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AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
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Miscellanee

Livello: serie

Estremi cronologici: 1430 - 1821

Consistenza: 84 unità

Nel corso del presente intervento, accogliendo gli auspici formulati da Francesco Dini un secolo or sono 1 , si è innanzi tutto cercato di ricondurre i frammenti alle unità di origine, riuscendovi in alcuni casi 2 . Laddove ciò non è stato possibile, si è provveduto a ripartire gli inserti in sette sottoserie dedicate ciascuna ad una miscellanea (Regolamenti, capitoli e istruzioni; Carteggio, istanze e fedi; Lavori pubblici; Opera del Ss. Chiodo; Oratorio del Renaio; Arte della lana; Carte diverse e spezzature), limitandosi a riportare per ciascuno di essi il titolo attribuito dal Dini e integrandolo solo nel caso in cui fossero emerse particolari discordanze. Il progressivo aumento della produzione documentaria su fogli 'volanti' avvenuto nel corso del Seicento pose il problema del loro condizionamento e della loro conservazione. L'esito caratteristico fu, come visto per l'area toscana, la costituzione di voluminose 'filze' legate con coperte di pergamena dove ciascun cancelliere provvedeva ad indicare le proprie generalità e la natura degli atti contenuti 3 . La precoce testimonianza fin dal XVIII secolo della presenza di un numero elevato di fogli sciolti nella Cancelleria colligiana fa pensare che molti di questi non fossero mai stati raccolti in unità di conservazione. L'abate Carli nella sua descrizione dell'archivio della Cancelleria del 1746 annotava che vi si trovano eziandio molti fogli volanti in confuso. Ma, avendosi superficialmente esaminati per la strettezza del tempo, ho riconosciuto che questi fogli non contengono altro che comparse, memoriali non passati e simili cose di niun uso al presente. Perciò servendo questi di grand'impaccio all'Archivio, che è assai stretto, sarebbe quasi necessario il considerarli più con attenzione, e levarni quelli che non sono d'alcun rilievo 4 . L'invito del Carli fu tenuto in considerazione trenta anni dopo, nel 1776, quando le operazioni di 'spurgo' che interessarono l'archivio comunitativo riguardarono "fogliacci e carte inutili e di nessun significato" fra i quali si può intuire facilmente la presenza di numerosi atti sciolti 5 . Ancora nel 1896 Francesco Dini ponendo mano al riordinamento dell'archivio constatava l'esistenza di una quantità di carte sciolte, per età e genere svariate, costituenti 467 inserti, e appartenenti pochi al secolo XIV e al XV, moltissimi al XVI e in quasi istessa misura ai posteriori. Dini riunì provvisoriamente "sotto il titolo di miscellanee" questi inserti cercando di ripartirli, non sempre riuscendovi, in fascicoli dal contenuto omogeneo raccolti in buste contraddistinte dalla segnatura "F" 6 . Gran parte di questi inserti furono inseriti come "Appendice" al suo inventario da Alfredo Liberati durante l'opera di riordinamento condotta dopo il deposito a Siena delle carte colligiane 7 , salvo poi essere ridistribuiti fra il 1952 e il 1953 in base ad un criterio sostanzialmente di pertinenza 8 .