Tasti di scelta rapida del sito: Menu principale | Corpo della pagina | Vai alla colonna di sinistra

AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
Menu di navigazione
Home » Visualizza scheda complesso archivistico

Colonna con sottomenu di navigazione


Soggetto conservatore:

Contenuto della pagina


Serie XXXIV. Registri della popolazione

Livello: serie

Estremi cronologici: 1857 - 1952 gen. 31

Consistenza: 203 unità

Scopo del «Registro della popolazione» è quello di tenere costantemente aggiornata la situazione della popolazione residente. La sua tenuta in ogni comune del Regno fu prescritta, per la prima volta, col R.D. 31 dicembre 1864 n. 2105 1 , e, successivamente, nel 1871, nel 1901, nel 1929 e nel 1954, con la precisazione che ogni volta il Registro doveva essere impostato ex novo 2 .
Anche per le variazioni intervenute nella sua composizione, il «Registro della popolazione» difficilmente si configura tale in senso archivistico, essendo sostanzialmente formato dall'insieme dei «fogli di famiglia», contenenti la descrizione di tutti i componenti, e dalla raccolta delle «schede individuali» intestate ai cittadini residenti, sulle quali erano trascritti i dati relativi alla loro posizione anagrafica, di stato civile, professionale e culturale.
È evidente che questo materiale documentario si poteva meglio conservare e consultare in apposite cassette di legno o di metallo piuttosto che in volumi rilegati.
Fatta questa precisazione, occorre ricordare che il Registro si divideva in quello della popolazione stabile e in quello della popolazione mutabile. Quest'ultimo concerneva particolari categorie d'individui (esposti, ospiti di istituti assistenziali, studenti, militari, e, in generale, tutti coloro che, senza essere residenti nel comune, vi dimorassero per più di un mese). Dopo il 1901 fu prescritto che la registrazione di tali categorie di persone avvenisse su schede provvisorie.
Il registro della popolazione stabile doveva essere costantemente aggiornato sulla scorta dei dati dello stato civile e del movimento della popolazione. Ciò determinò parecchi comuni ad attribuire alla documentazione un assetto difforme da quello disposto dalla legge. Le variazioni da apportare al Registro si configuravano, infatti, in termini di aggiunta o di estrazione dei «fogli di famiglia» e delle relative «schede individuali». Era pertanto naturale che il più delle volte venisse disattesa la disposizione di istituire nuovamente il registro mediante la riscrittura di tutti i dati su nuovi fogli e schede.
È così accaduto, presso il comune di Prato, che si sia proceduto alla ricostituzione integrale del Registro solo nel 1931, nel 1936 e nel 1951, cioè sempre nell'occasione più propizia, quella dei censimenti della popolazione.
I «fogli di famiglia» e le «schede individuali» compilate in occasione dei censimenti della popolazione del 1881, del 1901, del 1911 e del 1921 vennero inseriti nel Registro eliminando, volta per volta, il materiale del censimento precedente fino al 1931, quando fu deciso di impiantare un nuovo Registro. L'operazione di aggiornamento dei supporti documentari del Registro fu resa possibile dal fatto che ai «fogli di famiglia» vennero attribuiti gli stessi numeri che avevano in precedenza e si tralasciavano i numeri dei fogli «eliminati» in precedenza. Per le «schede individuali», poi, il problema era ancora più semplice in quanto bastava procedere al loro spostamento nello schedario a seconda della categoria alla quale veniva ad appartenere la persona (residente, emigrata, morta, non censita).
L'introduzione di «fogli di famiglia» a forma di scheda e la loro organizzazione in «cartelle di casa», effettuata in occasione del censimento del 1936, obbligò l'ufficio d'anagrafe a ricostituire, a breve distanza dal precedente, il Registro 3 . Essendo necessario rinnovare totalmente le schede individuali, si continuò ad aggiornare le precedenti fino al termine dell'operazione, il 1° aprile 1938.
Mentre in precedenza il legame fra la «scheda individuale» e il «foglio di famiglia» era costituito dal numero di quest'ultimo, ora la ricerca doveva procedere mediante l'indicazione della strada o piazza e del relativo numero civico segnati sulla scheda individuale.
Ogni «cartella di casa» conteneva, oltre l'indicazione della via o piazza e numero civico, la denominazione della parrocchia, della sezione di censimento e della zona statistica in cui la casa risultava ubicata. Al suo interno, poi, la «cartella di casa» raccoglieva uno o più «fogli di famiglia» a seconda dei casi.
Il registro della popolazione impiantato nel 1936 fu adoperato fino al 1951, quando venne costituito il terzo Registro attualmente in uso.
Si avverte, infine, che gli atti di questa serie sono attualmente conservati presso l'ufficio d'anagrafe del Comune.