Con l'editto del 12 settembre 1814, che approvava il Regolamento per la conclusione degli accolli
delle strade1, fu ripristinata la figura del «perito di strade» che
aveva compiti di ispezione e di controllo dei lavori effettuati e da effettuare e
che svolgeva la sua attività sotto la diretta vigilanza di due deputati scelti tra i
membri del Magistrato. Con il Regolamento delle
comunità del 16 settembre 1816, la vigilanza sulle strade
comunitative fu affidata al gonfaloniere2. Con il Motuproprio del 1 novembre 18253 fu
istituito un corpo di «ingegneri del circondario» con il compito di consulenza
tecnica in materia di lavori pubblici. Il Granducato fu diviso in trentasette
«circondari di acque e strade»4 posti sotto la direzione di
un ingegnere cui spettava il coordinamento, la consulenza e la supervisione
dell'esecuzione dei lavori di interesse comunitativo o provinciale per quanto
riguardava le strade, i ponti, gli argini di fiumi ed altro. Gli «ingegneri del
circondario» furono aboliti nel 18505 quando le
loro competenze furono assorbite dagli ingegneri comunali e provinciali. Per la
costruzione, il mantenimento ed il restauro delle strade comunitative, ci si
affidava agli «accollatari» che, inizialmente, erano direttamente scelti tra i
proprietari frontisti. Con il tempo si passò a vere e proprie gare d'appalto, rese
note da bandi pubblici6.
Nell'archivio storico comunale di Vinci sono conservati due
Campioni di accolli, in cui sono
registrati i conti relativi agli «accolli», e le carte prodotte dal servizio
tecnico.