Livello: serie
Estremi cronologici: 1765 - 1776Consistenza: 7 unità
Con il bando del 9 settembre 1751
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si impose una tassa su tutti i poderi e terre del
Granducato da dividersi in parti uguali fra i proprietari e i "lavoratori mezzaioli
o livellari o Attuari". La tassa doveva avere carattere straordinario per supplire
alle spese sostenute per debellare la peste bovina che aveva imperversato nelle
campagne toscane. Per rendere più celere l'esazione si ritenne inopportuno e troppo
gravoso ricorrere al macchinoso sistema delle "portate" e fu deciso di rifarsi ai
dati delle rendite già definite "ne' dazzaioli sui quali s'esigevano l'antiche
collette da' lavoratori". Praticamente i poderi furono suddivisi in 6 classi secondo
la loro presunta rendita e tassati con una cifra fissa. Ai cancellieri e camarlinghi
comunitativi spettavano le incombenze utili a riscuotere la tassa (reparti,
dazzaioli) e a versarne il ricavato nella cassa dei Signori Nove. Non essendo
estinte le spese per la sanità che avevano promosso la tassa nel 1751, essa fu
nuovamente confermata per due anni con bando 22 gennaio 1765
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, che ripropose tutte le disposizioni precedenti. La tassa, per
diversi motivi, fu ulteriormente prorogata con motuproprio 14 giugno 1767, con
circolare dei Signori Nove del 14 giugno 1769
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La legge 25 maggio 1774
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, istituendo la cosiddetta tassa di redenzione, abolì tutte
le precedenti imposte fondiarie fra cui la tassa sui poderi o prediale, ma di nuovo
il motuproprio 17 aprile 1775
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la prorogò per altri due anni. L'esazione della tassa terminò quindi
definitivamente nel 1777.