III e IV della cura di S. Maria alla Montallese. Non sappiamo dire cosa sia avvenuto alle tavole mancanti anche se è facile immaginare che siano andate perdute durante il loro utilizzo durante tutto il secolo diciannovesimo.
Si accompagnano alle tavole tre fascicoli denominati Memorie di campagna dove sono elencate le particelle catastali con a fianco il nome del proprietario e dei suoi avi, la natura dei terreni e la loro misura, il nome del coltivatore o mezzaiolo del fondo rurale.
La memoria di campagna del popolo di S. Secondiano si compone di 40 fogli senza coperta, quella di S. Pietro a Macciano di 8 fogli con coperta originale e quella di S. Maria alla Montallese di 12 fogli con coperta. Tutti e tre i fascicoli sono completi.

Fausto Lottarini

Il documento, sebbene lacunoso in più parti, è ben conservato e si presenta come una serie di tavole (38 fogli) di dimensione 59x75 cm, disegnate a china e acquerello, e tre brogliardi rilegati che misurano 37x47 cm, anch'essi scritti a china in bella grafia settecentesca. Sfortunatamente, le lacune riguardano prevalentemente l'area del lago di Chiusi, la zona che per le operazioni di bonifica per colmata ha subito un profondo processo di trasformazione, proprio in quegli anni.
Nel complesso, il documento costituisce un documento di primaria importanza per lo studio delle dinamiche evolutive e proprietarie del territorio di Chiusi, nonché per la viabilità e per la toponomastica, spesso riferita alle strutture agrarie o agli aspetti organizzativi e paesaggistici.
Va chiarito che il catasto in questione è propriamente un catasto agrario e che la sezione urbana è rappresentata con un minor grado di precisione rispetto al contado. Il documento non lesina curiosità e consente di chiarire la genesi di alcuni toponimi urbani, come ad esempio l'area oggi indicata come "il prato" che nel catasto appare indicata come "Prato della Fortezza".
Le maggiori notizie riguardano l'organizzazione del territorio rurale che appare dominato dalla coltivazione dell'olivo e della vite che segnano profondamente il paesaggio agrario del territorio di Chiusi e appaiono quasi sempre in consociazione o in coltura promiscua con seminativi ed altre essenze arboree ma mentre l'olivo assume carattere ubiquitario, la vite si concentra nelle aree prospicienti l'abitato, prevalentemente sui versanti modellati a ciglioni per addolcirne il pendio e renderlo sfruttabile a fini agricoli.
La presenza della vite è testimoniata ancora oggi da fitotoponimi come La Vignaccia, Vigna Grande o Porta Lavinia (da Porta la Vigna), sempre in corrispondenza di particelle catastali destinate a viticoltura. Nella maggior parte dei casi, la georeferenziazione delle particelle catastali settecentesche e la sovrapposizione a rilievi satellitari recenti ha evidenziato come alla vite si sia quasi ovunque sostituito l'olivo, probabilmente impiantato in seguito alla diffusione della peronospera che alla fine del XIX devastò i vigneti locali.
Ricorre spesso il gelso, specie nella pianura ai piedi di Montevenere e nell'area di Montallese, dove fu impiantato in seguito alla bonifica per colmata per essere usato nella bachicoltura e come tutore per la vite ed era allineato al limite della particella. Sebbene oggi non ne rimangano che pochi esemplari, la sua presenza è ancora testimoniata dalla forma dei campi che ricalca quella disegnata nel catasto, lo stesso dicasi per le scoline e la viabilità campestre, rimasti sostanzialmente immutati.
Interessanti anche le informazioni sulla proprietà che appare fortemente concentrata nelle mani di poche importanti famiglie e, soprattutto, della Chiesa che detiene il possesso degli appezzamenti di terreno più prossimi alla cinta muraria. Non mancano demani collettivi, proprietà comuni che avevano la funzione di consentire la fruizione pubblica delle risorse naturali del territorio chiusino. La buona qualità del rilievo è evidente soprattutto nel disegno della viabilità e dell'idrografia e salta immediatamente all'occhio con la sovrapposizione a rilievi satellitari.
Il periodo in cui fu realizzato il catasto fu segnato da grandi trasformazioni: le colmate disegnavano nuovi spazi agrari, gli "acquisti", e la mutevole morfologia del territorio era testimoniata dal sorgere di nuovi poderi e da toponimi come Ranocchieto, Ranocchiaio, Grottone, Grottino (lett. argine, in riferimento agli argini delle colmate), oppure Chiusa, Chiuse, in riferimento alle opere idrauliche presenti sul territorio.
Queste poche righe a testimonianza del valore e del potenziale informativo di tali documenti, utili a ricostruire l'evoluzione del territorio e ad individuarne le molteplici persistenze e le ragioni storiche che hanno contribuito a formare un paesaggio tanto eterogeneo e di straordinaria bellezza.

Silvì Fuschiotto





Il fondo Bonci Casuccini conservato nell'Archivio storico di Chiusi è costituito da una raccolta di libri contabili e altri documenti amministrativi della fattoria di Chiusi che vanno dal 1758 fino al 1970. Alla morte di Caterina, moglie dell'Ing. Guido Bonci Casuccini, nel 1970, tutti i beni di Chiusi, compresi i registri dell'amministrazione conservati nello scrittoio della abitazione cittadina, passarono alla Società di Esecutori di Pie Disposizioni di Siena.
La raccolta fu poi acquisita dall'Amministrazione Comunale e temporaneamente fu conservata in una sezione del Museo Civico, oggi è stata trasferita nell'Archivio Storico comunale, a disposizione degli studiosi e per una migliore conservazione. La famiglia Casuccini, originaria di Chianciano, già dal 1694 aveva una proprietà nella corte di Chiusi con il podere Fontecucchiaia. Altre proprietà arrivarono dal matrimonio di Niccolò Casuccini con Portia Bonci.
Ma a questo punto è necessario fare un passo indietro. Agli inizi del XVII sec. troviamo a Chiusi la antichissima famiglia Bonci rappresentata da Dionisio, nato nel 1623 da Anton Maria e Cintia Formichi, che sarà il costruttore del bel palazzo di famiglia che diverrà poi residenza cittadina dei Bonci Casuccini e dal fratello Michelangelo che intraprese la carriera ecclesiastica e ottenne incarichi prestigiosi alla corte di papa Alessandro VII, al secolo Fabio Chigi.
La vicinanza con la famiglia Chigi procurò grandi vantaggi anche a Dionisio che fu giudice e governatore in varie parti della Toscana e ricoprì quattro volte la carica di Gonfaloniere di Chiusi. Da Livia Andreucci di Siena ebbe vari figli ma sopravvisse un solo maschio: Anton Maria nato nel 1666 che ricoprì molte volte le più alte cariche della Comunità, sposò Agnese Sozzi e non ebbe discendenza.
Dionisio ebbe anche due figlie: Calidonia e Porzia e quest'ultima sposò Niccolò Casuccini. Molte proprietà della famiglia Bonci, di cui si era estinta la linea maschile, passarono alla famiglia Casuccini o meglio al ramo di Niccolò che entrò a far parte della nobiltà chiusina e senese ma dovette anteporre il cognome Bonci al suo così come accadeva in molte altre famiglie toscane e anche a Chiusi con i Ciaja Barni e poi con i Nardi Dei.
I poderi dell'eredità Bonci erano Peschiera (vicino a località Querce al Pino), Poggio al Ghiaccio e Lama (nella cura di Macciano), Montebello (nella collina di Poggio Renzo), i Forti (attuale giardino pubblico) e Bagnolo. Questi ultimi tre erano andati in eredità a Calidonia, ultima figlia di Dioniso Bonci, che nel 1693 aveva sposato Ferdinando Andreucci.
Gli eredi di Niccolò Casuccini, che già tenevano in affitto questi tre poderi, li acquisteranno poi nella seconda metà del Settecento. Nel 1699 Niccolò Casuccini aveva acquistato i poderi Gragnano e Gragnanello e terre spezzate a Fonte Rotella dai fratelli Augusto e Pier Francesco Petrozzi gravati da molti debiti ereditati dal padre Rosato.
Nel secolo successivo gli eredi di Niccolò Casuccini, ed in particolare il nipote Dioniso Bonci Casuccini (1719-1785) continueranno ad acquistare terreni nel comune di Chiusi ma la fattoria non navigava in buone acque così come tutta l'economia chiusina che soffriva fortemente per l'allagamento continuo del suo territorio di pianura, per la forte mortalità nelle famiglie contadine a causa della malaria e per la scarsa imprenditorialità dei proprietari, spesso enti ecclesiastici.
È questo un periodo di transizione che vede la fine della vecchia nobiltà terriera quando ancora non era sbocciata una borghesia sufficientemente capace e dotata di mezzi economici. Le cose cambieranno con l'avvento al governo della Toscana della dinastia Asburgo Lorena quando con Francesco prima, ma sopratutto con Pietro Leopoldo poi, si faranno quelle necessarie riforme amministrative che permetteranno lo svilupparsi ed il consolidarsi di una borghesia imprenditoriale.
Altro fatto importante sarà la realizzazione in Val di Chiana di nuove strade che la toglieranno, nel breve giro di pochi decenni, dal secolare isolamento e che permetteranno di allargare i mercati dei prodotti agricoli oltre il territorio senese. Alla metà del Settecento, la famiglia possiede ben diciassette poderi, a quelli elencati fino ad ora si erano aggiunti altri come Fonte Pinella e Palazzo Bello.
Le produzioni non sono molto floride e permettono a malapena la sopravvivenza delle famiglie contadine;si coltiva grano, ma con delle rendite molto basse, granoturco, fave, fagioli, canapa. Buona è la produzione di vino e scarsa quella di olio, si allevano pecore e si produce lana e cacio. In tutti i poderi sono presenti almeno due bovi da lavoro e vacche e vitelli per la riproduzione.
Nel 1784 si vendettero i beni del Seminario Vescovile che da molti anni non aveva più allievi ed aveva poderi poverissimi, il figlio di Dionisio, Pietro (1757-1842), acquistò molti beni che erano appartenuti a questo ente e tra questi alcuni poderi che già da molti anni teneva in affitto come Pellegrina e Colle e molti terreni sulla collina di Poggio Renzo e il fabbricato cittadino dove era stata per secoli la chiesa di S. Faustino che poi nell'Ottocento diverrà l'oliviera dei poderi di Chiusi.
Pietro Bonci Casuccini sarà il vero artefice della rinascita economica della fattoria di Chiusi e Chianciano negli ultimi decenni del secolo XVIII, acquistando i piccoli poderi degli enti ecclesiastici soppressi, accorpando terreni, costruendo nuove strade a servizio dei poderi, acquistando terreni della Comunità per poi bonificarli e renderli produttivi e costruendo nuove case coloniche o restaurando e ampliando quelle esistenti.
Nel 1790 i poderi di Chiusi sono 22 con Paccianese di Sopra, Paccianese di Sotto (oggi sede di un ristorante, allora dei frati di S. Francesco di Chiusi) e Astrone; oltre ai mezzadri molti altri lavoratori sono tenuti in conto corrente e sono pigionali, fabbri, falegnami, muratori e molti operanti a giornata usati negli orti di fattoria o a lavorare nelle bonifiche.
Pietro Bonci Casuccini ricoprì varie volte le più alte cariche cittadine e, vantando amicizie molto in alto, riuscì molte volte ad eludere le regole e sbaragliare gli avversari e divenne in breve tempo il padrone assoluto dell'economia chiusina. Nella gestione 1816-1817 i poderi registrati sono 28, i prodotti sono gli stessi elencati prima ma sono aumentate fortemente le rendite e i bestiami presenti nei poderi dai quali era possibile per le famiglie trarre qualche risorsa.
I mezzadri sono costantemente indebitati nei loro conti correnti e solo con il conto stima dei bestiami, che sono capitale in comune con il proprietario del podere, riescono ad alleviare il loro debito con la fattoria. Pochissimi sono i mezzadri che lasciano un podere senza avere un debito con l'amministrazione, infatti, seppure gli utili di fattoria fossero in qualche anno anche notevoli, questo non si ripercuoteva sulla situazione economica delle famiglie contadine proprio per la natura stessa del patto mezzadrile.
In questi anni i Casuccini realizzarono molte fabbriche di case rurali, il nuovo mulino da olio dell'Astrone e si iniziò la costruzione del fabbricato di Poggio Casale su terreni acquisiti dal soppresso convento di S. Francesco e delle monache di S. Stefano.
Alla morte di Pietro Bonci Casuccini nel 1842 i poderi della fattoria di Chiusi sono 33 e ci sono 27 lavoranti in conto corrente tra artigiani, operanti, pigionali e guardie. L'erede di Pietro, il figlio Francesco (1781-1857), non aveva grande attitudine per gli affari, era dedito alla musica ed ebbe il solo merito di promuovere scavi archeologici al Colle e Pellegrina.
La fattoria non cresce più anche perché sulla scena si affacciano altri imprenditori agricoli che hanno imparato la lezione dal Casuccini e tra questi sicuramente il più intraprendente sarà Antonio Lucioli e il figlio Leopoldo nella seconda metà dell'Ottocento. I figli di Francesco, Ottavio (1819-1886) e Pietro (1831-1907) si dividono i beni rurali, ad Ottavio vanno i poderi di Chianciano e la villa di Poggio alla Sala che era stata per tanto tempo la residenza estiva della famiglia, a Pietro la fattoria di Chiusi, quella di cui stiamo trattando.
Lattività di Pietro fu incessante e nonostante avesse frequentato scuole d'arte e fosse molto portato per l'architettura e il disegno, dovette occuparsi delle proprietà terriere che riuscì a rendere ancora più produttive adottando nuove tecniche agricole di cui fu grande promotore. Ospitò a Chiusi il grande architetto senese Arturo Viligiardi che fu impegnato nel 1891 alla imponente decorazione del Duomo, ma anche a corteggiare la figlia Marianna che poi sposò nel 1902.
Alla morte di Pietro nel 1907 la fattoria di Chiusi passò ai figli Emilio (1876-1934) e Guido (1884-1960) e si formarono così due gruppi di poderi. Gruppo dell'Astrone guidato da Emilio con 14 poderi: Astrone, Ficomontanino, Ficomontano, Fonte Pinella di Sopra, Fonte Pinella di Sotto, Fornace, Marcianella, Montollo, Molinaccio, Palazzuolo, Peschiera, Pollo, Querce al Pino, S. Pietro.
Gruppo delle Chiane assegnato a Guido con 17 poderi: Bagnolo, Boncia, Casalino, Casella, Colle di Sopra, Colle di Sotto, Fontecucchiaia, Forti, Montebello, Paccianese, Pellegrina, Poggio Casale, Poggio Gallina, Portovecchio, Portonuovo, Romitorio, Vignaccio.
Naturalmente a questo punto la documentazione del gruppo dei poderi dell'Astrone si cominciò a conservare nella villa di Marcianella fatta costruire da Emilio nei primi decenni del Novecento e pertanto nella casa padronale di Chiusi ritroviamo d'ora innanzi solo i registri del gruppo dei poderi delle Chiane che nel 1921 sono aumentati di quattro unità con Palazzuolo, Arcisa, Fonteregina e Lago.
Negli anni successivi Guido Bonci Casuccini vende molti poderi e nel 1960 (anno della sua morte) rimangono le proprietà di terreni in loc. Il Colle, Poggio Gallina e Bagnolo. La documentazione della fattoria di Chiusi termina al 1970, ricordando che mancano tutti i volumi dei poderi del gruppo dell'Astrone ereditati da Niccolò Casini di Siena, unico nipote di Emilio Bonci Casuccini.
È del tutto evidente l'importanza di questi materiali per uno studio attento della economia chiusina per un arco di tempo di poco inferiore ai due secoli, analizzando le produzioni dei poderi, la situazione delle famiglie contadine, l'evoluzione del contratto mezzadrile e confrontando i dati disponibili con quelli di altre fattorie coeve nel territorio di Chiusi.

Fausto Lottarini



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Codifica:
Sara Scatena, giugno - ottobre 2019
Paolo Santoboni, revisione, gennaio - marzo 2020