Livello: sottoserie
Estremi cronologici: 1579-1777Consistenza: 30 unità
I pegni erano i beni sequestrati per ordine del podestà ai
debitori insolventi. Il sequestro dei pegni era effettuato dal messo della
podesteria il quale, in presenza degli stimatori, li consegnava al depositario,
ufficiale di nomina locale sottoposto al beneplacito dei Nove Conservatori109.
La carica di depositario era annuale e solitamente veniva affidata al camarlingo
della podesteria. Tra i suoi compiti vi era la conservazione dei beni
sequestrati e la tenuta del registro dei pegni sul quale annotare oggetto,
motivo e proprietario del pegno. Il camarlingo dei pegni era tenuto ad avere
cura che questi non andassero persi o non fossero scambiati con altri
1
.
Allo scadere dei termini fissati per legge i
pegni, se non venivano riscattati dai proprietari, erano venduti all'incanto.
Nel caso in cui il ricavato fosse una cifra maggiore del debito, il depositario
restituiva al proprietario del pegno la differenza, in caso contrario il
pignorato rimaneva debitore della lega.
Sui quaderni dei pegni venivano
annotati i nomi del debitore e del creditore, la somma in questione, la data,
l'elenco degli oggetti impegnati e le spese sostenute dal messo, dallo stimatore
e dal depositario. Sullo stesso registro veniva poi segnalata l'eventuale
vendita degli oggetti.
Nell'archivio di Reggello sono presenti registri dei pegni, dazzaioli,
ricevute e saldi del depositario, il quale doveva render conto al podestà di
tutti i pegni avuti in consegna durante il suo ufficio.
Sul primo registro
della serie dei saldi sono riportati i saldi per il piviere di Cascia e per
alcuni anni per quello di Pitiana, (1603-1604, 1642-1643, 1646-1648); per l'anno
1646-1647 sono annotati i saldi dei pegni relativi alla lega di Incisa e dal
1579 al 1585 quelli del comune di Leccio. Dal 1649 si ha un'unica registrazione
per tutta la podesteria denominata di Reggello.