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Eredità di Marco Roncioni

Livello: serie

Estremi cronologici: secc. XVII - XIX

Consistenza: 3 unità

Marco d'Emilio Roncioni, nobile pratese, con suo nuncupativo testamento ricevuto dal notaio Domenico Novellucci in data 20 agosto 1676, «lassò e lassa per l'amor di Dio e per l'affetto che porta alla sua cara patria, agli infrascritti giovani nobili pratesi, acciò possino portarsi virtuosamente avanti a Roma e nello spirito e nelle lettere, tutta l'entrata che averà detto signor testatore al tempo della sua morte sul Monte di pietà della città di Firenze o in qualunque altro Monte... della qual amiua entrata de' Monti si mantenga, di cinque anni in cinque anni, ogni anno in perpetuo in Roma due giovani dottori de' descendenti per linea masculina solamente dell'infrascritte famiglie di Prato, cioè descendenti del signore Adriano di Luca Roncioni, del signore Simone di Prospero Vai, del signor Giovanni al fonte Vaio di Giovanni Vai, del signor Andrea d'Alessandro Organi, del signor Girolamo di Pierfrancesco Gini, del signor Giovanni di Francesco Novellucci, del signor Lodovico d'Ascanio Bocchineri, tutti di Prato; i quali dottori e ciascuno di essi s'elegghino che abbino l'infrascritte condizioni, cioè:
Io che quelli delle sopradette famiglie non passino anni 29 compiti e quegli delle non nominate ventotto compiti; 2° abbino studiato legge canonica e civile e di esse tenuto pubblicamente conclusioni et in quella addottoratisi; 3° che devino andare a Roma, quando che già non vi fossero, e quivi esercitarsi ne' ministeri della loro professione con attendere o alla procura o alla avvocazione o vero mettersi in onorevole servitù di cardinali, prelati o altri gran personaggi; 4° che non abbino a principio benefizio che ricerchi residenza, et ottenendolo doppo, cessi ipso iure et ipso facto il sopradetto legato; 5° che le famiglie abitino per la maggior parte dell'anno attualmente in Prato, cioè nella città di Prato, e che assumino l'imborsazione et servizio con le persone loro degli ufizi et honori di Prato... In tutti gl'altri suoi beni mobili et immobili, semoventi, crediti, ragioni et azioni, suo erede universale fece, volse e di sua bocca nominò il signor Adriano di Luca Roncioni di Prato...
E morto il detto primo erede senza figlioli maschi legittimi e naturali, e mancata in tutto e per tutto linea e descendenza masculina del sopradetto erede, o vero premorto il sopradetto erede avanti il signore testatore, vuole che nella casa di sua abitazione posta in Prato, al canto detto il Borgo al Corno dietro al Duomo, insieme con le botteghe e magazzini et altre sue appartenenze succeda il signore Simone di Prospero Vai di Prato durante la sua vita naturale solamente, e doppo di esso il signor Giovanni al fonte Vaio del signor Giovanni Vai, nipote di detto signor Simone... Nel restante di sua eredità, estinta la linea masculina del signor Adriano Roncioni suddetto, e caducati i legati annuali fatti a favore di donna Olimpia Roncioni sua sorella monaca in S. Bernardo di Pisa et a favore della signora Anna Bizzochi sua consorte, intende e vuole il predetto signor testatore che del frutto si costituisca una dote in quella quantità che ascenderà il suddetto frutto del restante di detta eredità, fino alla somma di scudi cento e non più, per darsi e conseguirsi ciascun anno da ciascuna delle figliole femmine fanciulle, che saranno e nasceranno prò tempore nelle suddette sei famiglie sopra nominate...
In oltre se alli scudi cento da erogarsi nella suddetta dote annuale avanzasse di frutto nel resto della predetta sua eredità qualche somma di denaro, questa medesima fino alla quantità di scudi dieci volse e vuole che il Capitolo delli signori dignità e canonici di Prato ritenghi e appropii a se medesimo, con obbligo però di fargli celebrare un ufizio per Panima di detto signore testatore nella cattedrale di Prato nel dì dell'anniversario di sua morte...
E perché detto signore testatore spera che il detto frutto del restante di detta sua eredità deva con il tempo ascendere a detta e maggior somma di scudi centodieci, e volendo disporre del medesimo avanzo e provvedere al caso che si desse degl'anni vacanti per la mancanza delle fanciulle vocate a detta dote, et al caso che detta dote si caducasse per la morte di alcuna di dette fanciulle o altri casi simili, determinò, stabilì e volse che tutto il prefato avanzo del frutto annuale del resto di detta sua eredità, detrattone e salvi però sempre li scudi centodieci della dote et ufizio anniversario sopradetto, come desideroso del bene et avanzamento della sua città nel santo amore del signore Dio e nelle lettere, si eroghi e si eroghino, s'impieghi e s'impieghino al provvedimento e principio di una pubblica libreria da erigersi nella canonica della cattedrale di Prato o in altro luogo più comodo; e se... per il suddetto provvedimento o principio di detta pubblica libreria paresse insufficiente e scarso assegnamento, ordinò e volse che si aspettasse e sospendesse la suddetta sua disposizione per tanto tempo che si multiplicasse fino alla somma di scudi cinquecento e con detto multiplico si dessi e si dia principio, con il provvedimento o fabbrica di una bella stanza e suoi ornamenti, a detta libreria et alle prime provvisioni di libbri con proseguire nell'augumento et ingrandimento di essa...
quale stia per occasione e cominodità di publico studio di ogni sorte di arti, lettere, scienza e professione, con doversegli deputare un canonico dottore dalli infrascritti signori esecutori per amministratore e bibliotecario che abbia la cura e vigilanza di detta libbreria... Esecutori del presente suo testamento, disposizione e ultima volontà volse e vuole che fussero e sieno i sopradetti signori seniori delle, sopradette sei famiglie nominate e morti essi volse che succedessero in lor luogo i seniori sempre di dette famiglie nominate et in mancanza et estinzione di dette famiglie nominate o alcuna di esse, i seniori di quelle che in lor luogo saranno state elette o surrogate nel modo e forma come sopra prescritto.
Protettore di questa sua ultima volontà, legati e pia disposizione pregò con tutto l'affetto a degnarsi d'essere l'ill.mo monsignore vescovo di Prato prò tempore, quale supplicò et umilmente pregò che voglia con la sua autorità che gli predetti legati pii e con ogni accuratezza e dentro la disposizione della loro capacità eseguiti et adempiti, e che il tutto passi con ogni buon governo, sodisfazione della giustizia e per maggior gloria del signore Iddio» (Archivio del Capitolo, n. 93, cc. 541v-550v).


1518
Eredità Rondoni.
Atti promossi da Giuseppe Maria Gini, uno dei Seniori esecutori testamentari del Rondoni per la costruzione della pubblica libreria in Prato.
Quaderno mm. 280x200 cc. 63
1720 dicembre 30 - 1721 ottobre 21
1519
Negozio per l'apertura della pubblica libreria Roncioni.
Busta mm. 280x200 cc. non numerate
1721 gennaio 4 - 1741 gennaio 19
1520
Eredità Roncioni, Casotti, Benamati ed altre.
1. Eredità Roncioni: documenti per la collazione del posto di studio e per il legato, 1725-1742; 2. Eredità Casotti: istanze per ottenere a censo somme di denaro, 1770-1780; 3. Eredità Casotti: lettere di Giuseppe Bianchini, Giuseppe Maria Casotti, Cristofano Guizzelmi, Matteo Buonamici, Niccolò e Andrea Bizzochi, Giovambattista Migliorati, Liborio Verzoni e altri, 1739-1754; 4. Ristretto del dare e avere delle eredità Benamati, Marcovaldi, Bartolini, Nesi, Masi, Turini, Giugni, 1734-1787; 5. Eredità Benamati, Bizzochi e Leonetti: lettere di Cosimo Braccioli, Antonio dal Bo, Domenico Caetano Novellucci, Giovanni Bizzochi, Nicola Fiascaini e alcuni istrumenti pubblici, 1698-1801; 6. Eredità Bizzochi: collazione del legato e suppliche per doti, 1616-1754; 7. Eredità Leonetti: note di spese, doti assegnate, pagamenti, 1676-1783.
Busta mm. 350x250 fascc. 7
1616 - 1801