Livello: serie
Estremi cronologici: sec. XIX - XXConsistenza: 28 unità
La legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia del 1865
indicava tra le spese obbligatorie quelle per gli stipendi del segretario e degli
altri impiegati
1
. Il primo, particolareggiato, Regolamento e pianta organica degli impiegati e
salariati del comune di Vinci risale al 1905
2
, quando fu decisa una divisione del personale in
categorie
3
. I dipendenti erano assunti mediante pubblico concorso
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, nominati dal Consiglio (per
quanto riguarda il personale di segreteria, sanitario, dell'ufficio tecnico ed
insegnate) o dalla Giunta (ad essa era demandata la nomina dei salariati). Al
segretario comunale era conferito l'ufficio per un quadriennio di esperimento,
trascorso il quale avrebbe acquisito la stabilità di posizione; gli altri addetti
alla segreteria erano nominati per un biennio di prova e quindi confermati in
ufficio ogni sei anni dal Consiglio comunale. L'incarico dei salariati era invece
rinnovato di anno in anno; la ratifica avveniva almeno due mesi prima della scadenza
del termine. I dipendenti erano retribuiti alla fine di ciascun mese; era esclusa
ogni anticipazione sulla paga per qualsiasi titolo. Tutti gli impiegati di nomina
del Consiglio avevano l'obbligo d'iscriversi alle casse pensioni istituite per legge
a loro favore ed i loro stipendi erano soggetti alle ritenute nella misura stabilita
dalle leggi speciali che regolavano le rispettive casse pensioni o di
previdenza
5
. Il regolamento
organico del personale comunale fu sottoposto a modifiche nel 1913
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e nel 1915
7
. Nel
1920 la Giunta, viste le premure della Prefettura, approvò un regolamento organico
'tipo' per gli impiegati e salariati comunali, riservandosi successive modifiche per
adattarlo alle esigenze ed all'entità dei servizi municipali
8
. Secondo le nuove disposizioni, gli uffici furono
divisi in due reparti (Segreteria; Stato civile-anagrafe e Leva), i cui capi
dovevano rispondere del loro buon andamento
9
. Spettava al segretario la
tenuta del protocollo, dell'archivio riservato e della matricola degli impiegati e
salariati
10
. Qualora si fosse formato del lavoro arretrato,
imputabile a «difetto di diligenza», il personale addetto avrebbe dovuto protrarre
il suo orario fino al totale esaurimento di tutte le pratiche, senza avere diritto
ad alcun compenso straordinario. I dipendenti potevano allontanarsi dagli uffici,
chiedendo il permesso al segretario; in caso di prolungamento dell'assenza, la
richiesta doveva essere avanzata al sindaco (sino a cinque giorni) o alla
Giunta
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. Tutti gli impiegati avevano comunque diritto a trenta giorni
di ferie (soltanto venti giorni erano concessi ai salariati) ed al riposo festivo.
Gli uffici restavano chiusi le domeniche e i giorni festivi. Il 20 marzo 1925 fu
stabilito il nuovo Regolamento organico degli
impiegati e salariati del comune di Vinci che, dopo le opportune
modifiche suggerite dalla Giunta Provinciale Amministrativa
12
, rimase praticamente
inalterato sino agli anni cinquanta del Novecento
13
. L'orario di lavoro
diventava di sette ore nei giorni feriali e tre nei giorni festivi; i dipendenti
avevano dunque diritto ad un giorno di riposo settimanale, da compiersi a turno
(deciso dalla Giunta municipale). Era abbassata a diciotto anni l'età minima per
l'accesso ai concorsi (prima si poteva partecipare solo dopo aver compiuto i ventuno
anni). Gli impiegati, dopo i due anni di prova, sarebbero stati assunti a tempo
indeterminato
14
. Nella riunione dell'11 ottobre 1950, con la deliberazione
n. 83, la giunta iniziò a lamentare l'esiguo numero degli impiegati: con delibera n.
181 del 5 aprile 1954 fu deciso il riassetto degli Uffici tecnico
15
, del commercio e della pubblica sicurezza e nel 1955, con
deliberazione n. 37 l'organico fu aumentato di un posto di applicato di segreteria e
nell'adunanza del 10 marzo 1956, con deliberazione n. 75, la Giunta dispose il
riassetto dei servizi municipali e l'organizzazione interna degli
uffici.
La serie comprende i ruoli, i registri di presenza e degli stipendi
degli impiegati comunali. Vi sono anche buste di fascicoli individuali dei
dipendenti, a partire dal 1873
16
. La pratica di creare buste separate per il personale si chiuse
con il 1916; dopo di allora, sino al primo dopoguerra, gli atti furono inseriti, in
maniera disomogenea, nel carteggio
17
. Solo nel 1947 si tornarono a creare i fascicoli degli
impiegati che avevano prestato promessa solenne alla nuova
amministrazione.