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Collette Universali e imposizioni straordinarie

Livello: serie

Estremi cronologici: 1693 - 1726

Consistenza: 4 unità

Con l'introduzione, nel giugno del 1692, della colletta universale ed annuale del mezzo per cento si pose fine a balzelli, accatti, prestanze e donativi, con i quali il governo centrale sopperiva alle spese straordinarie dello Stato.1 Gli introiti di questa nuova tassa, insieme a quelli derivanti dalla tassa delle bestie dal piè tondo e dalla gabella per la contrattazione delle stesse, furono destinati alla creazione del Monte Sussidio Vacabile.2 La destinazione dell'introito trasformò la tassa da straordinaria in ordinaria e nel 1693 ne fu stilato il regolamento.

Al momento della sua istituzione l'imposta colpiva le rendite dei beni stabili, i capitali fruttiferi e l'industria privata e obbligava al pagamento di "mezzo scudo per ogni cento scudi di reddito". Con il motuproprio del 25 settembre del 1693 la tassazione venne estesa anche ai lavoratori mezzadri che furono suddivisi in sei classi di reddito, ognuna delle quali era tenuta al pagamento di una quota fissa.

La comunità nominava quattro deputati che procedevano alla ripartizione della tassa tramite la redazione di libri, detti collette, sui quali erano descritti, popolo per popolo, tutti i capi famiglia che lavoravano terreni altrui, "coll'entrate annue ridotte a denari contanti dei medesimi poderi e beni per la parte colonica solamente".3 Questi registri, dopo essere stati rivisti dai cancellieri e riscontrati sui decimini, costituivano la base sulla quale venivano compilati i dazzaioli.

Per quanto riguardava gli altri produttori di reddito, questi avevano l'obbligo di presentare annualmente la propria "portata", che, rivista dai deputati, era quindi trascritta su appositi registri e inviati al governo centrale, che stabiliva, in base alle informazioni così raccolte, la quota da imporre.

Successivamente la colletta subì dei ritocchi del mezzo, dell'uno e del sette per cento, stabiliti attraverso circolari.

I dazzaioli della colletta universale furono utilizzati anche per l'imposizione di altre sovrimposte, sempre a carattere straordinario, calcolate sulla base degli stessi parametri, ma con tassi più alti e che furono denominate sulla base delle percentuali di tassa da pagare in relazione al reddito: la tassa del venti per cento;4 del dieci per cento;5 del tre per cento.6

La colletta universale fu abolita nel 1726, nell'ambito della più ampia riforma volta al risanamento delle finanze statali e ritrasformata in tassa straordinaria. A livello centrale venne contemporaneamente soppresso il Magistrato e Tribunale delle Collette. Presso le cancellerie fu stabilita la conservazione dei dazzaioli degli ultimi anni (1720-1722), da utilizzare come campione per la compilazione di eventuali nuovi dazzaioli.7

A San Casciano si conserva un registro di deliberazioni dei Deputati (1694-1726), due filze di dazzaioli delle diverse imposizioni (1700-1726) e i saldi dei camarlinghi incaricati della riscossione della colletta universale (1693-1727).

Le unità archivistiche contengono documentazione relativa anche ai territori di Barberino e Montespertoli, mentre una filza relativa al Terzo di Mercatale si trova nell'archivio storico di Montespertoli.