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Dazzaioli dei Camarlinghi del Monte 1

Livello: serie

Estremi cronologici: 1452 - 1527

Consistenza: 31 unità

Con provvisione del giugno 1452 furono creati da Firenze dodici nuovi camarlinghi deputati a "dover ricevere et rischuotere" le imposte gravanti sugli abitanti del contado.1 La proposta della loro nomina fu avanzata dai Dieci cittadini fiorentini deputati "ad ordinandum negotia comitati", i quali avevano sottolineato come nelle casse della Repubblica affluiva ben poco denaro dal Contado, una volta che dalle imposte riscosse fossero state sottratte tutte le spese ordinarie e straordinarie sostenute dai camarlinghi incaricati della riscossione.

Fu stabilito che i nominativi dei camarlinghi dovevano essere fiorentini ed estratti dalle borse dei camarlinghi della gabella dei contratti e delle Stinche.

Quindi le imposizioni sull'estimo e la decima del contado fu esatta direttamente da magistrati fiorentini, al contrario di tutte le altre imposte affidate ai camarlinghi locali e poi trasmesse a Firenze.

All'inizio del loro mandato, che aveva la durata annuale, i camarlinghi dovevano ricevere dai Dieci ufficiali responsabili del Contado, dagli Ufficiali del Monte e dai "maestri di gabella del sale e di vino", due registri sui quali erano descritte, popolo per popolo, tutte le poste da riscuotere. Uno dei registri doveva essere consegnato al camarlingo e l'altro depositato presso la gabella del vino. I camarlinghi erano obbligati a tenere due "scripte, nelle quali scrivano ... ogni quantità avessero riscosso" e alla fine dell'anno consegnarne una agli Ufficiali del Monte, incaricati di fare il saldo e il riscontro dell'entrata e dell'uscita, e l'altra al notaio della gabella del vino.

Uno dei camarlinghi così nominati fu inviato nella podesteria di San Casciano.2 Era responsabile della riscossione delle imposte anche della comunità del Galluzzo e Casellina, della Lastra, Montelupo e Empoli. Da questa serie quindi si ricavano informazioni circa territori che non fecero parte della cancelleria di San Casciano, poiché la competenza del camarlingo del Monte era appunto trasversale a più territori che furono i pivieri di: Campoli, Decimo, San Giovanni di Firenze, San Giovanni in Sugana, San Pancrazio, Santa Maria a Impruneta, Giogoli, Settimo, San Vincenzo a Torri, Santo Ippolito e Signa. Quindi il camarlingo del Monte di San Casciano in realtà estendeva la sua comptenza anche sui territori di Impruneta, dell'attuale comune di Scandicci, Signa e su un quartiere della stessa Firenze.

Questo sistema di riscossione centralizzata delle imposte sui beni immobili venne soprresso con l'avvento del Principato mediceo.



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