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AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
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Soggetto conservatore:

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Comune austro-estense di Licciana

Livello: fondo

Estremi cronologici: 1815 - 1859

Consistenza: 475 unità

Il fondo conserva le carte del Comune austro-estense di Licciana, eretto in Podesteria in conformitàa alla riforma delle amministrazioni comunali contenuta nel decreto 12 marzo 1856. All'archiviazione delle carte era demandato il segretario comunale, sotto la vigilanza dello stesso sindaco. In base alle indicazioni presenti sulle rare camice coeve rimaste è possibile stabilire che la documentazione veniva ordinata secondo i rubricari in uso pro tempore. A tale proposito si segnala come, nei territori del Ducato austro-estense, il mutare di competenze assegnate alle amministrazioni comunali determinò nel corso degli anni l'avvicendarsi di diversi titolari, senza uniformità tra i vari Comuni. 1 I titoli presenti sulle poche camice originali superstiti in Licciana sembrano rimandare alle classi del titolario in uso al Ministero dell'interno, organo creato nel 1848 in concomitanza con la soppressione dei Governi delle province. Il titolario del Ministero dell'interno era costituito da trenta titoli (o materie) contrassegnati da numeri romani, ogni titolo era suddiviso in rubriche indicate da numeri arabi, che a loro volta raggruppavano i fascicoli. 2

Il riordino di cui l'Archivio Storico Comunale di Licciana è stato oggetto agli inizi degli anni '80 del secolo XX, ad opera di Manlio Erta, ha compromesso l'ordinamento originario delle carte; nell'impossibilità di ricostituire l'ordinamento per titoli e rubriche originario si è conservato quello per materie da lui adottato, previa separazione dei documenti deliberativi e del carteggio dagli atti.
Il materiale è costituito prevalentemente da carte sciolte. A tale proposito va detto che le buste poste in essere da Erta non potevano essere assunte come unità documentarie in quanto risultato di scelte metodologicamente incoerenti, si è quindi dato valore di unità alle cartelle all'interno delle quali, generalmente, si trovavano raggruppati documenti di natura omogenea prodotti dalla medesima magistratura nell'arco di un anno. Il termine "cartella" è stato preferito a quello di "fascicolo" per non generare equivoci riguardo al processo formativo, determinato non già da un'attività di fascicolazione basata sul sistema congiunto protocollo-titolario da parte degli ordinatori originali, bensì dal riordino successivo.