Livello: sottoserie
Estremi cronologici: 1849 - 1859Consistenza: 11 unità
I bilanci di previsione dovevano essere redatti classificando le
rendite e le spese, distinte queste ultime in ordinarie e straordinarie. Ogni
conto preventivo era quindi compilato in quadruplice copia, una delle quali
rimaneva allegata all'originale della deliberazione presa su di esso
dall'Anzianato affinché fosse depositata presso l'archivio comunale; la seconda
doveva servire agli uffici dell'autorità governativa o distrettuale e le altre
due dovevano essere trasmesse alla Presidenza dell'Interno in duplice copia, di
cui una restava in quegli archivi e l'altra veniva ritrasmessa al comune, dopo
essere stata debitamente approvata. In quattro copie dovevano essere redatti
tutti gli allegati al conto suddetto, per l'uso di cui sopra. Una quinta copia,
tanto del conto suddetto come degli allegati, autenticata dai magistrati
comunitativi incaricati, era inviata all'esattore comunale, affinché potesse
conoscere con esattezza l'ammontare sia delle quote da riscuotere, sia delle
spese da pagare. Oltre agli allegati il podestà era tenuto ad aggiungere un
foglio di osservazioni, redatto in triplice copia, rispettivamente per l'ufficio
del Comune, del Governatore o Commissario e della Presidenza
dell'Interno.
La prima parte dei bilanci preventivi, detta parte "passiva",
riguardava le spese, suddivise in ordinarie e straordinarie. Fra le ordinarie
occupava il primo posto il titolo che si riferiva agli stipendi degli impiegati
addetti all'amministrazione comunitativa (segretari, commessi, agenti, uscieri,
guardia campestri, postini incaricati della corrispondenza tra i governatorati o
commissarie ed i comuni), facevano seguito i titoli concernenti le spese di
ufficio (cancelleria, provvista di combustibile, manutenzione di arredi), gli
interessi dei capitali, i livelli e censi, gli affitti dei locali destinati a
stanze per il podestà e per le riunioni dell'Anzianato, ove non presente un
edificio comunale apposito e le quote assegnate al comune per l'affitto degli
uffici dei governatori o commissari, le strade (manutenzione annuale, quote
destinate al compenso degli accollatari, incaricati della cura abituale delle
strade), le acque, i compensi ed abbonamenti, le spese di culto e le sacre
funzioni, la beneficenza (sovvenzioni pagate agli ospizi civili, ai comitati di
beneficenza, all'ospizio di maternità, le pensioni accordate agli impiegati, i
sussidi ai poveri), le spese necessarie al mantenimento della polizia (spese
d'ufficio dei commissari comunitativi di polizia, indennità a medici, mammane,
veterinari, premi agli uccisori di bestie feroci, per le vaccinazioni, spese
occorrenti a prevenire danni che possono essere cagionati da epidemie, visite ai
macelli, pompe per incendi, illuminazione notturna, mantenimento dei pubblici
passeggi, dei luoghi in cui si tenevano mercati, fiere, teatri), l'istruzione
pubblica (assegnamenti ai maestri, affitto delle scuole, premi agli scolari), la
spesa occorrente al casermaggio dei Dragoni Ducali, le spese diverse
(riparazioni annuali di fabbricati, di mura, per la compilazione degli stati di
popolazione, delle tabelle dello stato civile e infine il fondo di riserva. Fra
le straordinarie venivano annoverati i rimborsi a ricevitori comunali, le
sopravvenienze e rimanenze passive.
La seconda parte del conto preventivo,
detta parte "attiva", si articolava in rendite ordinarie e straordinarie. Tra le
rendite ordinarie si enumeravano gli interessi dei capitali, i canoni di livelli
e i frutti di censi, le pigioni di case, fondi e spazi, le tasse d'ufficio
(entrate dagli estratti dello stato civile e copie degli atti amministrativi),
le tasse per oggetti di polizia e le multe e i cosiddetti prodotti diversi
(redditi derivanti da diritti di pedaggio, vendite di tagli di boschi, affitti
di barche nei fiumi, ritenute sugli stipendi degli impiegati comunali). Le
rendite straordinarie derivavano da rimborsi da parte di istituzioni diverse
(altri comuni, Istituto Cartegni
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), sopravvenienze e rimanenze
attive.