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AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
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Tassa del sale

Livello: serie

Estremi cronologici: 1559 - 1788

Consistenza: 104 unità

Come per la tassa del macinato, anche per la tassa del sale la documentazione è quasi completa soltanto per quanto riguarda i dazzaioli, mentre il carteggio della deputazione coi relativi defalchi, le portate e i reparti sono pervenuti frammentari. Si fa presente che, oltre al materiale descritto nella presente serie, altro relativo alla medesima materia è descritto al n. 869 di questo inventario. Il sale necessario all'alimentazione umana e del bestiame era concentrato presso i magazzini della Gabella del sale a Firenze e da lì distribuito, a un prezzo fisso, alle diverse zone del dominio. Tale distribuzione veniva così a configurarsi come una vera e propria tassa, che richiedeva una complessa organizzazione a livello centrale e periferico.
In ciascuna comunità si provvedeva ad eleggere una apposita commissione i cui deputati anzitutto compivano una descrizione delle famiglie con il numero delle bocche e delle bestie da latte possedute. Sulla base di questi dati essa stabiliva poi la quantità di sale necessaria ogni anno ad ogni nucleo familiare in ragione di un certo numero di libbre per ogni persona e per ciascun capo di bestiame e inviava la ripartizione previsionale così compilata alla Gabella del sale di Firenze. In quella sede la ripartizione veniva approvata e, tramite il giusdicente locale, si comunicava alla comunità la quota complessiva di sale ad essa spettante.
La quota così determinata veniva trasferita presso la comunità stessa in un magazzino apposito, la canova, a cura di un funzionario responsabile, il canoviere, e veniva distribuita alle famiglie secondo le indicazioni del reparto, un registro che conteneva appunto la quantità di sale che ogni nucleo familiare era tenuto a prelevare, al netto di eventuali defalchi per vari motivi riconosciuti anno per anno. Sulla base del reparto era poi compilato il dazzaiolo per la riscossione, che avveniva a cura del canoviere nel corso di tre rate annuali 1 .
Nel Settecento questo meccanismo venne parzialmente modificato secondo un sistema analogo a quello visto per la tassa del macinato; furono allora i cittadini stessi che facevano pervenire in cancelleria le dichiarazioni scritte della consistenza del proprio nucleo familiare, salvo verifica della loro veridicità a cura del messo comunale. Questa forma di imposizione venne soppressa con legge del 3 marzo 1788 2 .