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Strade

Livello: serie

Estremi cronologici: 1828 - 1834

Consistenza: 3 unità

Il nuovo sistema Comunitativo del Ducato venne organizzato con il decreto del 28 ottobre 1818 attraverso il quale si determinò una vera e propria suddivisione delle strade in tre classi: quelle che appartenevano allo Stato il cui mantenimento era a carico del Tesoro, quelle di Vicaria che dovevano essere conservate da parte della stessa e quelle della Comunità alla quale erano assegnati i rispettivi oneri. Furono definite strade dello Stato quelle Postali e quelle Maestre, considerate strade della Vicaria quelle che congiungevano una Vicaria all'altra, mentre le strade comunali erano tutte quelle che non figuravano in possesso delle sopra descritte particolarità (art. 129) 1 .
Con decreto del 17 ottobre 1822 Maria Luisa di Borbone stabilì i criteri per la manutenzione e per le riparazioni delle Strade Sezionali e Comunali dato che con il sistema vigente, nonostante che le singole amministrazioni avessero disponibilità finanziarie per gli interventi, in effetti i lavori alle strade erano piuttosto limitati; fu stabilito che le Comunità si dovessero occupare delle Strade che collegavano le Città alle Sezioni, le Sezioni tra di loro e quelle che conducevano alle Chiese Parrocchiali (art. 1).
Venne decretato inoltre che tutte le Strade traverse ed interne delle Sezioni, che non avevano le suddette caratteristiche, dovessero essere a carico delle Sezioni e fossero sottoposte alla manutenzione utilizzando l'attività degli abitanti stessi, nel rispetto delle norme stabilite dal medesimo citato Decreto (art. 2).
Della effettuazione di tale classificazione erano incaricati gli Ingegneri Comunali che dovevano redigere una apposita mappa delle strade principali con i dettagli estimativi di quelle che avrebbero dovuto essere sottoposte ad interventi (art. 3). I Magistrati Comunitativi a loro volta dovevano reperire le somme occorrenti per i restauri valutando il valore di queste strade in rapporto alla frequenza ed all'utilità (art. 4). Le strade interne dovevano essere restaurate dagli abitanti delle Sezioni «col mezzo di opre in natura e trasporti». Ogni anno nei primi dieci giorni di dicembre i Presidenti delle Sezioni erano tenuti a presentare al Magistrato lo stato delle strade per le quali richiedevano interventi, indicando la quantità dei trasporti e dei lavori (art. 5) che dovevano essere effettuati da qualsiasi abitante maschio maggiore di sedici anni soggetto alla tassa personale e da coloro che erano possessori di carri, barrocci, treggie e bestie da soma (art. 6). L'elenco dei lavori che dovevano essere effettuati, corredato dai nominativi di coloro i quali li dovevano eseguire, doveva essere approvato dall'Autorità Amministrativa della Comune (art. 7). Il Presidente della Sezione aveva il compito di pubblicare la nota delle opere e dei trasporti nelle due feste immediatamente anteriori al giorno in cui dovevano intraprendersi i lavori. Gli assenti incorrevano in penali comprese tra un minimo di £.1.10 ed un massimo di £.5 (art. 8). I proventi delle multe, che venivano riscosse dal Camarlingo, andavano ad arricchire un fondo speciale individuato per sostenere le spese di manutenzione di ponti, muri, chiaviche e per le stesse strade 2 . Oltre all'attenzione verso la buona conservazione delle strade comunali, vi era anche un interesse per un più ampio miglioramento ambientale proposto attraverso regolamentazioni che riguardavano le piantagioni.
Un decreto di Carlo Lodovico di Borbone del 5 agosto 1840 stabilì le modalità di realizzazione delle alberature. Erano i Gonfalonieri delle Comunità che, qualora si fosse giunti alla soluzione di «guarnire di alberi qualche strada Comunale o Sezionale, o di procedere a nuova piantazione in quelle che già ne fossero state provvedute» dovevano avvisare i frontisti per sapere se questi ultimi erano disponibili a compiere gli interventi a proprie spese (art. 2). In caso positivo i frontisti avrebbero dovuto rispettare le regole riguardanti la qualità delle piante, la linea di collocazione da tenersi, le distanze tra una pianta e l'altra e i tempi di esecuzione (art. 3) 3 .
Qualora tali attività non fossero state compiute nei tempi previsti, l'Amministrazione Comunale avrebbe eseguito per proprio conto i lavori (art. 4) e nel contempo nessuno avrebbe potuto abbattere piante senza l'autorizzazione della Comunità e in ogni caso vi era l'obbligo di procedere al sollecito rimpiazzo (art. 6 e 7). I frontisti che effettuavano piantagioni su i cigli delle strade comunali senza aver preventivamente ottenuto la licenza «si sottoporranno a vedere distrutto il loro operato senza bisogno di interpellazione veruna, costituzione in mora od altra qualsiasi inclinazione senza poter ripetere indennizzo o compenso di sorte» (art. 9).
Ai frontisti spettava comunque il prodotto della potatura e della ripotatura degli alberi (art. 8). La vigilanza circa le attività comprese nel Decreto in esame era assegnata ai Commissari Onorari delle Strade, ai Presidenti Sezionali e agli Ingegneri Comunitativi, i quali erano tenuti a farne rapporto all'Ufficio Comunale che aveva cognizione sulle eventuali contravvenzioni (art. 10). Per la conservazione delle strade, così come per altre attività in materia edilizia, vi era la necessità di acquisire pietre di ghiaia in zona: per tale scopo si utilizzava materiale proveniente dal letto del Rio Sana in Segromigno, arrecando grossi rischi all'ambiente circostante.
Tale preoccupazione indusse l'Amministrazione Borbonica a emettere un decreto in data 12 marzo 1847 a seguito del quale «senza il permesso dell'Autorità Comunale di Capannori è proibito a chiunque di estrarre, od asportare pietre, ghiaia ed altre materie dall'alveo e sponde del Rio Sana in Segromigno nel tratto compreso dal Ponte Mansi a pertiche 50 inferiormente al Ponte di Piaggiori, dove sull'una delle due sponde sarà posto il relativo termine di pietra» (art.l). Gli inosservanti erano tenuti a pagare una penale di 30 lire, delle quali 10 andavano ai Reali Carabinieri che erano incaricata della vigilanza e delle contravvenzioni, mentre 20 lire erano destinate a favore della Cassa Comunale (art. 3) 4 . Il Comune di Capannori poteva rilasciare autorizzazione solo dopo aver verificato resistenza di una situazione idonea e dopo aver valutato che l'estrazione delle materie non avrebbe arrecato danni pubblici.


22 (V.s.: non esiste)
(Tit. est.) Lavori diversi
Nella busta sono riportati i seguenti atti: alle pp. 1-12 vi è un fascicolo inerente alle occupazioni che furono fatte nella Comunità di Colle nel Secolo XVII; alle pp. 13-24: dettaglio dei lavori necessari al fine di poter aprire una strada nel tratto compreso tra la Villa Meuron e la casa dei Signori Pellegrini al confine con Valgiano.
L'atto fu firmato in data 25 febbraio 1828 dall'Ingegner Michele Cervelli; in fine, alle pp. 25-30 si trovano alcuni conteggi e la stima di un pezzo di terra di cui non si conosce l'ubicazione.
Busta in 4°, leg. in mezza perg. e cartone, di pp. 1-130 sono bianche
1828
23 (V.s.: 271)
(Tit. est.) Lavori diversi
Nella busta sono riportati i seguenti atti: alle pp. 1-12 vi è un fascicolo inerente alle occupazioni che furono fatte nella Comunità di Colle nel Secolo XVII; alle pp. 13-24: dettaglio dei lavori necessari al fine di poter aprire una strada nel tratto compreso tra la Villa Meuron e la casa dei Signori Pellegrini al confine con Valgiano.
L'atto fu firmato in data 25 febbraio 1828 dall'Ingegner Michele Cervelli; in fine, alle pp. 25-30 si trovano alcuni conteggi e la stima di un pezzo di terra di cui non si conosce l'ubicazione.
Reg. in 4°, leg. in mezza perg. e cartone, di pp. 1-130 sono bianche
1840
24 (V.s.: non esiste)
(Tit. int.) Comunità di Capannori prospetto dei lavori e restauri eseguiti col sistema delle Comandate alle strade sezionali a datare dall'anno 1843
Nel registro sono riportati i lavori alle strade che la Comunità di Capannori effettuò nel periodo che intercorse tra il 1843 ed il 1849.
Reg. in folio, leg. in mezza perg. e cartone, di pp. 1-214, le pp. 1-3, 54-214 sono bianche
1843