Dazio dei possidenti e dazio dei lavoratori e testanti
Livello: serie
Estremi cronologici: 1775-1808
Consistenza: 30 unità
Con le disposizioni del regolamento generale delle comunità del contado del
1774 venne introdotta, accanto a quelle del «decimino» e dei «testanti», che
colpivano rispettivamente i mezzadri e gli artigiani, un'imposizione comunitativa
sui beni immobili detta dazio dei possidenti1. Da essa, oltre a quanto
necessario per sopperire alle necessità del bilancio comunitativo in senso stretto,
si doveva ricavare la somma dovuta dal comune alla Camera delle comunità di Firenze
a titolo di «tassa di redenzione»2 e, a partire dal 1782, anche l'importo della
«tassa di accollo» dovuta sempre alla Camera delle comunità, a seguito del
trasferimento ai comuni del contado della riscossione della «decima»3. I dazzaioli della comunità -
compilati d'ora in poi unitariamente per tutte le componenti territoriali, essendo
venuta meno ogni forma di amministrazione autonoma dei vari popoli - si riconducono
pertanto a due serie parallele: quelli del dazio dei possidenti e quelli della
vecchia imposizione del decimino e delle teste, indicata oramai come dazio dei
lavoratori e testanti. I due dazzaioli prodotti annualmente risultano però,
fino al 1781, cuciti insieme in un'unica unità archivistica, mentre per un lungo
periodo successivo sono stati invece riuniti più dazzaioli cronologicamente
consecutivi di una stessa imposizione. L'impostazione attuale della serie
risulta ovviamente condizionata dai diversi criteri usati a suo tempo nella riunione
dei registri.