Ufficio del Depositario dei pegni

Livello: serie

Estremi cronologici: 1618 nov. 8 - 1787 dic.

Consistenza: 107 unità

Nell'archivio di Massa e Cozzile si conservano i libri dei pegni dal 1671 sino al 1788, con poche lacune. I saldi, dal 1588 al 1783, sono invece raccolti in due registri separati che rappresentano l'uno la continuazione dell'altro. I debitori insolventi venivano perseguiti da giudici titolari di competenza per materia e territorio che, con un decreto, autorizzavano appositi esecutori di nomina comunale a dar corso al sequestro dei beni del debitore a garanzia della somma dovuta.
Costoro erano tenuti a consegnare gli oggetti sequestrati ad altri ufficiali comunali, i depositari, che avevano il compito di conservarli a disposizione del tribunale o, secondo il caso, di restituirli ai debitori dopo l'eventuale riscatto o di provvedere alla vendita all'asta una volta scaduti i termini fissati dagli statuti ¹ .
L'attività dell'ufficio dell'esecutore non ha prodotto, a Massa e Cozzile, un archivio autonomo come, invece, è avvenuto per quello del depositario.
I compiti di quest'ultimo venivano fissati per scritto dal cancelliere sul frontespizio dei libri dei pegni che gli venivano dati in consegna di volta in volta. I pegni ricevuti venivano annotati su un quaderno strutturato come un dazzaiolo; per ciascuno di essi si riportava, sulle pagine dispari, la data della consegna, il nome del proprietario, quello del promotore della istanza di pignoramento, la descrizione di ciò che era pignorato e il valore corrispondente sulle pagine pari si annotava, invece, sempre in corrispondenza delle relative poste, l'eventuale restituzione, che andava autorizzata preventivamente dal tribunale di competenza, ovvero l'avvenuta vendita all'asta. In tal caso il depositario doveva provvedere a liquidare le spese di esecuzione, a saldare il debito e a restituire al debitore la somma residua. Ogni anno, poi, il depositario era tenuto a rendere il conto della sua amministrazione ai Nove ² .