215
(VV. ss. Controni n. 32; R. 136)
[tit.
est.] 1632. Servi per riccordo a chi lo vuol sapere è ancora
per escusazione mia e per degno rispetto non ho voluto nominare nissuno, ma come
dig [...] mi sono dichiarato il Comune non havendo un libro nel quale fusse
notato il Debito e il credito di ciascuno particolare, ho ridutto in questo
tutti quelli che si sono trovati debitorj e creditorj per le tre partite di
contra scritte, e per fare questo è bisognato crede [. . . ] libretti de
Camarlinghi è perché si è trovato alcuno [...] vano dato credito di alcune
partite risc [...] per la terra di casa in casa e à [...] fatte di mano de'
Camarlin [...] dovere è di molte se [...] libro è degno di es [...]
quell'Altissi [...] gl'huomini [...] sono per le [...]
Contiene il movimento di entrata e di uscita della Comunità di Vico
Pancellorum relativo agli anni 1617 - 1657. C. 35r., "1632. Li scudi
600 presi a Censo dal signor Bernardino Cittadella alli 25 settembre 1621,
come arrieto in questo a foglio 2, si è dichiarato il Comune se ne servì per
pagarne in parte il Molto Illustre Uffitio di Munitione Stabile quali pagò
il detto Signor Bernardino, adì 5 Novembre 1621. Scudi 487 e parte ne
pagorno al signor Lando Diversi per robbe che haveva dato a detto Comune e
parte andorno nelle spese che ci occorreno a pigliare detti denari a Censo,
come gabelle, sensaria, Contratti e simili, in tutto scudi 113 per scudi
600. E tutte le partite di quelli che sono sottoposti a detto Censo si sono
cavate da un libretto fatto per mano di Giovanni di Battista, allora
scrivano di detto Comune; e anzi che se ne trovò tre libretti, fatti tutti
per sua mano e io Antonio e il Caporale Giuliano, scrivano del Comune,
presemo il libretto più chiaro e sicuro e da quello ne cavamo i debitori e
meglio chiarezza non si trovò poiche il detto Comune in se stesso non haveva
libri che facessero mentione di detto Censo. Nota che come si è detto di
sopra se ne pagò scudi 487 al Molto Illustre Uffizio e di detta somma ne
fece buono al suo libretto parte, Giovanni di Battista, come risquotitore di
detto Molto Illustre Uffizio per robbe del anno 1618; e parte ne fece buono
Mariotto di Angelo risquotitore 1619; e parte ne fece buono Bartolomeo di
Mariano come risquotitore 1620; e parte ne fece buono Biagio di Giovanni
come risquotitore 1622, come appariscono detti risquotitori in questo
arrieto a foglio 3; tra tutti per la somma delli scudi 487; e parte ne fece
buono il sudetto Giovanni di Battista, come risquotitore di Mercanti, e
parte in delle spese scudi 113. Segueno in questo i Debitori, Capitale e
interessi; Debito e Credito di ciascheduno cominciando dal 1622 fino 1632,
quale debito e credito si è cavato dal detto libretto di Giovanni di
Battista e di Domenico, suo figliuolo, quale sta Camarlingo alquanto tempo,
e ancora si è cavato dalle ricevute di diverse Persone che le portavano a
mostrarle a me e Giuliano di Angelo, che molte non scontravano con detto
libretto"; c. 131v., "Adi 6 marzo 1640. Io Antonio Allessi da Vithiana
essendo stato chiamato dal Comune di Vico per aggiungere alle partite di
quelli che sono debitori del Tucci, come appare avanti in questo,
l'interessi dal 1638 fino al 1640 e far sindicati a chi ha riscosso per
detto Tucci come appare avanti a c. 223 e mettere di molti ricevute di
denari pagati a detti Camarlinghi che hanno riscosso per detto Tucci e ancor
aggiustare di molti Conti di interessi e Capitale per quelli che sono
debitori a Frati de' Servi et del Signor Lando Diversi e fare sindicati a
risquotitori per detti Frati e Diversi. Per le mie mercede di numero 8
giornate et per le spese del mio vivere fattemi dal Capitano Bartolomeo,
tutto mi fu dato ordine che le repartissi a ciascuno che è debitore in detti
casi e ne tocca un quattrino per lira, il che mi ordinò questo li cinque
Deputati che haveva eletto detto Comune, cioè il detto Capitano e il
Caporale Giuliano di Angelo e Francesco di Rinaldo e Barzante di Paulo e il
Sergente Giovanni di Pasquino, li quali tutto mi ordinorno per ordine datoli
dal Comune il dì 9 di detto mese. Sopra le partite del Tucci che sono Lire
2303. 8, sopra le partite di detti Frati e Diversi Lire 748. 3, le quali
partite de' Frati sono a foglio 217 fine a foglio 223. Io Antonio ho hauto
al suddetto Conto come appare avanti a foglio 182, Lire 25. 4"; cc.
162r.-163r., "Al Nome di Dio. Adì primo Giugno 1637. Io Antonio Allessi da
Vithiana andai a Vico per ordine delli Huomini di detto Comune come per una
littera scrittami dal Signor Pievano Padre Marco Carli; quale mi portò a
Vithiana Battista di Michele suo mandato e il di soprascritto si radunorno
li Huomini di detto Comune in Canonica presente detto Padre Pievano e fu
eletto e vinto per partito di numero suffitiente di pallotte il Caporale
Giuliano di Angelo scrivano di detto Comune, Paulo di Pace, Lunardo di
Paulo, Antonio di Stefano et Domenico di Mariano, quali sterno meco in detta
Canonica assistentemente quattro giorni per abbozzare e rivedere di molti
sindicati di quelli che havevano riscossi denari astanza di Censi per i
Frati de Servi nel tempo passato e per il Cittadella et dopoi mi derno
ordine che tutti quelli che ebbero denari da detti Frati l'anno 1619, come a
un libretto di detto Comune si vidde il tutto, dal quale si cavorno tutti
quelli che si trovorno in esso debitori di denari di Capitale, eccettuato
quelli che havevano pagato et li presi in nota nel abbozzo e
conseguentemente si prese nota di tutti quelli che non havevano pagato
l'interessi di detto censo de Frati come dalle liste de Camarlinghi si
trovorno debitori chi del tutto e alcuni di una parte come del tutto se ne
farà mentione alle partite avanti in questo notate e ancora per mesi 6, da
mezzo novembre fine a mezzo maggio 1637. Item mi derno ordine che tutti
quelli che havevano da fare con detti Frati per l'anno 1619 delli scudi 350
che teneva a Censo detto Comune a quelle medesime partite, accostassi tante
partite di quelle del Cittadella come sono notate in questo arrieto come a
c. 37 fino a c. 134, tanto che facesseno la somma di scudi 950 computandoci
interessi e spese decorse le quali partite da me aggiustate, come si vedeno
di qui avanti nelli seguenti fogli, restasseno sottoposte alli sopradetti
scudi 950 per detti Frati, come sie dichiarato in questo arrieto c. 165, de'
quali se ne deve pagare l'anno scudi 6. 1/2 per Cento, da cominciarsi alli
12 maggio 1638, che sono ogni anno scudi 61. 75. 1. Item mi ordinorno che il
remanente delle partite di quelli che erano Debitori per il Cittadella si
descrivesseno debitori al Signor Lando Diversi e restasseno sottoposti alli
scudi 500 presi a Censo da detto Signor Lando, come si è dichiarato arrieto
a c. 165. De quali se ne deve rendere, come in detta carta 165 si è detto,
scudi 30 l'anno. E quello che mancava per il compimento di detti scudi 500
mi derno ordine che pigliassi per errata e parte a tutte le partite di
quelli che sono debitori al Magnifico Comune di Lucca in questo arrieto,
come appare a c. 8 fine a c. 35; la causa è che si sono pagati delli denari
delle partite riscosse attenenti al Cittadella come appare a c. 131 al
Magnifico Comune Lire 467. E però è dovere che da dette partite ritornino
sottoposte a detto Cittadella e per pagare e saldare detto Cittadella si è
preso li sopradetti scudi 500 dal Signor Diversi computandosi in detti scudi
500 l'interessi decorsi per il Cittadella e spese fatte come a c. 166 sie
dichiarato. Item perché il Signor Bernardino Cittadella l'anno 1632, quando
feci questo libro, cioè descrissi tutti i conti come in questo arrieto si
contiene, il detto Signor Cittadella mandò un Conto che pretendeva il Censo
de Censi per non haver pagato detto Comune al tempo debbito, anno per anno,
così aggiustai a tutte le partite fine a settembre 1632 e perché ancora li
pretende ho aggiunto a tutte le partite, fine alli 12 maggio 1637, ma pero
detto Censo de' Censi o il frutto di detti censi da qui avanti alle partite
che segueno per detti Frati et per il Signor Lando Diversi ho preso solo il
Conto di quello che doveva ciascuno di capitale; e il Censo corrente di ogni
anno come stanno a dette partite et il Censo o frutto de Censi che detto
Signor Cittadella pretende lò lasciato in debbito di ciascuna partita, accio
se si hanno da pagare ci sia il credito per tal causa e mentre se ne havesse
partite e non tutti a pagare, si deve pigliare per errata e partite a tutte
le partite tanto che ciascheduno habbi il suo dovere. Item mi derno ordine
che le spese fatte per questa causa delli denari presi a Censo, come si è
detto a c. 166, che sono scudi 37, lire 3. E di più le mie spese si
repartisseno per una settima parte a quelli che erano debitori de' Frati,
l'anno 1629 e il rimanente si repartisseno sopra quelli che erano debitori
del Cittadella del Anno 1622, come in questo si contiene. Che così si
giudicò fusse bene per tutti". Registro cartaceo in
4°
leg. senza coperta
cc.
1-241 allegati 74/1, 174/1
|
1617
- 1657
|
216
(Vv. ss. Vico n. 27; R. 248)
[tit.
int.] P. D. B. + 1643. Libro della Comunità di Vico
Pancellorum, Vicaria del Bagno. Vico Pancellorum. 1622
Contiene un elenco di debitori per il censo ai Padri de Servi e al
Signor Diversi relativi all'anno 1643, con registrazioni fino all'anno
1651. C. 2r., "1643. In questo libro sono notati tutti quelli che
deveno per li censi de Padri de Servi e del signor Diversi; il repartimento
de' beni già presi ad alcuni debitori et altre note e dichiarationi";
c. 2v., stemma, a penna, con la dicitura "Jhesus"; c. 3r., stemma, a
penna, con la dicitura "Libertas"; c. 3v., "1643. Io Francesco di Lelio
Nobili, della famiglia de filiis Guidi Patritio di Lucca e Giudice delegato
sopra gli affari et interessi della Comunità di Vico Pancellorum, come per
decreto dell'Eccellentissimo Consiglio Generale di settembre 1642 e di marzo
1643, essendomi trasferito a Vico più volte e massime alla fine di maggio
dell'anno suddetto 1643, principalmente perché si rescotesse buona somma di
denaro da i debitori del Censo de Padri de Servi e del Signor Diversi et
havendo misso mano al Libro grosso dove sono registrati tutti li debitori di
detti Censi et altri debitori per altre cause, trovai che detto libro era
così ripieno che rendendosi confusione più non si poteva intendere e perchè
il camminare così avanti era un multiplicare il disordine, io mi elessi di
fare la fatica di formare questo libbro per tirare al netto i debitori de i
due censi suprascritti, cioè de detti Padri e del Signor Diversi, già che
per questi più frequentemente si manegiava detto libbro et in questa parte
era più confuso, lasciando per l'altri debiti della Comunità tali quali sono
notati e registrati in detto libbro grosso senza che qui sene faccia nessuna
mentione. Perciò chi vorrà capacitarsi di qualche cosa attenente a detti due
censi, cioè de detti Padri e Signor Diversi et inoltre di qualche cosa
attenente ai beni che a diversi si posero di giugno 1643 e si repartino tra
molti di detta Comunità, come per mia sentenza sotto li 24 giugno 1643,
rogata da ser Lorenzo Lupori, potrà in questo libro intieramente satisfarsi
e quanto ad altri conti e materie non sono registrate in questo, ma il tutto
resta in detto Libbro grosso. Si dichiara perciò da me che tutto quanto
contiene questo libro, da carte dui fino a carte 92, tutto è descritto per
mia propria mano con ogni fedeltà, et a ciò si deve stare, essendo stato da
me così dichiarato e sentenziato, come così dichiaro e sentenzio in ogni
meglior modo et in fede. Io Francesco de Nobili"; cc. 4r.-5v.,
"Repertorio generale di tutto quello che contiene in se questo
Libro". Registro cartaceo in 4°
piccolo
leg. tutta pergamena
cc.
1-92
|
1643
- 1651
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217
(Vv. ss. Vico n. 30; R. 250)
[tit. est.
cost.] Vico. Censi dal 1651 al 1676
[tit. int.]
Ihesus. Maria. Libro della Comunità di Vico Pancellorum, nel quale si contiene
tutti quelli che sono debitori a detto Comune per occasione di
censi
Contiene i Censi della Comunità di Vico Pancellorum relativi agli
anni 1651 - 1676. Cc. 2r.-3r., memoria di Antonio Allessi da Vitiana
sui censi pagati dalla Comunità: "Al Nome di Dio. Adì primo Agosto 1651. Si
fa nota da me Antonio Allessi da Vithiana come gl'Huomini della Comunità di
Vico, feceno venire nel lor Comune il Molto Illustre Signor Francesco Nobili
nell'Anno 1643, mandato dall'Eccellentissimo Consiglio a lor richiesta per
molte cause, al qual fecero formare e descrivere, un libro, nel quale sono
notati tutti quelli che sono Debitori per occasione di Censi al medesimo
Comune per i Reverendi Padri de Servj et del Signor Giovambattista Diversi,
Capitale et interessi annui che doveva ciascuno allora, et perché per loro
sciagura d'allora in qua, non hanno fatto, i Camarlinghi per riscuotere
detti Interessi anno per anno; salvo solo l'anno 1643 - 44 - 45 e 1646 quali
Interessi non furno ne anco finiti di riscuotere; ma fu riscosso buona soma
di denari di Capitale, come si puol vedere alle partite di quelli che
pagorno in detto libro; e come sarà dichiarato nel presente libro avanti a
foglio 3; cosa che non dovevano fare quali denari ne pagorno parte a conto
d'Interessi delli medesimi Censi e parte ne pagorno al Signor Pietro Tucci a
Conto di robbe; quali denari non si aspettavano a detto Signor Pietro perché
hanno detti Huomini un Libro a posta da riscuotere per lui. È bisognato
necessariamente formare una Bacchetta per anni nove, cominciando l'anno 1643
fine a maggio 1651 e venire alla verità di chi haveva Pagato l'interessi e
di chi non li haveva pagati, col farsi portare le ricevute e libretti de'
Camarlinghi come ancora chi haveva pagato Denari di Capitale e fare
sindicati a quelli che li havevano riscossi, come appare in questo avanti a
foglio 3 fine a foglio 6. Di più è bisognato repartire a libbre e Teste gran
quantità di lire per mancanza di Conti e dette fallite et alcune Partite che
ne era addossato il Comune per tirare al giusto il ripieno e compimento del
Capitale di detti Censi nel presente libro come appare avanti a foglio 6 e
7. Et in luogo delli denari di Capitale stati riscossi è bisognato mettere a
Capitale, nel presente libro, tante Partite d'interessi e parte delli
Debitorj del Tuccj metterli a Capitale di detti Censi; e parte ancora se ne
sono missi a Capitale di detti Censi per la parte che toccava ad alcuni del
repartimento fatto come sopra si è detto a libbre e teste. Dirò di più che i
Frati de Servj restano a havere dalla Comunità per interessi decorsi fine a
maggio 1651, scudi 219 lire 6. 10 et il Diversi resta Havere scudi 137 lire
25. Delle qual somme se ne sono veduti i Conti minutissimamente tanto dalli
lor libri quanto dalle ricevute fatte da loro. E per riscuotere e pagare
detti Interessi fu fatto un libro da me a posta di quelli che si sono
trovati restare Debitori d'interessi che non si sono missi debitori in
questo a fondo di Censi e per il repartimento fatto a libbre e teste e per
pagare me delle mie fatiche et altre spese di Prigionj come il tutto in
quello appoggiare; il qual libro comincio a riscuotere il Luogotenente
Nicolao Catrj e lasciato da me in mano sua. Le quali fatiche dette disopra
furno fatte da me Antonio in Casa di detto logotenente dal dì primo Agosto
1651 fine al di 15 del medesimo mese con la sua assistenza e di Barzante di
Paulo eletti da gli Huominj di detto Comune ad assistere meco. Dirò di
più che ciascheduno s'appaghi e s'acquieti al Debbito che ciascheduno si
troverà acceso nel presente libro perché da me fu veduto il Conto di tutti
con ogni diligenza possibile, et exortero gl'Huominj del medesimo Comune e
chi lo Governa che, nell'avvenire, non permettino mai a fare riscuotere
denari di Capitale di Censi per pagarne interessi altrimenti, sempre
s'imbroglieranno e ridurranno sempre le Partite nelli più ruvinati, ma si
bene ogn'anno far riscuotere l'Interessi a Huominj da bene da dar buon
Conto. Antonio Allessi da Vithiana, Affezionatissimo a gl'Huominj di
detto Comune et alli loro interessi di mano propria." Registro cartaceo in
4°
leg. mezza pergamena
cc.
1-74 allegati 38/1, 63/1
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1651
- 1676
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