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Inventario dell'archivio della Curia diocesana di Prato

Tipologia: inventario analitico

a cura di Laura Bandini , Renzo Fantappiè

patrocinio:

Pubblicazione: Roma, Ministero per i beni e le attività culturali. Ufficio centrale per i beni archivistici, 1999

Descrizione fisica: pp. 450, mm. 240 x 170

Collezione: Pubblicazioni degli Archivi di Stato - Strumenti, CXXXVIII

Numeri: ISBN - 88-7125-150-4

Contenuti:

Con la pubblicazione dell'Inventario dell'archivio della Curia diocesana di Prato, curato da Laura Bandini e Renzo Fantappiè, si riprende da parte dell'Ufficio centrale per i beni archivistici, una tradizione di pubblicazione di inventari di archivi ecclesiastici, fermo da molti anni a quello dell'Arcidiocesi di Siena (a cura di Giuliano Catoni e Sonia Fineschi nel 1970). In un clima archivistico che nel frattempo è assai cambiato, e si è aperto alle feconde sollecitazioni della sperimentazione informatica, è bene conservare uno spazio all'antica e sicura strada della pubblicazione a stampa, che è quella che permette ancora di proporsi ad una larga fascia di utenti i quali, pur apprezzando le possibilità offerte dal rapido accesso alle informazioni garantito dalle reti telematiche, seguono con interesse la messa a disposizione di strumenti di consultazione tradizionali, che, dotati tutti ormai di approfonditi saggi introduttivi, permettono di orientare la ricerca secondo i più vari e diversi percorsi personali.
La pubblicazione dell'inventario della Curia diocesana di Prato costituisce inoltre la naturale prosecuzione di un progetto editoriale iniziato nel 1990 con l'edizione del primo volume della Guida degli Archivi diocesani d'Italia con il quale si è voluto inaugurare una nuova stagione di collaborazione tra Uffici statali e gerarchie ecclesiastiche nella condivisa consapevolezza di dover ormai lavorare con progetti comuni per la salvaguardia del patrimonio documentario prodotto dalla Chiesa e dai suoi Uffici; un patrimonio che appartiene alla memoria storica del nostro paese e che è definito in un recente documento della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa far parte, pur nella sua dovuta autonomia, del «patrimonio nazionale».
Le prospettive aperte dall'art. 12 del concordato del 1984 avevano infatti suggerito nuove strategie nei rapporti fra Stato e Chiesa nella difficile e comune opera di tutela e valorizzazione dell'immenso patrimonio culturale di proprietà ecclesiastica. Acconto alla collaborazione scientifica che ha accompagnato e continua ad affiancare l'elaborazione di vasti progetti nel campo del censimento e dell'inventariazione degli archivi ecclesiastici nel quadro del progetto nazionale "Anagrafe" (che ha riguardato le diocesi di alcune regioni, il Veneto, la Puglia ed il Friuli), la possibilità di intervenire, in base alla legge del 6 giugno 1986, n. 253, attraverso il tramite delle Sovrintendenze archivistiche, con contributi agli enti ecclesiastici che si impegnavano in iniziative volte all'inventariazione, alla migliore conservazione ed al restauro degli archivi di loro competenza, aprì la possibilità di un rapporto anche istituzionale tra Curie diocesane e Uffici periferici dell'Amministrazione archivistica. Le pur modeste dotazioni finanziarie della legge (oggi confluite nel capitolo di spesa n. 3104 del bilancio ordinario dell'Ufficio centrale per i beni archivistici) hanno comunque permesso in Toscana di realizzare un intenso programma di interventi finalizzati in maniera preponderante alla compilazione di strumenti di consultazione (inventari generali, inventari di fondi speciali, guide).
La collaborazione con il direttore dell'Archivio diocesano di Prato don Renzo Fantappiè si colloca cronologicamente fra i primi positivi esperimenti di applicazione della legge sopracitata. Senza ripercorrere la cronaca che ha portato alla pubblicazione, nella collana «Strumenti» delle pubblicazioni degli Archivi di Stato, dell'Inventario che qui si presenta, si desidera ricordare che, una volta concluse nel 1990 le operazioni di riordino ed inventariazione, la Sovrintendenza archivistica per la Toscana si pose immediatamente il problema di dare una degna veste editoriale a questa "impresa archivistica" che a quella data si poneva nel panorama italiano come un'assoluta "novità". Fu pertanto inviata una proposta in tal senso alla competente Divisione dell'Ufficio centrale per i beni archivistici, che rispose positivamente, inserendola nella affollata agenda delle pubblicazioni in cantiere.
Il tempo trascorso da allora nulla ha comunque tolto in termini di importanza culturale e di "novità" al lavoro di Laura Bandini e Renzo Fantappiè, il quale si fonda da una parte su un sicuro impianto teologico (a nessuno sfuggirà il peso dato dagli autori alla rappresentazione della struttura gerarchica della diocesi, in cui la prerogative pastorali del vescovo - il magistero, il ministero e la giurisdizione - vengono ben distinte dagli uffici della sua curia - cancelleria e uffici) e dall'altra sul dominio dei moderni criteri della descrizione dell'unità archivistica che ci viene restituita nei suoi caratteri estrinseci ed intrinseci (con la trascrizione degli "incipit" quando essi sono in grado di offrire informazioni utili ad individuare con maggior dettaglio il contenuto di un registro o di una filza, fino a giungere al regesto per tutti i documenti in pergamena, anche quando essi si presentano nella forma più comune di una dispensa matrimoniale legati all'interno di una filza appartenente alla serie omonima). Il lettore attento saprà intuire, dietro queste ampie descrizioni e le approfondite note introduttive di contenuto storico-archivistico, una genuina passione per i monumenti ed i documenti della terra pratese, l'archivista vi leggerà una rappresentazione assai interessante della produzione e della stratificazione della documentazione di una diocesi in epoca moderna, l'archivista e lo storico, infine, vi troveranno una completa ricostruzione della attuale dislocazione delle fonti relative a questo territorio e la storia della loro dispersione.

M. Raffaella de Gramatica
Sovrintendenza archivistica per la Toscana



L'archivio storico della Curia diocesana di Prato è formato dalla documentazione da essa prodotta e acquisita nel corso dello svolgimento della propria attività, iniziata nel 1653, quando la collegiata e propositura di S. Stefano di Prato, fino allora nullius dioecesis, venne elevata a diocesi autonoma, e dalla documentazione prodotta ed acquisita dalla Curia propositurale che aveva avuto, in epoca anteriore al 1653, organizzazione, funzioni e competenze analoghe a quelle di una Curia vescovile.
Le ragioni storico-istituzionali, che hanno determinato questa particolare situazione, non hanno, tuttavia, dato vita né a due distinti archivi né ad un complesso archivistico o documentario; anzi, quelle trasformazioni istituzionali della chiesa di Prato non sono neppure riflesse nell'archivio.
L'archivio della Curia diocesana si innestò, infatti, sull'archivio della Curia propositurale senza soluzione di continuità e senza cambiamenti nella struttura e nell'ordine originario, cosicché unico ed indivisibile è l'archivio della Curia che, prima, fu propositurale, quindi, diocesana. Il proposto di Prato, alla stregua d'un vescovo, fu un vero Ordinario con piena giurisdizione sul clero e sul popolo del suo territorio e, almeno dal 1460, fu direttamente soggetto solo al romano pontefice.
L'archivio della Curia diocesana1 non esaurisce la documentazione relativa alla diocesi di Prato e alle chiese del suo territorio: occorrerà guardare, soprattutto per il periodo dal 1653 al 1953, nel quale un solo vescovo fu titolare delle due diocesi di Pistoia e Prato, anche i fondi conservati presso l'archivio vescovile di Pistoia2.
Una menzione particolare, per la loro importanza storica, va fatta delle carte che appartennero all'illustre vescovo riformatore Scipione de' Ricci ed hanno attinenza con la sede vescovile di Prato. Esse si conservano nell'Archivio di Stato di Firenze, Archivio Ricci (inventario n. 341). In tutte le serie si trovano documenti che interessano la storia pratese, ma i più notevoli sono 7 filze di Affari di Prato (un'ottava è di Affari di Vernio, con carte dal 1781 al 1791); 11 filze di Carteggio officiale di Pistoia e Prato (1780-1791), più 4 filze di Carteggio proveniente da Prato soltanto: le lettere di quest'ultime vanno dal 1780 al 17903.

Le dispersioni che, in epoca antica e moderna, hanno afflitto l'archivio della Curia propositurale e, quindi, della Curia diocesana di Prato sono molteplici. Iniziano, al dire dei documenti, nel 1318, in occasione di una delle consuete discordie giurisdizionali che, appunto in quel tempo, si erano riaccese fra il vescovo di Pistoia e il proposto di Prato. Una copia autentica, con il testo di due privilegi papali del XII secolo, restò presso la corte di giustizia del vescovo di Fiesole, da dove finì nell'archivio della Ss. Annunziata di Firenze, ora conservato nell'Archivio di Stato di Firenze4. Alcune lettere e mandati papali insieme con degli istrumenti notarili finirono a Pistoia presso lo studio del procuratore del proposto e dei canonici di Prato5, e andarono ovviamente dispersi.
Un registro dell'archivio della Curia diocesana ci dà la più antica e importante menzione di privilegi e di lettere papali che, unitamente ad alcuni privilegi imperiali, si conservavano, verso la metà del XIV secolo, nell'archivio della curia del proposto. Vi si legge che nell'agosto 1359, Antonio da Berceto, vicario del proposto Giovanni da Parma, riconsegnò ai canonici, al termine del suo ufficio, alcuni privilegia così specificati6:

In primis XVIII privilegia papalia, bullata plumbea bulla cum cordula sirici in diversis coloribus cuilibet eorum annexa seu appensa.
Item, unam litteram executoriam cum bulla plumbea et cordula canapis appensa.
Item, quinque privilegia imperialia sive imperatoris cum sigillis et figuris imperatorum, cum cordulis sirici in diversis coloribus eisdem appensis.
Item, quinquaginta tres litteras papales, cum bullis plumbeis et cum cordulis canapis appensis sive annexis.

Nel 1447 nel corso di un'aspra controversia fra i canonici e il proposto di Prato Niccolò di Neri Milanesi, sfociata in seguito in un processo celebrato, in esecuzione di una bolla del papa Eugenio IV, avanti il vescovo di Pistoia Donato de' Medici, al proposto vennero insistentemente contestate varie accuse, fra cui l'occultamento di antichi privilegi papali, di codici e di altre scritture, nonché la perdita di una parte del «tesoro» e dei libri magni valoris della sacrestia7.
Il Sacco di Prato del 1512 lasciò tracce di distruzione perfino nel nostro archivio. Infatti i proposti, più di una volta, si rivolsero alla Sede apostolica per chiedere la rinnovazione di alcuni più importanti privilegi, dispersi «una cum multis aliis ... ex luctuosa expugnatione dicte terre, que de anno Domini millesimo quingentesimo decimo secundo contigit»8.
L'incuria dei proposti, che da secoli non risiedevano più in Prato, e il disinteresse degli stessi canonici accrebbero le distruzioni e le dispersioni operate dal Sacco. La parte più antica dei fondi archivistici, formata da vari sacchetti di pergamene e da non pochi registri o «libracci» che erano tenuti «alla confusa», fu abbandonata a se stessa9; i topi e l'acqua si incaricarono, senza eccessivi disturbi, di proseguire l'opera di perdizione.
All'aprirsi del Seicento, un buon numero di privilegi e di lettere papali del XII secolo, tutte o quasi le pergamene sopravvissute e il materiale cartaceo dell'archivio della curia del proposto si trovavano ancora in sede. Le questioni giurisdizionali, riaperte dal vescovo di Pistoia Alessandro del Caccia, furono l'inizio di nuove dispersioni che, in seguito, si acuirono con la dominazione dei cardinali Carlo e Francesco Maria de' Medici, i quali gelosamente seppero ritenersi in commenda la ricca propositura di Prato.
Durante il lungo episcopato del vescovo Alessandro del Caccia (1600-1649) si riaccesero i «maligni amori». Egli, infatti, «troppo più acremente di quello fosse stato mai praticato dai suoi antecessori, contradiceva ed attraversava la giurisdizione del proposto», così che ne nacque una interminabile controversia: basti dire che il vescovo, «per sostenere la giurisdizione che diceva avere sopra la chiesa di Prato, profuse nella Curia Romana ventisei migliaia di scudi, e gran somme di denaro si consumarono per la difesa dal Capitolo di Prato»10.
Nel litigio i canonici di Prato dovettero rispolverare gli antichi privilegi papali per trovarvi appoggi di fronte alle pretese che, «con ogni calore», avanzava il vescovo di Pistoia. Ma, consegnati ai patrocinatori presso le congregazioni romane dei Riti e del Concilio, sembra che i privilegi non fossero più restituiti ai legittimi destinatari; né risulta che i canonici di Prato si ricordassero di richiederli, paghi come erano dei successi che riportavano sul vescovo di Pistoia. Quando poi ai nostri, dopo quasi mezzo secolo di lotte, arrise la vittoria, e la terra di Prato fu finalmente città e vescovado, le antiche bolle papali non solo si erano dimenticate, ma forse erano già disperse11.
Nel frattempo le carte rimaste, che vagabondavano in vari ripostigli e formavano l'«archivio vecchio», furono sistemate, quelle che riguardavano i canonici «nell'archivio del Capitolo in sagrestia maggiore»12, quelle relative alla giurisdizione del proposto nel palazzo della propositura.
Nel 1620, infatti, era stato costituito l'archivio della Curia del proposto, distinto anche per la sede da quello dei canonici. La costruzione della nuova cancelleria e del relativo archivio della Curia del proposto era stata voluta dall'«ill.mo e rev.mo signore cardinale padrone» Carlo de' Medici, allora proposto di Prato.
Lo smembramento portò con sé come conseguenza il trapasso di «molte scritture» e di tutte o quasi le pergamene dall'«archivio vecchio» alla «nuova cancelleria et archivio nuovamente fabbricato, d'ordine di Sua Signoria ill.ma e rev.ma, nel palazzo della propositura».
La memoria dell'avvenimento è affidata a questo ricordo13.

A dì 14 d'ottobre 1620. Essendo per lettere dell'ill.mo et rev.mo signore cardinale padrone proposto di Prato, di nessuna diocesi, stato ordinato all'ill.mo e molto rev.do signore Ridolfo Landi, suo vicario generale in detta prepositura, che facesse ridurre tutte le scritture della Banca civile aspettanti alla detta propositura, et altre scritture che già erano nell'archivio vecchio, nella nuova cancelleria et archivio nuovamente fabbricato d'ordine di Sua Signoria ill.ma e rev.ma nel palazzo della propositura, fu da me Troilo Bizzochi, cancelliere di detta propositura, exeguito subito il comandamento di Sua Signoria ill.ma e rev.ma et l'ordine dotomi da detto signor vicario, et furono fatte condurre in detta cancelleria et archivio le scritture contenute nell'infrascritto inventario ... Similmente furno messe in detta cancelleria molte scritture che erano serrate in uno scrittoio che è nella camera vicina alla squola de' cherici, nel palazzo della propositura, che per essere frammenti di scritture vecchie, e libracci antichi scritti a mano, non si essendo mai havuti in consegnia, né essendo intitolati e tenuti alla confusa, non se n'è potuto fare inventario, ma si sono messe sopra li scaffali più alti di detta cancelleria. Similmente vi sono messi cinque sacchetti di contratti et altre scritture, tutti di cartapecora, in forma di cialdoncini o vero cartoccini. E tutto con la presentia e consenso dell'ill.mo e molto rev.do signore Ridolfo Landi etc.

Le peripezie del materiale, trasportato nell'archivio della Curia del proposto, ricominciarono nel 1653, quando «soppressa la Propositura ed eretta in Cattedrale la chiesa di Prato, per comando del Reale Sovrano della Toscana, trasportate furono a Firenze dall'archivio de' proposti di Prato tutte le scritture che lo componevano»14. L'iniziativa e l'esecuzione materiale del trafugamento dell'archivio va sicuramente attribuita al cardinale Carlo, figlio del granduca Ferdinando I, che riteneva ancora in commenda il patrimonio della propositura, ridotto a beneficio semplice col titolo di abbazia nella chiesa di S. Maria in Castello di Prato.
Il materiale membranaceo e la parte del fondo cartaceo dell'archivio della Curia del proposto, allora trasportato a Firenze nell'archivio privato dei Medici, insieme con le carte riflettenti l'amministrazione dei beni della «Badia di Prato» per conto dell'altro cardinale e principe di casa Medici, Francesco Maria, succeduto nel 1666 al cardinale Carlo nella carica di abate commendatario15, dall'archivio familiare di quei principi, nel 1778, passarono nell'Archivio diplomatico fiorentino e, quindi, nell'Archivio di Stato, dove ancora adesso sono custoditi16.
Le pergamene, conservate nel fondo Diplomatico, Spoglio 7, sono 654; altre 22 sono tra gli scarti del medesimo fondo. Vanno dal 1006 al 1691. Le carte della propositura di Prato, accolte nella sezione Corporazioni religiose soppresse, inventario 567, n. 9, sono così descritte:

Inventario delle carte già appartenute alla propositura di Prato

1. Costituzioni della pieve di Prato secolo XIII e XIV
2. Atti del notaio del proposto 1282
3. Atti della curia del proposto 1318-1321
4. Atti della curia del proposto 1319-1320
5. Atti della curia del proposto 1323-1324
6. Atti della curia del proposto 1325
7. Atti della curia del proposto 1326-1338
8. Atti della curia del proposto 1354-1355
9. Atti della curia del proposto 1357-1358
10. Atti civili e criminali del vicario del proposto 1537-1541
11. Atti civili 1545-1550
12. Atti civili 1572-1582
13. Atti civili 1582-1591
14. Atti civili 1591-1600
15. Ricordi di atti civili 1600-1608
16. Atti criminali 1608-1612
17. Atti criminali 1612-1620
18. Atti criminali 1620-1634
19. Atti criminali 1634-1640
20. Bolle di benefici della curia pratese 1607-1649
21. Atti civili misti 1608-1612
22. Atti civili misti 1612-1617
23. Atti civili misti 1618-1621
24. Atti civili misti 1621-1627
25. Atti criminali. Filza 1a secolo XVII
26. Atti criminali. Filza 2a secolo XVII
27. Filza di carte diverse secolo XVII
28. Registro di entrata e uscita 1307
29. Registro di entrata e uscita 1310
30. Registro di entrata e uscita 1323
31. Registro di entrata e uscita 1350
32. Registro di entrata e uscita 1375
33. Registro di entrata e uscita 1377
34. Registro di entrata e uscita 1378
35. Registro di entrata e uscita 1379
36. Registro di entrata e uscita 1394
37. Registro di entrata e uscita 1397
38. Registro di entrata e uscita 1398
39. Registro di entrata e uscita 1398
40. Registro di entrata e uscita 1400
41. Registro di entrata e uscita 1400
42. Registro di entrata e uscita 1402
43. Registro di entrata e uscita 1404
44. Registro di entrata e uscita 1408
45. Registro di entrata e uscita 1409
46. Registro di entrata e uscita 1409
47. Registro di entrata e uscita 1412
48. Registro di entrata e uscita 1416
4[9]. Registro di entrata e uscita 1400
50. Registro di entrata e uscita 1418
51. Registro di entrata e uscita 1419
52. Registro di entrata e uscita 1425
53. Registro di entrata e uscita 1429
54. Registro di entrata e uscita 1430
55. Registro di entrata e uscita 1430
56. Registro di entrata e uscita 1435
57. Registro di entrata e uscita 1442
58. Registro di entrata e uscita 1442
59. Registro di entrata e uscita 1443
60. Registro di entrata e uscita 1445
61. Registro di entrata e uscita 1448-1449
62. Entrata e uscita della sagrestia 1449
63. Entrata e uscita 1450-1451
64. Entrata e uscita 1453
65. Entrata di fitti 1455
66. Entrata e uscita della sagrestia 1457
67. Entrata e uscita della sagrestia 1458
68. Entrata e uscita della sagrestia 1462
69. Entrata e uscita 1465
70. Libro B delle prebende 1465
71. Giornale 1465
72. Debitori e creditori 1465
73. Entrata e uscita 1466
74. Giornale 1468
75. Entrata e uscita 1469
76. Giornale 1471
77. Entrata e uscita 1472
78. Memorie 1473
79. Entrata e uscita 1475-1477
80. Libro di fitti 1484
81. Entrata e uscita 1488
82. Entrata e uscita 1489
83. Giornale 1491
84. Entrata e uscita 1491
85. Entrata e uscita 1493
86. Entrata e uscita 1495
87. Giornale di contratti di vendita 1496
88. Entrata e uscita della sagrestia 1495-1497
89. Giornale 1502-1507
90. Entrata e uscita 1502-1511
91. Entrata e uscita 1516-1522
92. Ricordi di Calenzano 1520-1535
93. Libro della cera 1528-1554
94. Entrata e uscita 1535
95. Uscita 1545
96. Ricevute 1556
97. Campione di beni
98. Un fascio contenente scritture attenenti alla amministrazione dei beni della Badia di Prato per il cardinale Francesco Maria de' Medici secolo XVII

Un secondo troncone del materiale cartaceo dell'archivio della propositura, formato di 80 pezzi, trasmigrò, all'epoca delle soppressioni ricciane, nell'archivio del Patrimonio ecclesiastico di Prato, ora custodito presso l'Archivio di Stato di Prato. Per utilità dei lettori, riportiamo l'elenco dei volumi con le date estreme di ciascuno:

Propositura di S. Stefano

Affitti di beni:
1133. Libro di fitti, livelli, ecc. 1308
1134. Libro di fitti, livelli, ecc. 1315
Entrata e uscita:
1135. Entrata 1335
1136. Entrata 1343
1137. Entrata 1364
1138. Entrata e uscita 1365
1139. Entrata 1370
1140. Uscita 1375
1141. Uscita 1381
1142. Uscita secolo XIV
1143. Entrata 1390
1144. Entrata 1391
1145. Entrata 1392
1146. Entrata 1399
1147. Entrata 1401
1148. Entrata 1403
1149. Entrata 1406
1150. Entrata 1407
1151. Entrata 1408
1152. Uscita 1408
1153. Uscita 1410
1154. Entrata 1412
1155. Entrata e uscita 1414
1156. Entrata e uscita 1415
1157. Entrata e uscita di sagrestia 1415
1158. Entrata e uscita 1416
1159. Entrata e uscita di sagrestia 1417
1160. Entrata e uscita 1419
1161. Entrata e uscita 1420
1162. Entrata e uscita 1423
1163. Entrata e uscita 1423-1424
1164. Entrata e uscita 1424
1165. Entrata e uscita 1424-1425
1166. Entrata e uscita 1426
1167. Entrata e uscita 1428
1168. Entrata e uscita 1431
1169. Entrata 1432
1170. Entrata e uscita 1432
1171. Entrata e uscita 1432
1172. Entrata e uscita 1434
1173. Entrata e uscita 1436
1174. Entrata e uscita 1436
1175. Entrata e uscita 1437
1176. Entrata e uscita 1440
1177. Uscita della sagrestia 1444
1178. Uscita 1445
1179. Entrata 1446-1448
1180. Entrata e uscita della sagrestia 1447
1181. Entrata e uscita 1451
1182. Entrata e uscita 1452
1183. Entrata e uscita 1453
1184. Entrata e uscita 1454
1185. Entrata e uscita 1456
1186. Entrata e uscita 1458
1187. Entrata e uscita 1460
1188. Entrata e uscita 1464
1189. Entrata e uscita 1467
1190. Entrata e uscita 1470
1191. Entrata e uscita 1471
1192. Entrata e uscita 1474-1475
1193. Quaderno di spese e raccolte 1477-1479
1194. Quaderno di spese 1478
1195. Quaderno di spese 1479
1196. Quaderno di spese 1481
1197. Entrata e uscita della sagrestia 1482-1483
1198. Entrata e uscita 1486-1487
1199. Entrata e uscita della sagrestia 1486-1487
1200. Entrata e uscita della sagrestia 1488-1489
1201. Entrata e uscita 1489-1490
1202. Entrata e uscita della sagrestia 1490-1492
1203. Entrata e uscita della sagrestia 1493-1494
1204. Entrata e uscita 1497
1205. Entrata e uscita 1498-1499
Giornali:
1206. Giornale 1546-1548
1207. Giornale dell'abazia 1667-1676
Scritture diverse, livellari:
1254. Documenti diversi relativi a censi e livelli della propositura 1451-1795
1255. Documenti diversi: censi, livelli, processi, ecc. 1708-1777
1256. Livellari, campione secolo XVIII fine
Memorie della propositura:
1257. Memorie della propositura o abazia, raccolte da Francesco Casini, tomo I 1764
1258. Libro di possessioni, livelli, ecc., raccolto da Francesco Casini, tomo II 1766

L'ultima grave dispersione dell'archivio della Curia diocesana è legata alla donazione di oltre 30 codici fra liturgici, letterari e giuridici del secolo XII-XV, disposta nel 1845 dal vescovo di Pistoia e Prato, Giovan Battista Rossi, in favore della Biblioteca Roncioniana di Prato. I codici sono descritti sommariamente in una «nota» redatta dall'allora bibliotecario mons. Ferdinando Baldanzi: «Nota dei codici manoscritti che esistevano nel palazzo vescovile di Prato e che dall'ill.mo e rev.mo monsignor Giovan Battista Rossi sono stati donati alla Roncioniana fino dal dì 14 febbraio di quest'anno 1845»17.
I codici per la maggior parte erano appartenuti al proposto di Prato, Gimignano Inghirami (+ 1460), ma vi figuravano anche una Biblia sacra, un Homiliarium e un Burkardus, d'alto valore artistico, che erano stati fra i libri ecclesiae Pratensis18.
Le pacifiche depredazioni dell'archivio della Curia non erano tuttavia esaurite. Intorno al 1860, altri codici, in gran parte Capitoli di compagnie laicali soppresse, passarono nuovamente alla Biblioteca Roncioniana19.

Le soppressioni di enti ecclesiastici, operate dal granduca Pietro Leopoldo (1774-1785), dal Governo napoleonico (1808-1810) e dal Regno d'Italia (1866), hanno altresì disperso un'ampia documentazione che aveva attinenza con la Curia diocesana, i conventi, le chiese, le istituzioni ecclesiastiche e laicali di Prato. La documentazione scampata a tanti scempi, è conservata come segue.
In ordine al motuproprio del 24 dicembre 1778 del granduca Pietro Leopoldo, passarono nell'Archivio diplomatico e, quindi, nell'Archivio di Stato di Firenze, le pergamene: del convento del Carmine di Prato, spoglio 19, pergg. 53 (1292-1586); del convento di S. Niccolò, spoglio 28, pergg. 56 (1272-1583); del convento di S. Vincenzo, spoglio 47, pergg. 265 (1328-1667); del monastero di S. Martino di Coiano, spoglio 21, pergg. 23 (1159-1464); del monastero di S. Salvatore di Vaiano, spoglio 63 e 72, pergg. 160 (1113-1330); dell'Opera del Sacro Cingolo, spoglio 4, pergg. 68 (1256-1561); dell'Opera di S. Maria delle Carceri, spoglio 4, pergg. 66 (1190-1684).
Presso l'Archivio di Stato di Prato, nel fondo Patrimonio ecclesiastico, sono conservati gli archivi degli Enti ecclesiastici della Diocesi, soppressi dal granduca Pietro Leopoldo nel 1783-1784, in seguito alla politica riformatrice attuata in campo ecclesiastico su ispirazione del vescovo Scipione de' Ricci. In particolare:
1. gli archivi delle Opere: del Crocifisso del Carmine, bb., filze, regg. 11 (1544-1785); del Sacro Cingolo, bb., buste, regg. 1.023 (1256-1785); di S. Maria delle Carceri, bb., filze, regg. 1.051 (1470-1787); di S. Maria del Giglio, bb., filze, regg. 89 (1552-1785); di S. Maria del Soccorso, bb., filze, regg. 21 (1574-1785);
2. gli archivi dei conventi: dei Carmelitani in S. Bartolomeo, bb., filze, regg. 205 (1411-1785), pergg. 29 (1316-1561); dei Carmelitani in S. Maria della Pietà, bb., filze, regg. 7 (1628-1786); dei Domenicani in S. Domenico, bb., filze, regg. 167 (1480-1788), perg. 1 (1355); dei Servi di Maria, bb., filze, regg. 174 (1407-1788), pergg. 38 (1274-1628); delle monache di S. Clemente, bb. filze, regg. 17 (1673-1787); delle monache di S. Matteo, bb., filze, regg. 138 (1341-1786), perg. 1 (1552); delle monache di S. Trinita, bb., filze, regg. 130 (1493-1786), pergg. 4 (1400-1629);
3. l'archivio del Seminario vescovile, bb., filze, regg. 36 (1681-1787), oltre 12 regg. dell'eredità Braccioli (1600-1753);
4. gli archivi delle compagnie e congreghe della città e del contado, e di alcune chiese (secolo XV-XVIII).
Presso l'Archivio di Stato di Firenze si conservano gli archivi degli Enti ecclesiastici della diocesi, soppressi dal Governo francese con i decreti del 24 marzo 1808 e del 13 settembre 1810. Sono raccolti nel fondo Corporazioni religiose soppresse (inventario n. 563): n. 208, Benedettine di S. Michele, regg. 8 (1733-1808); n. 209, Minori osservanti di S. Domenico, b. 1 (1808); n. 210, Conventuali di S. Francesco, bb. 2 (1792-1808); n. 211, Cappuccini di Prato, b. 1 (1808); n. 212, Monache di S. Clemente, b. 1 (1808); n. 213, Monache di S. Giorgio, bb., regg. 9 (1614-1808); n. 214, Monache di S. Margherita, bb., regg. 10 (1564-1808); n. 215, Domenicane di S. Niccolò, bb., regg. 17 (1329-1808); n. 216, Domenicane di S. Vincenzo, bb., regg. 13 (1556-1808); n. 217, Carmelitani di S. Maria della Pietà, bb. regg. 3 (1556-1808); n. 218, convento di S. Agostino, bb., regg. 9 (1623-1808); n. 259, monastero di Vaiano, bb. regg. 14 (1113-1808).
Inoltre, nello stesso archivio, Compagnie soppresseCompagnie soppresse (inventario n. 558 e 547), sono alcuni registri e statuti di compagnie delle parrocchie della diocesi di Prato, che fino al 1916 furono della diocesi di Firenze.
Nell'archivio storico del Comune di Prato si trovano alcuni nuclei dei fondi archivistici delle Opere delle chiese della città e del contado.
Infine, sarà utile ricordare che l'archivio delle domenicane di S. Caterina da Siena, che abitarono in Prato in Porta Fuia, passò in una col patrimonio del monastero, agli Spedali di Prato, in oggi presso l'Archivio di Stato di Prato. Consta di 74 pezzi (1443-1784). L'archivio del monastero olivetano di S. Bartolomeo delle Sacca (1406-1774) è conservato presso l'archivio del Collegio Cicognini di Prato; alcuni registri d'amministrazione della badia di S. Fabiano di Prato sono nell'Archivio di Stato di Firenze, Congregazione di S. Giovanni Battista di Firenze (inventario n. 546). Ivi, Diplomatico, spoglio 94 e fondo Bardi Serzelli, abbiamo numerose pergamene (secolo XI-XVIII) e, sparsi fra le carte Bardi (inventario n. 344), altri documenti del monastero di S. Maria di Montepiano. La maggior parte delle pergamene del monastero, insieme a vari registri e documenti, sono tuttavia custoditi nell'archivio della famiglia comitale Guicciardini di Firenze. Nel fondo Vai Geppi, presso l'Archivio di Stato di Firenze, sono pergamene e manoscritti riguardanti enti ecclesiastici di Prato

Fra le accessioni pervenute all'archivio della Curia diocesana, le più significative sono costituite dagli archivi delle parrocchie e da quelli delle confraternite20. Il vescovo Gherardo Gherardi (1679-1690), «nell'interesse del bene pubblico», ordinò ai parroci, tanto della città che del contado, di depositare «nell'archivio episcopale, perché si conservassero per la pubblica utilità», tutti i libri parrocchiali fino al 1650. L'ordine fu ripetuto nel sinodo del 1694, poiché la perdita di quei libri era considerata «in grave detrimento dei popoli, i quali non avrebbero mai più potuto avere notizia della propria storia»21. Fu stabilito, inoltre, a garanzia della buona tenuta dei libri parrocchiali, che ogni anno i parroci dovessero farli vidimare dal cancelliere vescovile e, nel contempo, dovessero consegnargli il «riscontro», ossia una copia degli atti parrocchiali fatti nell'anno, debitamente compilata e sottoscritta di mano del parroco22. Il sinodo del 1721 prescrisse nuovamente il deposito dei libri parrocchiali, già completi, fino all'anno 170023. Nel 1784, in conseguenza della riorganizzazione delle parrocchie della città di Prato, formulata dal vescovo Scipione de' Ricci e decretata con il motuproprio del 22 luglio 1783 dal granduca Pietro Leopoldo24, tutti i registri parrocchiali dovettero essere depositati nell'archivio della Curia.
L'obbligo di consegnare ogni anno alla Curia una copia autentica degli atti registrati nei libri parrocchiali, i cosiddetti duplicati, riconfermato nel sinodo diocesano del 1892 e sanzionato per tutta la chiesa dal Codex iuris canonici del 191725, è perdurato fino ai nostri giorni.

La situazione dell'archivio della Curia diocesana era il disordine; il grado di disordine, sommo. Tuttavia il sistema originario di classificazione dei documenti, consacrato nel riordino dell'archivio del 1757 e ripreso nell'inventario redatto nel 1805, non era stato scompaginato, ma solo alterato per cause accidentali e, soprattutto, per l'incuria.
Nell'«inventario dei libbri, filze, scritture esistenti nella Cancelleria episcopale della città di Prato, fatto questo dì primo dicembre 1757...», le serie principali dell'archivio erano già determinate26.

Filze di cause civili, n. 54, 1518-1745.
Filze d'atti beneficiali, n. 13, 1530-1745.
Filze d'atti Si in evidentem, decreti delle congregazioni ed altro, n. 14, 1639-1748.
Filze d'atti matrimoniali, n. 4, 1629-1734.
Filze d'atti patrimoniali, n. 2, 1693-1728.
Filze de' civili ove si contengono i debitori e si fanno precetti in civili cause, nei quali appariscono descritti vari obblighi per l'educande de' monasteri ed elezioni di badesse ed altri atti, n. 18, 1627-1733.
Filze d'atti criminali, n. 6, 1625-1734.
Due libbri antichi attenenti a cause civili.
Filze d'atti di sequestri, n. 2, 1624-1696. Si osservi che simili atti si fanno in oggi ai civili.
Filze de' documenti degli ordinandi, n. 5, 1654-1732.
Una filza d'educande dall'anno 1610 al 1728.
Altre filze, n. 14, [fra cui]: Una filzetta ove sono vari atti del 1664 sopra l'immagine miracolosa della Madonna del Giglio ed altri sopra san Felice cappuccino, del 1691, e del venerabile servo di Dio fra Benedetto del Palco, del 1707, e della Vergine delle Carceri, del 1710.
Visite dei vescovi, n. 16.
Nota dei libbri di battezzati, di matrimoni e morti esistenti in questa Curia episcopale, n. 70.
Segue l'inventario dei libbri diversi, n. 41.
Segue l'inventario di libbri, involti, fogli, documenti, appartenenti alle compagnie, esistenti sopra lo scaffale dirimpetto all'uscio dell'archivio, n. 16.

Nell'«inventario generale» dell'archivio, compilato «nella riordinazione e rivista di detto archivio, eseguita nel corrente anno 1805 al tempo dell'ill.mo e rev.mo signor canonico Paolo Caspars, vicario generale della Curia vescovile», i documenti erano rigorosamente «registrati e ordinati sotto le loro rispettive serie e per ordine di tempo». Le serie erano più numerose che nel precedente inventario ed erano descritte con maggiori dettagli; fra le nuove, si notavano «portate di benefizi, collette per la contribuzione degli ecclesiastici, testimoniali e esami di stati liberi, piante di beni, fedi, dimissorie e brevi degli ordinandi, cartepecore di varie bolle». Due anni dopo l'inventariazione dell'archivio veniva completata con l'altro «inventario dei libri appartenenti alle cure tanto soppresse che esistenti nella città di Prato». L'archivio aveva sede «in una stanza della Cancelleria di detta Curia vescovile» ed era sistemato in tre grandi scaffali di sette scansie ciascuno27.
Gli inventari successivi, redatti tra il 1877 e il 1946, ne ripresero le serie e le continuarono accrescendo e, talora, cambiando i numeri di corda28. Non inventariarono né tanto meno ordinarono la documentazione relativa agli affari esauriti dal 1860 in poi, alla quale assegnarono, nel migliore dei casi, un ordine approssimativo ed empirico, spesso arbitrario. Tutta questa documentazione non presentava traccia alcuna di ordinamento e di classificazione; era stata collocata in buste in una commistione casuale, spesso inestricabile, e moltissimi erano i documenti sciolti e i fascicoli mescolati alla rinfusa. L'esame e l'ordinamento di queste carte ha richiesto un intervento accurato, paziente, e tempi supplementari notevoli.
L'ordinamento è stato fondatamente ricostruito sulla base della natura dei documenti e di quel rapporto di interrelazione che li ha collegati e caratterizzati fin da quando furono posti in essere; solo ora però sono stati per la prima volta organizzati sistematicamente in unità archivistiche, secondo le ripartizioni in serie e le forme di aggregazione dei singoli documenti, quali erano state determinate dalle finalità e dalle funzioni della Curia diocesana.
Questa ricostruzione dell'organizzazione originaria dell'archivio, secondo il cosiddetto metodo storico, ha consentito altresì di disporre le serie secondo un rapporto, in linea di massima, precostituito e, in ogni caso, secondo un preciso ordine logico.
La numerazione delle buste, delle filze e dei registri dell'archivio è stata fatta a serie chiuse. È stata adottata una tale soluzione, perché con la nomina del primo vescovo di Prato e la separazione della diocesi di Prato da quella di Pistoia (1954) si è ritenuto concluso un periodo di storia della chiesa di Prato e una sua vicenda istituzionale.
I vecchi numeri di corda, assegnati con il «catalogo» del 1946, ad una porzione dell'archivio29, sono riportati nell'inventario, per il necessario raffronto tra le vecchie e le nuove segnature, tra parentesi tonde accanto al nuovo numero.
Per ogni unità archivistica è stato riportato il titolo originario iscritto sulla costola o sulla copertina; per le unità più significative, specialmente per la loro antichità, è stato riportato anche l'incipit vergato generalmente sul recto della prima carta, perché insieme con una descrizione più dettagliata del loro contenuto, si possa conoscere senza adulterazioni o filtrazioni soggettive la lingua, la cultura dei loro autori e dell'età cui appartennero.
Il titolo nella forma originale di ciascuna unità archivistica è stato riprodotto [in corsivo]; qualora il titolo sia frutto di attribuzione dei compilatori [è in tondo]; qualora si tratti di stampati, i titoli sono in corsivo. L'incipit e i richiami alle carte sono stati riprodotti in [tondo]. E sempre in [tondo] sono tutte le annotazioni riguardanti l'unità considerata (busta, filza, quaderno, registro, vacchetta); la sua descrizione fisica (cartacea se altrimenti non specificata, legatura, stato di conservazione, dimensioni), il numero delle carte quando esiste o quando lo richieda la particolare natura dei documenti, i mezzi di corredo. Se l'unità archivistica è articolata in fascicoli o inserti, è stato segnalato anche il loro rispettivo titolo e numero.
La datazione degli atti secondo lo stile dell'Incarnazione, nel computo usato a Prato fino al 1749, è stata sempre ricondotta all'uso moderno.



Pubblicazioni concernenti la Chiesa di Prato:

Archivi, biblioteche, musei pratesi. Sistema integrato per la storia locale: guida descrittiva, a cura di L. Draghici, Prato, Biblioteca comunale-Comune di Prato, 1994 (Studi e Documenti, 3).
L'archivio del Capitolo della Cattedrale di Prato (secolo XI-XX), inventario a cura di L. Bandini e R. Fantappiè, Prato, Società pratese di storia patria, 1984 (Inventari, 1).
L'archivio postunitario del Comune di Prato (1860-1944), a cura di C. Fantappiè, Prato, Società pratese di storia patria, 1988 (Inventari, 3).
Atti e decreti del concilio diocesano di Pistoia dell'anno 1786, voll. 2, a cura di P. Stella, Firenze, Olschki, 1986.
Bibliografia pratese compilata per un da Prato, [a cura di C. Guasti], Prato 1844.
C. Caponi, Il movimento cattolico a Prato (1870-1904), Prato, Libreria del Palazzo, 1966.
Le carte della propositura di S. Stefano di Prato, I, 1006-1200, a cura di R. Fantappiè, Firenze, Olschki, 1977.
Le carte del monastero di S. Maria di Montepiano (1000-1200), a cura di R. Piattoli, Roma, Istituto storico per il Medioevo, 1942.
Le carte del monastero di S. Martino a Coiano (1159-1464), a cura di R. Fantappiè, Prato, Società pratese di storia patria, 1982.
Le carte del monastero di S. Salvatore di Vaiano (1119-1260), a cura di R. Fantappiè, Prato, Società pratese di storia patria, 1984.
Collana Ricciana. Fonti, a cura di G. M. Di Agresti, I-XII, Firenze, Olschki, 1963-1975.
Comune di Prato, Inventario dell'archivio antico, a cura di R. Nuti, Prato 1939.
F. De Feo, Catalogo dei periodici pratesi (1868-1928), Prato, Società pratese di storia patria, 1983.
C. Fantappiè, Riforme ecclesiastiche e resistenze sociali. La sperimentazione istituzionale nella diocesi di Prato alla fine dell'antico regime, Bologna, il Mulino, 1986.
R. Fantappiè, Per la storia della diocesi di Prato, in «Archivio storico pratese», LI (1975), II, pp. 187-209.
E. Fiumi, Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall'età comunale ai tempi moderni, Firenze, Olschki, 1968.
E. Giommi, Catalogo dei periodici pratesi, I (1867-1899), Prato 1982, II (1900-1943), Prato, Comune di Prato, 1986.
Associazione archivistica ecclesiastica, Guida degli Archivi diocesani d'Italia, II, Roma 1994, pp. 202-213 (Quaderni della «Rassegna degli Archivi di Stato», 74; coedizione: «Archiva Ecclesiae», 36-37, 1993-1994).
Guida storica e bibliografica degli archivi e delle biblioteche d'Italia. Volume I. Provincia di Firenze. Parte I. Prato, a cura di R. Piattoli, Roma, Libreria dello Stato, 1932.
Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, Guida generale degli archivi di Stato italiani, II, F-M, Roma 1983, pp. 175-189.
P. F. Kehr, Italia pontificia, III, Etruria, Berlino 1908, pp. 134-143.
Inventario sommario dell'Archivio di Stato di Prato, a cura di G. Pampaloni, Firenze-Empoli, Poligrafico toscano, 1958.
Lettere pastorali dei vescovi della Toscana, a cura di B. Bocchini Camaiani e D. Menozzi, Genova, Marietti, 1990.
Prato, storia di una città, voll. 3, Firenze, Le Monnier-Prato, Comune di Prato, 1986-1991.
G. Prunai, Gli archivi storici dei comuni della Toscana, Roma 1963 (Quaderni della «Rassegna degli Archivi di Stato», 22).
Il sinodo di Pistoia del 1786. Atti del Convegno internazionale per il secondo centenario. Pistoia-Prato, 25-27 settembre 1986, a cura di C. Lamioni, Roma, Herder, 1991.
Storia di Prato, voll. 3, Prato, Cassa di risparmi e depositi, 1980.
F. Ughelli, Italia sacra, 2a ed., III, Venezia 1718, coll. 317-340.

Cfr. inoltre gli studi e le ricerche archivistiche pubblicati, a più riprese, sulle riviste «Archivio storico pratese», I (1916-), e «Prato, storia e arte», I (1960-).



I pochi lineamenti di legislazione canonica, premessi alle serie e alle sottoserie, illustrano la disciplina tradizionale, vigente fino al Concilio Vaticano II, della Chiesa cattolica latina, ordinata, con alcune opportune modifiche, nel Codex iuris canonici, promulgato dal papa Benedetto XV il 27 maggio 1917, ed entrato in vigore dal 19 maggio 1918.
Con l'entrata in vigore, in data 27 novembre 1983, del nuovo Codice, definito dal papa Giovanni Paolo II «l'ultimo documento del Concilio Vaticano II», tutta la materia del diritto canonico ha subito un completo e radicale rinnovamento.
I richiami alle fonti di cognizione del diritto canonico particolare, e cioè ai sinodi diocesani, hanno spesso una rilevanza tutta speciale, perché rappresentano un adattamento pratico e una specificazione, per quanto riguarda la diocesi di Prato, delle norme del Concilio di Trento e delle successive norme emanate dai dicasteri della Curia Romana.

Sui criteri adottati per la descrizione delle unità archivistiche, vedi l'Introduzione.
In particolare si osservi:
- l'intestazione originale di una unità archivista talvolta porta la dicitura «filza», ma si tratta in realtà di una busta;
- le date riportate sotto i titoli di costola o di copertina di varie unità archivistiche spesso non corrispondono con quelle dei documenti che vi sono accolti; donde le divergenze di date segnate nei titoli e nell'inventario;
- i testi a stampa sono riprodotti in corsivo;
- le misure sono date in millimetri;
- le abbreviazioni, nel testo e in nota, sono quelle di uso comune.

Le sigle degli archivi sono le seguenti:
ASDP = Archivio storico diocesano di Prato
AS FI = Archivio di Stato di Firenze
AS Prato = Archivio di Stato di Prato



1. Pergamene

2. Vescovo. Magisterium

2.1 Sinodi

2.2 Lettere pastorali

3. Vescovo. Ministerium

3.1 Sacre ordinazioni

3.2 Culto

3.2.1 Consacrazioni di chiese, cimiteri e campane

3.2.2 Altari privilegiati

3.2.3 Oratori privati

3.2.4 Autentiche di reliquie

3.2.5 «Propria sanctorum» della diocesi

3.2.6 Calendari liturgici della diocesi

3.2.7 Riti della chiesa pratese

3.2.8 Istanze e licenze per l'esposizione solenne del Ss.mo

3.2.9 Congressi diocesani e interdiocesani

3.2.10 Manifestazioni religiose e miracolose

3.2.11 Sante messe

3.2.12 Pietà popolare

4. Vescovo. Jurisdictio

4.1 Visite pastorali

4.2 Decreti vescovili

4.3 Editti e notificazioni

4.4 Brevi e rescritti pontifici

4.5 Atti «Si in evidentem»

4.6 Affari giurisdizionali

5. Cancelleria della Curia diocesana

5.1 Suppliche e licenze, lettere sussidiarie

5.2 Corrispondenza

5.3 Protocolli e copialettere

5.4 Affari matrimoniali

5.4.1 Atti matrimoniali fino al 1929

5.4.2 Atti matrimoniali dal 1929

5.4.3 Protocolli

5.4.4 Licenze e dispense

5.4.5 Testimoniali

5.4.6 Testimoniali per la diocesi di Pistoia

5.4.7 Registri di testimoniali

5.5 Lettere commendatizie e attestati

5.6 Abiure e conversioni

5.7 Professioni di fede e giuramenti

5.8 Documenti segreti

5.9 Lettere di governo e officiali

5.10 Entrata e uscita

5.11 Giornate imperate

5.12 Modulari e minute

5.13 Inventari

6. Altri uffici della Curia diocesana

6.1 Congregazione per gli ordinandi

6.2 Congregazione per i confessori e gli ordinandi

6.3 Congregazione di disciplina per i chierici

6.4 Commissione degli obblighi

6.5 Commissione degli esaminatori sinodali

6.6 Commissione per l'emigrazione

6.7 Deputazione per le sacre cerimonie

6.8 Deputazione per le compagnie

6.9 Deputazione per la dottrina cristiana

6.10 Ufficio catechistico

6.11 Ufficio chierichetti

6.12 Consiglio amministrativo diocesano

6.12.1 Verbali

6.13 Ufficio amministrativo

6.13.1 Libri mastri

6.13.2 Libri cassa

6.13.3 Titoli mobiliari

6.13.4 Atti d'amministrazione di chiese e benefici

7. Clero

7.1 Licenze per l'abito clericale

7.2 Patrimoni sacri

7.3 Stati del clero

7.4 Formazione

7.5 Pensioni e sussidi

7.6 Servizio di leva

7.7 Associazioni di sacerdoti

7.8 Posti gratuiti nel Seminario vescovile

7.9 Collegio dei chierici della Cattedrale

7.10 Manoscritti e commemorazioni di sacerdoti

8. Benefici

8.1 Atti di fondazione

8.2 Testamenti e patronati

8.3 Livelli

8.3.1 Contratti di livelli

8.3.2 Piante di livelli

8.4 Atti di possesso

8.5 Atti beneficiali

8.6 Date e portate

8.7 Amministrazione dei benefici vacanti

8.8 Commissione mista dei benefici vacanti

8.9 Commissione per i concorsi parrocchiali

9. Legati pii

9.1 Fondazione e amministrazione

9.2 Soddisfazione di obblighi e ufficiature

9.3 Cassa diocesana

9.4 Restituzioni incerte

10. Diocesi

10.1 Costituzione e circoscrizione

10.2 Notizie di vescovi

10.3 Diocesi e Municipio

10.4 Onorificenze pontificie

10.5 Guerre mondiali

10.5.1 Memorie

10.5.2 Requisizioni

10.5.3 Danni di guerra

10.5.4 Militari dispersi e profughi

10.6 Periodici

11. Istituzioni ecclesiastiche e associazioni laicali

11.1 Capitolo della Cattedrale

11.2 Chiese, oratori e benefici

11.3 Congreghe, istituti, associazioni

12. Monasteri e conventi

12.1 Registri della cancelleria

12.2 Educande, vestimenti e professioni

12.3 Bilanci, licenze e rescritti

12.4 Monastero degli Scarioni

13. Atti giudiziari

13.1 Atti della curia del proposto

13.2 Tribunale ecclesiastico

13.2.1 Atti civili sommari

13.2.2 Atti civili ordinari

13.2.3 Atti per la Religione di Malta

13.2.4 Insinuazioni

13.2.5 Licenze per il foro secolare

13.2.6 Atti criminali

13.2.7 Danno dato

13.2.8 Sequestri, depositi e pegni

13.2.9 Collette e imposizioni

13.2.10 Entrata e uscita

13.3 Simoniaci

13.4 Contenziosi civili

13.5 Cause dei santi

13.6 Cause per le sacre ordinazioni

13.7 Cause matrimoniali

14. Atti parrocchiali. Duplicati

14.1 Parrocchie della città fino al 1784

14.2 Parrocchie della città, dal 1784

14.3 Parrocchie extraurbane

15. Atti parrocchiali. Originali

15.1 Battezzati, cresimati, matrimoni, morti e stati d'anime

15.2 Denunzie di matrimoni

15.3 Vacchette di messe

16. Compagnie e congreghe

16.1 Compagnie e congreghe soppresse

16.2 Compagnie e congreghe ripristinate e di nuova erezione

17. Mensa vescovile

17.1 Amministrazione

18. Eredità

18.1 Eredità del proposto Gimignano Inghirami

18.2 Eredità Bizzochi

18.3 Eredità Miniati

18.4 Eredità Badiani

18.5 Eredità Bartolozzi

18.6 Eredità Calvi

18.7 Eredità del can. Antonio Buonamici

18.8 Eredità Calzabigi

18.9 Eredità Ferroni

18.10 Eredità Roncioni

18.11 Eredità dell'abate Buonamici

18.12 Eredità Ballerecci

18.13 Eredità Frassinelli

18.14 Eredità Becheroni

19. Provenienze varie

19.1 Atti criminali del podestà di Prato

19.2 Carte Parducci

19.3 Carte Casini e Pignoni

19.4 Carte Lachi

19.5 Carte Arceri

19.6 Carte Elmi

19.7 Carte Pellegrini

19.8 Carte Costantini

19.9 Carte Dini

19.10 Carte Lazzerini

19.11 Carte della fattoria della Bilerca

19.12 Carte della fattoria della Canonica

19.13 Carte di varia provenienza



Note: L'inventario che qui si pubblica contiene, rispetto alla versione data alle stampe, correzioni e integrazioni che sono il frutto di un costante lavoro di revisione effettuato negli anni da don Renzo Fantappiè. Tutte le unità archivistiche modificate in maniera significativa o aggiunte (senza comunque alterare la numerazione originale) riportano accanto al numero di corda la sigla [RF]. La stessa sigla è presente nella denominazione di alcuni complessi archivistici che risultano diversi nella sostanza o del tutto nuovi rispetto alla versione cartacea dell'inventario. [Ilaria Pagliai, 2018]

Codifica:
Ilaria Pagliai, settembre-novembre 2018
Paolo Santoboni, revisione, dicembre 2018