Livello: sottoserie
Estremi cronologici: 1800 - 1864Consistenza: 45 unità
Nel 1815, con legge dell'll febbraio
1
venne stabilita, in luogo
dell'imposta sul macinato
2
, la tassa di famiglia. Si trattava di un'imposta
personale che colpiva, in vario grado, tutti i capifamiglia che percepivano un
reddito
3
, ad eccezione degli indigenti e dei miserabili. Il
contingente d'imposta, che annualmente ogni comunità doveva versare alle casse
centrali, veniva ripartito tra i residenti secondo classi di reddito determinate
per legge
4
. Il reparto, che si basava
sui precedenti ruoli delle imposte e sui documenti inviati da parroci, veniva
effettuato da deputati eletti dal Consiglio generale della comunità. Una volta
approvato dal Consiglio generale e dal Magistrato comunitativo, il reparto
veniva reso pubblico
5
. In base ad esso il cancelliere
preparava il dazzaiolo che, dopo essere stato ratificato dai deputati e dal
gonfaloniere, era affidato al camarlingo comunitativo incaricato della
riscossione della tassa
6
. Nel dazzaiolo venivano
annotati, suddivisi per popoli, i dati relativi ai contribuenti (nome, cognome e
patronimico, seguiti dalla segnalazione della professione), con indicazione
della classe di appartenenza ed i pagamenti fatti.
Nell'archivio storico comunale di Vinci, oltre ad una filza
composta da elenchi e stati anagrafici patrimoniali e professionali, redatti dai
parroci e non datati, per la formazione dei reparti della tassa di famiglia,
sono conservati, in modo frammentario, reparti e dazzaioli.