Livello: serie
Estremi cronologici: 1818 - 1862Consistenza: 32 unità
Questa nuova imposizione sostituì la tassa del macinato, abolita l'11
febbraio del 1815
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, ma ne
conservò comunque il carattere di imposta sui nuclei familiari. Essa veniva
ripartita con il solito meccanismo dell'assegnazione di un contingente ad ogni
comunità; per quella di San Marcello esso fu stabilito in lire 3000. Appositi
deputati, eletti dai Magistrati comunitativi, dovevano distribuire il contingente
assegnato a tutte le famiglie e singole persone, tranne che a quelle ritenute
indigenti, in base a cinque classi economiche. Lo stato economico dei capifamiglia e
l'attribuzione alle diverse classi erano dedotti dagli stati d'anime inviati dai
parroci. I cancellieri erano incaricati di preparare i dazzaioli. La riscossione
della tassa, suddivisa in quattro rate, spettava, come al solito, ai camarlinghi
comunitativi, che dovevano versarla alla Camera delle Comunità
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, della quale costituiva la
principale voce d'entrata
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