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AST | Recupero e diffusione degli inventari degli archivi toscani
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Gabella del sale

Livello: serie

Estremi cronologici: 1564 - 1787

Consistenza: 78 unità

Come per tutte le risorse del sottosuolo anche il sale estratto dalle saline di Volterra fu sempre considerato, fin dai tempi della repubblica, una "regalia" dello stato.
Oltre a estrarre e a vendere il sale Cosimo Io de Medici il 15 gennaio 1537 1 ordinò una "imposizione del sale" straordinaria, per supplire alle ingenti spese sostenute negli anni precedenti. Come in altri casi analoghi l'imposizione da straordinaria divenne ordinaria, con una organizzazione precisa che ne rendeva capillare l'applicazione. Con numerose leggi 2 infatti si precisò che le diverse comunità avrebbero avuto una certa quantità di sale da distribuire alla popolazione e quindi avrebbero dovuto versare il ricavato all'ufficio della gabella del sale di Firenze. A livello delle singole comunità i capi di famiglia indicavano il numero dei componenti familiari e quello delle bestie da latte che possedevano. La "descrizione delle bocche" veniva fatta ogni 6 anni nell'ambito della parrocchia di appartenenza. Appositi deputati comunitativi controllavano l'esattezza delle denunce in base alle quali si stabiliva la quantità del sale necessario ad ogni famiglia, compilando i reparti. La distribuzione del sale era seguita dai salaioli, successivamente il camarlingo riscuoteva la gabella 3 .
La legge 3 marzo 1788 abrogò l'imposizione della Gabella del sale in tutto il Granducato, precisando che da quella data fosse "privata della R. Azienda dei Sali di Toscana la fabbricazione, contrattazione e vendita di ogni specie di sale" 4 .