Livello: serie
Estremi cronologici: 1871 dic. 31 - 1936 apr. 21Consistenza: 88 unità
Il censimento consiste nella rilevazione diretta, generale e simultanea di
una determinata classe di elementi che si trovano in un determinato luogo e tempo. A
seconda della natura degli elementi se ne possono avere diversi tipi (demografico,
del bestiame, delle abitazioni, imprese industriali e commerciali).
Il
censimento più importante è, senz'altro, quello demografico che costituisce un mezzo
d'integrazione e di controllo dei dati risultanti, presso i comuni, dal Registro
della popolazione. Sebbene sia di volta in volta ordinato dal governo centrale con
apposita legge, il censimento è affidato ai comuni per quanto concerne la raccolta e
la prima classificazione dei dati. Il censimento della popolazione fu eseguito il 31
dicembre 1861 a ridosso della proclamazione del regno d'Italia. Dopo di esso, venne
ordinato periodicamente (ogni dieci anni), ad eccezione del 1891 quando non fu
attuato per difficoltà finanziarie. Con R.D.L. 6 novembre 1930 n. 1503, fu stabilito
che i censimenti demografici avrebbero dovuto aver luogo ogni quinquennio; ma per
cause belliche tale disposizione venne rispettata, dopo il 1931, solo per il
censimento successivo del 1936.
Gli strumenti di rilevamento cambiarono più
volte. Fino al III censimento (1881) ci si avvalse delle «schede di famiglia», per
il IV censimento (1901) vennero distribuite «schede individuali» racchiuse in buste
di riepilogo per famiglia, per il V censimento (1911) i dati furono raccolti in
«schede individuali» e in «fogli di famiglia» racchiusi in buste, per il VI
censimento (1921) il procedimento fu semplificato mediante l'uso dei soli «fogli di
famiglia» distribuiti in duplice copia, uno dei quali da inviare all'Ufficio
centrale di statistica. Da questo censimento fino all'VIII eseguito nel 1936, il
mezzo di raccolta dei dati fu il medesimo anche se è da notare l'introduzione dei
«fogli di convivenza» per alberghi, collegi, conventi, caserme, ospedali, carceri,
ecc.
La documentazione dei censimenti demografici conservata presso i comuni
riguarda le carte relative alla loro predisposizione, il supporto cartaceo usato per
la rilevazione dei dati, gli «stati di numerazione dei fabbricati», gli «stati di
sezione», gli «stati riassuntivi» dei dati per modello di classificazione.
La
Commissione di censimento procedeva a dividere il territorio comunale in frazioni e
sezioni di censimento, a rivedere la denominazione delle vie e piazze e a stabilirla
ove mancava, a rivedere la numerazione delle case e degli altri stabili o farla
eseguire dove non esisteva. Compiute queste operazioni, la Commissione doveva fare
l'«Elenco preparatorio delle case e delle abitazioni» per ogni sezione, da
consegnare ai commessi o ufficiali del censimento. Il loro itinerario era tracciato
sullo Stato di sezione preparato dall'ufficio comunale. I commessi notavano in esso
il nome della via, della casa, dei piani, il cognome e nome del capo di ciascuna
famiglia o convivenza a cui dovevano consegnare le schede individuali e i fogli di
famiglia. Allo stesso modo veniva fatto un segno nello Stato di sezione ogni volta
che venivano ritirate le schede da qualche famiglia.
In base alle operazioni di
spoglio delle schede o dei fogli di censimento i comuni compilavano un «Prospetto
riassuntivo della popolazione presente e assente» per ciascuna sezione. Coi dati
contenuti nei riepiloghi venivano anche formati stati della popolazione in base a
criteri particolari (parrocchia, età, sesso, professione, stato civile, grado
d'istruzione, religione, ecc.).
Per completezza della documentazione si
segnalano le carte relative al I censimento generale della popolazione dell'anno
186[1] conservate presso la
Sezione di Archivio di Stato di Prato (cfr. Nuti, Inventario,
cit., p. 168).