Dazio dei lavoratori e testanti, poi tassa dei coloni e
artigiani
Livello: serie
Estremi cronologici: 1815-1849
Consistenza: 24 unità
Il dazio dei lavoratori e testanti, reintrodotto col ritorno dei granduchi
in Toscana, costituiva dopo il 1816, insieme alla tassa di famiglia e alla tassa
prediale, una delle voci principali degli introiti fiscali delle comunità. Il
contingente annuale dovuto da ogni comunità era fissato dal governo centrale, ma
erano le comunità stesse, tramite un'apposita deputazione, a ripartirlo fra i
contribuenti. In base ai reparti venivano compilati dal cancelliere i dazzaioli,
consegnati poi al camarlingo per la riscossione. I contingenti del dazio dei
lavoratori e testanti furono rivisti nel 1836 secondo le più recenti misurazioni
catastali, dovute all'introduzione del nuovo catasto geometrico particellare.1 Nell'archivio
di Sesto Fiorentino si trovano i dazzaioli dei lavoratori e testanti dal 1815 al
1837. Per il periodo 1815-1817 sono conservati anche i registri della comunità di
Brozzi. Dal 1818 i dazzaioli sono relativi solo alla comunità di Sesto e dal 1820
sono predisposti a stampa. A partire dal 1838 la tassa che assume la denominazione
di tassa dei coloni e artigiani è
stata registrata nel dazzaiolo della tassa di famiglia. 2 Fanno eccezione gli anni 1840 e 1849 per i quali è
stato usato un apposito registro. Per quanto riguarda i reparti di questa tassa,
sono conservate solo le annate 1852-1864, incluse nei reparti della tassa di
famiglia.