Livello: serie
Estremi cronologici: 1499-1764Consistenza: 72 unità
Gli statuti trecenteschi colligiani, confermati dai capitoli di
sottomissione a Firenze del 1349, avevano attribuito al capitano del popolo la
funzione di giudice dei primi appelli per le sentenze pronunciate in primo grado
dalla corte podestarile in materia sia civile sia criminale, affidando invece al
collegio priorale il definitivo grado di giudizio dei secondi appelli
1
. A
partire dalla seconda metà del Trecento, a fronte della frequenza con cui si
provvide ad eleggere il solo podestà quale rettore, vennero affidate ai priori,
dapprima temporaneamente poi in via definitiva nel 1419, anche le funzioni di
giudici dei primi e dei secondi appelli
2
.
Gli statuti del 1513
confermarono questo assetto, attribuendo definitivamente ai priori colligiani la
definizione degli appelli di prima e seconda istanza in materia civile e
criminale
3
,
analogamente a quanto avvenuto in altre comunità eminenti del Ducato mediceo
4
. Oltre alla definizione degli appelli che rientravano più
propriamente nella sfera giurisdizionale dei rettori, al collegio priorale era
affidato anche il potere di dirimere controversie di carattere amministrativo, sorte
cioè a seguito del pronunciamento degli organi comunitativi preposti ad esempio alla
ripartizione delle imposte
5
. In entrambi i casi il ruolo di
attuario nelle cause esaminate dai priori era svolto dal cancelliere, investito di
questa incombenza sin dal 1419 nella sua veste di notaio della comunità
6
. In molti casi questa distinzione
funzionale non è riscontrabile da un punto di vista documentario, dove è da
segnalare una forte commistione fra gli atti relativi alla revisione delle sentenze
pronunciate dai Podestà e quelle degli altri uffici comunitativi.
Le modalità di
conservazione degli atti presentati in tutte le cause di appello era mutuata dalla
prassi in uso per gli atti giudiziari prodotti dalla corte podestarile: da notare
soltanto che gli atti riferentisi ad una stessa causa venivano riuniti in un unico
fascicolo poi a sua volta conservato in filze assai voluminose, spesso non
repertoriate, che abbracciavano più anni (sottoserie
Filze degli atti di
appello
)
7
. Come per le sentenze del Danno dato inoltre per l'ultimo
quarto del XVI secolo si è conservato un
"Specchio" delle sentenze di
appello
pronunciate fra 1575 e 1610.
Il
carattere forse di estrema particolarità di questo tipo di documentazione ebbe come
conseguenza una scarsa attenzione nei confronti della sua conservazione: non è
infrequente imbattersi nell'archivio colligiano in numerosi inserti sciolti relativi
ad atti di appello, un tempo probabilmente afferenti alle medesime unità e
ricondizionati singolarmente nel corso del riordinamento del 1896 (sottoserie
Atti di appello
sciolti
)
8
.
Resta da segnalare
come per il periodo 1739-1774 gli atti di appello siano conservati nelle filze
superstiti del Carteggio e atti dei
cancellieri comunitativi.