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Festa di S. Martino

Livello: serie

Estremi cronologici: 1750 - 1783

Consistenza: 1 unità

Afferisce a questa serie un'unica filza contenente la corrispondenza e gli atti relativi alla trentennale vertenza sul riconoscimento della festa di S. Martino come festa "d'intero precetto". La filza venne probabilmente composta poco prima del 1775 ed aggiornata con documentazione di tempo in tempo prodotta sino al 1783 1 .


93 (I.1.17)
Corrispondenza del gonfaloniere Mariano Cinelli ed atti relativi al riconoscimento della festa di S. Martino come "festa d'intero precetto"
(c. Ir) "Scritture appartenenti al glorioso vescovo San Martino protettore principale di Sinalunga"
Si segnala:
(cc. IIr-IIIr) "Notizie. La terra di Sinalunga, per volontà del suo popolo, da tempo immemorabile elesse San Martino vescovo in suo principal patrono e protettore. A detto santo dedicò una delle tre chiese parrocchiali; nelli statuti trattando delle feste nelle quali la comunità deve fare l'offerte alle chiese la nomina: Solennità de Santo Martino. Sotto il titolo di San Martino fondò uno dei sei canonicati della chiesa collegiata ed in tutti i tempi l'ha riconosciuto per quello che l'elesse. L'anno 1749 essendo venuta la bolla del sommo pontefice Benedetto XIV sopra la diminuzione delle feste nello Stato di Toscana e nonostante che chiaramente specifichi festa d'intiero precetto il santo particolare protettore di ciascheduna città e luogo, monsignore Francesco Maria Piccolomini vescovo di Pienza con suo editto fatto affissare di notte tempo alle chiese parrocchiali di Sinalunga nel mese di luglio 1750 intese ordinare che in Sinalunga non si solennizzasse per protettore principale San Martino vescovo, ma Sant'Andrea apostolo, che esso Vescovo aveva eletto protettore principale della città e diocesi di Pienza. Si lamentò la comunità di Sinalunga con monsignor Vescovo ed esso s'indusse ad accordare a San Martino il titolo di protettore di Sinalunga, ma non volle mai concedere la festa d'intiero precetto, adducendo per ragione che alla elezione di San Martino in protettore di Sinalunga mancava l'approvazione della Sacra Congregazione dei Riti. L'anno 1762, essendo gonfaloniere di Sinalunga lo scrivente Mariano Cinelli, si domandò alla Sacra Congregazione dei Riti la concessione dell'uffizio proprio per l'ottava di San Martino, qual concessione avendo ottenuta per decreto del 7 aprile 1764, ha la Sacra Congregazione nel tempo istesso approvato San Martino per protettore principale della terra e popolo di Sinalunga".
(c. IVr) Stampa acquerellata raffigurante S. Martino.
(cc. 50r-57v) Officium cum octava S. Martini episcopi Turonensis patroni principalis terrae Senalongae, dioecesis Pientinae, concessum a Sac. Rit. Congregatione pro eadem terra, Romae, Typis Rev. Camerae Apostolicae, 1764, pp. 15.
(c. 77v) "Memoria. Quando credeva il publico della terra d'Asinalunga avere sbrigato le differenze insorte con monsignor Francesco Maria Piccolomini vescovo di Pienza risguardo ad essere San Martino festa di intiero precetto, avendo già ottenuto il decreto della Sacra Congregazione dei Riti del 7 aprile 1764, nel quale viene riconosciuto San Martino protettore principale della detta comunità ed uomini, si vidde all'improvviso per maneggiato di alcuni ecclesiastici un editto in data del settembre 1767, nel quale detto vescovo ordina ai parrochi publicare che San Martino è solo festa di devozione e non di precetto. A tal novità il signor Annibale Cenni gonfaloniere ne avversò le sue doglianze all'Ill.mo e Rev.mo cardinale Andrea Corsini", dal quale ottenne però una risposta negativa.
(cc. 93rv) "Fine della controversia della festa di S. Martino. Soppresso nell'anno 1774 ed essendo stata unita una parte della diocesi al vescovado di Montalcino, e l'altra parte compresa Pienza ed Asinalunga al vescovado di Chiusi, in esecuzione della bolla di Clemente XIV del dì 15 giugno 1772, ricorse il popolo di questa terra al suo nuovo pastore monsignore don Giustino Bagnesi vescovo di Chiusi, a ciò si degnasse dichiarare festa d'intero precetto il giorno 11 di novembre, dedicato alla memoria di S. Martino come patrono principale, il che non si era potuto ottenere fino a quel tempo, con tutto che fossero state fatte molte premure e molti trattati, stante le contrarietà ed ostinazione della curia e del capitolo di Pienza. Conosciuta pertanto da detto monsignore giusta l'istanza statagli fatta, ordinò con decreto delli 12 ottobre 1774 doversi accordare la domandata festa <...>. Si oppose il capitolo di Pienza a tal decreto e si protestò non doversi attendere, onde è che, morto il medesimo monsignor Bagnesi nel dì 10 gennaro 1775, fu riproposto questo affare a monsignor Giuseppe Pannilini vescovo successore, il quale dopo avere formalmente esaminate le reciproche ragioni, decretò nel dì 7 settembre 1778 doversi osservare per festa di precetto il giorno di S. Martino <...>. Non contento il capitolo di Pienza né pure di questo secondo decreto, non volle attenderlo, sicché, partecipata a S.A.R. il serenissimo Pietro Leopoldo arciduca d'Austria e granduca nostro una tale ostinazione, si degnò comandare che si osservasse il sopra riferito decreto <...>. Ed in tal guisa restò terminato questo affare dopo il dibattimento di trenta anni e si ebbe la consolazione di vedersi ritrattare il priore del coro del capitolo di Pienza colla lettera diretta a questo vicario foraneo".
(alleg. a c. 97) Frammento di calendario a stampa relativo ai mesi di ottobre e novembre [1782-1783] e Ordo missae celebrandae ac divini officii recitandi iuxta ritum missalis ac breviarii Romani in dioecesibus Clusina et Pientina pro anno 1788, iussu illustrissimi ac reverendissimi d.d. Josephi Pannilini episcopi Clusini et Pientini editus, Senis, ex typographia Alexandri Muccii, [s.d.].
F. leg. in perg. di cc. IV+100 con ind.
1750 - 1783