Livello: serie
Estremi cronologici: 1824 - 1855Consistenza: 5 unità
La complessità della materia economica, legata ai bilanci delle Sezioni,
venne affrontata e specificata con un decreto del 9 marzo 1822, approvato a seguito
del decreto del 18 novembre 1819 (artt. 108-118)
1
e avente come specifica finalità
quella di «provvedere alla situazione economica delle Sezioni Comunali».
La
prima Sezione si occupò di esaminare le questioni relative agli arretrati prevedendo
che sia gli attivi che i passivi derivanti dagli esercizi degli anni 1819, 1820 e
1821 non dovessero essere compresi nei bilanci di previsione dell'anno in corso.
Appena chiuso l'esercizio del 1821 sia i Camarlinghi, sia l'Esattore Maggiore, sia
le Autorità comunali dovevano provvedere alla liquidazione delle somme arretrate
esigibili e alla verifica delle perdite inesigibili, osservando quanto era previso
dall'art. 17 del decreto del 19 Dicembre, con l'impegno di compilare 10 stato delle
«deficienze effettive», indicando la provenienza, la natura e le somme (art. 1). Le
partite accertate come fallite dovevano essere cancellate dai moli, anche se
potevano essere ancora richieste da chi aveva titolo (art. 3). Fu affidato alle
Autorità comunali il compito di liquidare le «deficienze» e gli arretrati esigibili
entro il mese di giugno (art. 4). Coloro i quali avevano crediti nei confronti delle
Sezioni potevano recarsi presso le Amministrazioni Comunali con il contratto o un
titolo di credito entro il giorno 15 del mese di maggio (art. 5); le Autorità
verificato 11 credito attraverso i registri e gli atti (art. 6), compilati i
prospetti di consistenza del passivo (art. 7) erano tenute a provvedere a redigere
le graduatorie che dovevano poi essere sottoposte all'approvazione del Ministero
dell'Interno e quindi ritrasmesse alle Amministrazioni Comunali (art. 9). La seconda
Sezione era incaricata di esaminare i «mezzi per ripianare il deficit annuo delle
Sezioni» definendo che per quelle che avevano una spesa annua superiore alle entrate
il Ministro dell'Interno, concordando con le Autorità amministrative, poteva
stabilire una proporzionata sovraimposta addizionale (art. 13). Con tali entrate
venivano pagate le spese relative all'amministrazione, ai censi, ai livelli, ai
canoni, alle imposizioni pubbliche e ai legati (art. 14). La terza Sezione si occupò
della «riscossione dei reparti di denari e vettovaglie»: si prevedeva che i crediti
che le amministraizoni sezionali avevano «verso i loro abitanti, o verso una parte
di essi per vettovaglie o danari loro distribuiti in annate penuriose» potevano
vantare il diritto di esigere il privilegio (art. 17). L'insieme delle somme e delle
vettovaglie che potevano essere riscosse, secondo un computo desunto dai registri
dei Camarlinghi, veniva riportato su un ruolo nominativo che doveva essere
verificato dall'Autorità Comunale e poi reso esecutivo dal Ministero dell'Interno
(art. 18). Se nel contratto non erano state riportate le scadenze, le riscossioni
dei reparti potevano avvenire in quattro rate, fissate nelle scadenze delle
pubbliche imposizioni (art. 19). Qualora le Sezioni avessero un attivo, l'avanzo
doveva essere utilizzato a favore dei capitali di censo (art. 21). La quarta Sezione
fu riservata al pagamento dei debiti sezionali che dovevano essere assicurati
attraverso il bilancio di previsione che doveva riportare le somme da pagarsi in
rate (art. 22) alla quale si perveniva attraverso le somme dovute dai debitori, con
gli introiti realizzati dalle alienazioni dei beni patrimoniali e comunali e con
l'aumento della tassa fondiaria (art. 23).
Il Ducato si riservava
l'approvazione per quanto atteneva alle alienazioni di stabili che dovevano avvenire
attraverso un'asta pubblica o al tavolino (art. 24), avendo presente che le perizie
e le mappe dei beni dovevano essere forniate dall'ex Offizio del Perito della
Comunità che aveva diritto al rimborso delle spese per la vettura e per i
perticatori (art. 25). Tutte le alienazioni, alle quali necessariamente doveva
seguire un regolare contratto, dovevano essere effettuate davanti ad un notaio (art.
26). Le autorità Comunali avevano il compito di preservare i beni patrimoniali e
comunali (art. 28).
La quinta Sezione viene dedicata interamente
all'argomentazione delle «Fallite sopra i Capitali e Vettovaglie repartite» mentre
nella Sezione sesta viene dettagliatamente affrontato l'argomento legato ai bilanci
di previsione stabilendo che dovevano essere divisi in tre parti: la prima
riguardava le entrate e le spese generali delle Comunità, la seconda doveva essere
relativa alle entrate e alle spese delle Sezioni, mentre nella terza dovevano essere
inseriti i riparti annui da mettersi in riscossione, le vendite degli stabili e i
debiti per capitali (art. 339). Nell'attivo della prima classe rientravano i diritti
di pesca, i diversi proventi, le privative, le riscossioni delle tasse sopra le
cantine e le osterie, le multe, le quote che le Sezioni versavano, la tassa
fondiaria e personale e tutte le esazioni che appartenenvano direttamente alla
Comunità, mentre nel passivo rientravano tutte le spese di utilità (art. 34).
Dell'attivo della seconda sezione facevano parte gli affitti, i canoni, le rendite
solide, gli interessi di cambio e di censo, i profitti delle vendite dei boschi e
dei pascoli, mentre nel passivo erano inserite le annualità per frutti di censo e
cambio, le solide rendite, i legati sopra gli stabili, le spese di amministrazione,
le pubbliche imposte, la manutenzione degli orologi e delle fonti (art. 35). Lo
stipendio dei Cappellani e le spese di culto a carico delle Sezioni dovévano essere
inclusi nel bilancio come voce passiva, anche se vi erano redditi sufficienti per
supplirsi; nel caso in cui non fosse possibile reperire i fondi, si poteva
provvedere con i mezzi previsti dal Regolamento Ministeriale del 14 Luglio 1821
(art. 38)
2
. Ulteriori specifiche vennero approvate con il decreto del 24
settembre 1823 avente come oggetto la «nuova organizzazione delle Amministrazioni
Comunali»: era compito dei Gonfalonieri, in accordo con gli Anziani e con il
Presidente della Sezione, sotto la vigilanza delle Autorità superiori, formare uno
stato generale della situazione attiva e passiva, comprendente il valore dei beni
stabili indicato in base ai frutti calcolati sulla base dell'ultimo ventennio, i
capitali ed i crediti, il valore delle rendite e delle passività generali alle quali
doveva essere aggiunta una somma relativa alle spese amministrative (art. 14).
Nel caso in cui gli stati delle Sezioni risultassero chiusi in attivo, il Comune
doveva corrispondere alla Sezione una rendita perpetua nella ragione del cinque per
cento (art. 15) che poteva essere erogata preferibilmente all'Opera della Chiesa
Parrocchiale della Sezione, oppure a favore di qualche legato per le zittelle (art.
17)
3
. Il decreto del 26 settembre 1832 ebbe come finalità di
promuovere l'allora Camarlingo del secondo Circondario di Capannori, signor Antonio
Fornaciari, nella carica di Tesoriere Generale del Ducato e contestualmente al suo
posto venne nominato il Signor Giovanni del fu Pietro Marchiò
4
.
Si
affrontò poi il tema relativo alle responsabilità che riguardavano i danni causati
ai segnali di triangolazione e a quelli che venivano posizionati dai Geometri per
determinare le misure catastali, poiché si era accertato che più volte nelle diverse
Sezioni erano stati spostati o rimossi; in data 6 gennaio 1835, Carlo Lodovico
decretò che i danni dovessero essere risarciti dall'Amministrazione Comunale della
Sezione nella quale erano avvenuti i misfatti; questa successivamente poteva
rivalersi con coloro che avessero causato il danno al fine di riavere l'indennità
versata (art.l).
Qualora il segnale fosse stato abbattuto da agenti atmosferici
o fosse stato situato tra il confine del Ducato di Lucca e gli stati limitrofi,
quanto previsto dall'art. 1 non era valido (art. 2); una volta verificato il danno,
era cura della Regia Deputazione del Catasto informare la Direzione Generale delle
Finanze della spesa sostenuta e conseguentemente la Direzione aveva la facoltà di
chiedere il rimborso della somma pagata alle Amministrazioni Comunali (art 3)
5
.
La presente serie si compone di cinque pezzi prodotti nel periodo compreso tra il
1824 ed il 1855 strutturati in maniera sistematica e corredati da un indice
tematico.
Dall'analisi della documentazione si rileva 1'esistenza nei titoli
dei registri di una numerazione propria a seguitare piuttosto lacunosa che lascia
comprendere come gli altri pezzi della catena potrebbero essere andati smarriti nei
diversi traferimenti dei quali abbiamo trattato nella Introduzione
Generale.