Il territorio del comune di Rosignano Marittimo1 in provincia di Livorno2 ha dal lato di ponente la veduta del mare, a
levante la Via Emilia di Scauro ed il corso inferiore del fiume Cecina e del
fiumicello Fine, a settentrione la continuazione dei Monti Livornesi, dei quali
questo di Rosignano e il più meridionale3 . Così alla fine della prima metà dell'Ottocento il Repetti
descriveva il territorio sede delle istituzioni, locali e periferiche dello
Stato, che, nel corso di oltre tre secoli, hanno prodotto i documenti oggi
conservati nell'archivio storico comunale, oggetto del presente inventario.
1. L'organizzazione del
territorio
1.1 Le istituzioni giudiziarie
Nel XV secolo, all'epoca dell'ormai stabile conquista fiorentina4 ,
il territorio di Rosignano venne organizzato in una podesteria5 che
comprendeva i comuni di Rosignano, San Regolo, Luciana, Santa Luce, Riparbella,
Castellina, Pomaia, Vada, Castelnuovo, Castelvecchio, Vicarello, Colognole,
Parrana, Castellanselmo, Nugola, Campi, Collesalvetti, Piazza Farneta6 e che, insieme alle
podesterie di Lari, Crespina e Lorenzana, dipendeva dal vicariato delle Colline
superiori ed inferiori con sede a Lari7 . Nei decenni
successivi, a seguito di un nuovo riassetto del territorio, furono abolite molte
podesteria8 e nel 1434 Rosignano venne
annessa alla giurisdizione civile del podestà di Lari9 . Malgrado ciò il tribunale rimase attivo a seguito
dell'istituzione di un officialato la cui circoscrizione coincideva con quella
della vecchia podesteria. L'elezione dell'ufficiale10 spettava alla comunità di Rosignano: i
consoli, i consiglieri ed il camarlingo provvedevano ad imborsare, in
un'apposita borsa, conservata insieme a quelle delle altre cariche comunitative,
il nominativo di almeno sei notai, approvati dall'Arte dei Giudici e Notai della
città di Firenze11 . Con il motuproprio del 14
aprile 1606 Ferdinando I dei Medici, nell'intento di dotare il Capitanato di
Livorno di una circoscrizione più vasta, disgregava il territorio dipendente nel
criminale e civile da Lari, per sottoporlo, in parte, alla giurisdizione del
Capitanato Nuovo12 . Rosignano era una delle
comunità che, per effetto del motuproprio, passarono sotto la giurisdizione
criminale di Livorno. Di fatto Rosignano continuo ad eleggere il proprio
officiale, che esercitava la giurisdizione civile e criminale limitata sul
proprio territorio13 , fino al 16 giugno 1699; dopo questa data, per sanare i
disordini del Governo di Rosignano, si provvide ad eleggere direttamente da
Firenze un cittadino fiorentino con tutti gli oneri e diritti dei suoi
predecessori, investendolo anche della cognizione delle cause criminali limitate
alle pene pecuniarie. L'officiale aveva inoltre l'obbligo di partecipare i
processi all'Auditore di Firenze e di conservare il libro criminale inviando le
sentenze condannatorie alla Camera Fiscale14 . A partire
dal 1756, il tribunale di Rosignano estese la propria giurisdizione civile mista
e danno dato anche sui castelli della Cecina: Riparbella, Casale, Guardistallo e
Montescudaio15 . Con la riforma dei governi provinciali del 30 settembre
177216 l'Officialato di Rosignano venne sostituito da
una podesteria minore, sempre dipendente, per il criminale, dal Governo di
Livorno e con competenza civile sul proprio territorio, mentre Riparbella venne
aggregata alla giurisdizione civile del vicariato di Lari che gia ne deteneva
quella criminale. I castelli di Bibbona, Guardistallo, Casale e Cecina
costituirono la podesteria minore di Guardistallo sottoposta alla giurisdizione
criminale del vicario di Campiglia. Tale assetto rimase inalterato fino a
quando, nel 1808, i Francesi non soppressero le istituzioni granducali,
ristrutturando l'organizzazione giudiziaria sulla base dei modelli d'oltralpe:
Rosignano divenne dunque sede di una giudicatura di pace17 . Quando il 13 ottobre 1814 furono
soppressi i tribunali napoleonici e restaurati quelli granducali, Rosignano fu
riconfermata podesteria minore, ancora dipendente dal Governo di Livorno18 . La podesteria venne abolita nel 183319 ed in suo luogo
fu istituito un vicariato20 di quinta classe che serviva, oltre al territorio della
soppressa podesteria, anche le comunità di Castellina Marittima, Riparbella,
Orciano, Montescudaio, Casale e Bibbona21 . Nel 1838 passarono sotto la giurisdizione criminale del
vicariato di Rosignano anche le soppresse podesterie di Castagneto e
Guardistallo, prima aggregate alla podesteria di Bibbona22 . Nel 1848, infine, a seguito della legge del 9 marzo,
nell'ambito della riorganizzazione istituzionale del granducato23 , Rosignano divenne sede di pretura di quarta
classe compresa nel circondario e compartimento di Pisa, con giurisdizione
estesa a Riparbella, Orciano e Castellina Marittima. Il pretore assumeva la
veste di giudice ordinario minore civile e criminale, ufficiale di polizia
giudiziaria ed amministrativa, riassumendo quelle che erano le competenze degli
antichi vicari e podestà24 . Di questa complessa organizzazione, che si e
delineata nelle sue fasi salienti, non ai rimasto il supporto documentario
necessario ad illustrare, in maniera meno generica, competenze e funzioni
esercitate dai giusdicenti che si sono succeduti, a vario titolo, nella sede del
tribunale di Rosignano. Allo stato attuale degli studi, possiamo solo
ipotizzare il versamento degli oltre centonovanta atti giudiziari, registrati
negli antichi inventari, presso la Pretura di Rosignano ed un successivo
trasferimento degli stessi presso quella di Cecina. Quest'ultima, tra l'altro,
ha subito, durante l'ultima guerra, violenti bombardamenti che hanno
completamente distrutto il materiale documentario ivi conservato, privando la
ricerca di un patrimonio inestimabile.
1.2 Le istituzioni
amministrative
Sotto il profilo amministrativo, il territorio dell'attuale comune di Rosignano
Marittimo era suddiviso tra le due comunità di Castelnuovo Castelvecchio e
Rosignano. Castelvecchio, come suggerisce la denominazione, fu l'insediamento
più antico vicino al quale successivamente sorse Castelnuovo25 nella pievania di San Giovanni a Camajano.
Dalle deliberazioni si rileva che fino alla seduta del magistrato del 20
dicembre 1579, la più antica deliberazione pervenutaci, sia Castelvecchio che
Castelnuovo avevano i propri rappresentanti nelle magistrature locali. Queste
ultime erano costituite da un console e due consiglieri per Castelnuovo ed un
console ed un consigliere per Castelvecchio26 . Successivamente a questa data, la
tratta agli uffici testimonia l'unione dei due luoghi27 , anche se
entrambi sono citati separatamente nella lista dei territori che passarono, col
motuproprio del 1606, al Capitanato Nuovo di Livorno28 . Più
complessa si presentava invece l'organizzazione amministrativa della comunità di
Rosignano, sede come si e già detto di un officiale che, oltre alle funzioni
giurisdizionali, esercitava anche quelle di cancelliere. Tre giorni prima della
fine del suo mandato l'officiale doveva consegnare tutti gli affari trattati,
sia amministrativi che giudiziari, sia per il comune che per il tribunale, nelle
mani di due sindaci revisori, eletti appositamente mediante l'estrazione dalle
apposite borse con un mandato di sei mesi. La rappresentanza comunitativa era
costituita da due consoli e quattro consiglieri; l'organico comunitativo era
completato da un camarlingo e due stimatori29 .
A partire dalla seconda metà del XVI secolo la comunità di Castelnuovo e
Castelvecchio e di Rosignano furono poste alle dipendenze del cancelliere
comunitativo di Lari30 . La riforma
amministrativa applicata da Pietro Leopoldo al distretto pisano a seguito del
motuproprio del 17 giugno 177631
suddivideva il territorio in quattro cancellerie, quelle di Pisa, di Vico
Pisano, di Lari e di Peccioli. Nell'ambito della cancelleria di Lari, veniva
istituita la comunità di Rosignano, territorialmente formata dalle soppresse
comunità di Castelnuovo e Castelvecchio della Misericordia e di Rosignano.
La nuova comunità era retta dal magistrato comunitativo, composto dal
gonfaloniere e due priori, e dal consiglio generale che contava sei consiglieri.
L'organico comprendeva anche il camarlingo32 ed
il provveditore di strade33 . La riforma leopoldina razionalizzava dunque
l'organizzazione amministrativa di questo territorio, fino ad allora
caratterizzato dalla presenza di più centri amministrati dotati di propri
magistrati e di propri camarlinghi, la cui attività è illustrata nella prima
parte dell'inventario. L'assetto sancito dalla riforma del 1776 rimase
invariato fino a quando la Toscana, con senatoconsulto del 30 maggio 1808, venne
annessa all'Impero francese; Rosignano, una volta soppressi gli organi che
avevano governato fino a quel momento, divenne sede di mairie, con la medesima
circoscrizione territoriale, inserita nel Dipartimento di Prefettura del
Mediterraneo34 . Essa era retta
dal maire eletto dal Prefetto del Circondario per rappresentare e gestire tutta
l'attività amministrativa dell'ente che costituiva in loco la massima autorità
con funzioni anche di polizia locale e rurale. A seconda delle esigenze
poteva essere affiancato anche da uno o più adjoints sempre di nomina
prefettizia. ll maire presiedeva il consiglio municipale che era composto da un
numero di membri variabile secondo la consistenza della popolazione
residente35 : quello di Rosignano era formato da nove membri.
Il Consiglio aveva funzioni sostanzialmente consultive, doveva deliberare in
merito al rendiconto delle spese municipali, vagliare ed approvare con una
maggioranza di almeno due terzi le proposte del maire. Con la
Restaurazione36 avvenne il ripristino, se pur con alcune modifiche,
dell'organizzazione centrale e periferica del Granducato antecedente al periodo
francese. Soppresse le mairies, Rosignano tornò ad essere sede di comunità,
servita dalla Cancelleria di Lari. La vastità della circoscrizione della
cancelleria favorì l'istituzione a Rosignano di un aiuto cancelliere,
autorizzato con sovrano rescritto del 27 agosto 1815 con l'obbligo di servire
anche le comunità di Castellina, Orciano e Santa Luce37 . Con motuproprio del 29 novembre 182638 si provvide a
riformare le già esistenti cancellerie comunitative ed ad istituirne di nuove;
per questo a Rosignano venne eretta, a partire dal gennaio 1827, una cancelleria
di terza classe per servire le comunità di Rosignano, Orciano, Castellina,
Riparbella, Bibbona, Casale, Guardistallo e Montescudaio39 . Già da tempo si pensava a questa promozione, tant'è che
già un anno prima l'aiuto residente Gugliantini scriveva al cancelliere di Lari
di aver ricevuto notizia della designazione di Rosignano a cancelleria,
mostrando il timore di non essere lasciato in quella nuova veste: "... vivevo io
in silenzio attendendo sopra di me quel nuovo destino che sarebbe piaciuto darmi
dai superiori40 ". A seguito della legge del 9 marzo 1848
vennero soppresse le cancellerie comunitative ed istituiti gli uffici del censo
responsabili della tenuta e conservazione di tutti i documenti censuari e degli
archivi delle comunità comprese nel proprio ambito territoriale: Rosignano
divenne così ufficio del censo di quarta classe, con un distretto comprendente
le comunità di Rosignano, Riparbella, Orciano e Castellina Marittima41 . Ulteriori modifiche furono apportate alla fine del
184942 quando l'Ufficio del Censo di Rosignano divenne di seconda
classe andando a includere anche Santa Luce. Venne poi soppresso nel 1865 con
notevole dispiacere della comunità43 . La riorganizzazione amministrativa, intrapresa
all'indomani del rientro dei Lorena, previde anche la restaurazione delle
comunità, disciplinate nel 1816 da un nuovo Regolamento Generale44 ,
che tornava ad introdurre il magistrato comunitativo, composto dal gonfaloniere
e dai priori, ed il consiglio generale. La legge modificava in particolar modo
l'elezione del gonfaloniere, nominato direttamente dal Granduca su proposta del
Soprassindaco e Soprintendente Generale alle comunità; la carica durava tre anni
con la possibilità di rielezione. I priori e consiglieri continuavano ad essere
eletti mediante il sistema della tratta da due borse distinte. Un nuovo
regolamento comunitativo fu adottato nel 184945 per meglio definire e
diversificare le competenze degli organi comunitativi: la principale innovazione
consistette nella scelta dei rappresentanti della comunità tramite una
consultazione elettorale. Il consiglio eleggeva al proprio interno, con
scrutinio segreto, il magistrato dei priori, mentre il Granduca provvedeva alla
nomina del gonfaloniere. Anche il gonfaloniere veniva scelto tra i consiglieri
dal Granduca, durava in carica quattro anni e non poteva essere riconfermato per
successivi mandati contigui. L'organizzazione comunitativa fu negli anni
successivi sottoposta a frequenti modifiche con l'introduzione nel 185346 e nel
185947 di nuovi regolamenti. Infine la legge
sull'unificazione amministrativa del 20 marzo 1865, n. 2248, sancì l'assetto del
moderno comune di Rosignano e la scomparsa delle istituzioni preunitarie che su
questo territorio avevano avuto sede48 .
2. Le vicende dell'archivio
Dalle carte oggetto di riordino si è potuto rilevare quanta importanza sia sempre
stata attribuita alla conservazione delle scritture dai rappresentanti della
comunità. Già nello Statuto della seconda metà del 1400 erano state fissate
norme per la loro tenuta affinché non venissero perse o stracciate perché molti
per lor faccende toccano e pigliano le scritture del comune e non si ritrovano.
Per evitare questo rischio era stata fissata una sanzione in 20 soldi per coloro
che, senza alcuna autorizzazione dell'officiale, consultassero le carte e
un'ammenda di 5 lire nel caso in cui fossero state portate fuori dalla
corte49 ; a seguito di una
successiva riforma50 queste sanzioni
aumentarono, a probabile dimostrazione del fatto che le carte continuavano ad
andare perdute. È tuttavia a partire dalla fine del XVII secolo che si
cominciano a trovare tracce più consistenti sull'archivio di Rosignano
attraverso le memorie e le relazioni dei cancellieri comunitativi che ne erano
responsabili51 . Il 2 aprile 1688 il cancelliere di Lari,
Luca Antonio Lucchetti, annotava infatti, nel proprio copialettere, la
resistenza della comunità di Rosignano a consegnare le proprie carte. In
quell'occasione il cancelliere riferiva la risposta dell'ufficiale di Rosignano,
Antonio Guerrieri da Volterra, che comunicava di essere stato impedito nella
consegna dai priori della comunità. Questi ultimi anzi, desideravano per loro
comodo fare una cancelleria a Rosignano e per questo richiedevano indietro anche
tutto il materiale documentario giacente a Lari52 . A tale scopo il 21 aprile dello stesso anno, la
comunità di Rosignano deliberava di tagliare legna al fine di ricavare il denaro
sufficiente per comprare una casa per l'officiale, con annessa la cancelleria
per tenere e conservare le scritture pubbliche53 . Ulteriori notizie sull'archivio si hanno solo un
secolo dopo grazie alla relazione che il cancelliere di Lari54 , Angiol Vincenzo Biondi, inoltro, il 27 settembre 1746, in
risposta all'inchiesta promossa da Pompeo Neri55 . Nella
risposta appena citata56 il cancelliere ricordava come nel
1673 il Vicario di Lari aveva predisposto una stanza grande al fine di
conservare non solo i libri ma anche gli estimi delle comunità soggette e gli
Atti civili e criminali. Precedentemente infatti tali documenti si trovavano in
una piccola stanza, ammontati e confusi in più palchetti di tavole senza ordine
ma legati in carta pecora, ad eccezione delle sedici filze di atti civili e
criminali dell'officialato di Rosignano, dal 1536 al 1640, lasciate sciolte e
senza coperta. Nel 1740 erano poi stati aumentati i palchetti e lo stesso
cancelliere aveva provveduto ad ordinare tutti i documenti per specie e per
tempo ed a redigere un inventario, dichiarando di non aver notizia di altri
repertori o inventari precedenti. Relativamente alla comunità di Rosignano
risultavano conservati nell'archivio della cancelleria di Lari sei libri di
partiti e deliberazioni a partire dal 1551, cinquantasei atti civili e criminali
di cui appunto sedici filze sciolte. Un più preciso riscontro degli atti
conservati a cura della cancelleria di Lari si desume però dall'inventario57 che fu
redatto in occasione della consegna alla mairie di Rosignano delle carte ad essa
spettante. Infatti, a seguito delle profonde modifiche apportate dall'arrivo dei
francesi, si era reso necessario adeguare al nuovo quadro istituzionale anche
l'organizzazione degli archivi periferici, fino ad allora conservati in maniera
accentrata presso le cancellerie comunitative. Con decreto del 1° Gennaio 1809
il Prefetto del Dipartimento del Mediterraneo Antoine Benoit Capelle dava
infatti l'istruzione precisa non solo di separare le carte ed i documenti
conservati da un solo cancelliere e riguardanti più comunità, ma anche le carte
amministrative da quelle provenienti dall'attività giudiziaria58 e di effettuare la consegna alle
rispettive Comuni. In ordine a queste disposizioni, pervennero dunque
nell'archivio della municipalità di Rosignano oltre centocinquanta documenti tra
atti civili e criminali, partiti magistrali, saldi, contratti, dazzaioli ed
alcune piante livellari59 . La Restaurazione delle magistrature ed uffici granducali,
avvenuta nel 1814, comporto anche il ripristino delle cancellerie
comunitative60 e dei loro archivi. Rosignano
tuttavia mantenne presso di sé il proprio patrimonio documentario grazie
all'istituzione di un ufficio di aiuto-residenza e il 28 settembre 1815 il
magistrato comunitativo incaricava Giuseppe Tozzi ad eseguire la separazione dei
fogli e libri esistenti nella cancelleria di Lari ed appartenenti a questa
comunità committendo al loro Aiuto Residente di sorvegliare tale operazione. Con
medesimo partito, in previsione dell'aumento delle carte dell'archivio, venne
incaricato Giovanni Bombardieri di ritrovare un locale per l'alloggio del nuovo
aiuto residente e per lo stabilimento dell'archivio61 fu
scelta quella del cavaliere e conte Mastiani Brunacci, in via San Martino,
composta da tredici stanze per l'annua pigione di scudi cinquanta62 . Il 20 marzo 1816 il libraio Luigi Landini veniva incaricato di
sistemare l'archivio, di classare i libri e le filze ... formando di tutto un
esatto inventario63 . L'aiuto residente
Giovanni Gugliantini, il 18 dicembre 1819 riceveva, dalla cancelleria di Lari,
anche tutto il materiale documentario relativo alle comunità servite dall'aiuto
cancelliere di Rosignano, a sua volta corredato da un inventario64 . In questa occasione la
comunità ritornava inoltre in possesso anche delle proprie filze di atti civili,
spedite al tribunale di prima istanza di Livorno durante il periodo
francese65 . Da un
inventario66 , senza data ma aggiornato fino al 1824, si rileva come i
documenti fossero stati suddivisi, a seconda della loro riservatezza,
rispettivamente nei locali della cancelleria e nella stanza adibita ad archivio;
tale suddivisione nasceva anche dall'uso più o meno frequente di tali documenti,
creando così una sorta di distinzione tra archivio corrente ed archivio di
deposito. Nella stanza della cancelleria venivano conservate, ad esempio, le
raccolte delle leggi, le istruzioni per i cancellieri e le filze degli affari
comunitativi67 , mentre nella seconda si depositavano le sentenze del danno
dato, gli atti civili, i criminali ed i dazzaioli antichi. Nel gennaio 1825
fu stipulato con il Mastiani Brunacci un nuovo contratto per mantenere in uso i
locali dell'aiuto residenza: oltre all'aumento del canone annuo d'affitto, si
stabilivano i doveri di entrambe le parti per una buona conservazione
dell'immobile. La residenza era composta da un piano primo, da adibire agli
uffici, un secondo ad abitazione per l'aiuto residente e la sua famiglia, ed un
terzo lasciato come soffitta68 . Quest'ultimo, in
realtà, organizzato in cinque stanze, costituì, a partire dal 1827, la nuova
sede dell'archivio per la conservazione dei documenti delle otto comunità
soggette alla nuova cancelleria di Rosignano. Di seguito venne anche predisposto
un nuovo inventario che fu approvato con partito magistrale del 14 novembre 1829
e che per ogni comunità enumerava e suddivideva i documenti identificandone
l'esatta ubicazione69 . La cura con la quale il magistrato
comunitativo si era adoperato per l'allestimento di una sede idonea per la
cancelleria e l'archivio non produsse evidentemente gli effetti sperati;
nell'ispezione triennale agli archivi effettuata dal Provveditore della Camera
di Soprintendenza Comunitativa del Compartimento Pisano, il 24 aprile 1831, tra
le molte inadempienze fu rilevato l'eccessivo disordine e confusione in cui
versavano i locali dell'archivio ed il mancato ritiro dei dazzaioli dai
camarlinghi uscenti70 . La
comunità riuscì a sanare a breve termine tutte le irregolarità riscontrate ad
eccezione del riordino dell'archivio: per questo chiese alla Camera di
Soprintendenza l'aiuto di un collaboratore temporaneo, concesso a partire dal
mese di luglio. Tra l'altro, a seguito dell'ispezione del 1831, il 26 agosto la
comunità delibero di istituire un posto di archivista71 . Il lavoro di riordino risultò tuttavia essere molto lungo
per il numero straordinario delle otto comunità e per questo non venne
completato nei tempi stabiliti; si convenne di classificare tutto il materiale
nelle seguenti categorie: Imposizioni, Contabilità, Amministrazione, Estimo
vecchio, Nuovo catasto, Livelli e censi ed altre rendite, Atti della cessata
Mairia, filze di Atti Civili e Criminali. Tutta la documentazione fu collocata
in tanti scaffali quante erano le comunità. Nella stanza del cancelliere
trovarono posto i documenti relativi all'amministrazione corrente e le raccolte
delle leggi; in quella dell'aiuto cancelliere invece tutto ciò che riguardava i
cancellieri precedenti, lo stato civile, le domande di volture e l'arruolamento
militare. La stanza dell'archivio vero e proprio era riservato per le filze di
atti civili e criminali. Si ricorda che nel 1833 si aggiunsero al patrimonio
documentario della cancelleria di Rosignano anche gli atti civili e criminali
delle comunità di Orciano, Castellina e Riparbella già sotto la giurisdizione
dei tribunali di Chianni e di Lari, annesse da quell'anno al tribunale di
Rosignano72 . Il lavoro di riordino fu
completato nel dicembre del 1835 e l'inventario, a firma del cancelliere Carlo
Tavanti, risultò essere completo ed esaustivo73 . Un successivo intervento di riordino risale al 1859,
quando la comunità di Rosignano, nell'adunanza magistrale del 12 luglio 1859,
deliberò di rimontare e riordinare il proprio archivio: tale intervento,
economicamente ripartito tra le comunità della cancelleria, prevedeva il ritiro
dei documenti dal tribunale di Rosignano, dalla cancelleria di Lari e
dall'Ufficio di Fiumi e Fossi, la loro ricollocazione fisica nei locali
dell'archivio di Rosignano e l'aggiornamento dell'inventario del 183674 .
Infine nell'adunanza magistrale del 23 maggio 1865, la comunità di Rosignano
discusse la richiesta, avanzata dal consiglio generale della comunità di Pisa,
di versare i documenti più antichi, o almeno gli atti civili dell'archivio, nel
costituendo Archivio di Stato; con voto unanime venne deliberato di non aderire
a tale richiesta per essere tali documenti troppo necessari agli interessi della
comunità75 . Con
l'Unita d'Italia e la soppressione delle cancellerie comunitative76 i complessi documentari che si
erano accumulati presso queste ultime furono smembrati con diverse destinazioni:
tutta la documentazione catastale, della quale gli archivi si erano arricchiti a
seguito dell'istituzione del nuovo catasto particellare nel 1834, fu depositata
nelle nuove Agenzie delle Imposte Dirette dello stato unitario77 , mentre a seguito del R.D. del 1° settembre
1870, tutti gli atti giudiziari fino ad allora conservati negli archivi delle
cancellerie vennero inviati presso la sede di pretura territorialmente
competente. Se la ricerca ha fin qui consentito di seguire, attraverso
precise testimonianze documentarie, il lungo ed articolato processo di
formazione dell'archivio della cancelleria di Rosignano, non altrettanto può
dirsi per il processo di smembramento di quest'ultimo. In questa fase dello
studio non siamo infatti in grado di ricostruire i momenti e le modalità della
consegna delle carte loro spettanti alle comunità di Castellina Marittima,
Bibbona, Riparbella, Montescudaio, Casale e Guardistallo: l'unica eccezione è
costituita dalla comunità di Orciano che, il 10 gennaio 1866, richiese al
Sindaco di Rosignano di consegnare, nelle mani di Luigi Bientinesi, i documenti
a lei spettanti78 . Mentre
per la documentazione catastale si ricorda che essa e attualmente conservata
presso l'Archivio di Stato di Livorno79 , non è rimasta traccia, come si e
segnalato sopra dei documenti del tribunale di Rosignano. Per quanto
riguarda le vicende postunitarie dell'archivio si segnala che non sono emersi
interventi di riordino nel periodo che va dal 1860 al 1969, anno in cui fu
redatto dall'archivista Piero Frediani, responsabile dell'Ufficio Demografico,
un inventario dei documenti allora conservati nell'archivio storico, censiti a
seconda della loro tipologia. Dopo circa trent'anni, si è sentita la
necessità di sottoporre ad un nuovo riordino il patrimonio documentario per
valorizzarne le potenzialità. i criteri adottati nel presente lavoro hanno
voluto sottolineare non solo le caratteristiche delle singole unità documentarie
già identificate nell'inventario del 1969, quanto piuttosto evidenziare gli
aspetti di deposito documentario dell'attività di uffici e magistrature che si
sono succedute nell'amministrazione di questo territorio; deposito che consente
oggi di ricostruire storia, vicende ed aspetti della vita di quanti hanno fatto
parte di questa comunità.