Livello: fondo
Estremi cronologici: 1470 - 1800Consistenza: 627 unità
La lega di Cascia, composta dal piviere di Cascia, da quello di Pitiana
e dai popoli che dei pivieri facevano parte era retta da un podestà e da un consiglio
generale
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Al consiglio era affidato il compito di convocare i rettori di tutti
i popoli che componevano la lega e leggere alla loro presenza le norme dettate dagli
statuti. Prima di procedere alla votazione per l'approvazione di una proposta portata in
consiglio, il notaio della lega procedeva a verbalizzare la proposta fatta; seguiva la
votazione segreta a fave bianche o nere. Erano valide le mozioni che riscontravano il
parere favorevole dei due terzi dei componenti del consiglio, al quale dovevano essere
sempre presenti almeno tre dei consiglieri del piviere di Pitiana
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Prima del 1404 il consiglio si riuniva per
statuto nella chiesa di Sant'Agata; successivamente il luogo deputato per le adunanze fu
la casa della lega, posta nel popolo di Sant'Agata, mentre le decisioni prese in luoghi
diversi erano da considerarsi non valide
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Dallo statuto
della lega di Cascia si evince che ai popoli era garantita una certa autonomia; gli
statutari dovevano essere abitanti dei popoli dei pivieri: tre dovevano provenire dal
piviere di Cascia, due da quello di Pitiana, ed uno dal popolo di Viesca. Allo stesso
modo erano spartiti gli incarichi dei consiglieri, i quali erano così suddivisi: nove di
Cascia, cinque di Pitiana, tre dei quali dovevano sempre essere presenti perché il
consiglio potesse essere reputato valido, ed uno di Viesca
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Il gonfaloniere ed il pennoniere non potevano appartenere allo
stesso piviere
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Dal XIV secolo, ricalcando la
preesistente struttura delle leghe, il governo del contado era stato organizzato in
podesterie, distinte in diversi gradi a seconda dell'importanza. La podesteria di
Cascia, poi Cascia e Ancisa, poi Reggello
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, mantenne comunque immutata la struttura organizzativa basata sui
pivieri e sui popoli
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Soggetti produttori:
Lega di Cascia, Reggello (Firenze), 1332 -
1774