Livello: fondo
Estremi cronologici: 1814 lug. 26 - 1869Consistenza: 218 unità
Le mairies vennero soppresse il 17 giugno 1814
1
, ma gli uffici continuarono ad utilizzare momentaneamente lo
stesso personale già impiegato in passato. Ripresero poi a funzionare, in base ad
un'apposita legislazione pubblicata il 16 settembre 1816, le istituzioni comunitative
precedenti all'occupazione francese
2
. Gli uffici restaurati trassero esperienza dalla passata amministrazione,
sia riguardo all'accentramento del governo comunitativo, che in materia di previsione
finanziaria. All'interno del Magistrato della comunità, infatti, si verificò un forte
rafforzamento del potere del Gonfaloniere; quest'ultimo non fu più tratto dalla borsa
approntata per i priori, come in precedenza, ma venne nominato dal sovrano all'interno
della rosa degli scrutinati, su consiglio del Soprintendente della Camera di
Sovrintendenza comunitativa, e mantenuto in carica per tre anni. Egli, in qualità di
funzionario eletto dal potere centrale, garantiva così una maggiore fedeltà alle
disposizioni dei suoi organi. A lui furono attribuite funzioni di controllo su un ampio
ventaglio di affari comunitativi, che andavano dall'amministrazione del fisco,
dall'ordine pubblico all'assetto del territorio. Tale molteplicità di competenze si
riflette nel copioso carteggio scambiato con le autorità centrali e nell'obbligo di
inviare nel mese di gennaio al soprassindaco, rettore dela Soprintendenza Generale alle
Comunità, un prospetto illustrativo dello stato politico ed economico della
comunità
3
. Anche i candidati ai
cinque posti del priorato, l'altra componente del Magistrato, furono oggetto di una
maggiore selezione da parte delle autorità centrali, dovendo dimostrare di possedere
facoltà economiche più ampie che nel passato, e venendo comunque vagliati fra una decina
di sorteggiati. Al Magistrato spettava l'elezione del camarlingo, in carica per tre
anni, e l'approvazione del bilancio di previsione. Il Consiglio, che durava in carica un
anno, si sarebbe riunito di regola una sola volta, in un giorno prefissato di settembre,
insieme al Magistrato, per eleggere i deputati incaricati della ripartizione della tassa
di famiglia, gli impiegati della comunità e deliberare sull'eventuale apertura di nuove
strade.
Nel territorio del Vicariato della Montagna vennero mantenute le
suddivisioni comunitative operate durante il governo francese. Nacquero così le comunità
di San Marcello, Cutigliano, Piteglio e Sambuca.
In conseguenza delle riforme
politiche, amministrative e giudiziarie seguite alla concessione dello statuto da parte
di Leopoldo II il 17 febbraio 1848, San Marcello divenne sede di un distretto
elettorale, costituito, oltre che da San Marcello, dalle comunità di Cutigliano,
Piteglio e Sambuca
4
.
Dopo i sommovimenti politici del biennio 1848-49, che avevano condotto ad una breve
stagione democratica e repubblicana con l'istituzione di un organo elettivo a suffragio
universale, come l'Assemblea legislativa toscana, parte di quelle riforme erano
sopravvissute alla restaurazione granducale ed avevano portato il 20 novembre del 1849
alla pubblicazione di un nuovo regolamento comunale ed alla creazone di consigli
comunali elettivi
5
. Notevole
importanza avevano assunto i Consigli comunali, che avevano acquisito numerosi poteri
deliberativi e di controllo, fra cui quelli di eleggere i priori, approvare i bilanci e
sindacare l'operato del Gonfaloniere. Con un decreto del 28 settembre 1853 Leopoldo II
abolì comunque ogni forma di rappresentanza elettiva e ripristinò il sistema
amministrativo anteriore al 1848
6
. Una nuova stagione di elezioni si verificò in conseguenza
della cacciata degli Asburgo-Lorena il 27 aprile 1859, con il plebiscito dell'11 e 12
marzo 1860 ed il ripristino dei consigli comunali elettivi.
Soggetti produttori:
Comunità di San Marcello, San Marcello Pistoiese
(Pistoia), 1816 - 1865