Livello: sottoserie
Estremi cronologici: 1479-1774Consistenza: 338 unità
La tenuta e le modalità di consegna ai sindaci revisori dei libri di
entrata e uscita di alcuni ufficiali fra i più rappresentativi, era stata
regolamentata con precisione fin dagli inizi del XV secolo, prevedendo il loro
condizionamento ("in foliis integris cum cubertis carte pecudine vel edine
[sic] et cum titulo libri ac
foliis signatis cum signo 1. 2. 3. et ceteram") e la loro consegna nelle mani
del cancelliere
1
. Nel 1460 tali obblighi erano stati estesi a
tutti gli ufficiali e camerlenghi, tenuti ora a restituire i loro libri di conti
entro quindici giorni dalla fine del mandato
2
. La necessità di tenere memoria di queste scritture una
volta completate le operazioni di sindacato e la difficoltà oggettiva di
conservare adeguatamente il numero crescente dei libri di amministrazione,
portarono alla redazione di registri riassuntivi dove trascriverli integralmente
sulla falsariga dei "Libri grossi"
del camerlengato generale
3
. Fino
all'istituzione del cassone tale
accortezza fu riservata al camerarius
extraordinariarum expensarum (sottoserie
"Libro grosso" dell'entrata e
uscita dei camerlenghi delle spese
straordinarie
) e al provisore (detto anche
gabelliere o camerlengo) di Gabella. Il primo era figura istituita a partire dal
1462 e scomparsa nel 1526, in carica per un quadrimestre, affiancata da un
notaio e destinata ad erogare le cifre stanziate "pro reficiendis domibus Castri
veteris et pro reficiendis et manutendis muris Comunis"
4
.
Il gabelliere
svolse fino almeno agli anni Ottanta del Cinquecento un ruolo di primo piano
nella struttura amministrativa comunale, dove sin dal XIV secolo fu incaricato
dell'esazione diretta di alcuni cespiti e della riscossione di quelli rimasti
insoluti spettanti ad altri camerlengati
5
. Nel suo "liber introytus et exitus",
trascritto integralmente nel
Campione dei gabellieri
(1518-1527)
6
, in
partite "distincte et separate" il notaio della "maggior Gabella" poneva in
entrata al gabelliere le riscossioni delle gravezze delle "teste"
7
e
dell'estimo
8
, dei debiti
registrati nei vari spogli, della gabella sui contratti e delle condanne del
Danno dato
9
. In uscita venivano
registrate le poche spese relative all'ufficio e alla fine del mandato le
restituzioni dei denari riscossi al camerlengo generale, che venivano annotate a
consuntivo nel Libro grosso di
quest'ultimo
10
.
Per tutelarsi
dalle frequenti dispersioni dei libri di amministrazione non sottoposti a
registrazione particolare, nel 1558 si stabilì che tutti gli ufficiali dovessero
trascriverli integralmente prima del sindacato nei cosiddetti
Libri dell'entrata e uscita
degli ufficiali del Comune
(1558-1603)
chiamati correntemente i "Registri del Comune"
11
, dai
quali nel 1599 si distaccarono i
Libri dell'entrata e uscita dei
provveditori
dove vennero trascritte per
circa un decennio le "ragioni" degli ufficiali che sovrintendevano ai lavori
pubblici
12
. Nel 1559 si affidò al
cancelliere il compito di "infilzare" tutte le scritture già sindacate
dividendole anno per anno. Queste sono state ora raggruppate in tante sottoserie
di
Libretti
dell'entrata e uscita degli ufficiali del
Comune
quanti furono gli ufficialati che li
produssero dato che, presumibilmente nel corso dell'ordinamento del 1896, ciò
che rimaneva delle antiche filze annuali fu smembrato e i registri numerati
singolarmente. Nell'ambito dello stesso provvedimento ci si preoccupò di
assicurare la conservazione anche di tutte le altre scritture preparatorie
necessarie per il corretto svolgimento delle operazioni di revisione: si stabilì
infatti che le ricevute rilasciate venissero conservate e copiate. Nella
sottoserie
Ricevute
(1582-1597) sono confluiti i
pochi originali superstiti "in foleis integris", mentre in quella
Libri delle
ricevute
vi è la trascrizione integrale
di tutte le "apoche solutionum" rilasciate fra il 1560 e il 1648, ad esempio,
per le restituzioni di cassa effettuate nei passaggi di consegna fra un
camerlengo e l'altro o per i pagamenti degli affitti dei beni comunali
13
.
Completano questa parte i
Libri dei sindacati degli ufficiali del
Comune
(1488-1774) che contengono le
registrazioni relative alle sentenze di sindacato emanate in prima istanza dai
sindici ed in seconda dai
soprassindaci
comunitativi.
Il movimento complessivo delle risorse comunitative, o quantomeno buona
parte di esso, trovava come visto registrazione riassuntiva nei libri dei
camerlenghi generali o dei cassonieri. L'ordinaria amministrazione invece degli
specifici ambiti di intervento gestiti dal Comune colligiano si esplicava
nell'attività di numerosi uffici chiamati a gestire concretamente le risorse
della comunità in entrata e in uscita. Il lungo processo evolutivo iniziato con
l'istituzione del cassonierato e culminato nel 1580 con la ridefinizione dei
compiti del camerlengo generale aveva ridotto la parcellizzazione gestionale
delle risorse comunitative, fino a quel momento attribuita ad una pluralità di
camerlengati particolari che non sempre erano necessariamente subordinati al
bilancio di quello generale. Il nuovo assetto delineato, destinato a
sopravvivere fino alle riforme leopoldine, sancì l'autonomia dei camerlengati
degli enti controllati dal Comune e la preminenza in ambito comunitativo di
quello generale. Tuttavia, sia che fossero autofinanziati mediante l'esazione
diretta di alcuni cespiti sia che ricevessero il denaro dai camerlengati
generali, i vari ufficialati "traficantes pecunias Comunis" erano comunque
tenuti a dar conto della loro amministrazione alla fine del mandato presentando
i libri di entrata e uscita ai sindici. Questi, una volta valutata la liceità dell'operato
degli ufficiali provvedevano con il cancelliere alla stesura della sentenza di
sindacato e autorizzavano la liquidazione del resto del salario
14
. La seconda parte della serie raccoglie quindi sia le scritture
riassuntive presentate dai singoli ufficialati del Comune, cronologicamente
circoscritte alla durata del loro mandato, sia i libri dei sindacati dei quali
costituiscono il naturale esito.