La legge del 18 giugno 1817, "Riepilogo dello stato delle anime", dettò le
regole sulla registrazione della popolazione in uno stato civile, affidata per la
prima volta alle comunità. Se si esclude l'interruzione costituita
dall'amministrazione francese, lo stato civile infatti era sempre stato gestito dai
parroci e lo rimase fino al 1840, con l'eccezione della popolazione di culto non
cattolico che venne censita dalla comunità fin dal 1817. Tale legge rimase in vigore
fino al 1840 quando entrò in vigore il "Censimento enumerativo della popolazione di
detta comunità".1 Per ogni parrocchia veniva registrato il numero di maschi e di
femmine divisi in sposati, celibi, vedovi, inpuberi, clero secolare e clero
regolare, religiose converse, religiose corali; l'elenco veniva realizzato sulla
base delle denunce dei parroci.