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AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
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Balìe

Livello: serie

Estremi cronologici: 1556 aprile 21-1664 luglio 9

Consistenza: 5 unità

Il ricorso a commissioni temporanee, le balìe, alle quali affidare l'esecuzione di affari particolari trovò piena applicazione anche in ambito colligiano per tutta l'età medievale e per buona parte di quella moderna. I "capitoli per il reggimento et pacifico stato" del Comune di Colle emanati dal commissario fiorentino Ludovico Nobili nel 1527, oltre a fornire precise prescrizioni sui meccanismi di spesa, avevano sancito de iure una prassi che prevedeva da oltre due secoli la nomina delle balìe da parte del collegio priorale, incaricato anche di fissarne le competenze, la durata e le risorse finanziarie 1 . Le successive Riforme, recepite queste indicazioni, previdero che ogni balìa fosse composta da un minimo di tre fino ad un massimo di dodici elementi i quali, al pari degli altri ufficiali "traficantes pecunias Comunis", erano tenuti a liquidare materialmente il denaro solo dopo il rilascio della polizza da parte del cancelliere, cui dovevano consegnare poi alla fine del mandato i propri libri di entrate e uscite per sottoporsi al sindacato 2 . I partiti di spesa e i provvedimenti normativi che venivano deliberati giornalmente da tutte le balìe in carica secondo modalità analoghe a quelle già esaminate in precedenza per gli altri organismi consiliari, erano registrati dal cancelliere sequenzialmente nei Libri delle deliberazioni e stanziamenti di spesa delle balìe (1556-1664), che contengono per la maggior parte gli atti relativi a quelle deputate alla realizzazione di opere pubblihe 3 . Non era infrequente tuttavia che per le balìe relative a lavori o a necessità di particolare importanza venisse dedicato un registro a parte, come nel caso del Libro della balìa sopra il contagio (1630-1632) istituita per fronteggiare l'emergenza sanitaria durante la pestilenza del 1630 4 .