Colonna con sottomenu di navigazione
Contenuto della pagina
Tipologia: inventario analitico
a cura di Roberto Barducci
patrocinio: Provincia di Pistoia
Pubblicazione: Pistoia, Rindi Editore, 2005
Descrizione fisica: pp. 215, ill. , cm. 25
Collezione: Beni culturali. Provincia di Pistoia, 32
Contenuti:
Cutigliano e il capitanato della montagna.
Per comprendere la nascita e la successiva evoluzione dell'archivio storico del Comune di Cutigliano, ed inquadrare meglio l'ordinamento del presente inventario1, è necessario fare un lungo passo indietro e risalire la storia della Montagna almeno fino alla metà del Trecento. Com'è noto, il territorio montano al quale Cutigliano, come San Marcello, Piteglio e gli altri comuni limitrofi, apparteneva, si trovava pericolosamente esposto alle possibili incursioni da Occidente e da Settentrione, ed inoltre si collocava molto vicino, insieme a tutto il contado di Pistoia, al potente contado di Firenze. Oltre che essere prossimo alla città che aspirava al dominio regionale, il contado pistoiese era anche molto turbolento al suo interno, a causa delle contese fra le casate dei ghibellini Cancellieri e dei guelfi Panciatichi, e i loro seguaci, che soltanto alla metà del Cinquecento, con grande fatica, i fiorentini riuscirono infine a soffocare2. Finì così che, sia per ripararsi dall'espansionismo altrui, sia per estinguere i continui e rischiosi tumulti pistoiesi, ma anche al puro scopo di conquistare territori e vie di comunicazione, Firenze cominciò, verso la metà del Trecento, a sottrarre territori ai suoi vicini, attraverso patti ed annessioni che proseguirono nel 1373 con il distacco della Montagna ed altre imposizioni3, per terminare, nel 1401, con la definitiva sottomissione dell'intera città4. La particolare posizione strategica del Pistoiese e i continui fermenti di instabilità interna, spinsero i governanti fiorentini a dedicare una particolare attenzione al territorio pistoiese conquistato (compresa la Montagna), mettendolo sotto il controllo di apposite magistrature centrali, a cominciare dai Sei ufficiali di Arezzo, Cortona e Pistoia, istituiti poco dopo questa fase espansionistica5, per arrivare all'ufficio della Pratica Segreta di Pistoia e Pontremoli, avviato nella seconda metà del Cinquecento, e costola della più nota Pratica Segreta6. Rappresentante sul posto del dominio pistoiese prima, e fiorentino poi, è stato, per molti secoli, il capitano della Montagna di Pistoia, una magistratura periferica fondata nel Trecento7, della quale, anche in questa introduzione, sarà necessario ripercorrere, seppur in sintesi, l'evoluzione8. Dopo un periodo di convulso sviluppo, databile fra il 1330 e il 1373, durante il quale il capitano della Montagna, inviato dal Comune di Pistoia, aveva svolto alternativamente incarichi militari, politici e giudiziari, con il passaggio della Montagna sotto l'egemonia fiorentina, l'ufficio, da allora riservato esclusivamente ai rappresentanti delle famiglie di Firenze, si stabilizzò progressivamente come giurisdizione, sede e tempo di durata9. In carica per sei mesi, il capitano, oltre che rappresentare politicamente Firenze, doveva occuparsi della difesa del territorio, dell'amministrazione giudiziaria e della raccolta delle imposte. Inoltre avrebbe dovuto risiedere a Cutigliano, dove si attestò provvisoriamente in una casa privata. Sappiamo da un documento indiretto, un contratto notarile riportato dal cronista Farinati Uberti10, che nel 1377 si era stabilito di costruire proprio a Cutigliano, a spese delle comunità appartenenti alla giurisdizione della Montagna, un apposito palazzo per il capitano. La notizia della futura costruzione è confermata da una provvisione dei Consigli pistoiesi, che stabiliscono di concedere in quell'anno un sussidio al Comune di Cutigliano per l'acquisto di case sulle quali costruire una "habitationem honorabilem" per il capitano11. Il palazzo appare già costruito nel 1382, come risulta da una nota fonte documentaria pistoiese, il Liber Censuum12. Sembra dalle notizie riportate dal cronista Fioravanti13, al momento non confermate da ulteriori fonti, che in quegli anni il capitano cominciasse ad alternare trimestralmente la propria residenza nei comuni di Cutigliano, San Marcello e Lizzano, a causa probabilmente della vastità del territorio e dell'esigenza della sua difesa. Tale alternanza viene confermata da una serie di statuti, correzioni ed aggiunte, relativi al capitano, ed editi fra il 1412 ed il 1520 14, che informano pure sul numero dei componenti della giurisdizione montana (Popiglio, Cutigliano, Lizzano, San Marcello, Mammiano, Crespole, Piteglio, Gavinana, Calamecca e Lanciole) (1509). Se le competenze in materia civile non oltrepassavano la pena delle dieci lire, ignote ci appaiono quelle criminali, pur contemplate, ma non enunciate, da tali statuti. Inoltre lo statuto del Popolo e del Comune di Firenze, pubblicato nel 1415, illustra la struttura della corte del capitano, che era composta da 24 persone, fra cui due notai, due donzelli e venti famigli15. Nei secoli XV e XVI, oltre ai normali compiti politici, giudiziari e militari, ai capitani fiorentini spettò anche il difficile incarico di comporre le continue divergenze, sfociate talvolta in scontri sanguinosi, sorte tra le fazioni dei Cancellieri e dei Panciatichi, che costringevano i magistrati ad un'attenta ripartizione delle cariche fra le due famiglie egemoni, così da non destare scontentezze e pretesti di rivolta. Ancora oscura è la vicenda che portò nel 1512, in seguito all'assassinio per motivi d'onore del capitano del tempo, all'esclusione come sede del Capitanato della Montagna di Lizzano, che da allora ha dovuto rinunciare al suo ruolo amministrativo, avviandosi ad una lenta decadenza. Verso la metà del Cinquecento, dopo l'avvento del granducato mediceo, l'ufficio del capitano subì un ridimensionamento del personale, anche se conservò le sue normali funzioni civili e criminali, amministrate da due notai. A dimostrare la volontà accentratrice del principe, l'elezione del capitano, prima eseguita per tratta, cominciò ad essere fatta "a mano", cioè per decisione diretta delle supreme autorità. Contemporaneamente venne estesa ad un anno la durata dell'ufficio. Gli statuti civili e criminali del capitano della Montagna, editi nel 1559, illustrano, in questi secoli di sostanziale stabilità, la figura giuridica del capitano e le sue competenze istituzionali16. Le facoltà in campo criminale escludevano comunque i reati d'omicidio e le pene che poteva comminare non oltrepassavano le 50 lire. Egli si circondava di un Consiglio generale formato dai vicari dei comuni sottoposti; di un cancelliere con il compito di redigere gli atti; e di un camarlingo incaricato delle entrate e delle uscite, con riguardo specialmente alla raccolta delle tasse universali richieste dal governo centrale. A tale fonte legislativa, di impianto teorico, possiamo oggi affiancare l'importante fondo delle carte giudiziarie del Capitanato, recentemente inventariate17, che potrà mostrarci nella pratica, attraverso gli atti processuali, la vita sociale e le trasgressioni all'ordine costituito avvenute in questo territorio durante l'età moderna. Dopo aver illustrato molto brevemente le prerogative del capitano della Montagna, dobbiamo ora verificare, tornando alla questione iniziale, il ruolo che spettava a Cutigliano in tale ambito. Indubbiamente si trattava di un ruolo molto importante, quasi egemonico. Durante questi secoli medievali e moderni, molti documenti, relativi alle funzioni del capitano, alla partecipazione politica degli abitanti ed ai contributi finanziari richiesti al territorio, lasciano trasparire infatti la centralità e la preminenza di Cutigliano sugli altri comuni18. Da una nota aggiunta agli statuti criminali del Cinquecento, conservati a San Marcello19 si denota come i rituali dell'entrata in carica del capitano (il giuramento e la consegna delle credenziali) si svolgessero a Cutigliano, precisamente nella pieve di San Bartolomeo, davanti al vicario del Comune. Nel Consiglio generale del Capitanato, il numero dei rappresentanti di Cutigliano era maggiore di quello degli altri comuni20. Così come anche nella ripartizione dei salari per gli ufficiali e delle imposte da inviare al governo centrale, il ruolo finanziario di Cutigliano era preponderante rispetto agli altri contribuenti21. Il governo del capitano terminò nel 1772, in seguito alla generale riforma penale promossa dal granduca Pietro Leopoldo, che sostituì la figura del vicario a tutte le precedenti magistrature giudiziarie22. Ma nel caso della Montagna non si trattò soltanto di un semplice passaggio di uffici, con l'avvento di un giurista professionista e competente (il vicario) al posto dì un nobile fiorentino (il capitano), ma anche della riduzione ad uno solo dei due tradizionali capoluoghi amministrativi della Montagna. Venne stabilita infatti una sede unica per il nuovo Vicariato, fissandola a San Marcello, comodamente raggiungibile con la nuova strada granducale, e declassando così Cutigliano dopo quattro secoli di alta funzione amministrativa. Trasferito il precedente apparato istituzionale, a Cutigliano restò soltanto il modesto privilegio di una visita periodica (due giorni al mese) da parte del notaio civile. Gli abitanti di Cutigliano, probabilmente assai dispiaciuti di un tale declassamento, richiesero alle autorità competenti di poter almeno gestire a loro spese, o, al limite, di comprare, il palazzo23. In questo stesso documento si deduce che il palazzo sarebbe stato messo all'incanto, salvo la stanza riservata al notaio civile. Qualche mese dopo si lamenta la mancanza di offerte, mentre si valuta la possibilità di trasferire a San Marcello gli stemmi della facciata e gli strumenti della prigione24 Dopo quella del Vicariato, di lì a pochi anni, nel 1775, anche la sede della Comunità della Montagna, che sostituì le prerogative e il personale di tutti i precedenti Comuni, venne stabilita a San Marcello25. In questo periodo Cutigliano divenne così da ex capitale "morale" a semplice "comunello", facente parte della più larga Comunità. La rinascita del Comune sarebbe avvenuta con l'avvento del governo francese, nel 180926. Da allora, fino ad oggi, Cutigliano sarebbe restato uno dei quattro comuni autonomi della Montagna, con San Marcello, Piteglio e Sambuca. Tuttavia le sue antiche prerogative di direzione amministrativa e giudiziaria del territorio montano, cominciate nel medioevo e continuate nell'età moderna, seppur condivise con San Marcello, in seguito alle riforme leopoldine ebbero termine, a favore dell'altro capoluogo. Qui infatti convergettero tutte le autorità preposte al territorio, già operanti in passato, come il cancelliere, o succedutesi in seguito fino all'unità d'Italia, come il vicario, il pretore, l'ingegnere di circondario, o come le commissioni incaricate della leva militare e delle elezioni. E qui, presso i vari cancellieri, furono depositate tutte le carte afferenti a quelle magistrature antiche e moderne, prima dell'unità d'Italia. Alla luce del presente processo d'inventariazione, l'archivio storico del Comune di Cutigliano ci appare oggi, nell'ambito della Montagna pistoiese, non soltanto inferiore a quello di San Marcello27, ma più modesto anche di quello di Piteglio 28. In realtà questo dato archivistico, così com'è, risulta storicamente fuorviante. Infatti, a causa della complessa evoluzione istituzionale avvenuta negli ultimi due secoli, che abbiamo appena analizzato, il patrimonio documentario comunale non rispecchia più il lungo e prestigioso ruolo politico svolto in questo territorio, fin dal tardo Medioevo, da Cutigliano.
L'ordinamento attuale
L'ordinamento che abbiamo assegnato ai documenti dell'archivio di Cutigliano è ispirato al moderno metodo storico, sulla falsariga delle Guide agli archivi comunali, curati dalla Sovrintendenza archivistica toscana29. Esso tiene conto cioè, oltre che della separazione in parte preunitaria e postunitaria, anche delle magistrature e dei vari uffici che hanno prodotto le carte, non seguendo quindi la suddivisione per materie, usata nei più antichi inventari, forse comoda nel reperimento dei documenti, ma fuorviante e imprecisa per quanto riguarda il quadro storico di riferimento. L'archivio è stato quindi suddiviso in sette sezioni:
I. il Comune granducale fino al 1775;
II. la Comunità della Montagna (cui anche Cutigliano apparteneva) dal 1775 al 1808.;
III. la Mairie di Cutigliano dal 1809 ai 1914;
IV. la Comunità di Cutigliano dal 1816 al 1865;
V. la Cancelleria della Montagna di Pistoia (due pezzi);
VI. il Capitanato della Montagna (un solo pezzo);
VII. il Comune postunitario dal 1865 fino ad oggi.
Seguono infine gli archivi aggregati della Congregazione di Carità, poi ECA, e dell'ufficio del Giudice Conciliatore. Non c'è quasi traccia, se non in seguito a casuali dimenticanze di materiale, delle magistrature relative al Capitanato ed alla Cancelleria, in quanto la loro documentazione è conservata nell'archivio di San Marcello. Ogni sezione è stata a sua volta ripartita in serie, a seconda delle mansioni e degli incarichi svolti dai vari ufficiali, ed in sottoserie, per meglio individuare la diversa tipologia dei documenti. Il numero complessivo dei pezzi da noi inventariato è molto superiore a quello contemplato nei precedenti inventari, in quanto molti registri, contenuti in buste, erano stati schedati come un'unica unità archivistica. Infine, anche in questo archivio si nota l'assenza di documentazione anteriore alla prima metà del Cinquecento, comune a tutta la Montagna, dovuta sia alle distruzioni prodotte dalle guerre di fazione, che alla trascuratezza dei cancellieri locali.
Cutigliano e gli altri archivi
La documentazione relativa a Cutigliano non si esaurisce completamente nell'ambito dell'archivio comunale, ma si trova dispersa anche in altri archivi, a causa di vari eventi accaduti nel corso dei secoli, come la conquista fiorentina, l'obbligo di depositare a Firenze, per l'approvazione, gli statuti e gli atti legislativi, i vari trasferimenti di materiale e l'accentramento operato dal cancelliere della Montagna in qualità di conservatore delle carte. Nell'Archivio di Stato di Firenze è conservato l'unico registro di statuti relativo a Cutigliano30, ma vi si possono trovare anche le denunce fiscali degli abitanti di Cutigliano al catasto fiorentino del 1427, riportate in un apposito registro dedicato alla Montagna31. Notizie sparse si potranno trovare anche in fondi relativi a uffici, come la Pratica Segreta, adibiti al controllo del territorio pistoiese. Il più consistente nucleo di materiale attinente a Cutigliano si trova comunque presso l'Archivio di Stato di Pistoia e consiste principalmente nei fondi fiscali trasferiti dopo l'abolizione della Cancelleria, e nelle varie serie del catasto leopoldino e di quello ferdinandeo. Ma vi si possono trovare anche atti dello stato civile del secondo Ottocento (del resto presenti anche nell'archivio comunale) ed alcuni registri di compagnie ed opere religiose32. Anche nell'Archivio comunale di San Marcello sono rimasti numerosi registri afferenti a Cutigliano33, a partire dal fondo della Comunità della Montagna, da quando cioè San Marcello, diventato capoluogo di comunità, di Cancelleria, poi di cantone ed infine di circondario, ha ospitato tutte le principali autorità del territorio, dal cancelliere, al giudice, all'ingegnere di circondario. Di particolare importanza le deliberazioni dal 1766 al 1775, in possesso del cancelliere, che colmano in parte la lacuna del presente archivio34. Qualche pezzo relativo a Cutigliano è rimasto anche nell'archivio di Piteglio, a causa probabilmente di errate suddivisioni del materiale proveniente dalla Cancelleria35. A sua volta l'archivio di Cutigliano possiede i reparti più antichi della Tassa del sale, ad uso del cancelliere, ed il più antico registro di saldi dei camarlinghi del Capitanato della Montagna, che dovrebbero essere invece nell'Archivio di San Marcello36.
Avvertenze per la consultazione
NUMERO DI SERIE
La parte preunitaria, considerata ormai definitiva e non più suscettibile di accrescimenti, è stata dotata di una numerazione chiusa, a partire dall'1; la parte postunitaria è stata invece corredata di serie a numerazione aperta, per accogliere i pezzi provenienti dal deposito che saranno progressivamente aggregati all'archivio storico.
NUMERO ANTICO
Il numero, o i numeri antichi, riferibili ad altri inventari, sono stati affiancati fra parentesi tonda a quello definitivo, oppure, se sistematici e ripetuti, come nel caso delle serie postunitarie, segnalati in nota. Fra i vari ordinamenti sono distinguibili quello corredato da lettere alfabetiche e numeri e quello del 1971, che si confonde tuttavia talvolta con altri precedenti. La confusione è aumentata dall'accidentale caduta degli adesivi dai pezzi inventariati.
DATAZIONE
La datazione del territorio pistoiese, ispirata a quella lucchese, faceva cominciare l'anno il 25 dicembre, secondo lo stile detto della Natività, coincidendo quasi totalmente con l'era moderna, istituita nel granducato di Toscana nel 1750. Quando invece ci si riferisce a documenti provenienti da Firenze, databili fra il 1 gennaio e il 25 marzo, è possibile che in essi venisse applicato lo stile fiorentino, che faceva cominciare l'anno il 25 marzo, nel qual caso è stata apposta una nota a pie' di pagina.
INTITOLAZIONI
In base al programma Arianna, finalizzato all'inventariazione ed alla pubblicazione dei documenti archivistici, i diversi caratteri tipografici sono stati utilizzati per la diversificazione delle varie voci. Nel campo delle intitolazioni il corsivo distingue quelle riportate dall'originale, mentre il tondo caratterizza quelle estrapolate dal curatore, là dove esse mancassero. Nella selezione dei titoli è stata data la precedenza a quelli contenuti nel piatto superiore, poi a quelli riportati in costola, ed infine, in mancanza dei primi, all'incipit del testo seguito da tre punti. La punteggiatura, la sintassi e l'uso delle maiuscole sono state trattate modernamente. Le lacune del testo e le incomprensioni da parte del curatore sono state evidenziate con tre puntini racchiusi fra parentesi quadre.
STATO DI CONSERVAZIONE
In presenza di un cattivo stato di conservazione dei documenti, questo è stato segnalato facendo precedere alla descrizione uno, due o tre asterischi, in relazione al livello del danno subito (*danneggiato, **con parziale perdita del testo, ***con grave perdita del testo).
NUMERAZIONE DELLE CARTE
Quando presente, la numerazione delle carte e delle pagine è stata ovviamente riportata. La sua eventuale assenza è stata segnalata soltanto nella parte preunitaria, in quanto in quella postunitaria i registri non sono generalmente numerati. Sempre nella parte preunitaria è stata evidenziata anche la presenza di carte bianche, sia numerate che non numerate.
ABBREVIAZIONI USATE NELLA DESCRIZIONE DEI DOCUMENTI
Nella descrizione dei documenti sono state usate le seguenti abbreviazioni:
b. - bb. = bianca, -e
c. - cc. = carta, -e
cc. scritte = segnala le carte scritte numerate in un registro composto anche da carte bianche numerate
c. s. = come sopra
n. n. = non numerato, -a, -e, -i
p. - pp. = pagina, -e
pp. scritte = segnala le pagine scritte numerate in un registro composto anche da pagine bianche numerate
s. d. = senza data
ABBREVIAZIONI DEI TITOLI DELLE OPERE MAGGIORMENTE CITATE
Bandi e Ordini = Bandi e Ordini da osservarsi nel Granducato di Toscana, voll. 1- 66, Firenze, 1747-1859 Bollettino delle leggi = Bollettino delle leggi, Decreti imperiali e Deliberazioni della Giunta di Toscana, pubblicate nel Dipartimento dell'Arno, dell'Ombrone e del Mediterraneo, vol. I-XVIII, Firenze, 1808-1811 Cantini = Legislazione toscana raccolta e illustrata dal dottore Lorenzo Cantini socio di varie accademie, etc., tomi I-XXX, Firenze, 1833-1845 Farinati Uberti, Notizie della terra di Cutigliano = A. Farinati Uberti, Notizie della terra di Cutigliano e altri luoghi del pistoiese territorio, Lucca, 1739 Guida II, III = Guida generale degli Archivi di Stato italiani, vol. II, Roma, 1983; vol. III, Roma, 1986 Gurrieri, Il palazzo dei Capitani = F. Gurrieri, Il palazzo dei Capitani della Montagna a Cutigliano, Firenze, 1990 Inventario dell'archivio storico di San Marcello Pistoiese = Inventario dell'archivio storico di San Marcello Pistoiese, a cura di R. Barducci, Pisa, 2000
ABBREVIAZIONI DEI NOMI DI ENTI E ISTITUZIONI
ASF = Archivio di Stato di Firenze
ASP = Archivio di Stato di Pistoia
ACC = Archivio comunale di Cutigliano
ACSM = Archivio comunale di San Marcello
Inventario. Parte prima: archivio preunitario (1555 - 1865)
I. Archivio del Comune di Cutigliano (1555 - 1775)
Partiti e deliberazioni
Soccorso di viveri
Distribuzione e levata
Spogli di debitori
Riscossioni di viveri e pagamenti
Carteggio
Tassa del sale
Dazzaioli
Registri di entrata ed uscita
Depositario dei pegni
Saldi dei Camarlinghi
II. Comune di Lizzano (1676 - 1750)
Reparti
III. Archivio della Comunità della Montagna di Pistoia (1775 - 1808)
Dazio dei possidenti
Cutigliano
IV. Archivio della Mairie di Cutigliano (1808 - 1814)
Stato Civile
Atti di nascita
Atti di morte
Atti di matrimonio
Contribuzioni dirette
Matricole dei contribuenti
Giornali di cassa
V. Archivio della Comunità di Cutigliano (1815 - 1865)
Partiti e deliberazioni del Magistrato e del Consiglio
Collegio dei priori
Imborsazioni
Imborsazioni di camarlinghi
Atti magistrali
Carteggio del gonfaloniere
Carteggio, ordini e circolari
Carteggio con autorità centrali
Campione di strade
Accolli di strade e lavori pubblici
Arruolamento militare
Partiti della deputazione
Ordini e circolari
Atti della deputazione
Guardia civica
Guardia nazionale
Ruoli e matricole
Carteggio, circolari e affari diversi
Elezioni
Proventi e rendite comunitative
Campione dei livelli, censi e altre rendite
Tassa prediale e dazio comunitativo
Tassa di famiglia
Tasse dirette
Imposizione straordinaria di guerra
Imposizione straordinaria delle serre
Bilanci di previsione
Allegati ai bilanci
Registri dei mandati
Saldi e documenti di corredo
VI. Archivio della Cancelleria della Montagna di Pistoia (1761, 1766, 1770)
VII. Archivio del Capitanato della Montagna di Pistoia (1639 - 1664)
Saldi dei camarlinghi
Parte seconda: archivio postunitario (1865 - 1957)
Comune di Cutigliano
I - Protocolli delle deliberazioni del consiglio
II - Protocolli delle deliberazioni della giunta
III - Indici delle deliberazioni della giunta
IV - Elenco dei componenti il consiglio comunale
V - Copialettere
VI - Protocolli della corrispondenza
VII - Carteggio e atti degli affari comunali
VIII - Strade comunali obbligatorie
IX - Bilanci di previsione
X - Conti consuntivi e processi verbali di chiusura dell'esercizio finanziario
XI - Registri dei mandati e giornali di entrata ed uscita
XII - Repertori delle assegnazioni e libri mastri
XIII - Liste di leva
XIV - Ruoli matricolari, ruoli delle milizie territoriali e liste dei riformati
XV - Assistenza militare
XVI - Censimenti generali della popolazione
XVII - Censimento dell'industria e del commercio
XVIII - Registri degli atti di nascita
XIX - Indici decennali degli atti di nascita
XX - Registri degli atti di matrimonio
XXI - Indici decennali degli atti di matrimonio
XXII - Registri degli atti di morte
XXIII - Indici decennali degli atti di morte
XXIV - Indici decennali degli atti di nascita, matrimonio e morte
XXV - Registri degli atti di cittadinanza
XXVI - Registri della popolazione
Fogli di famiglia
Fogli di Casa
XXVII - Registri del movimento della popolazione
XXVIII - Registri vari
Congregazione di carita', poi Ente Comunale di Assistenza
Statuti e Regolamenti
Protocolli delle deliberazioni
Protocolli della corrispondenza
Proventi e rendite
Bilanci preventivi
Conti consuntivi
Libri mastri e giornali
Giornale di cassa
Registri degli incassi
Registri delle reversali
Opera pia S. Ireneo Martire
Libro di ricordi
Proventi e Rendite
Libri di entrata e uscita, saldi e rendiconti
Livelli e censi
Documenti di corredo ai rendimenti di conti
Mandati, stati patrimoniali e conti consuntivi
Ruoli delle entrate
Registro di cassa
Legati pii Franceschi, Sichi e Pacioni
Legato pio Franceschi
Giudice Conciliatore
Processi verbali
Registri delle udienze
Fascicoli delle cause
Originali delle sentenze
Registri cronologici degli atti originali
Messo alle conciliazioni
Registri vari
Volumi a stampa
Codifica: Andrea Brotini, giugno - settembre 2012Filippo Mori, giugno - settembre 2012Paolo Santoboni, revisione, novembre 2012