Livello: serie
Estremi cronologici: 1648 - 1652Consistenza: 4 unità
Come per tutte le risorse del sottosuolo, anche il sale estratto dalle
saline di Volterra fu sempre considerato, fin dai tempi della repubblica, una
"regalia" dello stato. Oltre a estrarre e a vendere il sale, Cosimo I de Medici il
15 gennaio 1537 ordinò una "imposizione di sale straordinaria" per supplire alle
enormi spese sostenute negli anni precedenti
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. Come in casi
analoghi l'imposizione da straordinaria divenne ordinaria, con una precisa
organizzazione per renderne capillare l'applicazione. Con numerose leggi si precisò
che le diverse comunità avrebbero avuto una certa quantità di sale da distribuire
alla popolazione e quindi versare il ricavato all'Ufficio della gabella del sale di
Firenze. A livello delle singole comunità i capi famiglia indicavano il numero dei
componenti familiari e quello delle bestie da latte. La "descrizione delle bocche"
veniva fatta ogni 6 anni, dividendo la popolazione per parrocchia di appartenenza.
Appositi deputati comunitativi controllavano l'esattezza delle denunce in base alle
quali si stabiliva la quantità di sale necessario ad ogni famiglia, compilando i
reparti. La distribuzione del sale era eseguita dai salaioli, successivamente il
camarlingo riscuoteva la tassa
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. La legge 3 marzo 1788 abrogò l'imposizione
della Gabella del sale in tutto il Granducato, precisando che da quella data fosse
"...privativa della R.Azienda dei Sali di Toscana la fabbricazione, contrattazione e
vendita di ogni specie di sale..."
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