Livello: serie
Estremi cronologici: 1818 - 1865Consistenza: 2 unità
La tenuta dei registri di stato civile, introdotta dai Francesi, rimase in
vigore anche dopo la Restaurazione. Infatti, a seguito delle disposizioni del maggio
1814
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, ogni primo del mese
i parroci dovevano consegnare una nota di nascite, morti e matrimoni al
Gonfaloniere. Questi provvedeva ad aggiornare il libro dello Stato civile, del quale
inviava, poi, un duplicato alla Reale Segreteria di Stato.
Con motuproprio del
18 giugno 1817
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fu disposta,
quindi, la costituzione di uno Stato civile toscano presso la Segreteria del Regio
Diritto, allo scopo di conservare i duplicati dei registri di nascite morti e
matrimoni, trasmessi direttamente dai parroci, i quali facevano pervenire a Firenze,
tramite i Cancellieri comunitativi, anche le note numeriche dello stato delle anime.
Quanto agli individui di culto non cattolico, essi erano obbligati a denunziare gli
atti di nascita, morte e matrimonio, che li riguardavano, al Cancelliere
comunitativo il quale doveva tenere tre registri su cui riportava tali
dichiarazioni.
Il 12 novembre 1840 fu stabilito che i parroci compilassero degli
stati d'anime in previsione del censimento generale della popolazione programmato
per il 1841
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.
Ad Empoli si conservano una busta contenente, per gli
anni 1818-1865, sei registri di nascite, morti e matrimoni di culto non cattolico e
due registri, privi di annotazioni, di matrimoni contratti all'estero fra sudditi
toscani; ed una filza di stati di popolazione dal 1838 al 1855.