Fattoria di Cerreto Guidi

Livello: serie

Pier Francesco di Clemente di Nese Ricci da Prato (1490 circa - 1564), continuo commensale di Clemente VII, maestro e segretario e tesoriere e maggiordomo del duca Cosimo de' Medici, proposto di Prato dal 1550, ottenne dal papa Pio IV, in data 5 novembre 1563, l'annessione della pieve di Cerreto Guidi e dei relativi beni, di cui era pievano e amministratore, al Capitolo di Prato, con l'obbligo di tenervi un vicario per la cura delle anime e per il servizio divino, e annualmente di provvedere un predicatore per la quaresima, di pagare 4 ducati di lire 7 ciascuno agli operai della pieve di Cerreto Guidi, nonché di assegnare 50 ducati a dieci chierici «scolari» in servizio alla propositura di Prato, e il restante dei frutti da dividersi fra i canonici e i cappellani della propositura di Prato.
Con lettera del 13 luglio 1563 il proposto Ricci così annunciava ai canonici di Prato il suo proposito (n. 174 c. 6): «Molto rev.di vicario, canonici et Capitolo, nostri fratelli carissimi. Per Giovanni Mascagni nostro agente feci intendere al vicario messer Giovanni Ronconcelli che ordinassi per giovedì proximo, che saremo alli quindici del presente, d'invitare tutti voi miei canonici, et bissino anchor chiamati quelli si trovassino absenti nelle lor ville, per congregarvi insieme capitularmente a trattare et fare quanto con la presente vi scriviamo, che è in substanza per venire all'effecto del mio pensiero, già nutrito nel mio cuore per molti anni a honore de Dio et della chiesa, di sua eccellenza illustrissima, et a honore con qualche utilità di tutti voi altri miei fratelli canonici et carissimi cappellani, dell'unione della pieve di Cerreto Guidi a cotesta prepositura et però alla Massa del preposto, canonici et Capitolo, in qual modo et forma che voi potrete vedere et gustare quando sarà opportun tempo.
Et essendo di bisogno per tale effecto d'una vostra procura in buona forma a prestare il consenso, in quel modo che s'è di qua disteso decta procura et che 1 nostro vicario vi farà leggiere, sarete contenti, piacendovi di far chiamare ser Giuseppe Verzoni in questa volta et in questo acto a far valida decta procura, acciò ce ne possiamo servire per conclusione di tal nostro honesto pensiero, il quale se piacerà a tutti voi piacerà anchora a noi et non ci haremo da pentire se fussi rimasto imperfetto per mezzo della nostra morte; lo fo volentieri, non ricerco né pregato, ma tirato et astretto dall'amore della comun patria che a me è stata et è tanto carissima, et se bene il presente è poco al desiderio dell'animo mio, nondimeno pigliate tutto come se fossi grandissimo, per la volontà ch'io ho havuta sempre et ho promptissima di giovare a decta comun patria et a voi particolarmente tutti miei fratelli. State sani et in grazia de Dio.
Da San Donato a Calenzano, il dì 13 di luglio 1563. Il vostro preposto Pierfrancesco Riccio».
La chiesa plebana di S. Leonardo a Cerreto Guidi «è posta nella diocesi di Samminiato, anticamente di Lucca, et è in mezzo appunto del castello di Cerreto Guidi, a mezzogiorno, in un luogo eminente a guisa di poggiolo; ella è circondata per la parte di mezzogiorno e di ponente da un lungo loggiato, dalla parte di settentrione vi è il campanile con la strada che conduce a detta chiesa, e dalla parte di oriente col palazzo e giardino della reai casa dei Medici confina.
Dirimpetto a detta pieve per la parte di ponente vi è la casa dove abitano i sacerdoti che dal Capitolo, per assistere alla cura dell'anime, son tenuti e salariati» (n. 2277 c. 20v). La consistenza patrimoniale della fattoria, tanto dei beni pervenuti al Capitolo in ordine all'unione disposta da Pio IV, quanto dei beni acquistati successivamente, è descritta al Campione rosso (n. 341 cc. 152v-163, al n. 2277 cc. 20v-32 e al n. 76 cc. 2-3v).
Il fondo archivistico, oltre alle calte relative alla amministrazione economica e patrimoniale della fattoria, contiene anche gli atti relativi al governo spirituale della pieve, fra i quali vanno segnalati i libri dell'anagrafe parrocchiale dal 1563 al 1674, e gli atti relativi alla chiesa dei santi apostoli Pietro e Paolo a Stabbia, fondata nel 1783 e dotata di «arredi sacri ricevuti dal cherico Giovanni Antonio Gargalli, d'attenenza del Patrimonio ecclesiastico» di Prato, provenienti dalle note soppressioni leopoldine, e che furono in parte comprati dal Capitolo e in parte «favoriti con ordine di mons. Vescovo [ = Scipione de' Ricci] gratis» (n. 1789 fasc. 5).
Nell'Archivio di Stato di Prato, Ceppi Riuniti, Patrimonio ecclesiastico nn. 1469-1470, si trovano un giornale e un libro di entrata e uscita dei beni di Cerreto Guidi, degli anni 1637-1638.
La serie dei registri (mm. 380x270) dell'amministrazione della fattoria di Cerreto Guidi, dal n. 1877 al 1929, ha una legatura in mezza pergamena e, dal n. 1930 al 1981, in mezza tela; l'entrata e l'uscita dal n. 1983 al 2000 è affidata a dei quaderni e dal n. 2001 al 2013, a dei registri legati in mezza tela; i conti di stima e i conti correnti sono conservati da registri (mm. 385x270) legati in mezza pergamena (nn. 2014-2028) e in mezza tela (nn. 2029-2065); le fatture pagate, le note di cassa, degli operai e del magazzino (nn. 2066-2090) sono raccolte entro buste del formato di mm. 320x270.