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Tipologia: inventario analitico
a cura di Ilaria Pescini
patrocinio: -
Pubblicazione: Firenze, Leo S. Olschki, 2009
Descrizione fisica: pp. LXVI, 306, cm 17 x 24
Collezione: Provincia di Firenze - Cultura e Memoria, 44
Numeri: ISBN - 978 88 222 5908 0
Contenuti:
Questo volume contiene l'inventario dell'archivio preunitario del Comune di San Casciano in Val di Pesa e si propone di offrire un valido strumento di orientamento, una guida alla consultazione e alla ricerca che riordina, classifica, elenca, registra e descrive i numerosissimi documenti conservati nell'archivio comunale. Un patrimonio storico documentario a disposizione non solo degli addetti ai lavori, ma degli studenti, degli appassionati, degli stessi amministratori e dei cittadini che intendano scavare nel passato per riscoprire le radici della comunità.
Il progetto di riordinamento e inventariazione dell'archivio comunale è il risultato finale di un complesso lavoro condotto a più mani, avviato da Maura Sabbatini e completato da Ilaria Pescini. Una miniera di elementi e aspetti della vita e dell'organizzazione amministrativa e istituzionale di San Casciano che abbraccia un arco temporale compreso tra il quindicesimo secolo e gli anni dell'unità nazionale. Più di mille i pezzi inventariati: filze, registri, atti, testimonianze preziose che riflettono e attraversano cinque secoli della nostra storia locale. I manoscritti più antichi risalgono al 1406 e sono stati attribuiti alle Istituzioni che allora operavano sul territorio: la Lega e la Podesteria.
L'inventario parte da questo momento storico per ripercorrere, attraverso il susseguirsi di altre magistrature che fino all'unità d'Italia produssero in gran quantità atti notarili, carteggi, documenti fiscali, registri, le vicende storiche nelle quali possiamo leggere la storia economica e sociale del nostro territorio.
Una fonte unica e insostituibile che ci permette di conoscere, ad esempio, gli statuti, le riforme e le deliberazioni del Comune, quale fosse il ruolo dell'esattore dell'epoca o la maggiore entrata comunale riscossa negli anni del governo mediceo, gli atti prodotti dalla Cancelleria di San Casciano e tanti altri documenti dai quali possono derivare interessanti spunti di approfondimento. L'inventario è uno strumento che consente lo studio, la valorizzazione, la salvaguardia, la piena fruizione dell'archivio, bene culturale che, attraverso un maggiore legame con la memoria storica, può accrescere il senso di appartenenza al territorio.
Preceduto da un'attenta introduzione storica, l'inventario dà spazio ad un'ampia descrizione del fondo archivistico, delle serie e delle unità che lo compongono. Oltre al valore storico e documentario, il peso specifico di questo strumento risiede dunque nella capacità di mediazione tra l'archivio e la cittadinanza. Delle sue potenzialità possono avvalersi nello specifico gli studenti: iniziative, percorsi di ricerca, attività didattiche intorno all'inventario potrebbero indirizzarli verso l'importanza che le fonti archivistiche assumono ai fini dello studio della storia locale.
Con questo fondamentale lavoro l'archivio potrà diventare uno spazio vivo e vissuto dove le carte non giacciono ma raccontano, parlano di noi a noi, avendo ancora molto da dire a chi vuole ascoltarle. Un sentito ringraziamento è rivolto alle persone e agli enti senza il cui contributo non sarebbe stato possibile realizzarlo: la curatrice Ilaria Pescini, la Sovrintendenza archivistica per la Toscana e la Provincia di Firenze che ha cofinanziato la pubblicazione dell'inventario dell'archivio preunitario del Comune di San Casciano in Val di Pesa.
Ornella Signorini
Il Sindaco
L'inventario costituisce un importante passo sulla via della tutela delle fonti documentarie ed un primo, imprescindibile supporto per indirizzare le ricerche di chi vuole consultare un archivio. Tale strumento di corredo è il prodotto finale di numerose operazioni che presuppongono un'analisi accurata ed uno studio approfondito sia del materiale documentario conservato nell'archivio stesso, sia, in modo particolare se si tratta di documentazione preunitaria, delle istituzioni che lo hanno prodotto nel corso dei secoli. Per raggiungere l'obiettivo sono quindi indispensabili professionalità, esperienza e tempo. Nel caso di San Casciano, il lavoro è stato particolarmente lungo e per ripercorrerne le vicende bisogna risalire al 1984, quando fu avviato da Maria Giovanna Cutini, che terminò la schedatura nel 1986; ripreso dieci anni dopo da Maura Sabbatini, cui furono affidate le operazioni necessarie per giungere ad una stesura preliminare alla stampa, esso si interruppe nel 1999, quando l'ordinatrice rinunciò all'incarico dopo aver effettuato una puntuale verifica delle schede ed immesso i dati nel programma informatico Arianna; nel 2000 infine il compito fu assunto da Ilaria Pescini, che lo ha brillantemente portato a termine.
Vede dunque oggi finalmente la luce questo inventario, che dà conto della corposa documentazione conservata nell'archivio storico preunitario, documentazione che ci porta oltre gli odierni confini del Comune di San Casciano Val di Pesa, fin dove si spingevano le competenze della cancelleria di San Casciano. Veniamo quindi a conoscere gli attuali territori comunali di Tavarnelle Val di Pesa, Barberino Val d'Elsa e Montespertoli e la documentazione loro concernente grazie alla descrizione analitica di ciascuna unità archivistica ed alle esaurienti introduzioni storiche e storico-istituzionali di Ilaria Pescini.
Tale pubblicazione, resa possibile dall'impegno congiunto dell'Amministrazione Provinciale di Firenze, della Soprintendenza Archivistica per la Toscana e dell'Amministrazione comunale di San Casciano, è solo il più recente tra gli impegni che quest'ultima si è assunta nel corso degli ultimi anni per la buona tenuta, la salvaguardia e la tutela del proprio patrimonio archivistico nel suo complesso; impegno che, siamo certi, verrà in futuro non solo mantenuto ma anche accresciuto con iniziative dedicate sempre più frequentemente alla conoscenza ed alla valorizzazione delle fonti documentarie.
Gabriela Todros
Soprintendenza Archivistica per la Toscana
Gli archivi storici comunali: descrizione e valorizzazione
Gli archivi storici dei comuni, sulla cui inventariazione e valorizzazione si è lavorato moltissimo in Toscana negli ultimi venti anni, continuano ad avere un ruolo chiave in relazione alla memoria delle amministrazioni territoriali, ma sono anche un interessante punto di osservazione rispetto ai risultati dell'elaborazione teorica della disciplina1. Questa tipologia di archivi storici, sufficientemente nota e definita, è stata terreno indiscusso di studio e di lavoro intenso anche sul fronte dei servizi che gli archivi devono offrire all'esterno, a tutte le tipologie di utenza.
Inseriti a pieno titolo nel circuito della "memoria documentale non statale da salvaguardare" gli archivi comunali sono andati imponendosi per le loro "dimensioni quantitative" e per le loro "specificità qualitative".2 E sono stati per decenni "fra le occasioni più stimolanti di verifica delle modalità di formazione, trasformazione e tradizione dei fondi documentari di epoca moderna".3
In questo senso la redazione di strumenti inventariali risponde ad entrambe le esigenze: la prima di conoscenza degli archivi, oggetto di analisi della disciplina; la seconda quella di aprire gli archivi alla ricerca e di renderli funzionali ai servizi che devono offrire anche ad una utenza differenziata: quella dei produttori (le amministrazioni), degli studiosi e ricercatori, dei cittadini genericamente intesi. Allo sforzo iniziale di riordinare e conservare le carte dovrà rispondere uno sforzo verso la loro utilizzazione e valorizzazione, anche locale, per evitare che le carte conservate negli archivi, come succede non di rado, giacciano "per lunghi periodi, del tutto inutilizzate nei rispettivi luoghi di conservazione, anche se diligentemente riordinate e dotate di buoni strumenti inventariali..." in attesa di un futuro indeterminabile in cui verranno utilizzate e trattate.4 Tra l'altro, nei casi in cui la valorizzazione è stata utilizzata come strumento attivo di comunicazione verso il territorio, si è verificata negli archivi la presenza di nuove tipologie di utenti provenienti per gran parte dal mondo della scuola. A questi utenti gli stessi archivisti hanno riservato una particolare attenzione predisponendo iniziative didattiche sempre più interessanti e diffuse.5
Inoltre gli archivi storici comunali, come sedi di conservazione di fonti locali, hanno svolto anche un ruolo chiave e sono stati oggetto di studio di un importante filone storiografico che, nella seconda metà del Novecento, ha teso a valorizzare il ruolo delle fonti d'archivio all'interno del complesso sistema delle fonti storiografiche. Essi hanno costituito inoltre e costituiscono ancora oggi, un punto di riferimento per le comunità locali, in particolare laddove i "cultori della storia, e una notevole attenzione per la conservazione-valorizzazione di memore del passato",6 abbiano creato una forte identità.
Dal punto di vista invece delle modalità di conservazione gli archivi degli enti locali sono stati nel corso degli anni il punto di osservazione primario per l'analisi del fenomeno di "polverizzazione o disseminazione" che costituisce ormai la chiave di lettura del processo di tradizione della memoria documentale, nella formazione del così detto reticolato archivistico della conservazione.7
Oggi che gli archivi, soprattutto quelli delle pubbliche amministrazioni, stanno subendo una forte trasformazione nella loro stessa natura e nelle loro stesse componenti e modalità di trattamento, sono di nuovo gli archivi dei comuni ad essere il fulcro di una riflessione che aiuti a governare il cambiamento. Può essere interessante rilevare intanto come, dal punto di vista organizzativo all'interno dei comuni, discendenti dei soggetti che hanno prodotto i fondi storici, sembri affermarsi, in qualche non raro caso, una collocazione alternativa della competenza relativa all'archivio storico, tradizionalmente legata a quella dei beni culturali ed in particolare spesso connessa alla gestione della biblioteca comunale.8 In questi ultimi anni sta iniziando invece a diffondersi una diversa modalità organizzativa frutto di una lettura complessiva e trasversale dell'archivio, inteso come sistema unico rispetto all'intera Amministrazione che lo produce e lo gestisce: dal momento della sua formazione, l'archivio corrente, a quello della conservazione a lungo termine, l'archivio storico.
Si sta sempre più diffondendo cioè negli amministratori, oltre che negli archivisti, il concetto che l'archivio-bene culturale, l'archivio fonte "si difende nell'archivio in formazione".9 Questa trasformazione, che sta portando ad una vera e propria mutazione genetica, da una parte concentra l'attenzione sulla necessità di vedere e gestire l'archivio nel suo complesso esaltandone la continuità formativa e significativa, dall'altro sta inevitabilmente suggerendo nuove modalità conservative. Modalità conservative che se per un verso appaiono ridurre il policentrismo che abbiamo rilevato come fenomeno crescente nel corso del secolo scorso, per altro verso disegnano una nuova rete conservativa che individua nuovi poli di concentrazione di archivi, cartacei e digitali.
E' molto presente in questi ultimi anni, nella comunità scientifica, il dibattito sul policentrismo conservativo, possibile risposta alle necessità di nuove modalità di aggregazione, fisiche oltre che di responsabilità. Qualunque sia la strada che gli archivi percorreranno, si tratterà di trovare una soluzione più rispondente a numerosi fattori tra i quali, per prime, le necessità dei soggetti che producono gli archivi, tutti dotati di sempre più scarse risorse, ma anche si tratterà di individuare un modo che rifletta e rispetti i criteri secondo i quali gli archivi nascono, si formano e si aggregano, nonché i criteri di approccio dell'utenza, non ultima la necessità di individuare negli archivi la memoria e l'identità di un territorio.10
Il fenomeno che riguarda la nascita di nuovi poli di conservazione è anche il frutto di cambiamenti che stanno avvenendo nei rapporti istituzionali tra amministrazioni pubbliche dove la trasversalità operativa, la condivisione di copmpetenze, una forte "interdipendenza strutturale e funzionale",11 guidano l'operatività degli enti pubblici. Del resto, nel passato come oggi, "i momenti in cui lo Stato si è accresciuto o riorganizzato o ha perseguito specifici obiettivi politici, [hanno]... implicato, con un'osmosi costante tra centro e periferia, anche la modifica per aggregazione, smembramento, trasferimento e finanche dispersione, della struttura e della dislocazione dei suoi archivi, ivi compresi quelli situati sul territorio".12
La sezione preunitaria dell'archivio storico di San Casciano
La sezione dell'archivio storico di San Casciano conserva numerosi fondi archivistici relativi ad amministrazioni che operarono su un territorio molto più ampio che non quello dell'attuale comprensorio comunale, e che comprese anche i territori degli attuali comuni di Barberino Valdelsa, Montespertoli e Tavarnelle Val di Pesa.
In questo inventario sono descritti i fondi conservati nell'archivio storico comunale, che tipicamente - almeno per gli archivi storici dei territori di diretta influenza fiorentina - testimoniano, attraverso una articolata sedimentazione delle carte, le transizioni territoriali e lo stratificarsi di competenze variamente distribuite sui territori in epoche diverse.
San Casciano in particolare è la sede di conservazione di un ricco archivio i cui documenti spaziano - e qualche volta sembrano sconfinare - su un territorio ampio i cui confini furono definiti da quelli della cancelleria che a San Casciano ebbe la residenza. In effetti questa località fu sede non solo di istituzioni di valore strettamente locale, ma anche di magistrature intermedie che direttamente intrattenevano rapporti con la Repubblica Fiorentina e che avevano come compito quello di presidiare il territorio verificando l'operato delle magistrature locali.
Dal punto di vista poi della formazione degli archivi e della loro aggregazione e conservazione, l'archivio storico del comune di San Casciano riflette a pieno il risultato della "politica archivistica perseguita dall'istituzione del ducato mediceo in poi... [politica che fu] tale da aver indirizzato in maniera unitaria e sufficientemente coerente, la storia degli archivi periferici, assicurando ad una quantità di uffici e di istituzioni, diverse per natura e per funzioni esercitate, percorsi e modalità comuni di organizzazione e di tradizione delle proprie carte...".13
In realtà dal punto di vista della organizzazione delle carte prodotte dalle varie magistrature si registra qui come in altri archivi storici comunali una certa complessità nella sedimentazione tutt'altro che lineare e che ha portato ad una vischiosità di cui risulta molto complesso sciogliere i nodi. Se da un lato infatti si riescono ad individuare nelle carte i diversi soggetti produttori articolatisi e susseguitisi nei secoli, dall'altra è quasi impossibile non registrare una sovrapposizione sui contenuti e non resta, al riordinatore, che registrare l'intrecciarsi di carte, soggetti, competenze.
Al di là quindi della struttura complessa che gli archivi hanno assunto in fase di produzione e che si è andata modificando nei secoli della sua conservazione per motivi diversi legati a fenomeni di sedimentazione, intrinseci ed estrinseci rispetto all'archivio, furono poi "le innovazioni apportate dalla legge sull'unificazione amministrativa", come è noto, a porre "le basi per la strutturazione di una nuova rete archivistica locale, più capillare ed omogenea e congruente con il nuovo assetto istituzionale italiano".14
I percorsi compiuti dalla documentazione delle cancellerie portarono ad uno smembramento di quei complessi documentari che a metà Ottocento dovevano aver assunto una fisionomia organica - per quanto non linearmente ricalcata sulla storia delle istituzioni che operarono sul territorio, o almeno non solo su queste - e che invece videro recidersi i legami esistenti; il che rese difficilmente percepibile il legame tra documenti, istituzioni produttrici e ambiti territoriali.
Formazione e trasmissione dell'archivio
L'archivio comunale di San Casciano riproduce per gran parte la struttura e i contenuti tipici degli archivi comunali toscani che furono sede di magistrature locali ma anche di magistrature intermedie quali podesterie e cancellerie, molti dei quali sono stati già ampiamente e analiticamente descritti in inventari.15 Gli archivi storici comunali toscani hanno costituito un punto di osservazione particolarmente interessante per studiare il rapporto tra vicende istituzionali e la storia della traditio documentaria. La principale caratteristica degli archivi storici dei territori che furono parte dello Stato Vecchio fiorentino è infatti quella di costituire oggi la risultatane di "poli più o meno complessi e articolati di aggregazione, conservazione e trasmissione della documentazione", frutto della attribuzione delle competenze alle istituzioni di emanazione centrale. Questa attribuzione di competenze, legate anche alla tenuta delle carte, hanno dato luogo alle "formazioni archivistiche oggi conservate presso i comuni toscani... [che] ci rinviano, con i loro contenuti, ed in parte con la loro organizzazione formale, alle istituzioni territoriali che le hanno prodotte".16
Le località nelle quali furono costituite le residenze dei cancellieri, come San Casciano appunto, furono sede di archivi di concentrazione, essendo attribuito al cancelliere non solo il ruolo di amministrare e vigilare sulle amministrazioni locali e sulla corretta applicazione delle leggi dello Stato fiorentino, ma anche il ruolo di predisporre e quindi conservare le carte prodotte dalle magistrature locali. I cancellieri ricoprirono cioè anche il ruolo di conservatori e curatori della buona tenuta della documentazione prodotta in sede locale.17 Questo a dimostrazione senz'altro del ruolo di forte controllo e supervisione da parte di Firenze sulle terre del contado, ma anche del valore attribuito alle carte e agli archivi come strumento di controllo appunto, di potere, con un forte valore simbolico dell'esercizio del potere in ambito periferico.
La conservazione della documentazione prodotta era naturalmente connessa al ruolo di controllori dell'operato delle varie magistrature locali che si andarono man mano definendo e differenziando ognuna per le sue competenze. Tuttavia ben difficile dovette essere, e risulta tutt'oggi, la distinzione tra le carte prodotte dalle magistrature locali e le carte del cancelliere che appunto, nominato da Firenze operava tuttavia come una figura interna alle istituzioni locali producendo, anche in proprio, alcune tipologie documentali e predisponendone altre per l'uso della comunità locale.
Quando, il 28 aprile 1746, il cancelliere residente nella cancelleria di San Casciano, Pier Francesco Vecchi, spedì all'auditore Pompeo Neri le risposte alle sue Istruzioni,18 precisò che le informazioni che inviava erano relative ai "tre piccoli archivi delle podesterie annesse a questa mia cancelleria, che sono: San Casciano, Barberino di Val d'Elsa e Montespertoli". A queste tre podesterie si doveva aggiungere il Terzo di Mercatale che, sebbene da sempre annesso alla podesteria di San Casciano, "ha la sua entrata e ragione separata e si regola a forma di comunità".19
Come tese a rilevare in più punti il cancelliere Pier Francesco Vecchi, la documentazione relativa alle tre podesterie e al Terzo di Mercatale, era ben separata. Tale affermazione lascia ipotizzare una divisione del materiale secondo il criterio della podesteria di provenienza, sistemazione che doveva risultare estremamente funzionale alla consultazione della documentazione e quindi alla conduzione quotidiana dell'amministrazione interna alle varie podesterie operanti sul territorio.
Dalla descrizione della documentazione conservata risulta che, al momento dell'inchiesta promossa da Pompeo Neri, erano conservati nell'archivio i libri di saldi e ragioni della podesteria e dei singoli popoli, le obbligazioni dei rettori e i saldi dei sindaci, le deliberazioni e partiti, i dazzaioli delle diverse imposizioni (tassa di macine, collette universali e dazi comunitativi), le filze di lettere magistrali, i quaderni dei depositari dei pegni, i libri di accuse di danno dato, le carte relative ai lavori di strade.
Per quanto riguardava gli statuti, era segnalato un unico registro, quello contenente gli statuti redatti dalla Pratica Segreta nell'ottobre 1571 e ancora in vigore più di un secolo e mezzo dopo, mentre si escludeva la presenza di statuti più antichi.20 Si segnalava inoltre la presenza di otto libri di partiti e deliberazioni della podesteria di San Casciano, relativi agli anni 1530-1740, ai quali andava aggiunto quello ancora in uso e che era stato iniziato nel 1740.
Per gran parte la fotografia effettuata dal cancelliere Vecchi oltre due secoli e mezzo fa rispecchia lo stato attuale di conformazione dell'archivio storico preunitario. Tuttavia, la parte più consistente della documentazione, rappresentata dalle filze degli atti civili del podestà che componevano una serie di ben 286 filze i cui primi atti risalivano al 1532, non è più reperibile presso l'archivio storico di San Casciano; tale materiale ha evidentemente seguito il percorso che l[o] ha portat[o] presso gli archivi di Stato.21
Per gli anni precedenti o successivi all'inchiesta di Pompeo Neri i pochi inventari sommari elencano brevemente atti e dislocazione fisica. Cinquanta anni dopo l'inchiesta lorenese una nuova inventariazione fu effettuata dal cancelliere Carlo Francesco Manci che verificò soprattutto la consistenza dell'archivio.22 Abbiamo poi testimonianza di un riordino avvenuto nel 186023 sull'intero patrimonio documentario relativo a tutte e tre le comunità: l'intervento sull'archivio viene infatti deliberato dai tre magistrati.24 La descrizione che ne venne fatta tese proprio a distinguere la documentazione a seconda del territorio di interresse: San Casciano, Barberino Val d'Elsa, Montespertoli.
La composizione dell'archivio di San Casciano riflette, come abbiamo già detto, in maniera abbastanza congruente, la realtà storico-istituzionale e le complesse modalità di sedimentazione della documentazione frutto di concentrazioni, trasferimenti o dispersioni.
Esso comprende in primo luogo, quindi, la documentazione prodotta dalle istituzioni che operarono per amministrare il territorio proprio di San Casciano a cominciare dall'antico Comune e dalla Lega di Decimo, cui ben presto si unì l'omonima Podesteria. Se all'inizio le competenze delle due magistrature si sovrapposero in qualche misura, mano a mano la Podesteria andò specializzandosi sulle competenze giuridiche mentre le altre magistrature di carattere amministrativo dettero luogo, unitamente alla Lega e Comune di Campoli o Terzo di Mercatale, alla Comunità di San Casciano che fu istituita, come tutte le comunità della riforma granducale, sullo scorcio del XVIII secolo. L'istituzione della Comunità Leopoldina, che comportò una nuova articolazione delle magistrature e una nuova e più definita attribuzione delle competenze, incise anche, ovviamente, sul modo di formarsi della documentazione.
Come afferma infatti Paola Benigni, "a determinare i contenuti e la configurazione degli archivi delle comunità granducali (cioè di gran parte degli odierni archivi storici comunali) contribuirono, in misura altrettanto incisiva di quanto non abbiano fatto le istanze di controllo e di regolamentazione espresse dallo Stato mediceo, le riforme leopoldine, che, ridisegnando in maniera uniforme la geografia amministrativa dello Stato, implicarono, come conseguenza, una diversa sistemazione ed aggregazione anche degli archivi del territorio".25
Ma l'archivio storico comunale comprende anche, come accennato poco sopra, le carte della cancelleria che operò su un territorio ben più ampio di quello di San Casciano e per questo raccolse anche la documentazione prodotta da altre magistrature locali quali quelle che operarono sui comprensori di Montespertoli, Barberino e Tavarnelle.
Infatti nel 1865,26 in epoca postunitaria, le cancellerie furono abolite e tutti i loro archivi sarebbero dovuti passare alle Agenzie del Demanio, istituite per la gestione delle competenze fiscali. In realtà gli archivi delle antiche comunità, grazie ad una circolare della Prefettura di Firenze, furono riconsegnati ai comuni e andarono quindi a costituire le attuali aggregazioni.
Per la parte invece relativa all'amministrazione della giustizia civile, demandata localmente ad un podestà e ai suoi ufficiali, l'archivio di San Casciano conserva ben poca documentazione e prevalentemente di carattere amministrativo essendo stato evidentemente, anche l'archivio di San Casciano, interessato dalla dislocazione degli archivi civili e criminali degli antichi Podestà e Vicari. Dopo il 1870, infatti, gli archivi dello Stato Vecchio fiorentino ebbero l'obbligo di versare gli atti dei tribunali alle cancellerie delle Preture competenti per territorio, con lo scopo evidente di riunire tutti gli archivi giudiziari presso gli uffici che gestivano quelle competenze. Dalle Preture, pochi anni dopo, gli antichi archivi giudiziari transitarono infine verso gli Archivi di Stato. Anche per quanto riguarda la documentazione podestarile di San casciano, una deliberazione del 1869 testimonia il trasferimento degli atti dei processi civili e criminali, conservati nell'archivio giudiziario, all'archivio della Pretura.27
I criteri metodologici
A partire dai primi studi di Prunai e poi di Antoniella sulla composizione degli archivi storici comunali,28 la configurazione dei fondi e la loro organizzazione è stata definita secondo strutture e tipologie abbastanza facilmente individuabili, dettate dallo studio delle antiche magistrature che operarono sui territori, dal loro susseguirsi e dalla possibilità di ricostruire tramite le carte il loro operato secondo l'attribuzione delle competenze. Alla luce di quanto la comunità scientifica ha prodotto in questi ultimi decenni, proprio in relazione allo studio dei percorsi di sedimentazione delle carte, potrebbe risultare utile iniziare a restituire la descrizione degli archivi storici comunali secondo criteri che meglio rispecchino i percorsi di stratificazione - anche non lineari - che le carte hanno subito nei secoli.
La distinzione tra i vari fondi archivistici, individuati in questo inventario, è senz'altro guidata dalla esigenza di ricostruire a posteriori l'attività di un soggetto produttore e di collegare a questo la documentazione inerente le sue competenze. Dal modo in cui le carte sono intrecciate, conservate unitamente anche all'interno delle stesse unità, si rileva che le modalità di produzione e organizzazione originarie della documentazione, nonché il modo di operare dei soggetti attivi sul territorio in relazione alla distribuzione delle competenze, disegnassero un reticolato che solo i continui rinvii da una sezione all'altra dell'archivio possono restituire.
In realtà si è rilevato infruttuoso il tentativo compiuto sui fondi dell'archivio storico di San Casciano, di riordinare il fondo rispettando non solo la fase di formazione - avendo quindi a riferimento le antiche istituzioni periferiche produttrici - ma soprattutto le risultanze di interventi operati nei secoli di conservazione. Gli interventi di più mani archivistiche in anni diversi nonché numerosi trasferimenti poco rispettosi della configurazione ne avevano evidentemente stravolto l'ultima fisionomia assunta dai fondi. Non si è potuto quindi non tener conto del fatto che, rispetto alla più volte ribadita coincidenza della "vicenda... degli archivi periferici dello Stato fiorentino... con quella delle cancellerie",29 i decenni più recenti del secondo Novecento hanno inciso in maniera forte, e per motivi del tutto esterni, sullo stato nel quale si vengono a configurare gli archivi da sottoporsi a riordino.
La presenza, su gran parte delle unità archivistiche, delle antiche segnature, e, in alcuni casi, anche la conservazione delle segnature originarie - quasi sempre espresse con lettere dell'alfabeto o con numeri romani - ha suggerito di provare a compiere uno primo sforzo nel tentativo di ricostruire un ordine che fosse più possibile rispettoso della situazione d'origine, e, comunque è stato stimolane tentare di riprodurre una immagine, una rappresentazione possibile dell'archivio dettata dai successivi riordini che esso ha subito. Questo per tentare di tradurre in caso concreto la non univocità del vincolo archivistico dando luogo quindi a strutture alternative altrettanto interessanti e significative e che riflettano la storia della sedimentazione delle carte, annullando "la pretesa... che l'ordinamento di un archivio non possa essere che uno".30 Del resto questa metodologia è ormai grandemente utilizzata nella descrizione archivistica tanto più laddove essa sia coadiuvata da sistemi informatizzati che permettono di riordinare virtualmente le unità archivistiche, modificandone le relazioni in funzione della creazione di rappresentazioni che di volta in volta si scompongono e ricompongono se diverso è il criterio guida utilizzato e lo scopo perseguito. Tuttavia numerose perdite e l'impossibilità di individuare su gran parte dei pezzi archivistici le segnature risalenti ad una stessa numerazione di corda, avrebbero reso non solo complessa ma pericolosamente artificiosa la restituzione di una struttura e di una sequenza organizzativa solo in parte ricostruibile con certezza.
La grande quantità di vecchie segnature in sequenze diverse, nessuna delle quali copre interamente la documentazione, ha reso impossibile tener conto di vecchie sistemazioni: si contano infatti almeno due tipi di segnature che potremmo ritenere coeve alla documentazione, una in lettere dell'alfabeto, l'altra in numeri romani. A queste si sovrappone una numerazione in numeri arabici ad inchiostro, solitamente apposta nella parte inferiore del dorso e risalente all'inventario del 1860. Una numerazione più recente, apposta su un cartellino bianco e azzurro incollato sul dorso dei pezzi - purtroppo spesso a coprire le numerazioni precedenti - risale all'epoca dell'inventario dei primi del Novecento e recupera per gran parte, ripetendola, la numerazione del 1860.
Questo ci permette comunque di individuare almeno due momenti nei quali l'archivio è stato sottoposto a inventariazioni e riordini: il primo risalente al secolo XIX e il secondo agli inizi del secolo XX.
Proprio dall'analisi delle segnature e delle varie numerazioni che si sono andate sovrapponendo si può certamente affermare che l'archivio fu organizzato, probabilmente fin dalle origini, in nuclei documentari facenti capo alle podesterie di San Casciano, Barberino Valdelsa e Montespertoli, che conservano tutt'oggi una loro autonomia.
Lo sforzo compiuto nella fase di riordino e inventariazione dell'archivio è stato in realtà quello di attribuire i fondi archivistici ad un determinato soggetto produttore, per guidare la ricerca attraverso la conoscenza del soggetto e delle sue funzioni sul territorio. Ed è interessante registrare ancora una volta come la storia della sedimentazione dell'archivio di San Casciano, come di molti altri archivi comunali toscani, denunci chiaramente questa sovrapposizione di competenze, di operatività e di modifiche intervenute sulle carte nel corso del tempo con il modificarsi, probabilmente, del ruolo delle magistrature.
Le scelte compiute sono state operate nella direzione di salvaguardare quindi la complessità della sedimentazione contemperando però le necessità di restituire una articolazione che rendesse possibile e facile la consultazione del materiale d'archivio: quella ormai riconosciuta e normalizzata nelle varie descrizioni che gli archivisti toscani hanno prodotto dalla metà degli anni Ottanta.31
La decisione quindi di organizzare e definire i fondi, nei quali si articola, dopo il riordino, l'archivio storico comunale di San Casciano, è frutto di un compromesso. Per un verso si è cercato di restituire la composizione dell'archivio come frutto di competenze specifiche più o meno delimitate, per l'altro si è invece cercato di rispettare la forte imposizione, proveniente dalle carte stesse, di testimoniare la complessità degli intrecci sedimentativi che hanno portato spesso ad aggregazioni archivistiche frutto di intrecci di competenze. In questa complessa modalità di produzione delle carte, frutto di una modalità amministrativa che si è andata precisando e definendo nel corso dei secoli, risiede la complessità stessa degli archivi, ed in particolare di quelli comunali, che, per quanto vengano descritti e inventariati da molti anni ormai seguendo medesimi criteri e principi di normalizzazione descrittiva, conservano ognuno una propria peculiarità risultante proprio da caratteristiche territoriali, amministrative e dal modo stesso di operare delle singole magistrature. Tuttavia è altrettanto vero che le molte esperienze presenti ormai sul territorio regionale e una sorta di "precettistica e pratica archivistica" seguite nei criteri di ricostruzione della struttura dei fondi storici degli archivi comunali, hanno suggerito di tesaurizzare quelle esperienze, rispettandone le indicazioni.32
Per quanto riguarda quindi la ricostruzione dei fondi archivistici - intesi come partizioni dell'archivio storico di San Casciano, che raccolgono le carte prodotte da un unico soggetto, anche se spesso intrecciate con quelle prodotte da altri soggetti - si è tenuto conto, nel solco di quella che è ormai una tradizione, di una periodizzazione che individuasse le cesure istituzionali e amministrative nelle magistrature che operarono sul territorio, contemperando così la volontà di restituire all'archivio la sua struttura e la necessità di disegnare, se pure a posteriori, un ordinamento/riordinamento chiaro e parlante.33 La sequenza poi, nella quale si è deciso di presentare i vari fondi archivistici all'interno dell'inventario, è quella cronologica: si è così privilegiata la convivenza delle istituzioni sul territorio, il taglio sincronico, rispetto ad un ordine che riproducesse la storia di una singola tipologia istituzionale.
L'inventario è quindi articolato secondo le località sede di antiche magistrature - San Casciano, Barberino Valdelsa, Montespertoli, Tavarnelle - all'interno delle quali si susseguono i fondi archivistici - lega e comune, comunità, podesteria etc. - in ordine cronologico e secondo le periodizzazioni amministrative - epoca antica, epoca leopoldina, periodo francese, restaurazione granducale - così che la descrizione degli archivi prodotti da istituzioni diverse, ma conviventi nella stessa epoca, sia esposta in maniera sequenziale.34
Non volendo né potendo poi perseguire l'impossibile quanto inutile obiettivo di ricostruire l'ordine originario - le nostre chiavi di lettura di un archivio storico che abbia subito sedimentazioni più o meno complesse sono necessariamente diverse da quelle dei suoi contemporanei - si è preferito decidere spesso l'attribuzione di documentazione all'una o all'altra istituzione territoriale. Questa operazione, spesso difficile quando la si effettui soprattutto su materiali precedenti l'epoca leopoldina, risponde però al necessario tentativo - questo si nel rispetto della tradizione e del metodo archivistico - di ricostruire e attribuire i fondi prodotti da un soggetto, lasciando alle introduzioni e alle note il ruolo di spiegare quanto forti fossero le interconnessioni e quali le motivazioni che hanno portato all'una o all'altra attribuzione.
Come si è detto poco sopra, la scelta di attribuire la documentazione ad una precisa magistratura si è rivelata particolarmente complessa, come quasi sempre negli archivi comunali toscani.
Una puntuale definizione del ruolo dei vari magistrati si ebbe infatti molto tardi ed anzi a lungo non molto chiari e delimitati dovettero essere i confini tra le funzioni svolte da figure che per le magistrature locali ricoprivano compiti notarili e sovrapponevano la mera attività di stesura degli atti a quella più propriamente amministrativa. Da ciò sembra derivare una vaga distinzione tra i fondi archivistici attribuibili alle diverse magistrature che operarono anticamente sul territorio.
Del resto gli stessi documenti riportano spessissimo molteplici diciture e intestazioni a magistrature diverse: senz'altro la parte più complessa è quella relativa ai fondi antichi delle leghe e dei comunelli, che nell'inventario abbiamo intestato anche al soggetto podesteria; ma complessa è anche l'attribuzione di serie precise al fondo della cancelleria comunitativa, il cui ruolo amministrativo spesso si sovrapponeva a quello di controllo e verifica delle magistrature locali.
Si è scelto quindi di far dipendere direttamente dal cancelliere comunitativo quelle serie archivistiche che raccolgono documentazione frutto della attività di controllo di tutte le comunità sottoposte alla cancelleria, nonché gli atti di corrispondenza con le magistrature centrali fiorentine ed infine i documenti tramite i quali i cancellieri effettuavano direttamente i loro controlli. Per questo compaiono tra le serie della cancelleria (prima e dopo la restaurazione) i carteggi e i copialettere, gli ordini e gli affari del cancelliere, ma anche alcuni documenti fiscali che riguardavano le tre comunità sottoposte, le tratte dei camarlinghi e dei rettori dei popoli che i cancellieri svolgevano in prima persona, e gli inventari. Le serie relative, ad esempio, alla riscossione delle imposizioni sono state invece attribuite alle singole comunità, anche se la predisposizione dei documenti e la verifica veniva svolta dal cancelliere di turno, privilegiando in questo modo l'attività vera e propria che era compito precipuo degli ufficiali delle comunità.35
Può risultare di un certo interesse il fatto che l'elenco dei fondi proposto, per la parte precedente l'istituzione della comunità leopoldina e quindi per quella parte di più complessa descrizione, riproduca l'articolazione dichiarata dal cancelliere Vecchi all'uditore Pompeo Neri.36
La descrizione dei fondi si chiude con la grande cesura dell'unità d'Italia ed in particolare con l'entrata in vigore della legge per l'unificazione amministrativa del 1865 che determinò le strutture per l'amministrazione periferica dello Stato e il loro funzionamento.37
Ovviamente non è stato possibile individuare con certezza la demarcazione tra i vari periodi storici e quindi le varie istituzioni produttrici la cui delimitazione non è mai rigida e indiscutibile, proprio perché non sono quasi mai definite e rigorosamente individuabili nella documentazione.
La storia di questo lavoro38
Il presente lavoro, che ha richiesto tempi lunghissimi di elaborazione dovuti a fattori del tutto esterni e a travagliate eredità tra numerosi archivisti, testimonierà come è ovvio oltre che la sedimentazione archivistica anche la sedimentazione e la complessità di elaborazione delle informazioni e dei metodi trasmessi da un operatore all'altro ed evidenzierà certamente contraddizioni e imperfezioni che non sempre sono risultate così facilmente individuabili e correggibili proprio per il percorso compiuto prima di giungere a conclusione.
Voglio ricordare che una prima schedatura fu effettuata da Maria Giovanna Cutini e che, chi pubblica oggi, ha ereditato gran parte del lavoro di schedatura da Maura Sabbatini a cui dedico con affetto un risultato comune, augurandole di proseguire con passione e partecipazione una attività umanitaria intrapresa alcuni anni fa, con l'obiettivo, umile e immenso al tempo stesso, di utilizzare al meglio le proprie energie e le proprie conoscenze.
L'inventario si presenta articolato in tre sezioni principali: una parte introduttiva, articolata in due ulteriori sezioni e la descrizione vera e propria dell'archivio. Si è tentato di tenere distinti, fin dove possibile in una struttura descrittiva per gran parte discorsiva, la descrizione dei soggetti produttori, cui è dedicata la parte introduttiva iniziale, da quella dell'oggetto di descrizione vera e propria, gli archivi. Le introduzioni ai fondi e alle serie si limitano infatti alla descrizione dei contenuti e delle caratteristiche delle carte.
La prima sezione è costituita dall'introduzione, articolata come detto in due parti, di cui la prima introduce al fondo archivistico, alla sua storia e alla sua articolazione e dà conto di scelte operate anche nella descrizione dei singoli pezzi oltre che dell'articolazione dei fondi e delle attribuzioni alle serie.
La seconda parte invece traccia la storia istituzionale dei vari soggetti che hanno concorso alla formazione dei fondi archivistici.
La terza sezione è costituita dall'inventario vero e proprio con l'articolazione in fondi e serie e la descrizione dettagliata dei singoli pezzi attribuiti ad ogni serie. In questa sezione, come detto, si è scelto di limitare le introduzioni alla presentazione del contenuto documentale. Inoltre per le serie presenti anche tra la documentazione di Barberino, Montespertoli e Tavarnelle non sono state ripetute le parti introduttive - se non per evidenziare particolari peculiarità - rinviando alla lettura di quelle di San Casciano sulle medesime serie archivistiche.
I fondi individuati sono articolati tra quelli relativi al territorio di San Casciano, di Barberino Valdelsa, di Montespertoli e di Tavarnelle. Nella descrizione, alla denominazione del fondo, definita sulla base del nome della magistratura produttrice della documentazione, è affiancata l'indicazione delle date estreme ricavate dalla documentazione: gli estremi cronologici sono dunque riferibili alla composizione del fondo archivistico e non al periodo di istituzione e soppressione della magistratura, rispetto alle quali possono sussistere pertanto evidenti discrasie. Allo stesso modo e secondo lo stesso criterio si sono dati gli estremi cronologici delle serie e delle sottoserie.
Nell'ordine di descrizione i fondi sono:
San Casciano
Lega e Comune di San Casciano a Decimo, Podesteria di San Casciano (1442-1790);
Lega e Comune di Campoli o Terzo di Mercatale (1437-1789);
Podesteria di San Casciano (1599-1773);
Cancelleria di San Casciano (1636-1809);
Podesteria di San Casciano (1777-1804);
Comunità leopoldina di San Casciano (1769-1824);
Mairie di San Casciano (1808-1814);
Comunità di San Casciano dopo la restaurazione (1777-1893);
Cancelleria di San Casciano dopo la restaurazione (1814-1866);
Podesteria di San Casciano dopo la restaurazione (1816-1842);
Aiuto ingegnere poi Ingegnere del circondario di acque e strade di San Casciano (1818-1884);
Delegazione di governo di San Casciano (1850-1864);
Consiglio distrettuale di San Casciano (1860-1866).
Barberino Valdelsa
Lega di San Donato in Poggio poi di Barberino di Val d'Elsa; Podesteria di Barberino di Val d'Elsa (1406-1799);
Podesteria di Barberino di Val d'Elsa (1665-1777);
Comunità leopoldina di Barberino di Val d'Elsa (1781-1814);
Comunità di Barberino di Val d'Elsa dopo la restaurazione (1818-1848);
Podesteria di Barberino di Val d'Elsa (1802-1805).
Montespertoli
Lega di San Piero in Mercato poi di Montespertoli; Podesteria di Montespertoli (1529-1778);
Comunità leopoldina di Montespertoli (1774-1817);
Comunità di Montespertoli dopo la restaurazione (1821-1851).
Inoltre per il territorio di Tavarnelle è presente il fondo della Mairie di Tavarnelle (1808-1821).
Per la redazione dell'inventario sono stati adottati i criteri descrittivi indicati di seguito.
Datazioni
La data dei documenti, nello stile fiorentino dell'incarnazione, è stata riportata allo stile comune; la data, comunque attribuita, è indicata tra parentesi quadre.
Lacune
Lacune reali nel documento o lacune dovute a difficoltà di lettura sono indicate con tre puntini tra parentesi quadre; le lacune nelle serie dovute chiaramente alla perdita di pezzi, sono state indicate in nota.
Segnature
Il numero d'ordine attribuito sequenzialmente alle unità archivistiche è sempre seguito, dove presente, dal numero o dai numeri delle segnature antiche, tra parentesi tonde e indicate in ordine cronologico dalla più antica alla più recente.
Intitolazioni
Il titolo originale - quasi sempre di mano coeva al pezzo - è sempre in corsivo e segue le antiche segnature, nel caso di unità senza titolo si è data questa indicazione tra parentesi quadre; il titolo attribuito è sempre in seconda posizione.
Contenuto
Se presenti si sono indicate, nella descrizione del contenuto, altre intitolazioni o se ne sono trascritti gli incipit o alcune parti significative.
Condizionamento e cartulazione
Di ogni unità documentaria si è segnalato il condizionamento; si è riportata la numerazione delle carte o delle pagine originali senza procedere a nuove numerazioni. Le numerazioni per grandi porzioni, solitamente di pezzi compositi, sono segnalate e separate da un segno +, lo stesso segno separa le carte numerate o comunque sia scritte anche se non numerate, dalle carte bianche non numerate. Nei rari casi di unità corpose e numerate a fascicoli è stata utilizzata la formula "cc. numerate a settori".
E' stata sempre segnalata la presenza di rubriche, indici etc.
La scheda descrittiva di ogni unità archivistica, numerate in catena unica dal numero 1 al numero 1160, è articolata su sette livelli, anche se non sempre sono tutti presenti:
- numerazioni antiche elencate in ordine cronologico a partire dalla più antica presente, tra parentesi; titolo originale in corsivo
- titolo della serie di appartenenza normalizzato
- estremi cronologici
- altra forma del titolo originale, se presente
- nomi dei magistrati, se presenti o da rilevare
- descrizione dei contenuti, se necessaria
- descrizione esterna.
Abbreviazioni utilizzate
ANTONIELLA, Antiche magistrature giudiziarie = AUGUSTO ANTONIELLA, Atti delle antiche magistrature giudiziarie conservati presso gli archivi comunali toscani, in "Rassegna degli Archivi di Stato", XXXIV (1974), pp. 380-415
ANTONIELLA, Archivio preunitario = AUGUSTO ANTONIELLA, Archivio preunitario, in Corso di aggiornamento per archivisti degli enti locali, Centro Studi A. Maccarone-Sovrintendenza Archivistica per la Toscana , Pisa, 1982 (Quaderni "Serie e atti", 13), pp. 173-267
ANTONIELLA, Archivio preunitario del Comune di Montevarchi = L'archivio preunitario del Comune di Montevarchi. Inventario, a cura di AUGUSTO ANTONIELLA e LUIGI BORGIA, Firenze, La Nuova Italia, 1982
ANTONIELLA, Cancellerie comunitative e archivi di istituzioni periferiche = AUGUSTO ANTONIELLA, Cancellerie comunicative e archivi di istituzioni periferiche nello Stato vecchio fiorentino, in Modelli a confronto. Gli archivi storici comunali della Toscana, Atti del Convegno di Studi, Firenze, 25-26 settembre 1995, a cura di PAOLA BENIGNI e SANDRA PIERI, Firenze, EDIFIR, 1996, pp. 19-33
AUGUSTO ANTONIELLA, Vicariati e vicari nell'organizzazione territoriale dello stato fiorentino, in LUIGI BORGIA, Gli stemmi del palazzo d'Arnolfo di San Giovanni Valdarno, San Giovanni Valdarno, s.e., pp. 12-22
ARRIGHI - CONTINI, Archivi delle Podesterie di Sesto e Fiesole = Gli archivi delle Podesterie di Sesto e Fiesole (1540-1870), a cura di VANNA ARRIGHI e ALESSANDRA CONTINI, Firenze, All'Insegna del Giglio, 1993
PIERO BARGELLINI - OTELLO PAMPALONI, San Casciano. Un paese nel Chianti, Firenze, Ed. Medicea, 1985
BECATTINI, Cancelliere ministro del censo = GIUSEPPE MARIA BECATTINI, Il cancelliere ministro del censo e i nuovi municipi, Colle di Val d'Elsa, Tipografia Pacini, 1851, 2 voll.
BENIGNI, Archivi storici comunali toscani = PAOLA BENIGNI, Gli archivi storici comunali toscani: percorsi, chiavi di lettura, ipotesi di lavoro, in Modelli a confronto. Gli archivi storici comunali della Toscana, Atti del Convegno di Studi, Firenze, 25-26 settembre 1995, a cura di PAOLA BENIGNI e SANDRA PIERI, Firenze, EDIFIR, 1996, pp. 9-16
PAOLA BENIGNI, L'organizzazione territoriale dello Stato fiorentino nel '300, "Rassegna degli Archivi di Stato", XLVI (1986), pp. 327 e sgg.
BENIGNI, Statuti del Ponte a Sieve = Statuti del Ponte a Sieve, a cura di PAOLA BENIGNI e FAUSTO BERTI, Comune di Pontassieve, 1982
BENIGNI - VIVOLI, Progetti politici e organizzazione di archivi = PAOLA BENIGNI - CARLO VIVOLI, Progetti politici ed organizzazione di archivi: storia della documentazione dei Nove Conservatori della Giurisdizione e Dominio fiorentino, "Rassegna degli Archivi di Stato", XLIII (1983), pp. 32-82
ROBERTO CACCIATORI - MÉSY BARTOLI, I tesori di San Casciano in Val di Pesa. Guida storico-artistica, San Casciano V. Pesa, M.B., 1997
I Capitoli del Comune di Firenze. Inventario e regesto, a cura di CESARE GUASTI e ALESSANDRO GHERARDI, Firenze, Cellini, 1866-1893, tomo I
CAROCCI, Comune di San Casciano = GUIDO CAROCCI, Il comune di San Casciano in Val di Pesa, Firenze, Tip. della Pia Casa del Patronato, 1892 (ristampa anastatica, Siena, Tip. Senese, 1978)
SABINO CASSESE, La crisi dello Stato, Bari, GLF-Editori Laterza, 2002 (Sagittari, 131)
GIOVANNI CHERUBINI - ALBERTO CIAMPI - G. DE MARINIS - P.C. MASINI - ITALO MORETTI - LUIGI ZANGHERI, Indagare la Val di Pesa, a cura di ALBERTO CIAMPI, 1994 (Studi storici sulla Val di Pesa, 2)
ALBERTO CIAMPI, Cerbaia in Val di Pesa. Nascita e vicende, Firenze, La Casa Usher-Ponte alle Grazie Editore, 1992
CONTINI, La riforma della tassa sulle farine = ALESSANDRA CONTINI, La riforma della tassa sulle farine (1670-1680), in La Toscana nell'età di Cosimo III, Atti del convegno di studi, Pisa-San Domenico di Fiesole, 4-5 giugno 1990, a cura di FRANCO ANGIOLINI, VIERI BECAGLI, MARCELLO VERGA, EDIFIR, Firenze, 1993, pp. 241-273
D'ADDARIO, Fonti documentarie nei depositi comunali = ARNALDO D'ADDARIO, Le fonti documentarie conservate nei depositi archivistici comunali della Toscana, in Gli strumenti della ricerca locale: archivi e biblioteche. Atti del Convegno di studio, Castelfiorentino, 14 giugno 1984, a cura di GIOVANNI PARLAVECCHIA, Castelfiorentino, Pacini Editore, 1988, pp. 21-43
FELICI - PESCINI - PIERI - VALACCHI, Progetto di sistema informativo = MAURO FELICI - ILARIA PESCINI - SANDRA PIERI - FEDERICO VALACCHI, Un progetto di sistema informativo degli archivi comunali toscani, in Modelli a confronto. Gli archivi storici comunali della Toscana, Atti del Convegno di Studi, Firenze, 25-26 settembre 1995, a cura di PAOLA BENIGNI e SANDRA PIERI, Firenze, EDIFIR, 1996, pp. 157-176
ERMENEGILDO FRANCOLINI, Memorie storiche di San Casciano in Val-Di-Pesa, Montepulciano, Angiolo Fumi, 1847 (ristampa anastatica Firenze, Centro 2P, 1974)
FRANZESE, Inventario dell'archivio preunitario del Comune di Monsummano = Inventario dell'archivio preunitario del Comune di Monsummano, a cura di PAOLO FRANZESE, Pistoia, Editrice Nuove esperienze, 1990 (Beni Culturali, Provincia di Pistoia, 4)
GIORGI - MOSCADELLI, Archivio comunale di Sinalunga = L'archivio comunale di Sinalunga. Inventario della Sezione storica, a cura di ANDREA GIORGI e STEFANO MOSCADELLI, Siena, Amministrazione Provinciale di Siena, 1997 (Inventari degli archivi comunali della Provincia di Siena, 20*)
TORQUATO GUARDUCCI, Guida illustrata della Val Di Pesa, San Casciano Val di Pesa, Fratelli Stianti Tipografi-Editori, 1904 (ristampa anastatica, San Casciano V. Pesa, M.B., 1980)
MARUCELLI, Archivio storico comunale di Montale = Inventario dell'archivio storico comunale di Montale, a cura di ALESSANDRO MARUCELLI, Firenze, All'Insegna del Giglio, 1990 (Beni Culturali. Provincia di Pistoia, 3)
MORETTI, Antiche leghe = Le antiche leghe di Diacceto, Monteloro e Rignano. Un territorio dall'antichità al Medioevo, a cura di ITALO MORETTI, Comuni di Pontassieve, Pelago e Rufina, Studi storici artistici, 1988
MURATORI, Rerum Italicarum Scriptores = LUDOVICO ANTONIO MURATORI, Rerum Italicarum scriptores, Milano, Typ. Societatis Palatinae in regia Curia, 1723-1751 (Città di Castello, Lapi, 1900)
Il paesaggio riconosciuto. Luoghi, architetture e opere d'arte nella provincia di Firenze, catalogo della mostra a cura di MASSIMO TARASSI, Milano, Vangelista, 1984
PANSINI, I mutamenti dell'amministrazione della Toscana = GIUSEPPE PANSINI, I mutamenti dell'amministrazione della Toscana durante la dominazione napoleonica, in La Toscana nell'età rivoluzionaria e napoleonica, Atti del convegno di Studi, Piombino, 22-25 settembre 1982, a cura di Ivan Tognarini, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1985 (Nuove ricerche di storia, 3), pp. 553-579
PAOLI, Della signoria del duca d'Atene in Firenze = CESARE PAOLI, Della signoria del duca d'Atene in Firenze, Firenze, Cellini, 1862
PASSERINI, Le armi dei municipi toscani = LUIGI PASSERINI, Le armi dei municipi toscani, Firenze, ed. Ducci, 1864
PRUNAI, Archivi delle Comunità granducali toscane = GIULIO PRUNAI, Note sugli archivi delle Comunità granducali toscane, "Rassegna degli Archivi di Stato", XXII, 1963
PRUNAI, Archivi storici dei comuni della Toscana = Gli archivi storici dei Comuni della Toscana, a cura di GIULIO PRUNAI, Roma, 1963 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Quaderni della Rassegna degli Archivi di Stato, 22)
REPETTI, Dizionario storico della Toscana = EMANUELE REPETTI, Dizionario geografico, fisico, storico della Toscana contenente la descrizione di tutti i luoghi del Granducato, Ducato di Lucca, Garfagnana e Lunigiana, Firenze, 1833-1846, voll. 6, ristampa anastatica 1972
SANDRI, L'archivistica = LEOPOLDO SANDRI, L'archivistica, "Rassegna degli Archivi di Stato", XXVII/2-3 (1967), pp. 410-429
VALENTI, Parliamo ancora di archivistica = FILIPPO VALENTI, Parliamo ancora di archivistica, "Rassegna degli Archivi di Stato", XXXV (1975), pp. 161-197, poi in ID., Scritti e lezioni di archivistica, diplomatica e storia istituzionale, a cura di DANIELA GRANA, MiBAC-UCBA, 2000 (Pubblicazioni degli archivi di Stato. Saggi, 57), pp. 45-81
VALENTI, Riflessioni sulla natura e struttura degli archivi = FILIPPO VALENTI, Riflessioni sulla natura e struttura degli archivi, "Rassegna degli Archivi di Stato", XLI (1981), pp. 9-37, poi in ID., Scritti e lezioni di archivistica, diplomatica e storia istituzionale, a cura di DANIELA GRANA, MiBAC-UCBA, 2000 (Pubblicazioni degli archivi di Stato. Saggi, 57), pp. 83-113
MATTEO VILLANI, Cronaca universale dei suoi tempi, 2 voll., Firenze, 1554
VITALI, Amministrazione comunitativa e controlli = STEFANO VITALI, Amministrazione comunitativa e controlli in Toscana nell'età della Restaurazione, in Storia, Amministrazione, Costituzione, Annale ISAP, 1996, n. 4, pp. 149-173
VITALI, Memorie, genealogie, identità = STEFANO VITALI, Memorie, genealogie, identità, in LINDA GIUVA - STEFANO VITALI - ISABELLA ZANNI ROSIELLO, Il potere degli archivi. Usi del passato e difesa dei diritti nella società contemporanea, Milano, Bruno Mondatori, 2007, pp. 67-134
ZANNI, Archivi, archivisti, storici = ISABELLA ZANNI ROSIELLO, Archivi, archivisti, storici, in LINDA GIUVA - STEFANO VITALI - ISABELLA ZANNI ROSIELLO, Il potere degli archivi. Usi del passato e difesa dei diritti nella società contemporanea, Milano, Bruno Mondatori, 2007, pp. 1-65
ZUCCAGNI ORLANDINI ATTILIO, Atlante geografico, fisico e storico del Granducato di Toscana, Firenze, 1832 (ristampa Firenze, Cassa di Risparmio di Firenze, 1974)
ASFi, Cinque Conservatori, n. 352 bis, rubr. X
ASFi, Consigli Maggiori. Provvisioni. Registri, n. 143
ASFi, Consulta poi Regia Consulta, nn. 458, 463
ASFi, Nove conservatori del dominio e della giurisdizione, 3595, 3596
ASFi, Riformagioni, n. 1354
ASFi, Segreteria di Gabinetto, n. 91
ASFi, Soprintendenza degli archivi toscani, n. 16
ASFi, Statuti delle Comunità autonome e soggette, nn. 746, 747, 747 bis
ASFi, Tratte, nn. 294, 299
Bandi e ordini = Bandi e ordini da osservarsi nel Granducato di Toscana, Firenze, 1747-1859, voll. 66
Bollettino delle leggi e deliberazioni della Giunta = Bollettino delle leggi, decreti imperiali e deliberazioni della Giunta di Toscana pubblicate nei Dipartimenti dell'Arno, dell'Ombrone e del Mediterraneo, Firenze, 1808-1809, voll. 18
CANTINI, Legislazione toscana = Legislazione toscana raccolta e illustrata dal dottore Lorenzo Cantini socio di varie Accademie, tomi I-XXX, Firenze, Stamp. Albizziniana, 1800-1808
Leggi della Toscana = Leggi del Granducato della Toscana, Firenze, 1814-1840, vol. 27
Nuove istruzioni per i cancellieri comunitativi secondo gli ultimi regolamenti ed ordini di S.A.R. approvate nel dì 16 novembre 1779, Firenze, Cambiagi, 1779
Regolamento generale per le comunità del contado, 23 maggio 1774
Regolamento comunale pubblicato con Sovrano decreto del dì 20 novembre 1849 = Regolamento comunale in Bandi e ordini, vol. 57, n. CCXII
Lega e Comune di San Casciano a Decimo; Podesteria di San Casciano (atti amministrativi) 1442-1790
Statuti e Riforme 1442-1565 con riforme fino al 1790
Deliberazioni e Partiti 1634-1774
Dazzaioli dei Camarlinghi del Monte 1452-1527
Libri di entrate e uscite 1454-1527
Saldi dei camarlinghi 1462-1774
Saldi dei rettori dei popoli 1544-1774
Vendite di bestie 1638-1649
Imposizione del decimino e testanti 1627-1776
Libri dei pegni 1665-1786
Tassa del macinato 1678-1790
Collette Universali e imposizioni straordinarie 1693-1726
Imposizione di Sanità 1765-1768
Lega e Comune di Campoli o Terzo di Mercatale 1437-1789
Statuti e Riforme 1437 con riforme fino al 1723
Deliberazioni e partiti 1626-1774
Memorie 1636-1681
Saldi dei rettori dei popoli 1545-1774
Tassa del macinato 1678-1789
Collette Universali 1693-1727
Tassa prediale 1636-1774
Podesteria di San Casciano 1599-1773
Atti civili 1626-1773
Memorie 1642-1687
Danno dato 1737-1749
Leggi e bandi 1599-1704
Cancelleria di San Casciano 1636-1809
Carteggio ed atti dei cancellieri 1702-1808
Copialettere dei cancellieri 1636-1809
Imborsazioni e tratte 1636-1769
Obbligazioni di ufficiali e mallevadori 1753-1808
Mandati 1674-1809
Saldi e stati di cassa 1804-1808
Inventari 1637-1804
Podesteria di San Casciano 1777-1804
Atti civili 1777-1778
Affari di polizia 1781-1804
Regolamenti 1800-1804
Comunità leopoldina di San Casciano 1769-1846
Deliberazioni e partiti 1774-1808
Imborsazioni e tratte 1783-1808
Saldi dei camarlinghi 1774-1817
Grasce 1769-1808
Dazio dei possidenti, lavoratori e testanti 1774-1806
Tassa del macinato 1766-1808
Imposizioni straordinarie 1799-1801
Decime parrocchiali 1771-1824
Tassa del sale 1791-1808
Affari di strade e fabbriche 1779-1804
Fedi 1774-1846
Pesi e misure 1782
Mairie di San Casciano 1808-1814
Lettere, circolari, negozi e affari diversi 1808-1814
Stato civile 1812
Atti della Prefettura dell'Arno 1809-1814
Predi urbani 1810
Bollettino delle leggi, decreti imperiali e deliberazioni della Giunta di Toscana 1808-1813
Comunità di San Casciano dopo la Restaurazione 1777-1893
Deliberazioni Magistrali e Consiliari 1814-1864
Imborsazioni e tratte 1816-1859
Carteggio e atti del Gonfaloniere 1839-1865
Atti magistrali 1826-1858
Stato civile 1821-1858
Affari di grasce. Mercuriali 1808-1860
Gestione finanziaria 1777-1865
Mandati di spesa e repertori delle assegnazioni 1821-1859
Tassa prediale e Dazio comunitativo 1818-1865
Dazio dei possidenti, lavoratori e testanti 1815-1837
Tassa di famiglia 1815-1864
Imposta sui redditi a ricchezza mobile 1864-1865
Proventi, Rendite e Obblighi comunitativi 1823
Affari di strade e fabbriche 1816-1858
Elezioni 1848-1849
Arruolamento militare 1826-1864
Guardia Civica poi Guardia Nazionale 1848
Spese militari 1814-1844
Amministrazione delle doti Frosali 1831-1893
Leggi e Bandi 1815-1852
Cancelleria di San Casciano dopo la Restaurazione 1814-1866
Carteggio ed atti dei cancellieri e ministri del censo 1814-1863
Copialettere dei cancellieri 1818-1849
Filze di ordini 1821-1830
Editti e intimazioni 1818-1850
Forestieri 1814-1828
Rassegna di medici, chirurghi e levatrici 1840
Inventari 1850-1866
Podesteria di San Casciano dopo la Restaurazione 1816-1842
Carteggio e atti 1816-1825
Affari di polizia 1814-1842
Inventari 1817
Repertori di leggi 1837-1840
Aiuto Ingegnere poi Ingegnere del circondario di acque e strade di San Casciano 1818-1884
Carteggio 1826-1850
Copialettere 1820-1834
Registro degli affari rimessi all'ingegnere 1826-1846
Relazioni e perizie 1826-1839
Campioni degli accolli 1828-1860
Certificazioni di lavori accollati 1827-1850
Lavori nuovi 1827-1844
Lavori di mantenimento delle strade 1818-1884
Delegazione di Governo di San Casciano 1850-1864
Carteggio e affari di polizia 1850-1861
Copialettere 1854-1859
Rapporti di pubblica sicurezza 1854-1862
Processi economici 1857-1859
Registri degli sfrattati e dei pregiudicati 1852-1864
Consiglio Distrettuale di San Casciano 1860-1866
Atti del Consiglio Compartimentale 1860-1863
Carteggio 1860-1866
Lega di San Donato in Poggio poi di Barberino di Val d'Elsa; Podesteria di Barberino di Val d'Elsa (atti amministrativi) 1406-1799
Statuti 1406-1570
Saldi dei camarlinghi 1561-1774
Saldi dei rettori dei popoli 1534-1774
Tassa del macinato 1678-1799
Colletta Universale e imposizioni straordinarie 1694-1726
Pagamenti 1539-1546
Podesteria di Barberino di Valdelsa 1665-1777
Memorie 1665-1681
Inventari 1678-1773
Portate di Fidecommessi 1748-1777
Comunità leopoldina di Barberino di Val d'Elsa 1781-1814
Deliberazioni e partiti 1788-1793
Imborsazioni e tratte 1781-1814
Saldi 1789-1803
Dazio dei possidenti s.d.
Comunità di Barberino di Val d'Elsa dopo la Restaurazione 1818-1848
Atti magistrali 1822-1848
Spese 1818-1819
Podesteria di Barberino di Val d'Elsa 1802-1805
Atti processuali 1802-1805
Lega di San Piero in Mercato poi di Montespertoli; Podesteria di Montespertoli (atti amministrativi) 1529-1778
Tratte e obbligazioni dei rettori 1673-1679
Saldi dei camarlinghi 1581-1774
Saldi dei rettori dei popoli 1529-1774
Libri dei Pegni 1647-1774
Tassa del macinato 1678-1778
Portate di Fidecommessi 1748-1750
Leggi e Bandi 1575-1597
Comunità leopoldina di Montespertoli 1774-1817
Imborsazioni e tratte 1782-1814
Tassa del macinato 1777-1805
Campioni di fabbriche s.d.
Tassa del sale 1789-1808
Comunità di Montespertoli dopo la Restaurazione 1821-1851
Atti magistrali 1821-1851
Tavarnelle
Mairie di Tavarnelle 1808-1821
Lettere, circolari negozi e affari diversi 1808-1814
Portate di famiglia 1809
Amministrazione e affari di polizia 1809-1821
Affari economici 1812-1814
Codifica: Lorenzo Valgimogli, aprile - novembre 2011Paolo Santoboni, revisione, novembre 2012