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AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
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Comune poi Mairie di Licciana

Livello: fondo

Estremi cronologici: 1797 - 1814

Consistenza: 116 unità

Il governo della Repubblica italiana (1802-1805) e poi del Regno d'Italia (1805-1811) affrontò il problema di organizzare e uniformare gli archivi di tutti gli istituti periferici con la creazione del "Prospetto delle materie e denominazioni principali divise in titoli generali ed in rubriche per la classificazione delle carte ad uso degli archivi delle prefetture dipartimentali", ricalcato sul modello in uso nell'Impero francese e diffuso a partire dal 1803 nelle prefetture, nelle viceprefetture, negli uffici di polizia e nei comuni dei dipartimenti del Crostolo e del Panaro. 1 Perduto ogni residuo di feudalesimo, quella parte della Lunigiana che solo fino a pochi anni prima era amministrata con istituti medievali vide la creazione di una burocrazia di tipo moderno, testimoniata da una accresciuta produzione documentaria. In particolare alle amministrazioni delle comuni, poi mairies, veniva richiesto di approvare il budget (bilancio preventivo), di formare ruoli per l'imposizione di tasse (prediale, personale, di porte e finestre e sulle patenti di mestiere), di stilare le liste di giovani arruolabili per la coscrizione obbligatoria, e di produrre informazioni riguardanti lo stato civile della popolazione, l'ordine pubblico e i beni ecclesiastici.

Per quanto riguarda Licciana, l'approssimazione con cui sono stati redatti i pochi registri di protocollo pervenuti e il riordino per materie effettuato agli inizi degli anni '80 del XX secolo (con conseguente perdita delle camice originali) non permettono di determinare quanto questo prospetto fosse seguito, né consentono di ricostituire l'ordinamento originario.
Queste circostanze, così come l'esiguità del materiale e la sostanziale continuità amministrativa tra Regno d'Italia (1805-1811) e Impero francese, hanno indotto a trattare le carte della Comune e quelle della Mairie come un unico fondo e a mantenere l'ordinamento per materie, salvo correzioni in caso di incongruenze.

Il materiale è costituito prevalentemente da carte sciolte. A tale proposito va detto che le buste poste in essere nel precedente riordino non potevano essere assunte come unità documentarie in quanto risultato di scelte metodologicamente incoerenti, si è quindi dato valore di unità alle cartelle all'interno delle quali, generalmente, si trovavano raggruppati documenti di natura omogenea prodotti dalla medesima magistratura nell'arco di un anno.
Nel corso del medesimo intervento di riordino erano inoltre state introdotte erroneamente nella serie "Circolari e lettere del prefetto del dipartimento del Crostolo" (1805-1811) alcune circolari coeve della Prefettura del dipartimento degli Appennini con sede a Chiavari. Queste circolari, prive di alcun riferimento diretto a Licciana così come di data e numero progressivo di ricezione, contengono norme di tipo amministrativo. Probabilmente furono fatte pervenire agli amministratori liccianesi, tramite la Sottoprefettura del circondario di Sarzana, in occasione dell'annessione di Licciana all'Impero francese (avvenuta nel 1811) e del conseguente passaggio dal dipartimento del Crostolo a quello degli Appennini, così da permettere alla nascente Mairie di conformarsi alle leggi vigenti nell'Impero. 2 Pur appartenendo cronologicamente al periodo antecedente, queste carte costituiscono di fatto la normativa amministrativa di riferimento per gli anni 1811-1814, pertanto si è provveduto ad estrapolarle e a inserirle coerentemente nella serie che conserva le circolari del prefetto del dipartimento degli Appennini ricevute dalla Mairie.

Va poi segnalato che alcune carte della Mairie di Licciana per gli anni 1811-1812 (una raccolta di circolari del prefetto del dipartimento degli Appennini e di lettere da e per il maire di Licciana nonché un fascicolo relativo agli affari religiosi) erano conservate nel fondo di Varano, presumibilmente sottratte all'archivio di Licciana nel periodo immediatamente successivo al ritiro delle truppe francesi e trasferite in quello del nascente Comune austro-estense senza alcun motivo apparente. Non essendovi alcuna giustificazione archivistica per questa presenza si è provveduto a reinserire le carte nel fondo originario, segnalandone la precedente collocazione sulle camice con opportune indicazioni.
Si segnala in ultimo la lacuna relativa alle deliberazioni del Consiglio per gli anni 1797-1711; a parziale integrazione vi è il registro di protocollo per gli anni 1805-1806, recante trascrizioni di lettere e deliberazioni della Municipalità.