Livello: serie
Estremi cronologici: 1751 - 1776Consistenza: 7 unità
Con il bando del 9 settembre 1751 si impose una tassa su tutti i poderi e
terre del Granducato da dividersi in parti uguali fra i proprietari e i "lavoratori
mezzaioli o livellari o fittuari". La tassa doveva avere carattere straordinario per
supplire alle spese sostenute per debellare la peste bovina che aveva imperversato
nelle campagne toscane. Per rendere più celere l'esazione si ritenne inopportuno e
troppo gravoso ricorrere al macchinoso sistema delle "portate" e fu deciso di
rifarsi ai dati delle rendite già definite "ne' dazzaioli sui quali s'esigevano
l'antiche collette da' lavoratori". Praticamente i poderi furono suddivisi in 6
classi secondo la loro presunta rendita e tassati con una cifra fissa. Ai
cancellieri e camarlinghi comunitativi spettavano le incombenze utili a riscuotere
la tassa (reparti, dazzaioli) e a versarne il ricavato nella cassa dei Signori
Nove
1
. Non essendo
estinte le spese per la sanità che avevano promosso la tassa nel 1751, essa fu
nuovamente confermata per due anni con bando 22 gennaio 1765
2
, che ripropose tutte le disposizioni precedenti. La tassa, per
diversi motivi, fu ulteriormente prorogata con motuproprio 11 giugno 1767, e con
circolare dei Signori Nove del 3 giugno 1769
3
. Il regolamento del 14 novembre 1774
4
, istituendo la cosiddetta tassa di redenzione, abolì
tutte le precedenti imposte fondiarie fra cui la tassa sui poderi o prediale, ma di
nuovo il motuproprio 17 aprile 1775 la prorogò per altri due anni
5
. L'esazione della tassa
terminò quindi definitivamente nel 1777.