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AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
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Statuti

Livello: serie

Estremi cronologici: 1553. Copia del sec. XVIII

Consistenza: 1 unità

Col termine "statuti" s'intende usualmente un complesso di norme (statuta) volte a regolare lo svolgimento delle funzioni amministrative e giudiziarie in ambito comunitativo. Tale complesso si presenta articolato in capitoli o rubriche distribuite in un certo numero di sezioni (libri o, in area senese, distinzioni) relative a diverse materie (organi comunali, materia civile, materia criminale, danno dato, extraordinaria). Le redazioni statutarie - conservate in buon numero sin dai secoli XIII e XIV 1 - sono il frutto della raccolta e sistemazione di materiale legislativo risalente a fasi diverse della vita della comunità, sottoposto a revisione con regolarità da parte di specifiche commissioni e collegi di "savi" eletti in loco (statutari o riformatori) o da questi rielaborato complessivamente allorché si fosse presentata la necessità di aggiornare la compilazione precedente, integrandola con la più recente normativa e ridistribuendola secondo i criteri ritenuti di volta in volta più idonei. Tali redazioni statutarie, in vigore dal momento dell'approvazione da parte dei consigli locali e delle autorità della Dominante, in età moderna - ormai generalmente scritte in volgare - accolsero frequentemente aggiunte elaborate in ambito comunitativo e leggi (bandi e ordini) a carattere generale emanati dal potere centrale. Le comunità dello Stato senese mantennero anche in età medicea e nella prima età lorenese il diritto di redigere o aggiornare le rispettive compilazioni statutarie, sia pur sotto il controllo di organi centrali, dando luogo all'elaborazione di una notevole varietà di soluzioni normative al cospetto di analoghe necessità amministrative 2 . Tali compilazioni regolarono la vita delle comunità fino all'entrata in vigore della riforma comunitativa leopoldina (1778) e mantennero validità in quelle parti che non contrastavano con i nuovi regolamenti fino all'introduzione del Codice Napoleonico 3 . Gli statuti delle comunità, frequentemente redatti su supporto membranaceo e talora decorati e miniati, sono di norma contenuti in codici di buona fattura 4 . L'Archivio di Stato di Siena conserva un frammento membranaceo della quinta distinzione di uno statuto in volgare della comunità di Sinalunga, risalente al 1443 e contenente aggiunte sino al 1486 5 . Del più tardo statuto di metà Cinquecento si conserva presso la Biblioteca del Senato della Repubblica l'esemplare membranaceo redatto nel gennaio 1561 dal rettore della chiesa di S. Martino Niccolò Crocchi 6 . Lo statuto, articolato in cinque distinzioni ("Del reggimento dela terra de Sienalongha", "Del modo de render ragione", "De' malefitii e quasi", "De' danni dati", "Delli estraordinarii") - seguite da una serie di approvazioni, note e riforme, nonché da numerose notifiche di condanne a morte pronunciate dal capitano di giustizia di Sinalunga, coi relativi divieti di ricetto dei condannati contumaci 7 -, era stato composto da sei massari locali nominati nel 1553 al tempo del podestà Lattanzio Marretti 8 , all'indomani della conquista di Sinalunga da parte dell'esercito imperiale. Il lavoro dei sei massari era certamente concluso nel luglio 1559 quando il governatore di Siena Angelo Niccolini restituì al podestà di Sinalunga la copia dello statuto inviatagli da Firenze. Nell'occasione il governatore dichiarò di non aver potuto procedere alla sua approvazione, ma concesse al medesimo podestà la facoltà di utilizzarlo finché non si fosse provveduto in merito, ricordando comunque che la concessione non doveva essere interpretata come una conferma dello stesso 9 . Una prima approvazione dello statuto da parte del capitano del popolo, dei priori e dei Regolatori della città di Siena risale al 13 gennaio 1561, alla quale ne seguì una della Balìa il 3 luglio seguente 10 . Da allora, per oltre due secoli, tale statuto venne costantemente utilizzato senza subire integrali riforme e surrogato, ove necessario, mediante l'impiego di quello della Dominante 11 . Piuttosto oscure risultano le vicende successive del codice contenente lo statuto: se ne perdono infatti le tracce una prima volta tra la fine del Settecento e la metà dell'Ottocento 12 e poi dall'aprile del 1881 - quando l'erudito locale Luigi Agnolucci ne fece eseguire una copia integrale, pervenuta successivamente in dono al comune 13 - sino al suo ingresso nella Biblioteca del Senato della Repubblica , avvenuta sicuramente prima del 1892 14 .
Un tentativo di riforma intrapreso nel 1744, presumibilmente mai portato a termine 15 , è con ogni probabilità all'origine della stesura della copia cartacea incompleta conservata nell'archivio della comunità almeno dal 1764, contenente soltanto la "tavola" dei capitoli, la prima distinzione e i primi sette capitoli della seconda 16 .


2 (I.1.3)
Statuti
(cc. Ir-IVv) "Tavola de tutti li capitoli delli statuti dela terra de Senalonga, della prima, seconda, terza, quarta e quinta distinzione".
Reg. leg. perg. di cc. 31 scritte
1553. Copia del sec. XVIII