Livello: serie
Estremi cronologici: secc. XVI - XXConsistenza: 22 unità
La Compagnia del Corpus Domini nacque nella collegiata per opera di «una
società di ragguardevoli persone ad oggetto di promuovere la venerazione del
Sacramento».
Il codice roncioniano n. 273 (R VII 10) contiene i «capitula
societatis venerationis sacrosancti corporis et sanguinis domini nostri Iesu
Christi, initiatae Prati, favente domino et salvatore nostro Iesu Christo, anno
salutiferae incarnationis millesimo quadringentesimo septuagésimo sexto pridie
calendas octobres» con le riforme fino al 1779; mentre il codice 274 (R VII 11) ha
«e' capitoli della compagnia della devotione del corpo di Christo della terra di
Prato, di nuovo facti del mese di giugno 1486», con le riforme del 1520 e
oltre.
Il codice roncioniano 275 (R VIII 24) è il «libro della compagnia del
Corpus Domine della pieve di Prato, nuovamenti ordinata et fatta del mese di giugno
dell'anno 1486, nel quale tutti si scriveranno li fratelli di detta società che
pagheranno ogni anno il lor doppieri et quelli che seguiteranno et honoreranno detto
Santissimo Sacramento, il quale ci doni vita ettema», e riporta i pagamenti dei
fratelli dal 1476 al 1548.
Nell'Archivio di Stato di Prato, Patrimonio
ecclesiastico., Compagnia del Corpus Domini in Cattedrale, si conservano 3 libri di
deliberazioni (1525-1783), 13 pezzi fra entrata e uscita, giornali e debitori e
creditori (1524-1785), 20 libri delle tasse dei fratelli e delle sorelle
(1525-1785), un libro di rapporti (1667-1706) e due vacchette di messe (1704-
1765).
Dopo le soppressioni leopoldine e ricciane del 1783, la confraternita
«fu ristabilita», sempre in Cattedrale, con il titolo di Compagnia del SS.
Sacramento e del sacro Cingolo di Maria SS.ma, ed ebbe l'approvazione de' propri
statuti dalla Segreteria del Regio Diritto l'8 novembre 1791.
«In questa
cappella - del SS. Sacramento in Cattedrale - evvi una compagnia detta del Corpus
Domini, quale ha per obbligo non solo di mantenere detto altare e cappella, ma
ancora è tenuta a fare tutti gli utensili necessari e mantenere torce et altro in
occasione che si porta il SS. Sacramento agl'infermi, e nella solenne processione
del Corpus Domini ella dà al Capitolo numero trenta falcóle per accendersi
all'altare maggiore dove sta esposto il Venerabile e somministra a tutto il
Capitolo, magistrati et altri in gran numero le torce per detta funzione, pagando
però ciascheduno la solita tassa, come fratelli di detta compagnia, al camarlingo
della medesima. nota come la processione del SS. Sacramento si fa anche il giorno
medesimo di detta solennità doppo il vespro, la domenica infra ottava doppo la messa
cantata e il giorno dell'ottava doppo il vespro. Per il giorno della predetta
solennità del Corpus Domini e per la domenica infra ottava, nel tempo che sta
esposto il Venerabile, servono quelle trenta falcole somministrate già dalla
Compagnia come sopra con altre che ve ne aggiunge il Capitolo; ma nel giorno
dell'ottava poi è tenuto a por tutta la cera necessaria per l'altare maggiore, in
occasione della suddetta esposizione, il signor curato prò tempore della Cattedrale,
e questo per antica consuetudine» (Archivio del Capitolo, n. 2277 cc.
3v-4).