Livello: serie
Estremi cronologici: 1610 novembre 12 - 1756 febbraio 5, con docc. fino al 1836Consistenza: 1 unità
Una delibera del 4 luglio 1615 aveva ordinato la compilazione di un
registro dove annotare le ammissioni "alla civiltà et cittadinanza" colligiana di
coloro che ne avessero fatto richiesta, previa l'approvazione del Consiglio
generale
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. L'attenzione documentaria rivolta
alla gestione delle nuove "aggregationi" alla cittadinanza colligiana trovava
giustificazione nella necessità di determinare con esattezza l'ammissibilità agli
uffici comunitativi più rappresentativi, il godimento dei quali sin dal 1481 era
veicolo dell'ottenimento della ben più remunerativa cittadinanza fiorentina. Tale
operazione si inseriva più in generale nel processo di "nobilitazione" degli uffici
locali, ormai di fatto e di diritto riservati ad una ristretta oligarchia", che si
era concretizzato nell'esclusione di fette sempre più ampie della società colligiana
dall'esercizio delle cariche politiche più importanti
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Secondo quanto stabilito
dalla pratica eletta in Consiglio
generale dovevano concorrere alla ratifica dei nuovi cittadini colligiani i priori,
i collegi, il Consiglio generale e "tutti gli altri cittadini graduati che havessero
goduto un de' tre principali offitii cioè gonfalonieri di giustizia, operai del Ss.
Chiodo et riformatori", riuniti in seduta plenaria. Il rango dei nuovi cittadini era
un presupposto essenziale per determinare poi la loro eleggibilità ai vari uffici: i
dottori o i "capitani che habbino inalberato insegna" potevano essere imborsati
nella seconda borsa priorale ma non in quella dei tre "principali offitii". Gli
altri "ammessi alla civiltà" potevano essere imborsati solamente nelle borse dei
sindaci dei malefici, dei camarlenghi dei pegni, degli ufficiali di mura e
munizione, del mercato e degli stimatori dei pegni. Ciascun candidato era tenuto
inoltre al pagamento di venti scudi quale tassa di ammissione, i cui proventi
dovevano essere utilizzati per "ornamento" del palazzo dei priori
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.
La serie consta di una sola unità dove fra il 1610 e il 1756 furono
registrate le poste degli ammessi al
godimento della cittadinanza colligiana. In ciascuna veniva indicata l'approvazione
del Consiglio con il riferimento alle carte del libro di deliberazioni seguita
immediatamente dagli estremi del rescritto granducale di approvazione trasmesso
localmente dai Nove Conservatori
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