Livello: serie
Estremi cronologici: 1570 mar. 9 - 1772 gen. 19Consistenza: 25 unità
La documentazione pervenuta si articola in due parti distinte: le
filze, contenenti denunce, documenti processuali e sentenze riunite senza ordine, e
i dazzaioli, cioè i ruoli in cui il cancelliere iscriveva a carico dei condannati le
somme corrispondenti alle ammende comminate sui quali il camarlingo faceva fede
dell'avvenuto pagamento alle scadenze fissate.
Alcune delle filze contengono
atti estranei alla materia (atti dei grasceri, sentenze di levata di offese etc.);
quando ciò si verifica se ne è dato conto nella descrizione del singolo
pezzo.
Nell'ambito di comuni rurali la cui principale risorsa economica era
costituita dalle attività agricole la materia del danneggiamento perpetrato nei
confronti di colture e sistemazioni agrarie era tanto attuale quanto delicata.
Essa era regolamentata da una normativa particolare, spesso basata sulla
consuetudine e variabile da una località all'altra e le vertenze che la riguardavano
esigevano una rapida soluzione, data anche l'entità del contenzioso. Per questo, sin
dall'epoca precedente alla sottomissione a Firenze, i comuni più distanti dalla
città dominante eleggevano un notaio o specifici funzionari col compito di comporre
tali vertenze, secondo procedure sommarie e con l'irrogazione ai colpevoli di pene
pecuniarie
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Con la sottomissione
a Firenze molti comuni si videro sottratta la competenza in materia di danno dato,
che fu affidata al foro locale del podestà fiorentino. Non è questo il caso di Massa
e Cozzile, per cui, fino al 1772, la banca del danno dato continuò ad essere gestita
direttamente da ufficiali di nomina del comune (i defettatori) sotto il controllo
del cancelliere comunitativo ma in regime di sostanziale autonomia; dopo tale data
tutte le banche locali toscane furono abolite e la competenza in materia venne
affidata ai podestà fiorentini competenti per territorio (per Massa e Cozzile quello
di Buggiano)
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