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Comunità di Quota

Livello: subfondo

Estremi cronologici: 1520 - 1776

Consistenza: 12 unità

La piccola comunità di Quota, arroccata sulle pendici del Pratomagno, apparteneva ai conti Guidi di Battifolle e passò alla Repubblica fiorentina con i capitoli di sottomissione stipulati, nel castello di Poppi, il 29 luglio1440 tra i commissari fiorentini, il conte Francesco e i rappresentanti delle comunità di Poppi, Fronzola e Quota1.

Alle tre comunità, come si è già detto, venivano concessi significativi diritti, come fare statuti, e importanti esenzioni dalle gabelle ordinarie e straordinarie2. A ciascun popolo e comune vennero, inoltre, assegnati tutti i patronati del conte su chiese e cappelle, i diritti sui mulini e tutti i beni e proventi che possedeva nelle tre corti3.

Per la comunità di Quota non ci sono pervenuti statuti4, ed è da considerare possibile che data la sua piccolezza e la sua marginalità non siano mai stati scritti; in ogni modo dai registri delle deliberazioni risulta che essa era governata da un consiglio formato da due priori o rappresentanti, che aveva un proprio camerlingo, estratto per tutto il Cinquecento da una borsa apposita e poi dal 1622 l'ufficio fu messo all'incanto. Vi erano poi il sindaco di podesteria e i sindaci de' malefizi o campai che erano quattro nel 1564, quando iniziano le deliberazioni, scesi poi a tre e quindi a due nel Seicento e un conduttore del sale.

Il dazio era diviso in universale, armati e archibusieri. Le spese riguardavano i salari del vicario, i ragionieri e il camerlingo.