Le più antiche carceri di cui si ha memoria erano nella torre e casa di
Caccia di Giannicone, in porta Tiezi, per le quali il Comune pagava un fitto ai
proprietari (Consulte, 1275, c.
12t), e furono chiamate la
Pagliazza. Nel 1293 fu acquistata la casa degli eredi di
Rodolfo di mess. Drudolo e adattata a prigione (Diurno 273). Questo luogo è celebre nella storia pratese
per le prodigiose manifestazioni della Vergine dipinta sopra una finestra
(luglio 1484) e per la chiesa che vi sorse e prese il nome di Madonna delle
Carceri. L'ultima sede delle prigioni fu ed è tuttora dietro il Palazzo
Pretorio, tra la chiesa di San Donato e il Porcellatico, della cui costruzione
si tratta nel Diurno 328.
Della pietosa usanza di liberare alcuni carcerati per la Pasqua di
Resurrezione fa menzione una riforma statutaria del 1297 (Statuti, n. 6); in quel giorno i prescelti
erano offerti nella Pieve, quando si celebrava la messa, in onore
dell'onnipotente Iddio, della Vergine Maria e di S. Stefano, e quindi rilasciati
in libertà (Durno 277, c.
42t).