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Inventario dell'archivio antico del Comune di Prato

Tipologia: inventario analitico

a cura di Ruggero Nuti

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Pubblicazione: Prato, Comune di Prato - Archivio Storico Pratese, 1932

Descrizione fisica: pp. 256, mm. 240 x 170

Contenuti:

Della conservazione delle antiche carte municipali non molti sono i ricordi che ci sono pervenuti; ma non è da dubitarsi che, sorto il Comune1, non si sia pensato a conservarne gli atti; forse è da supporre che gli atti fossero tenuti in principio presso la Pieve di S. Stefano, come ce ne darebbe indizio un più tardo documento2.
In anni posteriori si ha notizia di uno scrigno del Comune che era nella sagrestia dei frati di S. Francesco, in cui si custodivano i principali documenti, redatti in duplice copia per garantirne la conservazione3. Bisogna scendere all'anno 1289 per trovareil primo documento in cui si parli di una camera del Comune destinata a ricevere i registri e le scritture del Podestà4.
Poco tempo dopo, nell'anno 1291, si ha un documento che accerta l'importanza cui doveva esser pervenuta la raccolta delle carte pubbliche, poiché con una provvisione del 30 dicembre si stabilisce di eleggere un apposito ufficiale ad custodiendum et salvandum acta et scripturas Comuni Prati existentia in armario dicti Comunis et que in posterum poneretur. Il detto ufficiale, che doveva essere un notaro di età non minore ai trenta anni, era obbligato con quella provvisione a far vedere e rilasciar copia degli atti a chiunque lo chiedesse, senza ricevere compenso o mercede. Soltanto per il rilascio delle copie poteva percepire un compenso di 12 denari e non più. Era inoltre obbligato a stare personalmente, in certi giorni, da terza a nona, nel luogo ove i libri e le scritture del Comune si trovavano e fare le copie, come si è detto sopra; non poteva trar fuori dalla loro sede, né permettere che altri lo facesse, nessun libro o scrittura, senza espressa licenza del Capitano. L'ufficio era per un anno, con divieto di conferimento alla stessa persona per la durata di un triennio5.
Nonostante questo provvedimento, le dispersioni e le distruzioni delle carte del Comune non mancarono. Anzi dovettero essere di una certa entità, poiché tutte le serie degli atti del XIII secolo giunsero a noi assai frammentarie e con larghe e numerose lacune6. Gaetano Guasti, in una memoria manoscritta sulla Fortezza, esistente nell'Archivio comunale moderno, scrive: «Non contando peraltro quello che sar andato perduto o disperso prima, in tempi così fortunosi e d'imperversar continuo delle fazioni, le quali si contesero il potere; basti notare come l'Archivio del Comune fu nella maggior parte distrutto quando Arrigo Dagomari e i suoi seguaci ghibellini, dato un improvviso e fierissimo assalto alla Terra, v'entrarono il 1 d'agosto del 1304 con grave danno degli emuli guelfi e appiccarono il fuoco ai pubblici documenti»7. Qualunque sia stata la portata di quel fatto d'arme e le sue conseguenze sull'Archivio, è certo che questo soffrì assai intorno a quel tempo, poiché sotto il 28 dicembre 1305 si trova che il notaro ser Naccio del fu ser Berricevuto fu eletto ad actandum et actari faciendum armarium et locum in quo morari et poni debeant omnia acta et libri Comunis Prati in terreno palatij populi ubi solitus erat wsindicus ius reddere pro Comuni, et ad reinveniendum, reactandum et custodiendum pro Comuni acta et scripturas ac libros Comunis Prati...8.
Si ricava da quanto sopra la notizia che l'Archivio pubblico si custodiva allora nel Palazzo del Popolo, ora chiamato Pretorio, in alcune stanze terrene; e siamo indotti a pensare che vi restasse finché quel Palazzo rimase sede del Podestà e insieme del Gonfaloniere e degli Otto Difensori del Comune, cioè fin verso la metà del sec. XIV9.
Un inventario fatto alla fine del secolo medesimo dà la consistenza dell'Archivio, che era notevole; ma per la mancanza di alcune carte in principio, nulla si sa della sua data precisa, di chi ne fu l'estensore e quale fu il locale che serviva ad accoglierlo. Da un atto di presa di possesso del Gonfaloniere e degli Otto Difensori, dell'anno 1366, si deduce che questi magistrati erano già passati a risiedere nel Palazzo che tuttora ospita il Municipio. In questo fu trasferito anche l'Archivio, e lì lo vide e lo riordinò più tardi il Casotti10.
Lo statuto del 1505, alla rubr. 85 della parte terza, prescriveva che il Podestà, tre giorni avanti la scadenza del suo ufficio, consegnasse al camarlingo del Comune tutti i libri e gli atti della curia; ma tratta più specialmente della conservazione delle scritture pubbliche sotto la rubr. 29 della parte 4a. In essa si fa obbligo al Gonfaloniere e agli Otto Difensori di eleggere quattro cittadini a ricercare gli atti, i libri e le scritture di pertinenza del Comune in qualsiasi luogo fossero, e trovati farli riporre nella camera del Comune, dove debbono stare di continuo sotto chiave. Gli stessi quattro cittadini dovevano, insieme al Cancelliere, riordinare le dette scritture e farne un inventario in doppia copia, una da tenersi dal cancelliere e da registrarsi nel libro della cancelleria e l'altra presso l'Archivio per essere consegnata via via al custode di esso11. Ma di lì a pochi anni il funesto sacco fece perire molti pubblici documenti12.
Dopo quel triste evento arrisero all'Archivio tempi meno infelici per merito delle severe disposizioni dello statuto del 1505 e per la cura dei magistrati comunali. Ma alla sua buona conservazione giovò anche il rinato amore agli studi storici e la brama d'indagare le antiche vicende di Prato.
Primo fra gli eruditi nostri che consultasse gli atti dell'Archivio comunale appare Alessandro Guardini, dottore in medicina, il quale, nell'anno 1557, d'ordine di Cosimo de' Medici, messe insieme tutti i documenti della Comunità «che per l'antichità e mala custodia erano iti per la mala via»13.
Che il Guardini vedesse le carte dell'Archivio è cosa provata dalle molte annotazioni da lui fatte nel margine delle Consulte e dei Diurni, ma fin dove si estendesse il suo riordinamento non può dirsi con sicurezza. Certo è che molte filze, per la scrittura dei titoli, hanno tutto l'aspetto di essere state formate verso la metà del sec. XVI. Comunque sia, l'opera del Guardini non fu inutile alla buona conservazione dell'Archivio, e fu anzi di qualche valore per la storiografia locale, che da lui ebbe nuovo impulso, mercè le ricerche fatte per la compilazione di una storia di Prato14.
Più tardi Giovanni Miniati dava alle stampe una Narrazione e disegno della terra di Prato, per la quale opera non è azzardato supporre che si servisse in parte degli atti pubblici15.
Indice degli studi e delle ricerche di altri pratesi sono la Selva di memorie, che tuttora trovasi manoscritta nell'Archivio del Capitolo di Prato, la quale è un repertorio di notizie ricavate dalle scritture dell'Archivio comunale da Girolamo Palli nell'anno 1693, e le memorie tratte dai Diurni da Francesco Sacchi nel secolo successivo, trascritte nel ms. Roncioniano 13716.
In quel tempo l'Archivio era posto in un locale allato al Salone, chiamato l'udienza vecchia. Da una provvisione del 5 giugno 1655 appare che il locale non godesse di buona luce, sicché si stabilì di dividere l'udienza medesima e farne due stanze, una per l'Archivio pubblico e l'altra per una cappellina per potervi dir messa quando il bisogno lo richiedesse17.
Una lettera dei Signori Nove del dì 12 luglio 1711 indirizzata al Cancelliere del Comune diede motivo al riordinamento dell'Archivio. In essa si dice essere pervenuti ai Signori Nove «diversi ricorsi che si permetta» che alcuni «vadino liberamente nell'Archivio» del Comune senza l'assistenza del Cancelliere; il quale deve procurare per l'avvenire «di essere un po' più cauto a dare simile facoltà, perché nascendo sconcerti ne deve poi rendere strettissimo conto»18. Dopo sette giorni gli Otto e il Gonfaloniere deputarono Vannozzo Buonamici e Giuseppe Casotti «per ridurre in buon ordine quelle scritture che si trovano nell'Archivio a mezzo il Salone sciolte, e confuse perché non ne abbia da perire qualcuna, e così in evento resultarne pregiudizio al Pubblico e al Privato»19.
L'opera dei riordinatori fu di grande giovamento all'Archivio. Specialmente il Casotti vi si prodigò con attività ed intelligenza non comuni. Questo erudito, del quale si hanno in Roncioniana molti manoscritti di spogli, era fratello del noto letterato Giovan Battista. Entrambi per naturale genio dedicarono tanta parte della loro vita alla ricerca e allo studio delle fonti storiche pratesi, sì da essere additati come benemeriti della storiografia locale. Giuseppe Casotti riunì le sparse membra dell'Archivio comunale, formando filze su filze, datando frammenti, sistemando insomma in modo lodevole le Consulte, i Diurni, gli atti Civili e Criminali ed altre collezioni varie, da tramutare un ammasso di carte sciolte in un'ordinata raccolta di atti20.
Vari anni più tardi un altro erudito pratese, Amadio Baldanzi, frugò nelle carte dell'Archivio, sulle quali lasciò copiose annotazioni, e ne fece qualche nuovo ordinamento. Trovatosi al tempo della costituzione del Diplomatico fiorentino, avvenuta per l'editto di Pietro Leopoldo del 24 dicembre 1778, trascrisse in un registro le pergamene che il Comune possedeva, le quali furono inviate a Firenze21.
Un nuovo ordinamento dell'Archivio fu fatto nell'anno 1853; ma sopravvenute le riforme dei Comuni del 1859 e del 1865, esso si palesò insufficiente e vizioso. Fu allora necessaria una revisione dell'inventario, cui si accinse nell'anno 1869 il Dottor Giuseppe Badiani, Segretario del Comune, durando cinque anni nel lavoro22.
L'opera del Badiani in riguardo all'Archivio merita una particolare segnalazione di lode, perché per essa l'Archivio ebbe un vero ordinamento razionale ed esatto. Degli atti più notevoli (Statuti, Consulte e Diurni, Filze di cancelleria, Corporazioni delle Arti, ecc.) egli aveva in animo di compilare un inventario scientifico, secondo i criteri moderni; e ci restano le sue schede, le quali gentilmente ci furono favorite dal figlio suo Avv. Angiolo, e che qui integralmente pubblichiamo, aggiungendovi quelle da noi fatte per gli altri atti. Forse il Badiani troncò il suo lavoro, perché non ebbe il desiderato incoraggiamento da chi aveva il dovere di darlo. Modestissimo e restio a far parlare di sé, nascose quelle carte fra le sue cose più care; ed ora che, riprendendo la sua opera, si può completarla e renderla pubblica, è per noi grato dovere rammentarne le molte benemerenze23.
Un nuovo inventario per la parte antica, fino cioè al 1865, ebbe incarico di compilare il Not. Ubaldo Franchi nel 1899. Questo è l'inventario fin qui usato; è un indice molto sommario e privo di qualunque indicazione analitica.
Dal 1914 la parte antica dell'Archivio ha sede nel Palazzo Pretorio. Nell'anno 1927 vi furono aggiunti gli Archivi delle soppresse Podesterie e Preture di Carmignano e di Mercatale di Vernio, dati in consegna dal Ministero della Giustizia.
In occasione del ricevimento di questi Archivi constatammo la necessità di rivedere l'inventario di quello del Comune, per renderne più sicura la conservazione e più agevole la ricerca degli atti. Il nostro voto fu ben accetto, ed a noi fu dato l'incarico di compilare un nuovo inventario secondo le moderne esigenze degli studi storici.
I criteri principali che seguimmo nel nostro lavoro sono questi: lasciare com'era la collocazione materiale dei registri e delle filze, con la numerazione che avevano24, per risparmio di spese e di tempo; raggruppare le carte per enti e per materia, formando varie divisioni secondo l'argomento e la natura delle medesime, sulla scorta dell'inventario Badiani del 1875. Il lavoro durò dall'aprile 1928 al luglio del 1931. In questo periodo esaminammo una per una le filze e i registri, rettificammo i titoli laddove erano errati o incompleti, indicammo di ogni filza le varie parti che le compongono, poiché spesso una filza contiene atti svariati e di anni diversi che bisognava indicare chiaramente; abbiamo pure inventariato numerosi atti lasciati fin qui in abbandono e non registrati nei precedenti inventari25.
Presentato il nostro lavoro al Podestà Dott. Diego Sanesi, questi ha giustamente pensato di giovare all'incremento degli studi storici col darne alle stampe le parti principali per esteso e in riassunto quelle di minore importanza o più moderne, assicurando così sempre meglio la conservazione di questo prezioso Archivio e diffondendone maggiormente la conoscenza.
Nel chiudere queste brevi note, in cui abbiamo cercato di riassumere le vicende principali dell'antico Archivio del Comune, noi vogliamo esprimere un pubblico plauso al Dottor Diego Sanesi, Podestà di Prato, per la sua feconda opera di tutelatore delle patrie memorie.

Prato, 1° marzo 1932 - Anno X.

Ruggero Nuti

Per la storia generale di Prato e del suo Comune, oltre alle opere citate, vedansi: Calendario pratese, pubblicato in Prato negli anni 1846-1851 e poi nel 1861; Guasti C., Opere, Prato, 1894-98; Caggese R., Un Comune libero alle porte di Firenze nel sec. XIII, Firenze, 1905; Giani G., Prato e la sua Fortezza, Prato, 1908; Davidsohn, Storia di Firenze, 1909; Nicastro S., Sulla storia di Prato dalle origini alla metà del sec. XIX, Prato, 1916; Archivio Storico Pratese, periodico trimestrale, fondato da Giulio Giani: è in pubblicazione l'anno X (1932); Guida degli Archivi e delle Biblioteche d'Italia, Prato, a cura di Renato Piattoli, Roma 1932.



Il volume edito nel 1932 non aveva un indice dei fondi. Negli anni 1994-1995, quando Maurizio Acciai e Orazio Miceli realizzarono l'integrazione all'inventario originale del Nuti di cui si dà conto sotto, venne elaborato anche un Indice iniziale che, oltre a riportare tutte le partizioni interne introdotte dal Nuti, per alcune delle serie più rilevanti relative al Comune di Prato scendeva nel dettaglio di singole unità archivistiche o di gruppi di unità. Si è ritenuto di qualche utilità riprodurre anche questa vista alternativa dell'insieme documentario, riportandola in forma testuale all'interno del presente indice. Pertanto, nella sezione relativa al fondo Comune di Prato, a fianco delle voci d'indice e al posto dei riferimenti originali alle pagine dell'inventario cartaceo sono stati specificati i numeri di corda attuali delle unità, onde consentire comunque di individuarle nei complessi archivistici di riferimento, raggiungibili mediante i link posti all'inizio di ogni serie/sottoserie. [Ilaria Pagliai]

Comune di Prato

Statuti

Statuti, Costituti, ordinamenti, ecc. (1260-1380) = nn. 1-2

Minute di riforme e altro (1496-XVII) = n. 3

Riforme et ordini (1285-1297) = n. 4

Statuti (1330-1454) = n. 5

Statuti e riforme (1350-1472) = n. 6

Nuova riforma degli uffici del Comune e dei Luoghi Pii (1461) = n. 7

Ordini perpetui della Comunità di Prato (1496-1543) = n. 8

Riforme della Comunità (1398) = n. 9

Nuovo Statuto sugli uffici del Comune e dei Luoghi Pii (1503-1504) = n. 10

Leggi Municipali o Statuti (1505-1753) = n. 11

Leggi Municipali o Statuti (1505) = n. 12

Statuto (1505) (copia del XVII sec.) = n. 13

Statuto (1508) = n. 14

Statuto (1513-1515) = n. 15

Statuto (1516) = n. 16

Statuto (1522) = n. 17

Statuto con dieci capitoli concernenti il Monte di Pietà (1527) = n. 18

Statuto (1532) = n. 19

Statuto (1537) = n. 20

Statuto sugli Uffici del Comune (1553) (Riforma fondamentale valida fino al 1865) = n. 21

Capitoli di riforma (1559) = n. 22

Capitoli di riforma (1564) = n. 23

Capitoli di riforma (1573) = n. 24

Cinque riforme (1579-1599) = n. 25

Nuovi capitoli (1599) = n. 26

Riforma (1624) = n. 27

Riforme Veglianti (1628-1684) = n. 28

Riforme Veglianti (1689-1719) = n. 29

Addizioni alle riforme (1729-1769) = n. 30

Statuti (frammenti) (XII-XIV) = n. 31

Statuti (frammenti) (XIII-XIV) = n. 32



Capitoli

Libro di confini (XV sec.) = n. 33

Privilegi dei Pratesi (1524-1764) = n. 34

Lettere, privilegi, testamenti e donazioni (1283-1286) = n. 35

Contratti ed altro del Comune (1313-1351) = n. 36

Contratti (1317-1321) = n. 37

Contratti (frammenti) (sec. XIV-XVI) = n. 38

Contratti diversi (1634-1851) = n. 39

Contratti diversi (1808-1851) = n. 40

Obbligazioni apud acta (1772-1830) = nn. 41-43

Benefattori della comunità. Testamenti ed altro di vari tempi = n. 44

Benefattori della comunità. Istrumenti del notaio Alessandro Benamati e atti di tempi successivi. (1552-1885) = n. 45

Frammenti di diurni (Sacro Cingolo) (sec. XIV) = n. 46

Atti Ostensione Sacro Cingolo (1798-1830) = n. 47

Atti Ostensione Sacro Cingolo (1830-1856) = n. 48

Atti Ostensione Sacro Cingolo (1856-1873) = n. 49

Atti Ostensione Sacro Cingolo (1874-1899) = n. 50

Documenti relativi al titolo di Città alla terra di Prato (1625) = n. 51

Distinzione della terra di Prato....in otto porte e....nota delle strade (1554) = n. 52

Processi e pianta in causa Cavalciotto (sec. XVII) = n. 53



Consulte

Consulte (1256-1418) = n. 54

Consulte (frammenti) (sec. XIII-XV) = n. 55



Diurni

Diurni (cioè libri delle provvisioni, decreti, riforme, istruzioni, ordini, ambasc., bandi, lettere, elezioni di ufficiali, pagamenti, ecc. del Comune) non hanno repertorio fino al numero vecchio 341 (1278-XVI) = n. 56

Diurnini (1267-1294) = n. 57

Diurnini (1294-1300) = n. 58

Diurnini (1301-1304) = n. 59

Diurnini (1304-1305) = n. 60

Diurnini (1306-1311) = n. 61

Diurnini (1315-1322) = n. 62

Diurnini (1322-1344) = n. 63

Diurnini (1346-1358) = n. 64

Diurnini (1359-1365) = n. 65

Diurnini (1365-1371) = n. 66

Diurnini (1371-1380) = n. 67

Diurnini (1381-1389) = n. 68

Diurnini e Diurni (1382-1807) = nn. 69-300

Decreti e Deliberazioni della Mairie (1808-1814) = nn. 301-304

Deliberazioni - dei Ceppi, dell'Ospedale Misericordia e Dolce, del Monte di Pietà, del Collegio Cicognini, del Tiratoio (1814-1816) = nn. 305-310

Deliberazioni e Partiti del Consiglio Comunale (1814-1865) = nn. 311-451



Uffici, sindacati e tratte

Uffici, Sindacati e tratte (1303-1864) = nn. 452-539



Lettere e filze di Cancelleria

Lettere, privilegi, testamenti, suppliche (1278-1784) = nn. 540-570

Filze di cancelleria, lettere, negozi, affari (XVI-XIX) = nn. 571-829

Registri e Copialettere (1815-1872) = nn. 830-872



Atti di finanza

Camarlingo generale

Entrate e uscite, ecc. (1289-1864) = nn. 873-1338



Provveditori - Stanziamenti - Apparecchio

Manutenzione palazzi comunali, strade, porte, mura, inventari arredi comunali, ecc. (1434-1806) = nn. 1339-1764



Tassa del macinato - Imposizioni e collette

Tassa del macinato - Imposizioni e collette (1674-1883) = nn. 1765-2430



Libra

Libra (1287-1698) = nn. 2431-2548



Taglie e prede del Sacco

[sottoserie senza denominazione]

Taglie e prede del Sacco (1512-1690) = n. 2549-2553



Sovvenzione per la guerra di Siena

Sovvenzioni per la guerra di Siena (1554) = nn. 2554-2555



Poderi e nomi dei proprietari per le imposizioni sulla Strada Pistoiese

Poderi e nomi dei proprietari per le imposizioni sulla Strada Pistoiese (1771-1775) = n. 2556



Beni esenti

Beni esenti (sec. XVI) = nn. 2557-2564



Dazzaioli

Dazzaiolo (1777-1864) = nn. 2565-2801



Gabelle

Gabelle (1313-1866) = nn. 2802-2850



Deliberazioni degli Otto sopra l'esenzione in seguito al Sacco - Causa della Comunità col Monte delle Graticole

Deliberazioni degli Otto sopra l'esenzione in seguito al Sacco (1536-1539) = n. 2851

Causa della Comunità col Monte delle Graticole (1543-1717) = n. 2852



Estimo

Estimo (1293-1471) = nn. 2853-2875





Edilizia

Edilizia (case, strade, ponti, fonti e lastrici) (XVI-XVIII) = nn. 2876-2963



Stato civile

Stato Civile (1482-1864) = nn. 2964-3220



Fortificazioni e milizie

Fortificazioni e milizie (1537-1869) = nn. 3221-3367



Bandi e leggi

Bandi e Leggi (1596-1874) = nn. 3368-3579



Collette

Collette (1854-1859) = nn. 3580-3587



Inventari

Inventari (1295-1894) = nn. 3587bis-3618



Magistrature speciali

Soprastanti e Buonomini delle Stinche - Carceri

Soprastanti e Buonomini delle Stinche - Carceri (1328-1865) = nn. 3619-3632



Distributori del sale

Distributori del sale (sec. XIV-XIX) = nn. 3633-3697



Canova

Canova (1431-1765) = nn. 3698-3743



Magistrato di grascia

Magistrato di grascia (con mercuriali e bollettini dei prezzi) (1546-1885) = nn. 3744-4041



Ufficiali di sanità

Ufficiali di sanità (1525-1855) = nn. 4042-4052



Giunta di statistica

Giunta di statistica (1862-1865) = n. 4053





Atti giudiziari

Atti civili e criminali - Danno dato - Ribelli - Paci e tregue

Giudice di pace - Tribunale di commercio - Atti di polizia

Corporazioni delle arti

Arte della Pietra

Arte dei Calzolai

Arte dei Legnaioli

Arte dei Giudici e Notari

Arte dei Fabbri

Arte dei Pizzicagnoli

Arte dei Rigattieri

Arti diverse

Arte dei Vaiai e Cuoiai

Arte della Lana

Provveditore dell'Arte e Tiratoio

Opere di chiese, conventi, compagnie

Opera della Madonna della Pietà

Opera della Madonna delle Carceri

Chiesa di S. Domenico

Opera di S. Pietro e S. Macario a Figline

Opera di S. Pietro a Galciana

Opera di S. Giorgio a Castelnuovo

Opera di S. Pietro Aiolo

Opera della Pieve di S. Giusto

Opera di S. Andrea Aiolo

Opera di S. Silvestro a Tobbiana

Opera di S. Biagio a Casale

Opera di S. Martino a Gonfienti

Opera di S. Martino a Vergaio

Opera della Madonna del Soccorso

Opera del Sacro Cingolo

Propositura di S. Stefano, poi Cattedrale

Enti diversi

Istituti pii e d'istruzione

Atti diversi

Contado di Prato

Statuti e Riforme

Deliberazioni

Mallevadorie, Riscontri e Saldi

Podesterie - Preture

Vicariato di Prato

Atti civili

Atti civili al tempo del vicario Cercignani

Cause civili

Processi criminali

Sussidiarie

Esecutivo privato e pubblico, gravamenti e casseposte

Decreti pettorali e giornali d'udienza

Disdette

Esecuzioni, intimazioni, opposizioni

Interdetti

Tutele e curatele

Capirotti

Imposizioni di fiumi

Referti di furti e di incendi, di ferimenti, di robe trovate e atti di polizia giudiziaria

Giornaletti dei cursori

Leggi e bandi

Carteggio, circolari e ordini diversi

Registri generali del movimento dei carcerati e dei detenuti nelle carceri

Podesteria poi Pretura di Carmignano

Atti dei podestà

Fidecommessi

Atti dei pretori

Atti diversi

Podesteria poi Pretura di Mercatale di Vernio

Atti e processi civili

Esecutivo privato

Gravamento pubblico e privato

Casseposte del pubblico

Opposizioni

Decreti pettorali

Giornali di udienza

Giornaletti dei cursori

Miscellanee e sussidiarie

Tutele e curatele

Atti diversi

Miscellanee



Note: L'inventario che qui si pubblica contiene, in una sorta di esplosione della versione originale data alle stampe nel 1938, la elencazione dettagliata di diversi gruppi di unità documentarie che da Ruggero Nuti erano state presentate in forma aggregata. Tale ampliamento del livello di descrizione fu realizzato, per la maggior parte, negli anni 1994-1995 da Maurizio Acciai e Orazio Miceli, mentre nel 2016 gli archivisti di Scripta Manent lo hanno completato estendendolo all'ultimo gruppo di documenti che era rimasto non elencato analiticamente, quello denomimato "Podesterie - Preture". Nella sotto riportata Avvertenza che Diana Toccafondi, allora Direttrice dell'Archivio di Stato di Prato, scrisse nel 1995 sulla copia dell'Inventario del Nuti che ancora funge da strumento di consultazione in Sala di studio, vengono chiariti vari aspetti del lavoro effettuato in quell'occasione sulla versione cartacea dell'Inventario, la cui impostazione è stata mantenuta anche nel più recente intervento.
La forma che si è scelto per la pubblicazione in AST è quella di riportare fedelmente le schede unità realizzate dal Nuti, e al loro interno gli elenchi di dettaglio in un formatto tabellare dove le sigle [MA e OM] (per riferirsi all'intervento Acciai-Miceli) o [SM] (per riferirsi all'intervento Scripta Manent) avvertono trattarsi di integrazioni alla stesura originale. Allo stesso modo, nel trasferire in AST le note alla documentazione che risultano apposte sul volume posteriormente alla pubblicazione, si è sempre indicato, con le sigle [RN] (per Ruggero Nuti) o [MA e OM] (per Acciai e Miceli) da chi sia stata effettuata l'annotazione.
La segnatura attuale delle unità (in neretto) riporta i nuovi numeri apposti, rispettivamente, da Acciai e Miceli nel 1994-1995 e da Scripta Manent nel 2016, mentre la numerazione precedente, conservata dal Nuti senza modifiche, è riportata tra parentesi come antica segnatura.
Le datazioni delle unità sono ricavate dalle descrizioni delle stesse. I titoli e/o le trascrizioni dai frontespizi, solo saltuariamente dichiarati o contrassegnati graficamente come tali nell'inventario, sono stati per lo più desunti anch'essi dalle descrizioni delle unità o, raramente, dalle denominazioni delle serie, con l'accortezza di considerare originali solamente quelli che mostrano con evidenza tale connotazione e nelle parti che appaiono linguisticamente coeve all'unità archivistica; si è prestata comunque attenzione alla coerenza sintattica delle espressioni e al rispetto dell'aspetto grafico e di significato delle schede descrittive del Nuti, nell'ottica di favorire quanto più la consultazione, ma in relazione anche al fatto che il Nuti afferma di aver pubblicato integralmente le schede composte da Giuseppe Badiani tra il 1869 e il 1874, integrandole con le proprie, e che il condizionamento attuale di molte unità archivistiche è il risultato di un intervento archivistico realizzato da Giuseppe Casotti nella prima metà del Settecento.
[Ilaria Pagliai, 2016]

Avvertenza
Il presente Inventario consiste nella fotoriproduzione dell'Inventario dell'archivio antico del Comune a cura di Ruggero Nuti, integrata con la descrizione analitica delle serie che in quell'Inventario erano descritte sommariamente solo con i numeri e le date estreme. Tale integrazione è stata effettuata da Maurizio Acciai e Orazio Miceli tra il 1994 e il 1995. Essa viene indicata con una nota in corrispondenza dei numeri cui si riferisce, che rimanda alle pagine in cui si trovano gli elenchi analitici. Queste nuove pagine sono state inserite nel corpo dell'Inventario e numerate in modo da non alterare la numerazione originale. Nel caso degli "Atti giudiziari", si è proceduto ad una descrizione completa delle serie, anche avvalendosi dell'Inventario redatto tra il 1869 e il 1874 da Giuseppe Badiani (v. alle pp. 180.1 - 180.74).
Nel corso del lavoro, i curatori hanno effettuato anche una revisione del fondo che ha permesso di indicare, con note asteriscate a piè di pagina, eventuali mancanze, aggiunte o spostamenti avvenuti successivamente alla pubblicazione dell'Inventario a stampa. L'Inventario è stato corredato di un Indice iniziale (pp. I-VII) che mancava nel volume edito. Le segnature archivistiche attualmente valide, riportate a macchina accanto alla vecchia numerazione a stampa, sono state evidenziate.
Prato, 24 maggio 1995
Diana Toccafondi

Codifica:
Ilaria Pagliai, gennaio-marzo 2015
Ilaria Pagliai, gennaio-febbraio 2016
Paolo Santoboni, revisione, marzo 2016