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Tipologia: inventario analitico
a cura di Sergio Gensini , Francesca Capetta
patrocinio: Provincia di Firenze
Pubblicazione: Firenze, Leo S. Olschki, 2002
Descrizione fisica: pp. 298, ill. 4 a colori
Collezione: Cultura e Memoria, 24
Numeri: ISBN - 88-2225-078-8
Contenuti:
La pubblicazione dell'inventario dell'Archivio storico comunale è una tappa fondamentale del percorso di conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale e della memoria storica della comunità di Montaione. Riteniamo importante che la documentazione presente nel nostro Archivio, che abbraccia un arco temporale considerevole (1383-1955) e si riferisce ad un territorio assai vasto, possa essere sempre più e meglio studiata dagli "addetti ai lavori", ma anche conosciuta dai cittadini, semplicemente "curiosi" della storia del loro paese. L'inventario che pubblichiamo potrà essere dunque un importante strumento di lavoro per gli storici e allo stesso tempo la chiave che apre la porta della memoria a tutti coloro che vogliono conoscere meglio Montaione ed il suo territorio. Vogliamo ringraziare sentitamente il professor Sergio Gensini e la dottoressa Francesca Capetta per il lavoro che hanno svolto in questi anni con grande competenza, la Sovrintendenza archivistica per la Toscana, che ha seguito con attenzione le varie fasi di questo lavoro e la Provincia di Firenze, che con il suo finanziamento ha contribuito alla realizzazione ed alla pubblicazione dell'inventario dell'Archivio storico del Comune di Montaione.
Il Sindaco Veronica Campinoti
La pubblicazione dell'inventario dell'archivio storico comunale di Montaione completa e conclude degnamente il laborioso processo di valorizzazione di un patrimonio storico documentario di grande interesse. Inquadrato nel contesto editoriale della collana "Cultura e Memoria" della Provincia di Firenze, che già accoglie gli strumenti di consultazione messi a punto per numerosi altri archivi comunali di area fiorentina, questo inventario rappresenta una guida indispensabile per quanti vorranno approfondire i percorsi di ricerca che un corpus documentario così articolato offre. Se al Comune di Montaione ed all'Amministrazione Provinciale di Firenze va l'indiscusso merito di aver promosso e sostenuto il progetto di riordinamento ed inventariazione dell'archivio storico comunale, agli autori, Sergio Gensini e Francesca Capetta, che lo ha validamente coadiuvato, è da ascrivere l'impegno tenace con cui sono state condotte le operazioni di analisi delle singole unità documentarie e la competenza nell'aver ricomposto il quadro rigoroso ed accurato non solo delle fonti oggi custodite nell'archivio, ma anche delle istituzioni locali che, dalla fine del XIV secolo fino alla metà del XX, hanno amministrato questa importante porzione del territorio valdelsano e che hanno prodotto e conservato le testimonianze scritte della loro attività pratica. Attraverso i puntuali apparati introduttivi vengono infatti ricostruiti gli ambiti territoriali di attività e chiarite la struttura, le funzioni e le competenze di un complesso di uffici (la podesteria di Montaione e Barbialla, la podesteria di Gambassi, i comuni di Montaione, Castelnuovo, Castelfalfi, Tonda, Gambassi, Catignano e Pulicciano) che fino alle riforme volute da Pietro Leopoldo, nella tarda metà del Settecento, costituirono il complicato tessuto istituzionale entro il quale si inquadrava un territorio più ampio di quello rappresentato dall'attuale circoscrizione comunale. Alla riforma leopoldina ed alla costituzione della nuova comunità di Montaione, entro la quale venivano ricondotte le singole autonomie, si deve infatti il consolidarsi di un assetto amministrativo che ha dimostrato la sua perdurante vitalità fin oltre l'Unità d'Italia e che si è modificato solo dopo la costituzione del comune di Gambassi Terme. Agli accadimenti istituzionali fanno da contrappunto le vicissitudini subite dalla documentazione, ricostruite nel quadro più ampio delle vicende dell'archivio della cancelleria comunitativa, con sede prima a Certaldo e poi a Castelfiorentino, in cui tali carte furono custodite, almeno fino a quando le modifiche amministrative sancite dall'Unificazione non posero la base giuridica per l'estrapolazione di quei documenti che oggi costituiscono l'archivio storico preunitario di Montaione. Accanto a queste si sono venute sedimentando nel tempo anche le carte prodotte dagli uffici comunali postunitari, testimonianza delle varie ed interconnesse attività di gestione assunte dall'ente locale nel quadro dello stato unitario e oggetto anch'esse di una accurata indagine. L'inventario dunque, fotografando l'attuale consistenza dell'archivio, non solo ci addita fenomeni di dispersione che lo hanno segnato, ma ci aiuta a chiarire i legami che uniscono queste carte con quelle, sempre attinenti al medesimo territorio, conservate in altri luoghi (a Castelfiorentino gli atti della giurisdizione civile e le carte del cancelliere comunitativo; all'Archivio di Stato di Firenze i catasti antichi, la cui compilazione ed il cui aggiornamento ricadevano, anch'essi, sotto la speciale competenza del cancelliere; a Certaldo, e poi a San Miniato, gli atti della giurisdizione criminale); ci aiuta insomma a ricomporre i frammenti di un più vasto "mosaico" documentario ed a tracciare il quadro dell'insieme delle fonti e degli archivi che consentono di ricostruire vicende ed aspetti della vita di questo ampio territorio. E' pertanto con viva soddisfazione che si saluta questo volume che, oltre a costituire un efficace strumento di conoscenza delle fonti storiche oggi conservate dal Comune di Montaione, rappresenta anche un'ulteriore occasione di riflessione per lo studio dei processi di formazione e di trasmissione dei documenti prodotti dalle istituzioni territoriali.
Sandra Pieri Soprintendenza Archivistica per la Toscana
Territori e istituzioni documentate nell'archivio di Montaione
In ogni Comune toscano che abbia avuto origine in epoca precedente all'unificazione d'Italia si conservano, tranne poche eccezioni, gli atti che testimoniano l'antica attività amministrativa esercitata localmente da istituzioni che sono state le dirette antenate del Comune moderno. Al pari di tanti altri l'archivio storico di Montaione è composto da una sezione preunitaria e una postunitaria, quest'ultima comprende la documentazione prodotta dal Comune dopo il 18651. Quella preunitaria raccoglie invece le carte degli enti che nei secoli scorsi si sono avvicendati nell'amministrazione del territorio con competenze diverse e che, a differenza dal Comune moderno, non conservavano direttamente i propri archivi.Gli archivi comunali preunitari toscani quali oggi li conosciamo rappresentano infatti il frutto di un particolare processo di trasmissione lungo almeno tre secoli. Le cui origini risalgono per lo più alla fine del Cinquecento quando, in concomitanza con la nascita dei Nove conservatori della giurisdizione e del distretto, si andò strutturando la rete delle cancellerie comunitative che fino all'unità d'Italia ebbero il compito di conservare i documenti appartenenti alle istituzioni periferiche. La soppressione di questi uffici2 e la conseguente divisione degli archivi che vi erano custoditi ha fatto sì che oggi ogni Comune di origine preunitaria conservi la propria memoria storica, ma ha anche determinato la rottura di un vincolo archivistico dal quale non si può prescindere ogni qualvolta ci si avvicini a questo tipo di fonti. Il ricercatore che si accinge a ricostruire la storia di un determinato territorio attraverso i documenti di un archivio comunale dovrà quindi tenere necessariamente conto delle vicende storiche che hanno regolato la loro sedimentazione e la loro trasmissione, ricordando che il nucleo di atti rintracciabile presso un archivio comunale è sempre il frammento di un più ampio sistema documentario, e per questo in stretta correlazione con quelli degli organi amministrativi centrali e dei Comuni limitrofi. Le entità amministrative documentate nell'archivio di Montaione sono relative a territori che, pur essendo stati aggregati al contado fiorentino in epoche e con modalità diverse, furono parzialmente accomunati nel loro destino amministrativo secondo un processo che per oltre cinque secoli ha variamente disegnato la geografia istituzionale di questa porzione della Valdelsa. Chi osservi da vicino la struttura dell'archivio potrà facilmente rilevare che vi sono conservati molti atti pertinenti ad aree non comprese negli attuali confini del Comune di Montaione. Ci riferiamo in particolare alla ricca documentazione relativa ai territori che oggi corrispondono al Comune di Gambassi Terme. Questi infatti fino alla seconda metà del Settecento ebbero una loro autonomia amministrativa ma in seguito alle riforme di epoca leopoldina furono uniti a Montaione e rimasero tali fino agli inizi del Novecento.
La podesteria di Barbialla e Montaione e la podesteria di Gambassi fino alle riforme settecentesche
Il castello di Montaione3 fece anticamente parte del distretto e della giurisdizione di San Miniato ma nel 1369, in concomitanza con le vicende che avrebbero condotto alla sconfitta di San Miniato, si sottomise a Firenze e l'anno successivo entrò a far parte del suo contado insieme a Castelnuovo, Coiano, Santo Stefano, Collegalli, Canneto, San Quintino, Cigoli, Leporaia, Tonda, Montebicchieri e Stibbio4. Nell'aprile del 1370 Firenze vi inviò quattro podestà: uno per Barbialla, Santo Stefano, Coiano e Collegalli; uno per Montaione, Tonda e Figline; uno per Castelnuovo, San Quintino e Canneto e l'ultimo per Cigoli, Montebicchieri, Stibbio e Leporaia5. La giurisdizione criminale su tutti questi territori fu esercitata dal vicariato di San Miniato istituito nel 13706. Nel giro di breve tempo le quattro podesterie furono riunite in una sola di primo grado, denominata di Barbialla e Montaione, il cui podestà risiedeva a Montaione ed aveva al suo seguito quattro notai, quattro famigli e un cavallo. Dalla podesteria dipendeva anche l'ufficialato di Cigoli, già competente fino dal 1370 per Cigoli, Montebicchieri, Stibbio e Leporaia, a cui vennero ad aggiungersi i popoli della soppressa podesteria di Castelnuovo: Canneto e San Quintino. Intorno al 1450 furono aggregati alla podesteria anche Castelfalfi e Vignale che fino ad allora avevano fatto parte della giurisdizione di San Miniato7. Il comune di Gambassi fu acquisito dalla Repubblica fiorentina in seguito alla pace di Fucecchio tra Pisa e Firenze del 1293, in virtù della quale fu staccato da San Gimignano ed incorporato nel contado fiorentino8. L'anno seguente passarono a Firenze anche i comunelli di Catignano, Pulicciano e Montignoso che insieme a Gambassi andarono a costituire l'antica lega del Monte Tignoso, per la quale nel 1332 fu nominato un podestà che aveva al suo seguito tre notai, cinque famigli e un cavallo9. Il podestà insieme ad un notaio, tre famigli ed il cavallo aveva residenza in Gambassi; gli altri due notai, con un famiglio ciascuno, erano destinati a Catignano e Montignoso. Nell'ambito della podesteria si andarono delineando due entità autonome dal punto di vista amministrativo: il comune di Gambassi e la lega dei sette popoli di Catignano e Pulicciano10. La giurisdizione criminale su tutti i territori della podesteria fu esercitata dal vicariato di Certaldo istituito stabilmente nel 141511. A partire dagli anni trenta del Quattrocento la podesteria di Barbialla e Montaione fu riunita a quella di Gambassi attraverso la nomina di un solo podestà che era tenuto a risiedere sei mesi a Montaione e sei mesi a Gambassi. Inizialmente doveva trattarsi di una misura provvisoria che invece fu più volte rinnovata fino a divenire stabile. Dal punto di vista amministrativo la podesteria nel suo complesso fu servita dalla cancelleria di Certaldo-Castelfiorentino, ma la giurisdizione criminale continuò ad essere distinta tra il vicariato di San Miniato, per i territori di Montaione, e quello di Certaldo, per i territori di Gambassi. Questa situazione rimase pressoché immutata fino alla seconda metà del Settecento quando con le riforme volute da Pietro Leopoldo si verificò una generale riorganizzazione di tutte le istituzioni periferiche del Granducato. Con la riforma dei tribunali di giustizia del 1772 fu soppresso l'ufficialato di Cigoli, la cui giurisdizione passò in parte alla podesteria di San Miniato (Cigoli, Montebicchieri e Stibbio) e in parte a quella di Montaione (Barbialla, Castelnuovo, Coiano, Santo Stefano, Collegalli, San Quintino e Canneto)12. Nel 1784, in concomitanza con una revisione dei circuiti giudiziari, fu soppresso il vicariato di Certaldo e i territori della podesteria di Gambassi furono definitivamente accorpati a quella di Montaione e con essa sottoposti al vicariato di San Miniato13.
La comunità di Montaione dalle riforme settecentesche all'unità d'Italia
La riforma giudiziaria del 1772, oltre a ridisegnare i confini di podesterie e vicariati, apportò importanti modifiche alle funzioni dei giusdicenti che si videro attribuire compiti di natura esclusivamente giudiziaria e persero quelle competenze amministrative che avevano esercitato nei secoli precedenti, adesso trasferite agli organi di governo locale. La riforma giudiziaria fu infatti elaborata contestualmente a quella delle comunità emanata poco dopo che, secondo un disegno di uniformità amministrativa e fiscale, modificò notevolmente l'organizzazione e il funzionamento delle istituzioni locali14. Fu sospesa la validità degli Statuti e furono fortemente ridotte le autonomie dei centri minori i cui territori vennero accorpati e dettero vita a comunità più ampie regolate da norme uniformi. I confini delle nuove comunità andarono per lo più a coincidere con le circoscrizioni che le podesterie avevano assunto nel corso del Cinquecento. Nel nostro caso, invece, con il Regolamento locale del 23 maggio 1774, fu istituita la nuova comunità di Montaione che risultò composta da "tutti gli interessi, persone e cose comprese nella podesteria di Barbialla o Montaione e nella podesteria di Gambassi": Montaione, Castelnuovo, Castelfalfi, Tonda e Sughera, Vignale e Cedri, San Vito a Collegalli, San Piero a Coiano, San Giorgio a Canneto, San Giovanni a Barbialla, San Bartolomeo a Santo Stefano, San Quintino, Gambassi, Montignoso, Camporbiano e lega dei sette popoli di Catignano e Pulicciano. I popoli di Cigoli, Montebicchieri e Stibbio passarono invece alla nuova comunità di San Miniato alla quale erano legati per antica consuetudine e della cui cancelleria avevano sempre fatto parte15. Durante il periodo francese Montaione fu sede di una mairie e con la Restaurazione fu confermato capoluogo di comunità con la stessa estensione territoriale che aveva avuto fino dal 1774, ma tra la prima metà dell'Ottocento e gli inizi del Novecento si sono verificate ripetute variazioni territoriali che hanno notevolmente ridotto i confini del Comune. Nel 1833 i popoli di Canneto e San Quintino furono assegnati a San Miniato, quello di San Eusebio alla Canonica fu aggregato a San Gimignano e quello di San Giorgio a Celderi passò a Peccioli; mentre a Montaione fu aggregato il popolo di Iano e Camporena già di San Miniato, che fino ad allora aveva costituito una sorta di enclave all'interno della comunità di Montaione16. Nel 1876 le frazioni di Castelnuovo e Coiano passarono a Castelfiorentino17 e nel 1917 Gambassi fu costituito Comune autonomo ed iniziò la sua attività in seguito alle elezione amministrative del 192018.
La trasmissione degli atti preunitari
A partire dalla fine del Cinquecento fino al 1865 la conservazione degli atti di comuni, comunità ed altre istituzioni locali furono affidati ai cancellieri comunitativi. Questi ufficiali dello Stato fiorentino erano nominati, prima dai Nove conservatori ed in seguito dalla Camera di soprintendenza comunitativa, per servire e controllare le comunità e le magistrature periferiche19. Le cancellerie comunitative si delinearono come entità territoriali piuttosto estese ed ai cancellieri fu affidato il compito di intervenire in tutti gli affari degli enti compresi nella loro circoscrizione20. Registravano le deliberazioni e i contratti di comuni, comunelli, podesterie, vicariati e opere pie; vigilavano sul rispetto degli Statuti locali e della legislazione generale; controllavano l'amministrazione economica ed erano tenuti a conservare in maniera idonea e sicura tutti i libri e le scritture pubbliche, non più correnti, che venivano prodotti nella loro circoscrizione; si andarono così creando dei grandi archivi di concentrazione21. Nel nostro caso la cancelleria ebbe sede a Certaldo almeno dal maggio del 1570, quando l'allora cavaliere del vicario ricevette anche la nomina di cancelliere "fermo" del vicariato, ma nella seconda metà del Seicento fu spostata a Castelfiorentino senza che intervenissero variazioni nella circoscrizione territoriale di competenza22. Presso gli uffici della cancelleria andarono a sedimentarsi per circa tre secoli gli atti delle istituzioni operanti nei territori che oggi corrispondono, in buona misura, ai quattro Comuni di Certaldo, Castelfiorentino, Montaione e Gambassi Terme, che allora costituivano quattro circuiti podestarili. L'archivio della cancelleria di Certaldo-Castelfiorentino è stato descritto in alcuni inventari oggi conservati presso il Comune di Castelfiorentino23; nella risposta del cancelliere comunitativo Tommaso Mugnai alle Istruzioni di Pompeo Neri del 174624 e in un inventario del 185925. Da questi strumenti risulta evidente che gli atti più propriamente amministrativi furono conservati ed organizzati presso la sede della cancelleria, quelli giudiziari invece per lungo tempo furono mantenuti presso gli uffici dei giusdicenti e solo in epoca leopoldina entrò in uso la prassi di versare alla cancelleria quelli non più correnti. Da un inventario del 1679 si deduce che gli atti civili di Montaione e di Gambassi erano ancora conservati presso i rispettivi tribunali26. Nel 1787 sembra invece che fossero già stati trasportati a Castelfiorentino27. Nella risposta alle Istruzioni di Pompeo Neri leggiamo che "la cancelleria del vicariato di Certaldo contiene sotto la sua giurisdizione quattro podesterie" e "quattro parimenti sono gli archivi che il cancelliere del vicariato suddetto tiene sotto la sua custodia"28. A proposito di quello di Montaione è detto che vi erano sedici antiche cartapecore sciolte29 e successivamente sono descritti i libri di Statuti di Catignano e Pulicciano, di Castelnuovo, di Castelfalfi e due frammenti di Montaione30; non risultano invece presenti testi normativi di Gambassi né di Tonda. Vengono quindi enumerati i libri delle deliberazioni distinti per entità territoriali31 ed infine sono descritti gli atti giudiziari. A proposito di questi è detto che i due archivi di Montaione e Gambassi erano considerati come uno solo "essendo governati quei due luoghi dal medesimo giusdicente che risiede a vicenda sei mesi in un luogo e sei mesi nell'altro"32. Nel periodo francese le cancellerie comunitative furono abolite e fu stabilito che le singole municipalità rientrassero in possesso delle proprie carte33. Si trattò però di una breve parentesi perché nel 1814, con il ripristino delle antiche magistrature, gli atti furono nuovamente affidati al cancelliere di Castelfiorentino. Il 25 agosto 1814 il Consiglio di Montaione approvò infatti la liquidazione delle spese per il "trasporto alla cancelleria di Castelfiorentino di tutti i libri, filze e carte appartenenti alla loro comunità"34.Dall'inventario di cancelleria del 1859 risulta che gli atti delle tre comunità di Certaldo, Castelfiorentino e Montaione erano tenuti separati e con numerazioni distinte; quelli di Montaione vi sono descritti per tipologia e sotto la stessa voce sono elencati per le diverse componenti territoriali35. In seguito all'unificazione amministrativa del regno ed in particolare con il R.D. 26 luglio 1865, n. 2455 fu stabilito che la conservazione del catasto della proprietà fondiaria fosse riunita all'Amministrazione delle tasse e del demanio36. In tale contesto vennero soppresse le cancellerie del censo toscane alle quali nel 1848 erano state affidate, oltre ai consueti compiti di custodia degli atti comunitativi e giudiziari, nuove competenze in materia di conservazione catastale37. In questo particolare momento di trasformazione istituzionale le sorti degli archivi che si erano sedimentati nelle cancelleria toscane seguirono un percorso molto complesso che li vide defluire in direzioni diverse38. Nel nostro caso il Comune entrò in possesso delle carte amministrative che lo riguardavano solo nell'ottobre del 1866 dopo una complessa vicenda amministrativa. Secondo quanto si può ricostruire dagli atti conservati nella sezione postunitaria dell'archivio comunale, già nell'autunno del 1865 si pose il problema della proprietà dei locali in cui aveva residenza il cancelliere di Castelfiorentino e fu subito chiaro che sarebbero state necessarie delle spese per l'estrazione "dell'archivio spettante"39. Operazione questa che doveva essere eseguita con una certa cura dato che al Comune erano destinati solo gli atti amministrativi e non quelli giudiziari e tanto meno quelli catastali. Il 18 giugno 1866 la Sottoprefettura di San Miniato invitava il Comune a delegare "persone capaci a fare la scelta per l'opportuno ritiro degli atti e documenti amministrativi del Comune tuttora esistenti nell'archivio della soppressa cancelleria di Castelfiorentino". Così nella seduta del 22 giugno la Giunta nominò i signori Oliviero Baldanzi e Romualdo Ninci quali persone idonee ad effettuare la scelta ed il ritiro dei documenti40. Nel frattempo le carte erano entrate in possesso dell'Agenzia delle tasse dirette avente sede in Castelfiorentino che, nonostante le ripetute pressioni del Comune e della Sottoprefettura di San Miniato, si rese disponibile alla restituzione degli antichi archivi solo nell'ottobre del 186641. Il ritiro fu effettuato il 30 ottobre ed il giorno successivo l'agente delle tasse inviò a Montaione "l'inventario generale delle filze esistite ed esistenti nell'archivio di questa Agenzia" perché al momento della consegna avvenuta il giorno prima erano state omesse le firme del sindaco e del consigliere Ninci; l'inventario fu restituito, debitamente firmato, il giorno 5 novembre 186642. La complessa vicenda si chiuse con il rimborso al sindaco per essersi recato a Castelfiorentino a ricevere l'archivio comunale43. Fu così che pervennero a Montaione gli atti che oggi costituiscono il suo archivio preunitario, la cui caratteristica principale risiede senza dubbio nel fatto che vi si conservano molti documenti relativi a territori non più iscritti nei suoi confini. Dato questo che appare comprensibile solo alla luce delle vicende storico istituzionali che hanno determinato la sedimentazione e la trasmissione di tali atti. Come abbiamo già avuto modo di spiegare, con le riforme settecentesche volute da Pietro Leopoldo i territori delle due podesterie di Montaione e Gambassi furono unificati, sia dal punto di vista giudiziario che amministrativo, e nacque la nuova comunità di Montaione con confini molto estesi, che rimasero pressoché immutati fin oltre l'unificazione del regno.
L'archivio preunitario nella sua situazione odierna
Chi si avvicini oggi all'archivio comunale di Montaione noterà che la parte preunitaria, per quanto non molto consistente, presenta una struttura alquanto articolata che testimonia la complessa storia istituzionale di questa area geografica. Di particolare rilevanza sono gli atti più antichi: lo Statuto di Montaione del 1383, un registro di deliberazioni di Montaione che inizia nel 1392, un registro della gabella del sale del 1442 e i libri di memorie. Di grande interesse per la sua completezza è anche la documentazione fiscale, in particolare quella relativa all'esazione della tassa del macinato di cui si conservano le serie complete dei quattro circuiti fiscali di Montaione, Castelnuovo, Gambassi e lega dei sette popoli. Documenti questi che possono essere un valido strumento per lo studio della popolazione, della sua distribuzione sul territorio e della sua composizione sociale. Il riordino ha tenuto conto sia delle vicende storiche dell'archivio, ovvero del processo di formazione e conservazione degli atti, sia della storia istituzionale di questo vasto territorio, avendo come obiettivo principale l'individuazione dell'ente produttore di ogni pezzo. Fino alla seconda metà del Settecento l'archivio si sviluppa su due linee parallele che riconducono la loro origine istituzionale ai due comuni maggiori che erano sede di giusdicenza civile. Così da un lato vi sono gli atti della podesteria di Barbialla e Montaione seguiti da quelli dei comuni che vi erano compresi: Montaione, Castelnuovo, Castelfalfi e Tonda. Dall'altro quelli della podesteria di Gambassi seguiti da quelli dell'omonimo comune e della lega dei sette popoli. Abbiamo poi gli "Atti delle due podesterie di Barbialla e Montaione e di Gambassi" che non corrispondono ad una istituzione realmente operante ma sono il risultato di un intervento di cucitura di molti registri effettuata successivamente alle riforme settecentesche. Si tratta infatti di sole due filze di dimensioni considerevoli relative alla tassa del sale e ai dazzaioli delle collette. A questi fanno seguito gli atti della comunità istituita con la riforma del 1774, gli atti della mairie ed infine quelli della comunità restaurata che si interrompono nel 1865 quando prende avvio la sezione postunitaria. Vi sono inoltre alcuni atti della cancelleria, che abbiamo ritenuto opportuno raccogliere separatamente perché, pur attenendo al territorio, sono espressione delle funzioni affidate ai cancellieri in quanto ufficiali periferici del Granducato. Si deve aggiungere che altri documenti riguardanti le istituzioni che in età preunitaria operarono in questo territorio sono reperibili negli archivi dei Comuni limitrofi. A Certaldo, che come si è già ricordato fu la prima sede di cancelleria, sono rimasti alcuni atti del comune di Montaione di epoche diverse. A Castelfiorentino, oltre ai documenti amministrativi prodotti dai cancellieri e dagli ingegneri di circondario, si conservano tutti gli atti giudiziari delle podesterie di Barbialla e Montaione e di Gambassi, della giudicatura di pace e della pretura di Montaione. A San Miniato sono conservati gli atti dell'ufficialato e del comune di Cigoli, del comune di Stibbio, del comune di Montebicchieri e alcuni documenti finanziari della comunità restaurata di Montaione. Gli atti relativi all'amministrazione della giustizia criminale sono reperibili nei fondi dei vicariati di Certaldo e di San Miniato presso i rispettivi Comuni. Presso l'Archivio di Stato di Firenze è conservata una parte degli atti catastali44 e nel fondo Statuti delle comunità autonome e soggette sono reperibili gli Statuti di Barbialla, Canneto, Castelfalfi, Castelnuovo, Catignano e Pulicciano, Cigoli, Gambassi, Montaione, Tonda. Infine presso l'Archivio di Stato di Pisa sono conservati i documenti fiscali di epoca francese.
L'archivio postunitario
Con l'unificazione d'Italia si verificò anche in Toscana il passaggio a nuove forme di amministrazione periferica che furono definite solo nel 1865 con la Legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia, a cui era allegata la prima Legge comunale e provinciale del nuovo Stato italiano dove furono precisate le funzioni ed i compiti del Comune moderno45. I suoi organi furono il Consiglio comunale elettivo e la Giunta municipale presieduta dal sindaco, capo del Comune e ufficiale di governo, nominato dal re46. In luogo del cancelliere comunitativo fu insediato il segretario comunale che doveva sovrintendere alla trattazione di tutti gli affari e sotto la cui responsabilità ricadeva la conservazione degli atti. Le attribuzioni fondamentali del nuovo ente riguardarono il soddisfacimento dei bisogni primari della popolazione e l'organizzazione di alcuni servizi indispensabili. A questi si aggiungevano, per delega dello Stato, compiti di interesse nazionale quali la tenuta dei registri di stato civile e l'espletamento di funzioni relative ai censimenti, alle elezioni e alla leva militare. Nel 1926 venne abolito il sistema elettivo amministrativo e le competenze degli organi rappresentativi furono trasferite ad un podestà di nomina governativa47; ma con l'entrata in vigore del R.D.L. 4 aprile 1944 n. 111 fu attribuito ai prefetti il compito di provvedere alla nomina temporanea dei sindaci e degli assessori, nell'attesa di poter indire le elezioni amministrative per la ricostituzione degli organi rappresentativi locali che si tennero nel 194648. Con la nascita del Comune moderno prese avvio anche la tenuta di un nuovo archivio improntato ad una diversa prassi amministrativa e quindi ad una diversa produzione e conservazione degli atti. Secondo il Regolamento per l'esecuzione della legge comunale del 1865 in ogni Comune dovevano essere debitamente legati e conservati gli originali delle deliberazioni, delle liste elettorali, i bilanci preventivi ed i conti consuntivi, i libri contabili; le carte relative alle leva militare e ai censimenti della popolazione; il registro di protocollo per l'annotazione delle lettere pervenute e spedite dall'Ufficio comunale49. Nel 1889 fu emanata una nuova legge comunale e nel regolamento applicativo che la seguì fu ribadito l'obbligo della tenuta dei documenti suddetti, ai quali si erano venuti ad aggiungere il registro della popolazione e l'elenco dei fanciulli obbligati a frequentare la scuola elementare50. Ulteriori precisazioni sui registri da compilare furono date con i regolamenti successivi51. Per altre tipologie di documenti le norme di compilazione e di conservazione sono state stabilite in momenti diversi, anche in relazione al mutare della vita politica nazionale ed ai cambiamenti sociali avvenuti nel corso del tempo. Sulla tenuta e l'organizzazione dell'archivio nel suo complesso la prima direttiva precisa fu emanata solo nel marzo 1897, quando il Ministero dell'Interno dettò norme sulla tenuta del carteggio e sulla sua classificazione52. In quella occasione fu stabilito che tutti gli atti ricevuti e spediti dovevano essere Protocollati e assegnati ad una categoria d'archivio, secondo un titolario che ne prevedeva quindici articolate in classi e fascicoli. Nel nostro caso però l'applicazione di questo metodo di archiviazione risale solo al 1926, fino a quella data infatti il carteggio fu organizzato secondo un titolario locale che non prevedeva la distinzione in classi e fascicoli. L'attuale riordino si è improntato alla ricostruzione delle serie secondo la prassi amministrativa dell'ente, che è stata determinata in parte dalle norme di legge e in parte da consuetudini di origine locale. L'inventario si articola in trentacinque serie alcune delle quali sono da ritenersi ormai chiuse perché è cessata la produzione degli atti o perché ne è cambiata la tenuta. Accanto all'archivio del Comune postunitario si conservano gli archivi aggregati dell'Ente Comunale di Assistenza, dell'Ospedale "Cresci", dell'Asilo infantile "Regina Elena" e del Giudice conciliatore.
Francesca Capetta
La denominazione dei fondi preunitari è seguita dall'indicazione degli estremi cronologici delle unità archivistiche. Nella denominazione dei fondi preunitari si è usato il termine Atti per indicare che si tratta di porzioni di complessi documentari più ampi. Per la parte preunitaria i fondi sono indicati in maiuscolo; le serie in neretto alto basso; le sottoserie in neretto corsivo alto basso; ulteriori partizioni in maiuscoletto; le unità in tondo alto basso. Per la parte postunitaria le serie sono indicate in maiuscolo; le sottoserie in neretto alto basso; ulteriori partizioni in maiuscoletto; le unità in tondo alto basso. Nella descrizione delle unità archivistiche sono stati adottati i seguenti criteri: - la data dei documenti redatti prima del 1750 è stata riportata allo stile moderno. - il titolo originale è stato riportato in carattere corsivo. - le date indicate nei titoli originali dei singoli pezzi non sempre corrispondono a quelle reali che sono invece indicate nella scheda. - i dati desunti sono stati posti entro parentesi quadre. - lo stato di conservazione quando non buono è segnalato con uno o due asterischi. - le lacune consistenti all'interno di una serie omogenea sono indicate con punti di sospensione; le lacune all'interno della singola unità archivistica, limitatamente ai pezzi contenenti materiale non infilzato, sono indicate in nota. - gli atti preunitari sono stati numerati consequenzialmente e accanto alla nuova numerazione è riportato il numero antico, posto entro parentesi tonda, che si riferisce all'inventario di cancelleria del 1859. - gli atti postunitari sono numerati per serie aperte. - per i registri della sezione postunitaria si è dato indicazione delle legature solo quando sono in pergamena e del numero di carte e pagine solo se numerate. - il termine cartella indica un contenitore di cartone di dimensioni più esigue delle buste usate comunemente. Nella descrizione delle unità archivistiche sono state usate le seguenti abbreviazioni e sigle:
Archivio preunitario
Atti della podesteria di Barbialla e Montaione (1450 - 1775)
Atti civili e frammenti
Deliberazioni, partiti e saldi
Saldi dei camarlinghi
Riforme degli uffici della podesteria
Imposizione del decimino e testanti
Depositeria dei pegni
Descrizione delle raccolte
Comune di Montaione (1383 - 1774; 1785)
Statuti e riforme
Deliberazioni e partiti
Gabella del sale
Tassa del macinato
Collette universali ed altre imposizioni straordinarie
Comune di Castelnuovo (1538 - 1774; 1790)
Comune di Castelfalfi (1621 - 1774)
Comune di Tonda (1557 - 1774)
Saldi dei popoli della podesteria di Barbialla e Montaione (1531 - 1775)
San Bartolomeo a Santo Stefano
Collegalli
San Quintino
San Piero a Coiano
Montebicchieri e Stibbio
San Giorgio a Canneto
Vignale
Barbialla
Atti della podesteria di Gambassi (1396 - 1775)
Atti civili
lmposizione del decimino e testanti
Comune di Gambassi (1524 - 1774; 1789)
Lega dei sette popoli di Catignano e del comune di Pulicciano (1537 - 1775; 1789)
Saldi dei popoli della podesteria di Gambassi (1545 - 1775)
San Piero alla Badia a Cerreto
San Michele all'Agresto
Santa Cristina a Camporbiano
San Martino a Catignano
San Bartolomeo a San Pancrazio
San Giovanni a Varna
Montignoso
Sant'Andrea a Gavignalla
San Giovanni a Pulicciano
Santa Lucia a Gambassi
Atti delle due podesterie di Barbialla e Montaione e di Gambassi (1686 - 1783)
Tassa del sale
Dazzaioli delle collette universali ed altre imposizioni straordinarie
Comunità di Montaione (1774 - 1808; 1817)
Dazio dei possidenti, lavoratori e testanti
Cottimi di strade
Doti Ammirato
Mairie di Montaione (1808 - 1815)
Negozi, lettere e circolari
Leva militare
Carte diverse
Comunità di Montaione (1814 - 1865)
Deliberazioni
Carteggio del gonfaloniere
Lavori pubblici
Arruolamento militare
Guardia civica
Guardia nazionale
Livelli
Rendite comunitative
Tassa di famiglia
Tassa prediale, di famiglia, lavoratori e testanti
Tassa prediale, dazio comunitativo, famiglia, coloni e artigiani
Tassa sui cani
Bilanci di previsione
Registri dei mandati e repertori delle assegnazioni
Rendimenti di conti e osservazioni ai rendimenti di conti
Documenti di corredo ai saldi
Condotte mediche
Leggi, notificazioni e ordini
Atti della cancelleria di Certaldo - Castelfiorentino (1400 - 1865)
Carteggio dei cancellieri
Memorie
Frammenti
Stato civile
Atti preparatori per l'imposizione del decimino e testanti
Obblighi
Atti di opere pie
Codifica: Maddalena Taglioli, 2003Paolo Santoboni, revisione, febbraio 2010