Livello: serie
Estremi cronologici: 1636 ottobre 14 - 1778 maggio 12Consistenza: 3 unità
Venivano definite "proventi" quelle rendite di varia natura per la cui
amministrazione le comunità potevano ricorrere alla concessione in appalto dietro
corresponsione di una somma forfettaria stabilita a seguito di incanto. Nel caso di
Sinalunga è attestata tale prassi per i proventi della distribuzione del sale
1
, del danno dato
2
, delle gabelle, delle tasse dei poderi e "fide" di
bestiame
3
, delle "preselle"
4
, delle "canove"
5
, dei macelli, delle
pizzicherie, dell'osteria, del mulino di Monte Martino
6
e della piazza del
mercato
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. Naturalmente poteva darsi il caso - più
o meno frequente secondo il tipo di provento - che la comunità non ricorresse
all'appalto, bensì a forme di gestione diretta, come ad esempio è attestato nel caso
del provento del danno dato a partire dal 1640 e in quello del mulino di Monte
Martino dal 1717 al 1750
8
.
Afferiscono a questa serie tre registri, che coprono senza lacune il periodo
compreso tra il 1636 e il 1778
9
. Tali registri
contengono solo gli atti - di mano del cancelliere della comunità, in originale o in
copia - relativi agli appalti dei proventi comunitativi generalmente venduti
all'incanto. La contabilità connessa ai rapporti tra la comunità e gli appaltatori,
anticamente registrata nei Libri di memorie, dagli ultimi decenni del Cinquecento
cominciò ad essere tenuta nei registri di Debitori e creditori.