Livello: serie
Estremi cronologici: 1678-1808Consistenza: 157 unità
La tassa del macinato fu istituita nel 1678
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in sostituzione
dell'antica gabella delle farine con la quale fin dal 1552 si intendeva far fronte
alle spese militari del Granducato
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. L'imposizione, che
inizialmente i mugnai riscuotevano solo dai produttori di grano, fu trasformata in
una vera e propria tassa personale : tutti i cittadini, a seconda delle proprie
condizioni economiche, erano assoggettati al pagamento di questa imposta. H
meccanismo che ne regolava l'esazione venne fissato con successive disposizioni
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e, dato che la tassa rivestiva una grande importanza per le casse
dello Stato, fu sottoposto a rigidi controlli e il cancelliere comunitativo fu
ritenuto il responsabile principale di ogni operazione. Ogni capofamiglia aveva
l'obbligo di denunciare il numero dei componenti del suo nucleo familiare, fornendo
il nome e l'età ai messi della comunità che successivamente preparavano i "Riscontri
delle bocche". In base a questi registri, divisi popolo per popolo e famiglia per
famiglia, veri e propri censimenti della popolazione, i deputati, di solito in
numero di 4, procedevano alla suddivisione dei cittadini in classi e
all'assegnazione della tassa dovuta, così come appare sui "Reparti"
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. Naturalmente per chi avesse omesso di produrre la denuncia oppure
l'avesse fatta falsa, erano riservate salate pene pecuniarie. I deputati, di solito
in numero di quattro, erano estratti dalle borse, ed avevano il compito anche di
esaminare i ricorsi dei cittadini, eventualmente di diminuirne la tassa e di
eleggere il camarlingo che doveva provvedere alla riscossione. Le loro decisioni
erano verbalizzate su appositi registri (Deliberazioni dei deputati della tassa del
macinato). Finalmente il cancelliere preparava il "Dazzaiolo" , su cui il camarlingo
annotava la data dell'avvenuto pagamento, suddividendo il territorio nelle seguenti
parti : Santa Croce di dentro, Piano di Santa Croce, Piano di là d'Arno e Gusciana,
Staffoli, Orentano. Terminata la riscossione e "saldato", cioè approvato, 1' operato
del camarlingo, il denaro veniva inviato all'Ufficio delle farine di Firenze. Con le
riforme leopoldine furono apportate alcune modifiche a questo complicato sistema :
innanzitutto nel 1763
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fu abolita la distinzione
tra cancelleria comunitativa e cancelleria della tassa del macinato che in alcune
località si era venuta a creare; nel 1777 l'anno finanziario che andava dal 1 giugno
al 31 maggio successivo fu abolito e sostituito con l'anno solare ; infine nel 1789
furono aboliti i deputati i camarlinghi e i messi, delegando l'amministrazione della
tassa alle magistrature comunitative. Queste ultime disposizioni però ebbero breve
durata perché le nuove comunità non erano in grado di governare l'intero sistema,
quindi con l'editto del 18 giugno 1802 si tornò ad affidare l'amministrazione della
tassa ai cancellieri comunitativi
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. Gli atti relativi all'amministrazione di questa tassa
conservati nell'archivio di Santa Croce costituiscono una documentazione ricca e
interessante in materia. Si comincia con 12 registri di "Riscontri delle bocche" dal
1701 al 1799, per passare ai 5 registri di "deliberazioni dei Deputati" (1678-1792)
e ai 30 "Reparti" che coprono tutto l'arco di tempo dell'applicazione della tassa
(1678- 1808). Questi atti sono particolarmente interessanti perché forniscono
notizie anche di carattere demografico, sociale ed economico. Molto ricca è poi la
serie dei "Dazzaioli" che conta bel 103 unità archivistiche dal 1680 al 1808. Infine
le serie dei "Saldi dei camarlinghi" (4 pezzi dal 1699 al 1807) e delle "Condanne e
assoluzioni per omesse denunce" (3 pezzi dal 1864 al 1743) completano la
documentazione sulla tassa del macinato.